Collegandomi al discorso fatto anche in passato sui pesi e sugli angoli di inclinazione "gestibili"

, ora che la possiedo posso confermare (per quel poco tempo che ce l'ho) che le considerazioni di wotan (sia quelle espress in quel thread che quelle appena citate) mi trovano sostanzialmente d'accordo.
Confermo che da fermo o in manovra ci voglia più attenzione ma vedo che la "pratica" mista facendo abituare alla mole e, anche se sono ancora iperattento, sta diventando giorno dopo giorno più "facile" da gestire.
Durante la circolazione (sul "guidato") la moto mi da la sensazione di essere più controllabile e più "capace" della RT; ad esempio la ciclistica permette traiettorie e velocità che avrebbero portato al limite la RT. Il risultato alla fine è una maggior sensazione di sicurezza, anche se bisogna stare attenti a non confidare troppo nel mezzo e lasciarsi "prendere la mano".
Nel traffico cittadino (premesso che parlo di una città con poco traffico), la parte che per ora mi da meno familiarità sono le partenza a caldo a seguito di una frizione dal comportamento a volte "spiritato"

.
Nel senso che se si accelera poco rischia di spegnersi, se si accelera di più rischia di andare inutilmente su di giri o di avere una risposta "acustica" come se l'innesto slittasse.
Sicuramente è la parte umana

a dover cogliere meglio il punto di stacco, però lo stesso stacco sembra essere variabile in funzione della temperatura del motore e forse di altre condizioni ambientali, e quindi lo stacco a me "sembra" che avvenga in un punto che non è sempre lo stesso.
Qualcuno di voi ha, o ha avuto agli inizi, sensazioni simili con la sua K6?
Sono io che ho bisogno di più allenamento o forse è una caratteristica diffusa?
...o forse l'appariscente veemenza acustica del motore e la facilità con cui sale di giri rende più evidente qualcosa che in altre moto passa inosservato?