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Quelli che amano guardare il Panorama In questo forum si parla di MOTOTURISMO è dedicato a chi ama viaggiare e macinare km su km per visitare il mondo |
22-03-2013, 23:04
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#1
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Pivello Mukkista
Registrato dal: 16 Feb 2012
ubicazione: prato
Messaggi: 77
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non male come pista per essere sverginati la n12!
complimenti per i tuoi racconti diego,sei bravissimo a fare i report dei viaggi.
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23-03-2013, 09:51
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#2
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Mukkista doc
Registrato dal: 06 Feb 2008
ubicazione: Bergamo - A zonzo in Africa
Messaggi: 10.951
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@ Tomb: si è il Cirque du Jaffar
@ Fabio: per una verginella in effetti è un buon inizio
@ Marco: secondo Aziz il materiale d'attrito era scadente..... i piatti lesionati han fatto il resto
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23-03-2013, 17:59
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#3
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Mukkista doc
Registrato dal: 06 Feb 2008
ubicazione: Bergamo - A zonzo in Africa
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7° giorno: Zagora - Assa 500 km.
Sono le 7.30 quando la luce si spegne all'improvviso nel bagno. Anche in camera non c'è più corrente, ma non diamo importanza alla cosa. Male perchè come scopriremo più tardi il black out era previsto e annunciato fino alle 14.00 del pomeriggio ed in mancanza di corrente i distributori non funzionano. "Quante volte te l'ho detto Trity? Il pieno si fa subito alla sera, quando si arriva, prima ancora di cercare da dormire, la mattina dopo è sempre un'incognita..... dormono...... son chiusi....... han finito la benzina.....". "Si, ma quello là mi stava giuntando i fili e tu eri troppo incazzato per ricordarti del mio serbatoio."
Per fortuna uscendo verso nord ne troviamo uno probabilmente attaccato ad un'altra centralina, per cui risolviamo la cosa, anche se già avevo cominciato a chiedere dove fosse lo spacciatore ufficioso con le taniche.
Prima di imboccare la N12 porto Gianni a fare una foto al cartello con la scritta che indica l'inizio della pista dove le carovane intraprendevano la mitica traversata del Sahara in 52 giorni. E la memoria corre veloce a quella mattina di due anni fa.
Dopo qualche chilometro di asfalto che arriva fino all'aeroporto, comincia la tolè ondulée di circa 60 chilometri. Due dritte a Gianni, su come affrontarla e poi via. Io e Trity la adoriamo e snocciolate le prime marce ci mettiamo sui 100 surfeggiando sulle cunette dure create dalle balestre dei camion e dei furgoni.
Più viaggi veloce e più i tumpf - tumpf - tumpf del posteriore si allontano tra di loro diventando un debole ritmo che scandisce la marcia.
Gianni viaggia più piano e seduto, accentuando così il supplizio per se stesso e la moto, per cui a tratti rallento finchè non torno a vederlo nello specchietto.
Quando cominciano i lavori, che anche due anni fa avevamo trovato, mi fermo per una sigaretta e gli chiedo come vada. Visto che è tutto ok e si sente tranquillo, lo esorto a rimontare e a cavare il culo dalla sella. Ora facciamo un po' di fuoristrada.
La vecchia pista che stanno convertendo in un ampio terrapieno della larghezza di circa 10 metri è ridotta oramai a una decina di chilometri di pietre, piccoli oued e due linee più chiare lasciati dalle tracce degli pneumatici dei quatre-quatre. Ogni volta che il passaggio si fa più arduo mi fermo appena dopo per sincerarmi che lo superi senza problemi e finalmente per lui giungiamo all'ultima parte costituita di nuovo da un pistone largo e veloce.
Mancano solo una quarantina di chilometri fino a Foum e ora ci sono solo 4/5 interruzioni dovute alle piene degli oued che con la loro irruenza hanno distrutto la via battuta.
