Provata.
La premessa è che questa non vuole essere una recensione, che potrà essere resa solo da chi la moto l’avrà acquistata e l’avrà usata per un congruo periodo.
Queste quindi la mie impressioni di guida.
La Yamaha GTMoto a Salerno (disponibili e gentili) ha una moto in prova (grigia) ed una in esposizione (rossa) con montati alcuni optional , tra cui una sella più comoda ed un orribile parabrezza maggiorato. Il rosso è proprio un bel colore. De gustibus.
Poche formalità di rito e due parole di illustrazione dei comandi: le mappe (A, STD e B che altri chiamerebbero “sport”, “normal” e “rain”) e il TCS.
La sella, dura e sottile, è in posizione bassa e così la lascio. La moto non è mia e voglio essere sicuro di poter poggiare con sicurezza entrambi i piedi per terra.
Ma avrei potuto anche alzarla. La sella è giustamente rastremata e la moto è stretta fra le gambe, e si tocca bene terra.
All’accensione il suono non è entusiasmante. Niente a che vedere con il sound del bialbero.
La strumentazione è completa, le informazioni ci sono tutte ed i caratteri sono abbastanza grandi. La mia presbiopia ringrazia.
Parto in mappa B, ma passo subito a A e da lì non mi sposto più.
Protezione aerodinamica zero.
E’ vero che io non faccio testo, venendo da una protezione adv,
ma quest’unghia serve davvero a poco. E’ poi così trasparente che sembra di essere a tutti gli effetti su una naked.
Vado sulle colline dietro Salerno, strada piena di curve e tornanti.
La moto ha un bel motore. Risponde bene all’accelerazione, però, pur non essendo un vero e proprio on-off, quando si toglie gas prima di una curva, la moto affonda in modo eccessivo sull’avantreno (Patrizia, che non si tiene mai in moto, mi arriverebbe addosso ad ogni staccata).
La moto ha anche un forte effetto raddrizzante.
Se acceleri alla corda e sei ancora in piega, la moto raddrizza troppo e, complice l’accelerazione, tende a farti allargare la curva.
Bisogna aspettare ad aprire e farlo quando la moto è già più “dritta”.
Frena bene. Anche troppo. Ed anche qui, quando si pinza, l’anteriore affonda troppo bruscamente.
(Sono troppo viziato dal telelever)
Se sei in curva e tocchi i freni, la moto si alza troppo velocemente. Chiaro, è una legge fisica che lo impone, però questa raddrizza troppo.
Sempre perché la moto non è la mia, ho evitato di piegare troppo, Ho i piedi larghi sulle pedane, ma ho subito strusciato gli stivali a terra ed ho dovuto rimettere la punta dei piedi sulle pedane.
La moto scende bene in curva, anche se la percorrenza non perfetta.
Lo stato della strada non era perfetto, e gli ammortizzatori (almeno così come erano tarati) non assorbivano le asperità, facendo scompensare l’assetto.
Ho disattivato il TCS. La moto , senza, mi è piaciuta di più. Soprattutto in uscita di curva, quando apri con decisione. Però ho “scodato” un paio di volte. Segno che se ce l’hanno messo un motivo ci doveva pur essere.
Nel traffico è una bicicletta. Però mi dà fastidio l’affondamento della forcella ad ogni frenata. Non sono più abituato. Ho evitato di prendere la tangenziale. Sono sicuro che su tratti autostradali non mi avrebbe dato nessuna sensazione positiva.
Qualche nota sui difetti:
nessuno lo ha detto ancora, ma il maggior difetto che ha trovato è questo spuntone sul serbatoio.
Alla minima caduta, anche solo poggiare la moto in terra, è un punto soggetto a subire danno.
E per riparalo non sarà sufficiente una grattatina e una verniciatura.
Non mi sono piaciute anche le pedane.
Inutili anche i paramani.
Hanno una forma improponibile, che condizionano anche la forma del plexyglass.
Forse sostituendoli con un altro tipo, meno invasivo, si potranno montare parabrezza più protettivi
Conclusioni:
una bella motina. Un bel motore, una buona posizione di guida (anche la sella dura, alla fine, non era del tutto scomoda), una strumentazione completa.
Venderà tantissimo.
Ma non paragonabile alla mia GS.
La mia ha oggi un valore tra gli 8 e i 9mila euro, Ma se mi avessero proposto uno scambio alla pari non avrei accettato.