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Quelli che amano guardare il Panorama In questo forum si parla di MOTOTURISMO è dedicato a chi ama viaggiare e macinare km su km per visitare il mondo


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Vecchio 21-12-2015, 06:52   #51
amay450
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14/11 GIORNO 24 LA CATHEDRAL - AIT MEHAMMED - SKATT - DIGA HASSAN I
La notte accanto al generatore urlante non si può dire sia stata delle più confortevoli, aggiunti il freddo e l’umido del torrente il bilancio è notte sfigata.
Risaliamo la valle, abbiamo accanto la Cathedral, una montagna di roccia che ricorda il suo nome, guadiamo il torrente e cominciamo ad arrampicare tornante dopo tornante e in poco siamo a 2850 m a guardare il monolito dall’alto.



Lasciamo la pista e ci spostiamo attraverso le montagne su una strada asfaltata, il panorama è cambiato ancora, ci sono antichi alberi contorti disseminati ovunque sui pendii, sembrano potati e parecchi sono morti.
Arriviamo in un piccolo agglomerato di casupole e ci fermiamo a bere un the in una di queste, su cui compare la scritta campeggio, anche se non c’è nessun tipo di struttura e, per la verità, nemmeno lo spazio. Facciamo una foto di gruppo intorno a un locale che è il sosia del mahatma Gandhi e proseguiamo, nel freddo ventoso che ci accompagna.



Pranziamo su uno spiazzo al bordo della strada su una falesia che domina il torrente, i vecchi camion arrancano in salita a passo d’uomo e immancabilmente tutti ci salutano cordialmente. Mentre mangiamo osserviamo una famiglia di scoiattoli di terra che ha la tana sotto una roccia di fronte a noi, inizialmente timidi, appena si accorgono che non siamo un pericolo continuano le loro attività.



Dopo parecchio asfalto anche un po’ di piste, ma molto lisce e ben preparate.
Arriviamo ad accamparci presso un lago artificiale, la diga Moullay Hassan1° è sbarrata e presidiata dalla gendarmeria, siamo a monte vicino ad un villaggio ed ancora una volta è difficile lavarsi sotto lo sguardo infaticabile dei bambini che ci circondano.


Per cena, notata un po’ d’indecisione, propongo una spaghettata all’amatriciana che raccoglie largo consenso, ci facciamo una mangiata selvaggia che ci lascia con i baffi di sugo e la pancia piena. La pasta è veramente un’arma totale, fai cadere ai tuoi piedi chiunque, pur se un po’ rustica e arraffazzonata.


Oggi 175 km moto tot. 3240 km

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Vecchio 22-12-2015, 06:19   #52
amay450
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15/11 GIORNO 25 DIGA HASSAN I – DEMNATE – MARRAKECH
Ormai siamo in zona aperta e già al mattino il sole ci scalda, la colazione è piacevole, peccato che con tutti i bambini attorno non si possano nemmeno “calare le brache”.
Ritorniamo a prendere l’asfalto e dopo Demnate ci immettiamo sulla strada già utilizzata all’inizio del viaggio, la R210.
Facciamo tutta una tirata per avvicinarci al campeggio e ad Ait Ourir ci fermiamo a pranzare in una delle solite bettolacce sulla strada. Al di là dell’impressione il cibo è sempre discreto se non buono, ovvio si tratta di piatti locali, soprattutto nei piccoli abitati verdure e pollame sono meglio di quello che si trova in Italia.
Quindi onorevole tajina di verdure e montone, il solo problema è la carne filacciosa che si incastra diabolicamente nei denti costringendoti a ruminare come un dromedario.
Nel primo pomeriggio siamo al Jardin d’Issil, dove ci attende Otmar, rimesso a nuovo da farmaci potenti, e il rimorchio per le moto.
Chi deve ripartire in aereo prepara i bagagli e si fa una doccia seria...finalmente.
Chi rimane deve rimontare i ganci di traino, il portamoto, caricare il carrello e, dopo un’ora abbondante a legare sotto le direttive di Otmar mai soddisfatto del bloccaggio moto, riusciamo anche noi servi della gleba a farci una dannatissima doccia.
Arriva il taxi ad imbarcare Michelle, Huguette, Christine, Viviane e Jeanfrancois, grandi saluti e commiato, un filo di preoccupazione per l’attentato multiplo di Parigi una decina di giorni fa aleggia nell’aria.
A cena riguadagnamo un po’ di lusso, antipasto croccante che ricorda un poco il brik tunisino, tajina di pollo al limone e dolce sempre al limone (sospettano forse che abbiamo la malattia del turista?)
Un po’ di sana lettura in una comoda poltrona, accessorio civilizzato di cui avevo scordato l’esistenza e a dormire nel bungalow.

