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Qde per la Sicurezza stradale tutte le info e le idee su un tema che ogni motociclista dovrebbe avere a cuore.


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Vecchio 28-07-2008, 08:38   #1
blueangel
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Alex la barra è in metallo, così viene descritta nel catalogo Schuberth.

Concordo con quanto detto da Rigel circa la visiera.

Bye
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Vecchio 28-07-2008, 10:39   #2
Rigel
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Quote:
Originariamente inviata da Alex 62 Visualizza il messaggio
in tutti i casi non sporge minimamente dal casco ed è a filo della visiera quando è chiusa .
Quando ho detto "molto esposta rispetto a quella di un integrale" intendevo che la mentoniera di quest'ultimo va a chiudere di più sotto il mento...la barra dello schuberth si trova, invece, posizionata più avanti rispetto al mento, il che abbinato a quanto ho detto prima sulle visiere crea la situazione di pericolo.

...e ripeto: NESSUN tipo di test per le omologazioni dei caschi può prevedere che cosa puoi incontrare durante un impatto in caso di incidente, proprio perchè ogni incidente fa storia a se....si limitano a valutare le caratteristiche di resistenza a perforazione, compressione etc della calotta.
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Vecchio 28-07-2008, 19:42   #3
blueangel
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avrei predisposto una scheda che illustra la prassi di omologazione se interessa poteri postarla ma non so come mettere le immagini che non siano caricate sul web.

Mi fate sapere, sempre se interessa.

Bye
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Vecchio 28-07-2008, 09:47   #4
Supermukkard
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Proporrei di evidenziare questa discussione sul Walwal, per dargli la massima visibilità.
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Alessandro, Kawa Versys 1000 2015.
Supermukkard non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 28-07-2008, 21:03   #5
smile50
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Dato per scontato che l'integrale sia più protettivo di un Jet, visto che tra i tuoi denti e il resto del mondo c'è qualcosa in più, per quello che riguarda il J1 ritengo che, volendo usare un Jet (le scelte sono squisitamente personali), il J1 rimanga sempre più protettivo di uno che la barra non ce l'abbia. E' vero che la barra si potrebbe agganciare a qualcosa, ma è anche vero che, senza barra, al qualcosa ti si potrebbe "agganciare" il mento.
Detto questo l'integrale è meglio.
Il modulare o apribile che sia? Gli unici vantaggi che gli riconosco (se di vantaggi si tratta) sono di non doverlo togliere quando ti fermi un'attimo dal giornalaio, tabaccaio, ecc... in osservanza delle disposizioni di PS, ovvero di poterti fumare una sigaretta senza togliere il casco e doverti risistemare le orecchie quando lo rimetti (se lo apri mentre sei fermo in mezzo al traffico ti possono "centrare", come è successo a me).
Infatti, se lo tieni aperto mentre vai, hai solo un Jet più pesante, se lo tieni chiuso, non era meglio un'integrale (certamente più leggero e, forse, più resistente)?
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un giorno senza sorriso è un giorno perso (Chaplin)
smile50 non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 29-07-2008, 20:31   #6
blueangel
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predefinito Omologazione europea caschi

Dopo tante discussioni sui danni al viso con casco modulare ho pensato potesse interessare il dettaglio delle prove previste per omologare i caschi che usiamo tutti i giorni.

L'omologazione in Europa è il Regolamento ECE/ONU nr. 22-05
È l’ultima versione del regolamento che definisce i test a cui deve essere sottoposto un casco al fine di poter essere utilizzato su strada. Tale regolamento è valido solo in Europa.
Sull’etichetta di omologazione sono riportati:
• il marchio d’omologazione internazionale composto da un cerchio all’interno del quale è posta la lettera E seguita dal numero distintivo che identifica il paese che ha rilasciato l’omologazione (1=Germania, 2=Francia, 3=Italia, 4=Olanda, 6=Belgio, etc.);
• la prima serie di numeri 052216 che corrisponde agli estremi di omologazione, i primi due numeri di questa serie “05” indicano la serie di emendamenti al Regolamento 22 in base alla quale è stata concessa l’approvazione del casco, in questo caso la 05 che è l’ultima disponibile, seguita dal numero di omologazione (2216) rilasciato per quel casco. Sempre sull’etichetta viene riportata una seconda serie di numeri, per esempio 009607, che corrisponde al progressivo di produzione.