Il WP comincia a comparire in alto sul GPS e piano piano si sposta sempre di più fino al triangolino che rappresenta la Trity in movimento.
Gianni passa agevolmente le pietre e i tratti sabbiosi delle deviazioni e ormai viaggia al mio passo. 500 metri e comincio a rallentare, sempre di più finché in grande il WP si evidenzia e la scritta FRANCA si legge nel mezzo del display del 276. Mi faccio affiancare e gli urlo: "Qui è dove Franca ha rotto la gamba." Poi torno ad accelerare. La deviazione sabbiosa sull'oued dove l'avevo lasciata per andare a cercare soccorso è affiancata da un ponte nuovo sul quale un camion staziona in attesa di ripartire con gli operai che lì stanno lavorando. Un goudron scuro ed immacolato copre ora i 5 chilometri di pista che avevo percorso e ripercorso tornando con un taxi brousse per caricarla, e così in un attimo siamo nella piazza di Foum per un tè alla menta.
"E' stato bello farti mia su una pista per la prima volta, Gianna!". "Anche per me" e sorridendo si accende una Casa mentre tiro fuori la chiave del 10 per registrare i cavi Bowden.
Le ragazze son passate dal ristorante ieri pomeriggio e stamani avran preso la strada verso Tissinnt. Provo a chiamarle ma nessun segno, per cui usciamo dal villaggio attraversando un folto gruppo di persone che si accalca fuori del pronto soccorso dove Franca ricevette le prime cure. Oggi probabilmente deve essere una di quelle giornate in cui tutti possono essere visitati, magari gratuitamente o semplicemente perchè un'equipe medica completa è di passaggio. Sulla sinistra della statale i cartelli indicano il lago Iriki e l'Oasi Sacra. E' la seconda volta che ci arrivo vicino e devo rinunciare. Evidentemente è destino che non ci debba andare.
Verso l'una siamo a Tata e aspettando che le ragazze escano dalla pista che avevo tracciato da Tissinnt, ci concediamo un pasto nel centro cittadino.
Ragazzini vorrebbero farsi fare una foto con le moto ma si vergognano e grazie solo all'aiuto del gestore li convinciamo a salire a turno, mentre passata l'ora della siesta si ricomincia a vedere un pò di gente per le strade.
Verso le 15.00 arrivano le ragazze galvanizzate da una due giorni di piste rocciose. L'anteriore di Gianpy ne porta orgogliosamente le ferite: i tasselli centrali sono quasi spariti mentre la metà dei laterali è smorzicata o tagliata. Non siamo ancora arrivati al mare, occorre cercare qualcosa, ma sarà dura trovare un 90/90-21 da queste parti. Guido ieri invece ha rimediato due forature sempre sull'anteriore. Le camere d'aria di scorta e il gommista di Foum in serata hanno aiutato.
Son quasi le 16.00 quando riprendiamo l'asfalto che porta prima verso Akka e poi verso Assa.
Per non creare ulteriori problemi agli pneumatici del 690 ci mettiamo in fila indiana sugli 80, fino alla piccola cittadina spazzata da un vento gelido, dove come al solito, giungiamo ormai a buio inoltrato.
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23-03-2013, 19:02
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#4
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Pivello Mukkista
Registrato dal: 07 Jun 2011
ubicazione: bologna
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ola grande ste02 l' africona è proprio un trattore da deserto, bastava darle del gas...
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24-03-2013, 00:50
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#5
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Mukkista
Registrato dal: 04 Mar 2009
ubicazione: Tra Milano e Piacenza... Quando posso nella Sardegna del Nord
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Diego,non ho parole........veramente 
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24-03-2013, 14:18
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#6
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Mukkista doc
Registrato dal: 06 Feb 2008
ubicazione: Bergamo - A zonzo in Africa
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8° giorno: Assa - Tan Tan Plage 310 km.
Entrando in città ieri sera, il posteriore di Gianna aveva preso ad afflosciarsi lentamente e quindi prima di lasciarla partire sulla strada che la porterà a Guelmin e da lì a Tan Tan, la accompagniamo da un gommista.
