Provo a tradurre lo sfogo di superbacs:
- Anche per gli studenti, come per i professore, vale una legge di distribuzione statistica di "qualità". Qualcuno è veramente in gamba ed è un piacere insegnargli, altri sono solo braccia rubate all'agricoltura e cercare di fargli entrare dei concetti nella testa è come spremere una rapa. Così come gli studenti vorrebbero avere solo professori bravi, i professori vorrebbero avere solo studenti bravi.
Il problema si sposta ora sul cercare di capire perchè lo studente non è bravo.
- se non ci arriva, deve abbandonare l'università. Va ripetutamente bocciato, senza pietà, per il suo bene e per il bene di tutti noi: sarà un professionista scarso e impreparato che farà dei danni invece che crescere professionalmente (e la società con loro). Inoltre, probabilmente si sentirà sempre fuori luogo e non riceverà quelle gratificazioni dal lavoro che invece potrebbe avere facendo un lavoro diverso.
- se non si sta impegnado, bisogna forzarlo ad impegnarsi. Mi è capitato di bocciare studenti che all'orale si capiva che avevano non due ma tre dita di cervello ma non l'avevano usato per prepararsi. Sono andati via ink@zzati abbestia, parlando male del docente, dicendo che l'università è tutta uno schifo? Poco male, è una cosa che difficilmente si capisce sul momento. Lo si capisce un po' di più l'appello successivo, quando si supoera l'esame con un bel voto solo dopo essersi fatti il mazzo. La soddisfazione è palpabile. Il ruolo del docente è anche quello di forzare l'allievo a tirare fuori il massimo da se stesso. Per abituarlo a dare il massimo anche nel mondo del lavoro.
C'è poi la questione degli stranieri. Giusto in questo semestre ho un'aula di una trentina di giovani quasi alla laurea, di cui la metà vengono da paesi come la Cina o l'India. I due più brillanti sono di colore, ed è un piacere insegnargli: terminano i concetti al volo prima ancora che gli iltaliani abbiano capito dove voglio andare a parare.
Prevedo tempi duri: i nostri giovani sono cresciuti nella bambagia, sul 4x4 e sanno già che prenderanno in mano l'azienduccola si papà. Vedono l'università come un passaggio obbligato per il "pezzo di carta". Gli stranieri sono cresciuti con la fame, e magari su un gommone per venire in Europa. Potete immaginare la differenza di motivazione? Vedono l'università come un'opportunità di crescita personale e la vogliono sfruttare al massimo. E la differenza si vede.
Volete un consigio?
Studiate.
Ma non solo: cercate di essere sempre "svegli" e di tirarvi fuori il massimo. Altrimenti le aziende italiane non ci metteranno molto ad assumere stranieri vispi invece che italiani "mosci". E questo, ovviamente, sarebbe un peccato.
Quanto ai comportamenti deontologicamente scorreti dei docenti (del tipo "dà voti alti alle ragazze") vi assicuro che se vi presentate all'esame con la maglietta di QdE, due punti in più ci scappano...
Se poi siete una ragazza con la maglietta di QdE il trenta e lode è assicurato