Il numero di omologazione dei caschi approvati secondo le prescrizioni della serie 05 di emendamenti, è seguito da un codice che indica il livello di protezione offerto dalla mentoniera, se presente:

/J => nel caso di caschi jet o demi-jet privi di mentoniera
/NP =>nel caso di caschi con mentoniera asportabile NON PROTETTIVA
/P =>nel caso di caschi integrali o modulari con mentoniera PROTETTIVA

Sull’etichetta di conformità NON appare mai la data di costruzione del casco

I caschi provvisti di marcatura CE non possono essere utilizzati a bordo di ciclomotori e motocicli.

In Europa, quindi anche in Italia, non si possono usare caschi omologati in paesi fuori dalla Unione Europea, per esempio Stati Uniti, e viceversa.

Prestate particolare attenzione ai caschi muniti di etichette dubbie, falsificare l’etichetta di un casco consente al produttore di immettere sul mercato merce di qualsiasi tipo, avanzi di magazzino, caschi non conformi e quindi insicuri. L’etichetta di conformità non è una moda, ma attesta che il casco ha superato tutti i controlli, compresi quelli periodici sulla produzione, previsti dalla normativa.

In Italia è presente anche l’omologazione DGM per caschi che possono essere usati solo su ciclomotori, l’etichetta rappresenta la bandiera italiana e riporta la scritta DGM.

L’iter di omologazione si compone di tre fasi fondamentali:
1. omologazione vera e propria: vengono predisposti
a. la domanda di omologazione
b. il fascicolo tecnico che descrive com’è fatto il casco
c. un numero minimo di prototipi, di tutte le taglie, che verranno distrutti durante le prove
2. qualificazione della produzione: una volta ottenuta l’omologazione il costruttore deve costruire 3200 caschi, in tutte le taglie, e sottoporre ai test un campione rappresentativo prelevato dai funzionari. Questa fase serve a dimostrare la capacità dell’azienda di produrre i caschi.
3. mantenimento dell’omologazione: l’azienda suddivide la produzione in lotti da 3200 pezzi e da ognuno di questi lotti viene prelevato un campione rappresentativo di esemplari che verranno distrutti per confermare la validità dei materiali e la capacità tecnica di produrre quel modello di casco.

Test a cui vengono sottoposti i caschi
Resistenza all’impatto
Tutti i caschi prima di essere sottoposti alle prove di impatto vengono sottoposti ad un condizionamento per verificare la resistenza dei materiali simulando le reali condizioni d’uso.
Di seguito si indicano le condizioni:
Ambiente: 25 ± 0,5 °C per almeno 4 ore
Caldo: 50 ± 2 °C per almeno 4 ore e non più di 6
Freddo: - 20 ± 2 °C per almeno 4 ore e non più di 6
Umidità: il casco viene mantenuto in una camera climatica con umidità del 65% ± 5 % per almeno 4 ore
Acqua: la superficie esterna viene spruzzata con acqua a temperatura ambiente, con portata di 1 litro/minuto, per almeno 4 ore
Solvente: la superficie esterna viene trattata con un solvente, composto dal 70% di ottano e 30% di toluene, applicata con uno straccio.

Come si può vedere vengono “riprodotte” le condizioni d’uso più comuni del casco in modo da verificare la resistenza durante gli impatti.
Gli ostacoli che vengono usati sono: piatto (flat) e cuneo (kerbstone, dall’inglese marciapiede) che simulano le due possibili condizioni durante un incidente (piatto la strada – cuneo il marciapiede).

I punti in cui viene impattato il casco sono: frontale sopra la visiera (B), frontale sulla mentoniera (S), laterale (X), top (P), posteriore (R).



L’altezza di caduta del casco montato su una falsa testa in lega di magnesio, che ha le caratteristiche delle ossa umane in termini di rigidità ed elasticità, è di
2,85 mt (che fornisce una velocità d’impatto pari a 7,5 mt/sec) per tutti i punti tranne che S
1,54 mt (che fornisce una velocità d’impatto pari a 5,5 mt/sec) solo per il punto S



I valori che si rilevano nell’urto non devono superare:
decelerazione 275 g – HIC 2400

Test di rigidità
Viene applicato un carico di 630 N per 2 minuti, partendo da 0 ed incrementandolo di 100 N ogni 2 minuti, sia sull’asse longitudinale che trasversale del casco, come in figura, e si verifica se la struttura ha sopportato lo schiacciamento.
Infatti il valore massimo di deformazione a carico applicato non deve superare i 4 cm.
Quindi si elimina il carico e si misura la deformazione plastica, che non deve superare 1,5 cm.