La riparazione fatta a Midelt la prima sera, inserendo una camera d'aria nel tubeless ferito da un piccolo squarcio di 2 centimetri, non è stata completa. Abbiamo dimenticato di far mettere un Tip Top all'interno dello pneumatico e così i labbri sporgenti verso la camera l'hanno danneggiata lievemente. Smontato il tutto il gommista vulcanizza la perdita con una pressa dotata di ferro da stiro e applica una pezza con il mastice all'interno del copertone per evitare che danneggi ancora la camera d'aria.
Da qui partono due piste, la prima che seguendo la Draa sale sui rilievi del Jebel Guir e la seconda che oltrepassato il Jebel Ouarkziz prende lungo l'oued Tigsert, piegando alla fine verso Nord per aggirare il Jebel Rich e scendere quindi fino a Tan Tan. Questa è conosciuta come la pista Paris-Dakar, perchè da qui per forza di cose il Rally passava scendendo verso Smara per affrontare così le prima dune della Mauritania. Ovvio, si prende questa e ancora lo stomaco ha un rivoltamento pensando a quanti piloti famosi l'hanno percorsa. Una quarantina di chilometri d'asfalto ci separano dall'inizio di questa bellissima traccia che corre su un altopiano di circa 800 metri.
Mentre torno a sistemare le cinghie che reggono la tanica di benzina, noto la coppia conica di Trity che trasuda olio dalla parte inferiore. Il paraolio sta cedendo e il contenuto dei preziosi 185 cl. di lubrificante per trasmissioni rischia di dissolversi nell'arco di qualche chilometro. Ora la pista è diventata un largo terrapieno coperto dal brecciolino e prima di prendere la deviazione nell'hammada che si apre verso nord mi fermo a controllare il livello. Nessun calo intenso per ora, ma quando vedo all'orizzonte 3 quatre-quatre arrivare dalla direzione da cui proveniamo anche noi, li fermo. Sono i francesi che erano alloggiati al Nidaros ieri sera e che questa mattina abbiam salutato alla nostra partenza. Gli chiedo se abbiamo olio per le trasmissioni e in un baleno mi esibiscono tanichette nuove di tutte le marche e gradazioni. Scelgo un Tamoil 90/90 e riempio un piccolo contenitore da tenere di scorta nello zainetto. Se la perdita aumenterà almeno ne avrò per continuare fino a Tan Tan. Dopo averli ringraziati del gentile omaggio, ci salutiamo con un "bonne route et toute a l'heure...". Loro vanno a Sud verso Smara.
Dal pistone dritto come un fuso prendiamo a navigare a mano libera tra i sassi per alcuni chilometri e dopo aver attraversato l'oued in secca ritroviamo la pista meno battuta che punta verso ovest.
Per lunghi tratti la pista scorrevole scivola sotto le ruote, in un paesaggio segnato solo da l'orizzonte infinito e vuoto. Sulla nostra destra i bassi rilievi del Jebel Ouarkziz. L'arrivo nel piccolo villaggio di M'Sied è improvviso, inaspettato a tratti quasi inconcepibile. Le poche case, una quindicina al massimo, che ne costituiscono l'agglomerato sembrano grosse pietre di fango poggiate su una piana color ocra sbiadito. Niente corrente elettrica, una piccola costruzione quasi irriconoscibile dalle altre che funge da scuola, una manica di ragazzini che giocano con una palla nello spiazzo più grande e privo di pietre, qualche donna fuori dalle casupole che chiacchiera con la vicina.
Mi fermo e ponendo mente locale ai circa 150 chilometri che abbiamo già percorso e ai quasi 120 che mancano a Tan Tan, mi chiedo come facciano a vivere...... sopravvivere forse meglio....... resistere e ostinatamente andare avanti in questo posto dimenticato da Dio, Allah, Buddha, Shiva e tutti gli altri dei insieme.