Oggi 161 km moto tot. 3401 km


16/11 GIORNO 26 MARRAKECH – SUD ROMMANI
Dopo una bella doccia calda e una gran colazione ripartiamo con le auto e Fritz in sella per rimontare verso nord. Sosta al caffè di Sidi Rahal dove la cameriera barbuta ci porta un ottimo the a la mente. Facciamo più o meno la strada percorsa per scendere e pranziamo al sacco. Sosta la sera nella solita piantagione di eucalipti.
Per questa sera mi invento una pasta pomodoro e merluzzo in scatola che è perfino meglio del previsto.
Oggi 0 km moto tot. 3401 km


17/11 GIORNO 27 SUD ROMMANI – CAP SPARTEL/TANGERI
Facciamo colazione con quel che resta della cambusa saccheggiata e proseguiamo lungo strade secondarie per evitare di ritornare sulla trafficatissima tangenziale di Rabat.
La strada è molto stretta e parecchio dissestata, il carrello stracarico con 4 moto non se la passa bene, e il pick up , che ha il portamoto sul gancio di traino, ha il muso altissimo come un motoscafo sulle onde. Si salgono e scendono profonde vallette che solcano l’altopiano sul tracciato ripido e tortuoso della strada, sicuramente bella da percorrere in moto. Il panorama è particolare, i pendii e le colline sono di terriccio eroso dal colare delle piogge e paiono una rappresentazione dell’apparato circolatorio del corpo umano.
Intercettiamo l’autostrada a nord di Rabat, verso Kenitra, e proseguiamo fino all’ora di pranzo. A 200 km da Tangeri ci rifocilliamo e verso le 16 siamo al camping a Cap Spartel.
Non siamo nemmeno scesi dalle auto che Otmar mi vuole subito far togliere la moto dal carrello per sistemare meglio la sua...si, decisamente si è ripreso dal malessere alla schiena!
Stiamo preparando il campo quando lo sento urlare. Ha pescato due ragazzi che trafficavano intorno al rimorchio, dopo un minaccioso interrogatorio scopriamo che probabilmente cercavano di passare in Spagna da clandestini, erano entrati scavalcando il muro e volevano nascondersi nel rimorchio. Li lasciamo andare per la loro strada e continuiamo i nostri lavori, ormai sempre attenti e circospetti.
Questa sera ceniamo al bar del camping, una bella insalatona con ogni ben di Dio, ultima carica al telefono che meravigliosamente quest’anno mi è costato solo 30€, evviva la sim marocchina.

Oggi 0 km moto tot. 3401 km


18/11 GIORNO 28 CAP SPARTEL/TANGERI
Oggi era previsto il traghetto dei miei soci per Sete, ma hanno avuto una comunicazione che variava la partenza al giorno successivo (è già la terza variazione che ricevono, una sull’andata e due sul ritorno, a me non è mai successo, attenzione a tener d’occhio mail e messaggi se vi servite di GNV, ora sappiamo che può succedere). Per precauzione ho telefonato per controllare la regolarità del mio traghetto.
La mattina con Patou faccio una corsa sulla litoranea e dopo una bella doccia andiamo tutti insieme a mangiare una tajina di pesce vista mare, sulla terrazza di una bettola sulla costa.