Test a cui viene sottoposta la visiera
Test ottici

La visiera viene sottoposta a diversi test per misurare:

• la trasmittanza e diffusione: cioè la quantità di luce che passa
• i colori che lascia passare: in modo da garantire la visione dei segnali (semafori e cartelli)

I test vengono fatti su visiera tal quale, abrasa da sabbia che cade da una determinata altezza.
Le visiera scure falliscono il test di trasmittanza e in alcuni casi di misura dello spettro dei colori, per questo non sono omologate.

Test meccanici
La visiera viene sottoposta a prova di penetrazione facendo cadere una massa di 3 kg dall’altezza di 1 mt su un punzone di massa nota (300 gr).
La visiera non si deve rompere e il punzone non deve toccare la falsa testa, anzi deve fermarsi alla distanza di 5 mm.
In questo modo si verifica la resistenza del materiale (policarbonato) all’urto con oggetti proiettati da veicoli che precedono il motociclista.

Test di funzionalità
Si misura l’angolo di apertura della visiera in modo da verificare che non interferisca con la normale visione.
Deve essere ≥ 5° misurato rispetto l’orizzontale.


Test a cui vengono sottoposti i sistemi di ritenzione (cinturino – chiusura)
Tenuta dinamica

Il casco viene montato su una falsa testa e viene applicato un precarico di 15 kg al cinturino chiuso, poi un carico impulsivo facendo cadere da 75 cm un peso di 10 kg.
Il cinturino non si deve:
• rompere nel sistema di chiusura (sgancio rapido)
• rompere nel sistema di aggancio alla calotta (rivetti)
• rompere la fettuccia
e non deve presentare un allungamento superiore a 3,5 cm.
Dopo aver rimosso i carichi l’allungamento residuo del sistema di ritenzione non deve superare 2,5 cm.

Test di abrasione
La fettuccia di nylon del cinturino viene sottoposta ad un ciclo di abrasione su una superficie metallica con bordo a spigolo vivo per verificarne la resistenza.
La fettuccia non deve presentare danni evidenti o rompersi.

Test di scalzamento
Si applica un carico impulsivo al casco montato su falsa testa ottenuto facendo cadere una massa di 10 kg da 1 mt.
Il carico è guidato su un sistema per pesa 3 kg (in pratica è una barra che consente solo lo spostamento verticale del peso) secondo lo schema riportato nella parte alta della figura sottostante:



La rotazione massima consentita è di 30° rispetto l’orizzontale, come indicato nella figura piccola qui sopra.
Questo test consente di verificare che il casco non venga facilmente “scalzato” dalla testa dell’utente durante l’evoluzione dinamica di una caduta.

I disegni sono stati tratti dal Regolamento ECE ONU 22-05 e da brochure Arai.

Ultima modifica di blueangel; 29-07-2008 a 21:45
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Vecchio 29-07-2008, 20:56   #7
GELANDERSTRASSE
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tanto di cappello
ma dopo aver letto tutti i 3ad sui caschi modulari l'evo 5 lo vendo su ebay visto che è pressochè nuovo????
grazie...
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la fai danzare divinamente la ragazza".(cit.allo SpeedTreffen )
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Vecchio 29-07-2008, 21:31   #8
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Non pensavo che la visiera fosse così resistente
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Vecchio 31-07-2008, 11:18   #9
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Ottimo, riporto questa discussione nella pagina dei link della sicurezza.
Un'annotazione importante: la frase
"In Italia è presente anche l’omologazione DGM per caschi che possono essere usati solo su ciclomotori, l’etichetta rappresenta la bandiera italiana e riporta la scritta DGM."
va cancellata, in quanto non è più vera da tempo; di tali caschi non è più possibile l'omologazione (dal 1° settembre 2000) né la commercializzazione (dal 1° settembre 2001), in forza del DM Ministero dei Trasporti e della Navigazione del 28 luglio 2000.
__________________
Claudio Angeletti
L'arte della sicurezza in moto
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Vecchio 31-07-2008, 11:26   #10
blueangel
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Hai ragione Wotan, ma si trovano ancora in giro......ne ho visto una buona scorta ieri in un negozio a Oderzo.