Cavo lo zaino e mi metto a frugare. Deve essere rimasto qualcosa, ne sono certo e invito le ragazze a fare lo stesso. Alla fine saltano fuori ancora una dozzina di bic nere e blu. Da suicidio cercare di distribuirle ai bimbi... abbiamo già provato cosa vuol dire sentire le loro mani attaccate alle nostre braccia per ottenere l'agognata "stylo" e poi una volta ottenuta, vedere nasconderla sotto la maglietta o nei pantaloni che cadono a pezzi, per tornare prontamente a chiederne un'altra. Chiamo una donna e le consegno tutte a lei, osservando la distruzione immediata con la speranza che la sua onestà vada a premiare chi ha più bisogno.
Dietro di me, i bimbi continuano a reclamare a voce alta: "Monsieur... bon bon..... stylo..... un balle...". Uno a piedi scalzi sulle piccole pietre mi tira per la manica della giacca e sommessamente mi chiede: "Chaussures". Scarpe.
Risaliamo in moto e ripartiamo agitando le mani per salutare. Nella testa la parola continua a rimbalzare come un mantra. "Chaussures.... chaussures.... chaussures....". Pezzo di stronzo che non sono altro, quante ne avrei comprate con il pieno di 210 dirham di ieri sera o con i 250 per la notte, cena e colazione al Nidaros? Sono incazzato come non mai con me stesso..... a lungo prima di partire sono stato in dubbio se mettere le Zega e poter così riempire con cose che potessero essere utili quaggiù. Poi la voglia di viaggiare leggeri, di non avere impicci nel fuoristrada, ha avuto la meglio e la mia coscienza s'è ripulita con 100 miserabili BIC nere e blu e una ventina di block notes. Solo ora riesco ad immaginare Luca a cavallo della sua moto in un viaggio simile, in un villaggio simile, con bambini del tutto uguali a quelli di oggi e la sua impotenza, la sua rabbia, la sua voglia di fare qualcosa di più e abbandonare gli abiti di un turista inconsapevole ed indifferente. BAMBINI NEL DESERTO. Non poteva scegliere nome migliore per la Ong che avrebbe fondato.
L'altopiano sta per finire e lentamente cominciamo a scendere aggirando il Jebel Rich.
Alla fine della pista il villaggio di Tilemsen dormicchia a mezza costa. Avremmo voglia di un tè ma non c'è traccia alcuna di locale pubblico e così inforchiamo la strada che porta verso Tan Tan.
A pomeriggio inoltrato siamo in città e la tanto sognata sosta a base di panino e coca arriva sul vialone principale.
Ancora qualche chilometro di goudron ci separa dalla meta. Ma all'uscita verso sud il Chief de Brigade de Gendarmerie locale mi ferma e in rapida successione mi chiede tutti i documenti. "Ces sont 700 dirham par chaque moto! Vous n'avez pas respectée le Stop.". "Ma quale cazzo di stop, quella di 100 metri prima era una rotonda a cui noi diligentemente ci siamo avvicinati con un filo di gas rallentando e ripartendo visto che era libera la nostra destra", rispondo io. Mi prende e mi indica un'auto che arriva allo stesso punto, si ferma e dopo alcuni secondi riparte. Gli Stop in Marocco sono rappresentati da un un ottagono rosso con una scritta in arabo, nessuna linea bianca a terra come da noi. E il codice vuole che il motociclista si arresti, posi il piede a terra e riparta dopo un attimo. Imperterrito e determinato estrae il blocco per le contravvenzioni di 1° grado: i miei tentativi di riduzione della tariffa non hanno effetto e con un sorrido compiaciuto mi comunica lo sconto comitiva, tre al prezzo di uno. Poi comincia a scrivere i miei dati sul verbale.
Mezzora dopo entriamo al Sable d'Or dove la Gianna ci aspetta con il 1200 parcheggiato di fronte al bungalow che dista 200 metri dalla spiaggia. Tutina d'ordinanza e sandali ai piedi sembra una delle tante pensionate europee che qui vengono a svernare con i mariti ed i loro camper da 6 metri.