E’ magnifico, cielo terso, mare blu scintillante con l linee di spuma bianca delle onde che rotolano sulla spiaggia, temperatura magnifica, cibo buono...peccato che manchi una bella bottiglia fresca di prosecco o di bianco buono. Accidenti, metà novembre, altro che nebbia in val Padana!
Non ci resta che passare un pomeriggio in spiaggia a leggere e scaricare la fatica, ci passano accanto un quad e poi una moto da cross che ha bisogno di una bella ricarburata.
Quando scende il sole l’aria rinfresca, ci spostiamo al bar a fare i vacanzieri annoiati.
La pasta di ieri ha avuto un inatteso successo, mi chiedono di farne un’altra, ok al lavoro.
Negli avanzi alimentari abbiamo dei fusilli tricolori, conserva di pomodoro e lattine di pilchard al sugo rosso piccante (ho scoperto ora che sono le sardine più lunghe di 6 pollici), ecco scatenarsi la fantasia culinaria e viene un piatto anche meglio di quello di ieri, con tartine al patè come antipasto e cioccolato Lindt un po’ sciolto per dessert.
Oggi 0 km moto tot. 3401 km
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Vecchio 23-12-2015, 09:14   #53
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19/11 GIORNO 29 CAP SPARTEL/TANGERI
Questa mattina si riaggancia il rimorchio, ripiego la confortevole tenda 2 secondi e la rendo al proprietario, monto il mio sarcofago lightent1 e con grande perizia ci pigio tutti i miei averi, casco e stivali nella micro abside. Andiamo tutti insieme al bar a bere l’ultimo caffè e ci salutiamo malinconici dopo tre settimane di fatiche e risate insieme. Solo il “Progetto Ghana” in cui coinvolgo parte del gruppo solleva un poco lo spirito, ma dobbiamo ancora attendere due anni. Li guardo mesto partire e per ingannare l’attesa del mio traghetto parto per una lunga camminata fino in cima al promontorio ed oltre, un pezzo di corsa e rientro sul bagnasciuga. Un paio di surfers rigano le onde con la scia e incrocio due ragazze locali che cantano e ballano una danza sinuosa e sensuale, mi chiedono qualcosa in arabo che non capisco, probabilmente mi scambiano per un locale.
E’ la prima volta che mi capita di vedere le ragazze comportarsi in maniera disinvolta e naturale come accadrebbe in Europa, fa uno strano effetto nel Magreb.
Pranzo con due cose prese al negozio e tiro sera leggendo.
Oggi 0 km moto tot. 3401 km


20/11 GIORNO 30 CAP SPARTEL/TANGERI
Colazione solitaria e due chiacchiere con i camperisti francesi che sono nella piazzola accanto.
Ho deciso di visitare le grotte d’Ercole, conosciute sin dal tempo dell’antica Roma, i locali estraevano mole di pietra per macinare i cereali dalla roccia delle pareti interne che ne portano ancora i segni dei tagli a ciambella.








L’imbocco, da una fenditura sulla terra ferma porta, attraverso una serie di camere, ad un’apertura sul mare dai vaghi contorni del continente africano. Lascio le grotte mentre arrivano i primi turisti.


E’ ora di togliere le ragnatele alla moto, vado a farmi un giro turistico verso Tangeri passando per il faro e il promontorio, la giornata è stupenda e viaggio lento godendomi il panorama.


Scendo tra le rughe e le vallette su cui si stende la città, viali larghi e moderni con costruzioni coloniali fanno posto al colle su cui si distende la città vecchia.




