Oggi la meta è la città di Huè, l’antica capitale del Vietnam, per poter visitare la cittadella imperiale, costruita nel 1687 ( non si assume alcuna responsabilità circa l’attendibilità dei dati riportati, anzi pari pari ricopiati e incollati dal web )
Con la luce del giorno vedo finalmente qualcosa di Dong Hoi, poco affollata, data la bassa stagione
per colazione mi sono preso un panino alle verdure eccellente
ho solo fatto una piccola sosta per pranzo, per cambiare l’olio. Finalmente avevo risolto il problema della lettura del livello: ne era stato messo troppo e quindi la piccola finestrella di plastica era completamente scura e non si distingueva la tacca di riferimento.
Arrivo a Huè poco dopo l’una ed avevo l’indirizzo di un ostello, ma per trovarlo ? Vicino alla città imperiale, c’era un terminal per i bus e sono entrato in una Nha Nghi: non parlavano inglese, ma la figlia (10 anni forse) ha subito attivato Google Translator e poi con la mappa della mia guida mi hanno messo nella giusta direzione.
Giusto il tempo di sistemare i bagagli e poi sono immediatamente ripartito per andare a visitare la Città Imperiale
ovviamente la Città Proibita a Pechino è molto più grande, ma questa di Huè (creata a somiglianza della sorella cinese) è davvero gradevole da visitare.
Ok il giretto sull’elefante con costume imperiale l’ho saltato
Patrimonio Mondiale dell’Unesco, Huè è ancora sotto opera di restauro per i bombardamenti subiti
finito di visitare la Città Imperiale, me ne sono andato in giro per Huè, che è ben divisa in 2 parti. In una abbondano hotel di varie categorie e pizzerie, pub e disco club, insomma la parte dedicata ai turisti. Ci sono passato in moto. Ci sono anche alcuni punti di interesse, ma non che siano monumenti impedibili.
L’altra, invece, è la parte di città dove vivono i vietnamiti che lavorano nel settore turistico di Huè e quelli di tutte le altre attività cittadine.
Succo di canna da zucchero con ghiaccio in questo bar sulla riva del fiume
poi ho cercato qualcuno per tagliare il lucchetto incastrato che usavo per fissare il casco alla moto. Detto e fatto, tagliato e cambiato
per cena anatra
poi quando era già sera mi sono imbattuto in un mercatino organizzato lungo la strada. Niente bancarelle, ma solo la merce appoggiata su dei teli per terra, con queste luci che illuminavano il tutto. Mi sono sembrate delle piccole imbarcazioni che galleggiavano su di un fiume.
prima di andare a letto, sono tornato nell’altra parte della città per fotografare un ristorante galleggiante davvero bello.