La presa in giro sta nel termine "stampante" per indicare un utensile industriale di produzione che non c'entra niente con le stampanti. Questa è una delle "stampanti"3D più economiche, che ci si può piazzare in casa (ca 2000 euro).

A parte che, dalla prova fatta su
PC pro, installarla è roba da ingegneri, l'utensile fabbrica solo oggetti di ABS (con queste stampanti non si può fare altro che oggetti in plastica): a sinistra la bobina del materiale grezzo, che viene fuso a 260°. Per usare l'aggeggio infatti devi indossare guanti anticalore e occhiali protettivi. La rivista ha fatto una prova producendo un semplice mattoncino di Lego. Ci sono voluti 25 min., i getti si sono ostruiti, c'è voluto un cannello per sciogliere la plastica solidificata producendo però in tal modo monossido di carbonio e cianuro di idrogeno altamente tossici. Insomma proprio un oggetto casalingo! Per ottenere alla fine un prodotto giudicato scadente rispetto all'originale.
...Meno male che su internet un pinco palla qualsiasi (come il sottoscritto) può dare più informazioni di 100 pseudo articoli dei nostri pseudo giornali.
Questa tecnologia in prospettiva è interessante per gli artigiani e i piccoli produttori di accessori moto in plastica, in quanto potrà permettre di produrre piccole quantità a costi accettabili. Un po' quello che accade con i pezzi in alluminio ricavati dal pieno con piccoli torni a controllo numerico: non è che siano meglio di quelli in fusione, ma è una tecnologia obbligata per piccole produzioni che permette ad artigiani e piccole ditte di entrare nel mercato della componentistica after market.