Caviamo le borse e subito scendiamo in riva al mare a fare le foto di rito. Tan Tan Plage e l'Atlantico sono lì sotto i nostri tasselli, la soddisfazione per essere arrivati è tanta e l'unico cruccio che la offusca sono le nubi basse che nascondono il tramonto.
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F 800 GS - Fotty
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24-03-2013, 16:16
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#7
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Pivello Mukkista
Registrato dal: 30 Aug 2009
ubicazione: parma
Messaggi: 194
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Ragazzi siete dei "grandi", questo è il mio sogno di viaggio!!!
Complimenti ancora.
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Nicola | Parma | ex. R1150GS (la Bimba)| R1200GS ADV (Maya)
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24-03-2013, 17:31
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#8
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Pivello Mukkista
Registrato dal: 10 Jan 2013
ubicazione: Chieri (TO)
Messaggi: 108
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Grazie per avemi fatto passare un'ora leggendo le vostre avventure e facendomi sognare di essere al vostro fianco.
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24-03-2013, 17:42
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#9
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Focacciaro doc
Registrato dal: 01 Nov 2006
ubicazione: Genova
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R 100 Rs '77 - Gs 1150 Adventure
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24-03-2013, 18:13
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#10
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Mukkista doc
Registrato dal: 06 Feb 2008
ubicazione: Bergamo - A zonzo in Africa
Messaggi: 10.951
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9° giorno: Tan Tan Plage - Fort Bou Jerif 280 km.
Oggi Gianna resta con noi, ormai è una ragazza a tutti gli effetti. Le manca solo di provare un po' di sabbia e quando mi chiede quanta ce ne sia sul percorso odierno, la rassicuro dicendo che sono poche lingue sulla costiera rocciosa. Mai fidarsi di una vecchia e stizzita Drag Queen come me. Lo scoprirà solo nel corso della giornata. Così ci segue decisa sui trecento metri di bitume che ci separano dal camping all'inizio della pista che puntando verso Nord Est risale la scogliera.
Fondo duro, giornata stupenda e panorami magnifici che spaziano sull'Oceano Atlantico.
Neanche un'ora ed eccoci finalmente alla foce della Draa, che solo 550 chilometri più ad Est e tre giorni prima avevamo attraversato, torbida e limacciosa, su un sicuro ponte all'entrata di Zagora.
Da qui è impossibile passare e occorre quindi risalire l'oued per alcuni chilometri lungo l'asfalto che viene da Tan Tan e poi tagliare lungo la pista che scende nell'alveo e porta al guado più facile.
Del grande fiume, in questo punto resta solo un breve tratto che si supera in scioltezza, anche se la Gianpy non esita a rotolarsi appena vede un po' di fango....
Di nuovo puntiamo verso il mare per arrivare a Cap Draa, dove l'azzurro del cielo si unisce a quello del mare e la costa ci offre un panorama degno delle cartoline migliori che ritraggono le coppiette in primo piano. E non possiamo esimerci dal fissare nella memoria digitale questo momento romantico.
L'attacco del serbatoio di Gianpy salta e il rimedio trovato poco prima sembra funzionare a dovere, mentre piccole casupole di pescatori affollano i lati della pista che ora comincia a farsi più sabbiosa. Piccole dunette, ma soprattutto solchi a tratti profondi nella traccia principale che fanno cadere la Gianna e la sottoscritta una volta ciascuna.
Ci siamo. Il piccolo forte sull'oued Aoreora, ingresso naturale alla Plage Blanche, è sempre più vicino e la lingua marrone scuro che separa le scogliere dalle enormi dune si mostra ai nostri occhi.
