Titolo: Le Benevole
Autore: Jonathan Littell
Titolo originale: Les Bienveillantes
Casa Ed: Einaudi
isbn: 8806194909
Pag: 970
prezzo: 24 euro (ma e' da poco uscito in paperback, piu' economico)
Prima Pubblicazione: 2008
Link:
http://www.libreriauniversitaria.it/.../9788806187316
Trama:
Nato in Alsazia da padre tedesco e madre francese, Maximilien Aue dirige sotto falso nome una fabbrica di merletti nel nord della Francia. Svolge bene il suo lavoro, è un uomo preciso ed efficiente. Preciso ed efficiente, del resto, lo era stato anche negli anni del nazismo, quando fra il 1937 e il 1945, aveva fatto carriera nelle SS in Germania. Pur essendo un nazionalsocialista convinto, il giovane e brillante giurista era entrato per caso nel corpo, punta di diamante del Reich hitleriano: fermato dalla polizia dopo un incontro omosessuale, aveva accettato di arruolarsi per evitare la denuncia. Nel 1941 Max è sul fronte orientale, dove dà il suo contributo al genocidiodi ebrei, zingari e comunisti. Al crepuscolo del nazismo, viene in aiuto a Max il suo bilinguismo: assumendo l'identità di un francese deportato in Germania, riesce a fuggire. Trascinato dalla corrente della storia e inseguito da fantasmi che, come furie benevole dei greci, le eumenidi, cercano vendetta, Max Aue è parte di noi, la parte più nera.
Recensione:
Questo e' un libro difficile da recensire, ancor piu' difficile da consigliare.
Sgombriamo pero' subito il campo dai dubbi: e' probabilmente il miglior libro che abbia letto quest'anno.
Impegnativo, complesso, con una marea di digressioni che sembrano inutili e superflue e invece si rivelano delle piccole gemme di trattazione su temi eterogenei come la linguistica, la politica, l'identita' etnica, il diritto.
Sono comunque ramificazioni secondarie della vera protagonista di questa vera e propria epopea del male: la guerra.
Ma non una guerra qualsiasi.
La guerra, quella scatenata dai nazisti per motivi che oggi usiamo definire folli ma che sono piu' o meno gli stessi che animano le guerre di tutti dappertutto. Lo sterminio del nemico e degli ebrei con metodi che noi oggi chiamiamo inumani ma che invece sono stati pianificati, utilizzati e avallati da esseri umani, che ci piaccia o no.
Non e' un libro sulla banalita' del male, ma un libro sul Male perpetrato da uomini tutto sommato banali.
Max Aue è parte di noi, la parte più nera: «Non ho alcun rimpianto: ho fatto il mio lavoro, tutto qui». È una storia che «vi riguarda: vedrete che vi riguarda».
Molte cose si possono dire di questo libro. Che sia spesso insostenibile, perverso, lungo, non perfettamente coeso tra verità storiche e visionarietà (la critica più giusta, forse). Ma è di tutti i grandi libri mettere a dura prova il lettore. La ricompensa, alla fine, e' di quelle che non si dimenticano.
E in un'epoca di Faletti e di Cacciatori di Aquiloni... che boccata d'aria!!
Trovate una bella recensione qui:
Nessuno e' immune dal diventare nazista.