Lo faccio... non lo faccio... dai l'avevo scritto per Motociclismo che me lo aveva modificato un po' a cazzum. Solo se avete tempo, fatto tutto in solitaria. Uno dei viaggi più belli.
L’inverno in moto.
Ci sono diversi modi per interpretarlo in moto, ma certamente un bel viaggio invernale condito con alcune difficoltà rimane sempre un classico, che facilmente rimane impresso nella memoria.
Sono andato diverse volte all’Elefantentreffen, sempre da “turista” in albergo, ma ricordo bene il primo viaggio, fatto da solo, era molto freddo quel gennaio del 1998, poi quello difficile del 1999, e anche il 2001 con l’autostrada a Passau ghiacciata. Il caldo del 2002… nel 2005 ci portai mio figlio che aveva 10 anni. Poi tanti altri ancora. Ma ci sono anche raduni invernali in Scandinavia, che conosco bene sia da turista che per lavoro.
Voglio quindi raccontarvi del mio viaggio al Krystallrally del 2014.
Non faccio mai preparativi particolari, ho sempre almeno 1 moto in garage, sempre perfettamente a punto, è una mia fissa. Per cui l’unica cosa che ho fatto alla moto, un Goldwing, è montare una gomma da auto invernale dietro e ho preso un “tot” di chiodi per la gomma anteriore. Come abbigliamento ho acquistato una giacca invernale Giudici a 99 euro, un buon prodotto, prima per questi viaggi ho sempre usato la tuta in pelle. Tutto il resto è quello che uso anche d’estate, avevo dietro anche dei guanti invernali “primo prezzo” Decatlon ma non li ho mai usati.
Partenza mercoledì 12 febbraio, fa freddo a Sesto San Giovanni ma non troppo sono le 7.50.
Faccio la tangenziale che percorro ogni mattina per andare al lavoro, stesso orario, ma arrivato a viale Certosa anziché uscire punto per Como. Il Goldwing scorre liscio e morbido sull’autostrada Svizzera, il cruise-control evita preoccupazioni sulla velocità lo disattivo nelle gallerie e appena fuori lo imposto a 100 o 120 km/h fissi. Ad Airolo fa impressione quanta neve c’è ai lati dell’autostrada, mai vista così tanta, ma una volta passato il tunnel del Gottardo se ne vede solo pochi centimetri. Comunque, la giornata è soleggiata e i km passano sereni. Una volta in Germania proseguo costante sempre sui 120 km/h e in serata sono poco a nord di Kassel, esco dall’autostrada e mi giro le colline in cerca di un bell’alberghetto ad una o al massimo 2 stelle, ne trovo subito uno adatto.
Il giorno dopo mi aspetta il traghetto a Kiel alle 17.30 per cui posso fare tutto con molta calma. Passo da Hamburg e approfitto anche per visitare Lubeck. La sera arrivo all’imbarco del traghetto, con 120 euro la mattina dopo alle 9.15 arriverò a Goteborg risparmiando 700 km di strada, nella stiva ci sono diversi veicoli per test invernali. Mi rilasso nella cuccetta tutta per me davvero bella.
E’ venerdì il traghetto apre lo sportello puntuale alle 09.15 e “Benvenuti in Svezia”! Urla il megafono.
Mi aspettano 560 km la meta del viaggio è un altopiano 25 km sopra Ringebu. Si parte, bastano 500 metri per immettersi sulla superstrada per Oslo, 120 km/h di cruise e mi rilasso guardando il paesaggio sui saliscendi della strada, la giornata è bella ma so che le previsioni meteo dicono che da Oslo in poi saranno “razzi”. Fortunatamente quando inizia il brutto tempo la neve non attacca sulla strada bagnata e nonostante un 50ina di km di lavori in corso arrivo a Lillehammer intorno alle 14.00. Dopo altri 40 km sono all’attacco della salita per l’altopiano, incontro 2 sidecaristi Inglesi, un breve scambio di battute e via, adesso è neve pressata, la gomma invernale posteriore mi garantisce un’aderenza adeguata in salita, volevo chiodare l’anteriore ma non serve, riesco a gestire la moto perfettamente. Dopo un 5/6 km di salita ghiacciata, anche abbastanza ripida, mi sentivo davvero gasato, sono le 14.30 la moto procede che è una bellezza, nevica, il paesaggio è da cartolina e mancano 20 km.