La Plage Blanche è lì, cento metri sotto di noi, coperta dalla marea che continua a salire. Siamo arrivate troppo tardi e con dispiacere avviso le ragazze che non potremo percorre i 30 chilometri verso Nord. Troppo rischioso farlo alle 15.00 del pomeriggio..... un imprevisto qualsiasi..... una delle tante zone che nascondo pozze d'acqua o sabbia molle..... il dover magari prendere la pista a ridosso delle dune completamente fatta di fech fech ci farebbe correre rischi inutili ed arrivare a sera inoltrata. L'Africa spesso è fatta di rinunce e questa è una di quelle. Andremo via strada, dopo aver percorso la pista che da qui porta alla nazionale.
Sui loro volti leggo dispiacere e così provo a mitigare la cosa proponendo un pranzo a base di pesce.
I pescatori ben lieti di guadagnare qualcosa, si organizzano subito con griglia e brace, e nel giro di mezzora il pranzo è servito accompagnato da un tè.
Alle 16.00 riprendiamo la pista che per i primi chilometri presenta ancora della sabbia e dietro di me sento gli improperi della Gianna, mentre le faccio fare deviazioni sulle dunette immacolate. La parte centrale invece è segnata da piccoli oued che hanno scavato pericolose feritoie trasversali, alte dai 50 agli 80/90 centimetri. Poi finalmente la spianata e il tanto sospirato asfalto, dove durante la pausa sigaretta, riceve meritatamente gli applausi da parte di noi vecchie checche.
Giunti a Guelmin, cerchiamo un fabbro per riparare il telaio portaborse del 690, che ha ceduto uscendo dall'Aoreora. Proviamo anche a cercare una gomma, ma sembra sia introvabile almeno fino ad Agadir.
Così dopo aver fatto il pieno e telefonato a Fort Bou Jerif per ordinare una "Tajine de Dromadaire" prendiamo la strada che porta verso Ovest e da lì gli ultimi 10 chilometri di pista della giornata da fare come al solito al buio.
Ci fosse una volta che riesco ad arrivarci con la luce del giorno. Fa nulla, l'albergo\campeggio\ristorante immerso in un deserto roccioso a poche centinaia di metri dal fortino della Legione Straniera, rappresenta un'oasi moderna per i viaggiatori stanchi e impolverati e l'immaginazione corre al paragone dei carovanieri che dopo giorni e giorni di deserto, trovavano finalmente acqua fresca, frutta, carne, latte e ombra. Noi non siam da meno. E dopo una doccia calda, la birra gelata con olive che ci portano è il dolce preludio delle pregiate libagioni e coccole che ci serviranno fino alla nostra partenza.
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Ultima modifica di Fagòt; 24-03-2013 a 18:27
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24-03-2013, 18:31
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#11
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Mukkista doc
Registrato dal: 24 May 2009
ubicazione: in fondo a destra
Messaggi: 2.791
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Splendido reportage, complimenti. Non credo sarei capace di far il tuo stesso giro, ma sognar non costa nulla...
Grazie per il tempo che hai speso per noi.
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"l'unico modo per far ridere il Signore é raccontargli i tuoi progetti."
(Cit. Wu Ming - Manituana)
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25-03-2013, 09:28
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#12
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Piccante doc
Registrato dal: 21 Mar 2007
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Sono dei tempi delle camere d'aria per legare qualcosa.Quelli Dell'Ubalda
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25-03-2013, 18:25
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#13
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Mukkista doc
Registrato dal: 06 Feb 2008
ubicazione: Bergamo - A zonzo in Africa
Messaggi: 10.951
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10° giorno: Fort Bou Jerif - Tafraoute 230 km.
Questa mattina il cielo è coperto di nuvole. La vicinanza dell'Oceano si fa sentire con un'aria umida e salmastra che non promette nulla di buono, ma in previsione del fatto che torniamo a salire di quota sui monti dell'Anti Atlas, predisponiamo già antivento, pile e kway a portata di mano. Prima però ci aspetta una visita al fortino ed un paio di spiagge imperdibili.
La nostra "oasi felice" sonnecchia ancora quando prendiamo la pista verso Nord.