Per questo motivo l'ho lasciata visto che anche qui si cercano caschi areati da usare con questo caldo. Il mio voleva essere un avviso, ma se lo ritieni opportuno la tolgo. Grazie

Bye
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Vecchio 29-08-2008, 16:48   #11
Gattonero
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Ommamma blueangel!!!

GRAZIE! GRAZIE DI CUORE!

Una persona competente che porta dati di fatto a sfatare miti e leggende su un argomento importante come il casco.

Grazie ancora...

Birra pagata se passi da Firenze.
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ex R1150R - 2002
ex R1200GS - 2006
R1200GS - 2017 :)
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Vecchio 11-09-2008, 16:51   #12
SnO0pY
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predefinito il casco da enduro è sicuro come uno stradale?

ultimamente vedo sempre più gente che gira in strada con caschi da enduro, anche nelle riviste si vedono le foto delle prove di modelli stradali con i tester che portano casco da enduro e maschera.

tralasciando i fattori modaioli, o di comodità, quello che mi son sempre chiesto è se quel genere di casco in caso di impatto è sicuro come un integrale stradale; quello che mi fa venire il dubbio è la "mentoniera" (non so se si chiama così... spero si capisca), che essendo così sporgente ho l'idea che possa fare da leva sulla testa con conseguenze facilmente immaginabili...

ma magari non è vero, e uno vale l'altro..

chi ne sa più di me?
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Vecchio 11-09-2008, 17:05   #13
Muttley
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Dai una occhiata a questa discussione:
http://www.quellidellelica.com/vbfor....php5?t=181552
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Vecchio 11-09-2008, 17:23   #14
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grazie della segnalazione muttley, me l'ero persa!

ora l'ho letta, e mi sembra di capire che il rischio di torsioni nefaste sia superiore rispetto a un casco stradale... anche se nella discussione ci si riferisce a impatti su terreni "off", mentre a me interessava capire cosa succede sull'asfalto.

in ultimo mi scuso coi moderatori per il doppione!
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SnO0pY non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 11-09-2008, 18:34   #15
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Di nulla Snoopy , Comunque anche tra i caschi off c'è da fare un distinguo: i caschi veramente off hanno la mentoniera molto lunga ed anche su strada.... gli "ibridi" tipo Arai TourX o Shoei Hornet DS sono un altra cosa...
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Vecchio 12-09-2008, 13:52   #16
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Io e mia Moglie abbiamo due Apribili, io il Multitech e Lei la versione precedente (non ricordo il nome)... e dopo un volo di 10 metri per un frontale i caschi ci hanno salvato... Non si sono aperti ne hanno creato danni al viso ... l'impatto è stato duro anche per le mentoniere che si saranno flesse ma non hanno ceduto. Credo proprio che li ricomprerò con tranquillità. Peccato che sono stati ritirati per una perizia tecnica... altrimenti ve li avrei fatti vedere...

Comprate caschi di qualità....
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Vecchio 23-03-2009, 17:53   #17
Ale11
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Scusate, sono nuovo e sono approdato a questa discussione i cerca di informazioni sul mio e della mia dolce metà, prossimo casco, ci piacerebbe un modulare ma il tema "sicurezza " mi ha un po impensierito. Secondo voi il nolan n103 com'è? Contendenti come c3 e Multitech sono abbastanz afuori budget.
Ale11 non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 24-03-2009, 18:32   #18
Wotan
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E' un casco abbastanza pesante e piuttosto rumoroso, ma come sicurezza globale se la cava piuttosto bene, secondo SHARP.
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Claudio Angeletti
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Vecchio 26-03-2009, 15:36   #19
Ale11
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Messaggi: 2
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Putroppo gli altri sono fuori budget, se è un po rumoroso pace, l'importate è che rimanga sicuro!
Ale11 non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 26-03-2009, 16:06   #20
IL_BRUNK
immobiliarista doc
 
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Come se la cava in sicurezza il Mirò della Airoh??? grazie
IL_BRUNK non è in linea   Rispondi quotando
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