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Originariamente inviata da Tabarly
una "distrazione" opportuna che questo non lo ha fatto per dare la possibilità di ricorrere e vincere contro i provvedimenti conseguenti.
Solo che la finanziaria ha innalzato il costo dei ricorsi, andando a rendere questa strada percorribile solo per ragioni di principio e non convenienza.
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Non ho una esperienza giuridica, ma non riesco proprio a immaginarmelo un ricorso puramente "
de jure" nell'ambito stradale. Di solito in un ricorso si adducono svariate ragioni "di fatto", ma non mi è mai capitato di pensare a un ricorso in cui vengo multato per aver commesso X in base al comma Z dell'articolo Y, e il punto del ricorso
non è che
non ho commesso X, o che l'ho commesso (o non commesso) mentre ricorrevano svariate circostanze
de facto che non lo rendono sanzionabile, bensì è che né il comma Z dell'articolo X, né alcuna altra disposizione, prevede che X sia proibito. Anche perché
la conseguenza logica sarebbe di denunciare per abuso il pubblico ufficiale che mi ha sanzionato, se nessuna norma prevede che l'azione X (girare con la moto euro0 4t in anello, che non contesto di aver commesso) sia illecita e vada sanzionata. Sennò il primo vigile che si sveglia storto si mette a sanzionare chi gli gira per una trasgressione a qualsivoglia disposizione
non esistente sul piano giuridico e inventata da un ufficio stampa...
Sarebbe carino che i (presumo numerosi) giuristi elichisti ci spiegassero come meglio agire nel caso di contestazioni, dal momento della "conversazione da marciapiede" con il poliziotto municipale (mostrargli fotocopia della delibera? si ha diritto di chiedere l'esibizione
sul momento del testo amministrativo in forza del quale si è sanzionati?) fino all'eventuale ricorso.