Poco più sotto l'oued scorre tranquillo. Le piogge dei giorni scorsi si sono già scaricate e perciò il guado è praticabile.
Ripreso l'asfalto che sale verso Sidi Ifni, poco prima del paese scendiamo sulla spiaggia di ghiaia e sabbia di circa 2 chilometri dove so che si trova un relitto arenato. E' poca cosa rispetto alla Plage Blanche, ma porto comunque le ragazze sul ghiaione a darci un pochino di gas, con il vento che spruzza salsedine e riempie le nostre narici con il profumo del mare. Gianna ci aspetterà sulla nazionale pochi chilometri dopo.
Del relitto ormai non è rimasto quasi più nulla: la vicinanza della spiaggia all'asfalto ha fatto si che piano piano i locali se lo siano smontato e portato via con le auto, per rivendere il ferro e ricavarne così qualche dirham.
La strada corre veloce sulla scogliera e dopo mezzora siamo a Legzira. Il cielo si sta aprendo, con un sole che appare sempre più deciso, la marea di nuovo copre la maggior parte della battigia e scendiamo fino al termine del tratto cementato almeno per fare una foto. I gestori dei locali subito ci fanno cenno di non scendere sulla sabbia ed allora ne approfittiamo per berci un tè con il sole in faccia.
Da Mirleft prendiamo la strada interna che porta fino a Tiznit, tra colline verdeggianti e uliveti. Arrivati in città proviamo ancora una volta a cercare un copertone per il 690, ma visto che risulta anche qui impossibile da reperire, decidiamo di dividerci. Gianpy in compagnia di Gianna, autoelettasi accompagnatrice ufficiale dei motociclisti bisognosi, salirà ad Agadir per cercarne uno nuovo, mentre io e Guido prenderemo la rotta stabilita per arrivare a Tafraoute. L'appuntamento è per il tardo pomeriggio o per l'aperitivo serale.
Prima di partire, visto che siamo di fronte all'ennesimo gommista a cui abbiamo chiesto info, Guido ne approfitta per mettere un Tip Top all'interno del Desert anteriore. Negli ultimi due giorni lo squarcio che aveva provocato una delle due forature si è allargato e meglio operare qui al comodo, prima che crei altri danni alla camera d'aria.
La salita verso la nostra meta serale è magnifica, con mille curve ed un passo da fare snocciolando marce e andando finalmente a limare un po' anche i tasselloni laterali delle nostre Mitas posteriori.
Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per goderci il panorama e rilassarci con una sosta snack a base di omelette e tè.
Anche la discesa finale non è da meno come paesaggi, con piccoli villaggi spruzzati sui pendii color ocra o adagiati in una valle di un verde acceso.
L'arrivo a Tafraoute è quanto di meglio potessimo sperare, con la luce del sole calante che, se possibile, tinge ancora di più le rocce granitiche di color rosa che sovrastano il paese ed illumina le vette del Jebel Lekst che si può ammirare di fronte a noi dalla piazza.
Per una volta ci possiamo permettere di fare un po' di shopping e di lieto bighellonare tra le vie del paese, proprio come si addice a due signore di mezza età quali siamo. Le ragazze arrivano a sera inoltrata, imbacuccate e infreddolite dai 130 chilometri che salgono da Agadir attraversando due passi a circa 1500 metri di altezza. Ci offriamo di lavar loro la schiena..... ma ormai son coppia fissa e faran tutto da sole.
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25-03-2013, 19:00
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#14
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TV Sorrisi e Canzoni doc
Registrato dal: 04 Jun 2007
ubicazione: Modena
Messaggi: 6.639
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Immersi nelle difficoltà della vita, non sommersi.
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26-03-2013, 11:50
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#15
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Mukkista doc
Registrato dal: 06 Feb 2008
ubicazione: Bergamo - A zonzo in Africa
Messaggi: 10.951
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Mi spiace Beppe, ma io e Trity abbiamo già un altro progetto in preparazione. