Si prepara un incubo per il nostro turismo

E' bastato un sabato di giuseppi a reti unificate, pilotato da quell'altro genio di casalino, preoccupato solo di far apparire "figo" conte.
Che importe se poi in giro per il mondo la Cina sparisce, e sono i Codognesi a infettare l'universo, dopo aver fatto scorte di virus in ospedale...
Ma tant'è...
Il problemino è che per noi il turismo "cuba" il 13% del pil.
Rischiano di essere membri non zuccherati, per tutti.
E quindi, forse, invece di pensare alle vacanze chissà dove, sarebbe giusto programmarle in Italia.
E magari, per chi ha Facebook e Twitter e altri social, cominciare a pubblicare a manetta, in inglese, messaggi di questo tenore: caro cittadino del mondo, qualunque cosa il tuo governo dica, coronavirus è già nel tuo Paese. Quindi non ha senso restare lì pensando di essere più sicuri. Vieni in Italia e goditi la nostra arte, il nostro cibo e la qualità della vita. Stessa sicurezza, migliore qualità.
P.S. le minuscole nella seconda frase sono assolutamente VOLUTE.