Le giro attorno cercando una via d’accesso e, quando riesco ad infilarmici mi godo i profumi e i colori guidando a passo d’uomo tra i vicoli pieni di botteghe, ambulanti e mercanzie.
Non riesco a resistere alla frutta, mi fermo e per tre euro mi porto via una borsata di frutti meravigliosi che saranno parte dei viveri sulla nave, banane , cachi, uva, pompelmo, melograno, mandarini.
Ormai conosco abbastanza bene i dintorni e in un attimo ritrovo la strada per il campeggio senza nemmeno utilizzare i cartelli.
Il tempo sereno e la temperatura gradevole mi attirano ancora una volta a mangiare e leggere un spiaggia. La giornata finisce di fronte ad un piatto di patatine e un insalatona.
Oggi 50 km moto tot. 3451 km


21/11 GIORNO 31 CAP SPARTEL/TANGERI - NAVE
E’ arrivato il giorno della partenza, dopo colazione comincio a prepararmi per la partenza, si tratta di un operazione che richiede un’attenta pianificazione, dividere le cose che rimarranno sulla moto nel garage della nave da ciò che mi seguirà in cabina.
Come un venditore senegalese stendo tutti i miei averi sul telo del sacco bivacco, arrotolo con cura sacco a pelo e materassino per ridurli ai minimi termini, metto nello zaino pantaloni, scarpe, beauty, muffole usa e getta per le manopole della moto e quasi tutti i capi d’abbigliamento insieme alle provviste alimentari per il viaggio, lo zaino sta per scoppiare. Libri, parti di ricambio, il resto dell’abbigliamento, sacco a pelo, batterie di scorta e diavolerie elettriche, piccoli regali comprati durante il viaggio finiscono nel borsone, rotolo tenda, materasso e cerata sono fissati all’esterno sulle fettucce.
La piccola piramide va fissata sul posteriore della moto con cinghie di nylon, coperta dalla pettorina protettiva che non ho voglia di indossare su asfalto.
Con una lentezza estenuante si fa l’ora di partire, saluto i ragazzi del bar e del campeggio, mi metto giacca casco e guanti e con andatura rilassata vado verso Port Med. Lungo il viale sinuoso, pieno di aiuole fiorite e lampioni che serpeggia salendo e scendendo dalle colline mi scorrono accanto il palazzo reale, con la recinzione disseminata di guardie annoiate ogni cento metri, ville faraoniche dai sontuosi giardini, donne con carretti che vendono dolciumi, casette sgangherate che contrastano col lusso accanto, costruzioni popolari, aree commerciali sino ad arrivare all’imbocco dell’autostrada che da un lato conduce verso Rabat mentre dall’altro alla costa mediterranea. Mentre sto in sella pigiato dal bagaglio mi crogiolo nella dolce malinconia della fine vacanza che si fonde con l’euforia e la gioia del ritorno a casa, sensazioni contrastanti che ben si accoppiano ai contrasti di questa terra.
Mi fermo a Ksar Sghir, il paesino prima del porto, a riempire il serbatoio, comprare un po’ di pane fresco e un po’ di datteri da portare a casa. E’ l’ultima occasione per aggirarmi nei mercatini eterogenei caratteristici della zona dove si mischiano odori, colori, sapori, ressa di passanti e venditori che non sembrano in competizione tra loro, semplicemente vivono rilassati e se cerchi qualcosa che non hanno te lo trovano da un vicino.
Al porto ancora non c’è ressa, vidimo il biglietto e mentre vado in banca a cambiare i miseri avanzi incrocio un gruppo di ragazzi con moto e auto 4x4 di Merano.
Mi avvio alle procedure di polizia e poi dogana che, essendo solo e in moto, durano un attimo, proseguo verso la nave e arrivato alla postazione dove controllano ai raggi x i mezzi mi fanno sfilare accanto sicuri che non ho clandestini a bordo.
Alla barriera per l’imbarco ho davanti tre moto ceche e polacche, BMW adventure che coi loro bauli sovrastati a plateau di birre e borse mi fanno sembrare a cavallo di un moscerino col bagaglio di uno dei sette nani. Imbarcati i camion tocca al resto del mondo, sistemata la moto le metto un pezzo di legno tra copertone e parafango in modo che l’ammortizzatore non si schiacci e non cada dalla stampella in caso di mare grosso. Come sempre primo in cabina e doccia immediata, per andare subito sul ponte di poppa a mangiare al sole e godermi l’ultimo caldo panorama africano, i monti del Rif, i passeggeri che formicolano sul molo, il traffico di vetture e furgoncini che si imbarcano, come veder scorrere i titoli di coda di un film già visto.

