Booster, francamente non me ne importa poi molto di come decida di correre quel signore col nome da birra, purché non si faccia male nessuno; però mi dà un po' di noia questo diffuso moralismo all'incontrario (lo dico a te solo perché sei l'ultimo che ha postato, ma sei in buona compagnia), per cui chi preferisce una guida prudente, o solleva qualche dubbio sulla legittimità di scambiare una strada aperta al pubblico per una pista, viene etichettato come "mammoletta" o "benpensante" (ovviamente con accezione negativa, per quanto vorrei conoscere più gente in grado di pensare correttamente). È un atteggiamento che riscontro in altre situazioni nelle quali pare si voglia denigrare o irridere chi cerca (e sottolineo "cerca") di tenere comportamenti rispettosi delle norme, di sé e degli altri. È pur vero – nessuna fatica ad ammetterlo – che un incapace che corre a 60 km/h può fare più danni di uno bravo che va a 150 ma, per quanto non sia un matematico, posso supporre che a 200 km/h i tempi di reazione, lo spazio di frenata, la capacità di correggere una manovra, di anticipare un imprevisto e quant'altro possano moltiplicare le situazioni di rischio. Oppure non è vero nemmeno questo?
Lode al signor Pintaldoppiomalto per il "manico", come si dice. Avrei preferito vederlo in un contesto sportivo specifico. Credo sia sempre un errore, a prescindere dalle capacità del pilota, quello di confondere pista e strada.
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"There's probably no God. Now stop worrying and enjoy your life"
vespa P200E, R 850 R, R 1200 GS
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