Ma ecco che davanti a me compare una discesa, non c’è nessuno nei paraggi e non posso permettermi un scivolata con il Goldwing, per cui mi metto a chiodare l’anteriore. Ci vuole una mezz’oretta, non è facile farlo a -10 °C. Non so quanti chiodi mettere, provo una chiodatura non troppo fitta su 2 file sfalsandoli in totale ne ho messi 67. Riparto con molta attenzione. La chiodatura lavora bene, anzi lavora meglio se mantengo una velocità non troppo bassa. Diciamo tra i 25 e 40 km/h, che per “l’ambiente” è comunque un bell’andare. Ma i 20 km diventano lunghi, la neve è tanta, incontro un gruppo di norvegesi in un posto dove ci sono 4 case e una chiesetta, mi dicono di andar piano, “state tranquilli”! Quando manca un paio di chilometri mi supera una vespa, è Pietro un ragazzo di Treviso che viaggia spedito con entrambe le gomme chiodate e con una buona esperienza sulle strade Scandinave invernali. Praticamente arrivo che è già buio. L’albergo che ospita il Kristallrally è bellissimo!
E’ il Gudbrandsdalen hotel, una bella camera e una cena da applauso! Sto davvero bene, oltre a Pietro conosco motociclisti Francesi, Norvegesi, Svedesi, Inglesi e Tedeschi. Saremmo una 30ina in tutto. I francesi simpaticissimi sono li con dei 125 cc da enduro, tra l’altro uno non parte e devono capire cos’ha. Fuori nevica e tanto. Domani vedrò come agire, speriamo che la E6 sia pulita dalla neve…
Sabato mattina. Inizio con un’adeguata colazione, mi aspettano ancora 560 km per il rientro a Goteborg, le previsioni sono pessime fino a Oslo, 280 km di neve e ghiaccio vero. Il traghetto mi aspetta fino alle 18.00. Non fa freddo per il periodo saremo sui -12°C. Mi avvio bello deciso ma poco dopo mi si infossa il Goldwing. Una buca o un punto di neve un po’ più morbida. È come se fosse insabbiato, sta in piedi da solo. Potrei tornare indietro un 400 metri e chiedere aiuto agli amici in albergo, ma insisto spingo e tiro dopo un po’ la supergomma mi porta fuori dalla buca. Sono già ben sudato, riparto in un fantastico paesaggio ricco di colori e sfumature che vanno dal bianco-chiaro al bianco-scuro nevica in diagonale e a stento capisco dove mettere le ruote. C’è parecchia neve morbida e non è facile con il Goldwing… soprattutto in discesa. Sono solo sulla strada, non c’è anima viva da quando son partito, sto bene ma cerco di ottimizzare il tempo. In un’ora e mezza arrivo sulla E6, è completamente bianca ma adesso ci sono auto e camion e questi qui viaggiano spediti… tutti con supergomme. Mi sento un vero tappo, praticamente un apecar in autostrada. Fino a Lillehammer è piatta ma poi ci son salite e discese. Quando i veicoli mi superano sollevano un’onda di neve e ghiaccio che mi crea non pochi problemi. Tengo duro e mi concentro per produrre km. A Lillehammer il contachilometri del Goldwing segna 100.000 km. Volevo fermarmi e immortalare ma non c’era spazio. Nei rettilinei con la neve pressata sono arrivato a 70 km/h, con qualche preghiera, la moto non è mai scappata via, ma non ho mai capito quanto margine avevo. Sono 5 ore che guido sulla neve praticamente senza fermarmi. La strada diventa a 2 corsie per senso di marcia, non è più neve costante e dopo 220 km inizio a vedere il colore nero dell’asfalto. Arrivato a Oslo non c’è più neve sulla strada, ma le corsie sono praticamente allagate, la neve ai lati non fa defluire l’acqua e mi sembra di essere passato all’improvviso da una motoslitta a una moto d’acqua. È incredibile comunque il benessere che regala l’aderenza delle gomme, adesso posso finalmente curvare, frenare e anche superare! Mi piazzo a 120 km/h di cruis-control E via verso Goteborg! Arrivo puntuale al traghetto. Bellissimo! Come vedere un’oasi nel deserto. Adesso doccia e relax, ma è stata dura. Un superpiatto di Salmone e patate mi mette a posto, la notte passa serena.
Domenica appena uscito dal traghetto alle 9.00 tolgo i chiodi alla gomma anteriore. Mi aspetta un Kiel-Sesto San Giovanni, 1280 km a “botta unica” in pieno inverno con una nevicatina sul Gottardo, una passeggiata considerando quello che ho fatto sabato. Arrivo a casa alle 21.30 è buio, la distanza, il freddo, il ghiaccio, ancora una volta sconfitti.
https://www.youtube.com/watch?v=U54PqGBT20Q