Partenza in orario, i miei compagni di cabina sono tre marocchini che vivono in Italia, uno a Brescia, uno a Palermo e uno a meno di 10 km da casa mia.
Quest’anno i motociclisti sono veramente pochi e la noia del viaggio è mitigata solo dalla lettura e letto tutto dalla tv.

Oggi 85 km moto tot. 3536 km


22/11 GIORNO 32 CAP SPARTEL/TANGERI – BARCELLONA
La mia condanna è che dormo troppo poco e mi resta troppo tempo a disposizione, leggere, scrivere, bighellonare tra i ponti e i bar della nave, imparare a memoria tutti gli oggetti in vendita al free shop e ogni tanto mangiare qualcosa.
Il gruppo di ragazzi italiano non è particolarmente espansivo, parlano solo Ladino tra loro e si sforzano un po’ per scambiare qualche parola nella lingua comune.
Nel tardo pomeriggio scalo a Barcellona e incontro i camperisti Francesi che erano in campeggio con me, mezz’ora di pausa dalla noia.

Il condizionatore rende alcuni locali impraticabili, mi ritiro a cenare in cabina e parlare coi miei vicini di branda, ognuno con la sua storia e i suoi problemi, non troppo diversi dai nostri, trovare un lavoro o riuscire a tenerselo.
Chiudo la giornata in sala cinema, la proiezione appassionante mi narcotizza negli ultimi 20 minuti.
Oggi 0 km moto tot. 3536 km


23/11 GIORNO 33 BARCELLONA – GENOVA – CASA
L’ansia da ritorno cresce, aspetto con ansia l’apertura del bar per farmi un caffè, al telegiornale si respira la paura di Bruxelles blindata dalle autorità per essere la base dei terroristi di Parigi.


Piano piano arriva l’ora di pranzo, dagli oblò si vede la costa coperta da densi strati di nubi nere che non promettono niente di buono. Ormai in Italia un manto di bambagia si adagia sulle cime dei monti ed alcuni pendii sono imbiancati dalla neve, sono un po’ preoccupato, il passo dei Giovi con la neve non mi entusiasmerebbe.


Lo stimato d’arrivo slitta alle 17,30 e un collega scrive che è atterrato a Genova con 36 nodi di vento, ormai è suspence su come sarà il ritorno a casa.
Finalmente è ora di sgomberare la stanza e mi appresto ad una colossale vestizione, superpippo termica, pantaloni da cross e pantaloni 2, maglia termica e pile, giacca windstopper, interno goretex della giacca BMW e giacca enduro sopra tutto, praticamente 3 di ogni cosa. Sposto tutti i bagagli sul ponte in attesa di sbarcare e mi svesto un minimo prima di fondere.
Attirano la mia attenzione un gruppetto di persone con zaino e bastoncini, che scopro essere pellegrini al ritorno dal cammino di Santiago per una via inconsueta.
Finalmente ormeggiati ci fanno scendere in garage, la moto si sfila dal loculo in cui è incastrata e si avvia senza problemi, scendo la rampa e i poliziotti pietosi non mi fanno nemmeno estrarre i documenti, vado a fermarmi all’uscita del porto per sistemarmi e partire. Il tempo è buono, sereno e ventoso, non pare nemmeno troppo freddo, installo con le fascette le muffole provvisorie, finisco di vestirmi, sottocasco tipo mefisto subacqueo, marsupio, zaino, casco e si parte. Il viaggio è tranquillo, almeno non c’è la pioggia dello scorso anno, arrivo a casa con le mani e i piedi surgelati ma contento come una Pasqua, anche quest’anno è stato magnifico.
Oggi 145 km moto tot. 3681 km
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