Mi cadono le braccia
Stamattina esco da casa prima del solito - è un po' di tempo che tendo a farlo spesso, per evitare ogni possibile aggressività indotta dalla fretta.
C'è un bel sole, la strada è asciutta e l'atmosfera è piacevole. Viaggio in coda con gli sputer, evitando manovre particolari.
Sto andando sui 40 km/h, quando davanti a me un semaforo pedonale (quello dopo dopo Viale Regina Margherita) diventa rosso. Come da copione, un paio di sputeristi che mi precedono tirano dritto, fottendosene beatamente e prendendosi i vaffa del tizio che attraversa, mentre io accenno a fermarmi con tutta la dolcezza consentita dalle circostanze, ben conscio di avere altri veicoli alle mie spalle.
E mentre rallento con gli occhi incollati agli specchietti, il tizio dietro a me blocca l'anteriore e finisce a terra.
La sua moto scivola in avanti, e devo ritardare parecchio la frenata per evitare l'impatto, arrivando così un po' oltre le strisce pedonali.
Si tratta di una R850R (o una R1100R) con a bordo un uomo sui 55 anni, che per fortuna si rimette subito in piedi senza danni apparenti.
Da una decina di metri davanti a lui, lo guardo allargando le braccia e indicando il semaforo, lui mi risponde allargando a sua volta le braccia. Altre persone dietro di lui si avvicinano per aiutarlo.
Ho le mani che mi tremano, forse perché è il secondo tizio che mi cade addosso negli ultimi mesi, e probabilmente il centesimo che vedo cadere in diretta, forse anche anche perché mi fa rabbia vedere quante persone circolano senza avere la minima capacità di gestire la propria moto.
In breve, non me la sento proprio di andare da lui, che comunque è già soccorso da altri, per cui metto la prima e riparto.
Il prossimo che mi dice che l'ABS è una stronzata, lo strangolo.
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Claudio Angeletti
L'arte della sicurezza in moto
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