Quote:
Originariamente inviata da Panzerkampfwagen
Ogni giorno.
Ogni giorno si legge di qualche motociclista che non torna.
Chiamatelo fato, chiamatela disgrazia. Come vi pare. Tanto poco cambia.
Massimo rispetto per i morti e per i congiunti. Sotto il lenzuolo c'è sempre l'affetto di qualcuno.
Però non ci riesco più. A guidare sereno. Me ne sono accorto proprio alla Randa.
Non sono mai stato un gran manico. Anzi, neanche grande, neppure un manichino.
Son sempre andato in giro per il piacere del viaggio, non per il rischio, per la piega, per il tempone.
Mi sono accorto che la percezione del rischio si sta significativamente alzando.
Non posso farci niente.
Credo di poter ammettere che ho cominciato a sentire un minimo di inquietudine.
Nelle curve cieche, nel tornante, nella galleria.
Quando per una frazione di secondo ti chiedi cosa c'è dall'altra parte.
Non sempre, ma se me ne accorgo, chiudo.
Credo sia avere paura. Magari è difficile ammetterlo, ma forse è così.
Basta un niente, sei oltre il limite, e il disatro è lì.
Fermoni si nasce. Però più probabilmente da fermoni si invecchia.
Quindi scusate, accosto e non faccio da tappo, e quando arrivo arrivo.
Oppure d'ora in poi giro solo in garage.. O compro una Harley.
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Ti quoto in tutto e per tutto, integralmente per sottoscrivere ogni tua parola.
Riguardo Wotan: purtroppo non è vero che possiamo "controllare" nel 99% dei casi il nostro rischio motociclistico: proprio oggi ricorre l' anniversario della scomparsa di un mio caro amico di infanzia che a soli 16 anni dietro una curva di una stradina di campagna ha trovato un mezzo agricolo che prendeva tutta la carreggiata e contro cui ha perso la vita; e sicuramente vista la vespina di cui era dotato e la curva in se non poteva fare piu di trenta o 40 all'ora, ma le lesioni al collo e cranio lo hanno condannato in pochi minuti... un altro mio amico tornando la sera dal lavoro ha impattato con la testa contro il cassone di un camioncino che a marcia indietro entrava nella strada e non lo ha visto. Anche lui riposa (spero) in pace. Quando torno a casa la sera dal lavoro, caro Wotan, so già che ci può essere un imbecille che sorpassa mentre sopraggiungo io sulla carreggiata opposta, (è già successo, fortuna che ero in macchina...) oppure dimmi tu quanti possono bucare uno "stop", per non dire di tutti quelli che si soffermano prima di immettersi in strada poi vedono che arrivi (perchè ti vedono se non sono ciechi, sopratutto ora che le luci sono sempre accese!) ma chissenefrega entrano lo stesso... allora tu ti attacchi al freno al clacson all'abbagliante, li sorpassi, gli imprechi addosso di tutto e quelli manco ti guardano di sfuggita, consci delle loro stupidaggini guardano fissi davanti a se la strada... ecco, io da quando ho due bambine a casa che mi aspettano penso a tutto ciò ogni volta che prendo la moto. E per prenderla devo convincermi a non pensarci... che starò più attento di ieri... e prego che l'imbecille di turno quel giorno se ne stia in casa anzichè impegnare la strada dove passo io e tanti altri...