.................Da PalermoBlog:
Negli anni 70 e 80, molto prima dell’avvento di Fifa e Iss Pro Evolution Soccer, si giocava a calcio in strada, dovunque era possibile. Bastavano due porte artigianali, magari costruite solo con quattro pietre che delineavano i pali con traversa immaginaria ed un pallone.
Ed a proposito di quest’ultimo (essenziale), c’era un match nel match: Super Santos o Super Tele? Dilemma che ha attraversato generazioni e generazioni di giovanissimi calciatori e giovanissime pallavoliste.
Un po’ di storia, innanzitutto.
Il Super Santos, prodotto dalla ditta Mondo, era contraddistinto dagli storici colori dell’arancione e del nero. La sua diffusione in Italia cominciò negli anni 70 e pesava 280 grammi, mentre il diametro era direttamente proporzionale alla pressione di gonfiaggio. Il Super Tele nacque in Italia nel 1972, ideato da un industriale della Valle Padana che voleva creare un pallone economico e resistente. L’idea base era quella di ottenere un oggetto in grado di resistere ad una pressione di circa 0,8 atmosfere una volta gonfiato d’aria, sfruttando la minore quantità possibile di materiale.
Ma analizziamo le particolari differenze tra l’uno e l’altro.
Il Super Santos costava di più del Super Tele, l Super Tele, tuttavia, era il nemico numero uno dei portieri (spesso tristi e depressi per essere finiti in porta dopo una giocata persa al pari e dispari): con un calcio di media potenza, il pallone italiano raggiungeva non solo una velocità pari ad un boeing 747 ma delineava una traiettoria da Holly e Benji. E se c’era vento, poteva accadere persino di sfidare le leggi elementari della fisica. Inoltre, se il malcapitato guardiano della rete decideva di opporsi ad un tiro di puntazza (ovvero calciato con la punta della scarpa) con ineffabile audacia, poteva seriamente rischiare di subire un trauma cranico o alla gabbia toracica, in relazione alla parte utilizzata per compiere la prodigiosa parata. Ecco perché molti portieri, quando un difensore-centrocampista-attaccante si preparava alla puntazza, preferivano subire il goal piuttosto che tentare di parare il tiro (anche perché così toccava ad un altro prendere il suo noiosissimo posto).
Col Super Santos, invece, l’effetto era ridotto ai minimi termini e si giocava in maniera diversa: si limitavano, ad esempio, i tiri da lontano, anche perché se si arroccava, occorreva ricomprarlo (ed ho già scritto che era più caro del suo concorrente). Era la prima scelta, nel caso ci fosse stata la possibilità di optare tra lui e il Super Tele: era come scegliere oggigiorno tra un Nokia e un Motorola.
Solo un terzo incomodo poteva annientare in un solo attimo l’autorità del Super Santos: il pallone di cuoio, che per molti zisani come me degli anni 80 era un miraggio, un’oasi in mezzo al deserto.
duemila lire di differenza negli anni 80, da cui ne derivava che il primo era borghese mentre il secondo era operaio. Il Super Santos era considerato più professionale dell’antagonista, meno incline all’effetto “cucuzza“ (cioé al diventare simile al pallone da rugby dopo l’uso prolungato).
Io ne ricordo un altro, mi sfugge il nome però, era la Aston Martin dei palloni di gomma e pesava 420 gr., giocate sicure e tiri affidabili, se te lo beccavi in faccia però erano traumi seri...... a 10 anni per il mio compleanno finalmente il regalo più desiderato........ il mitico pallone di cuoio. Ahhhhh che ricordi!!!!
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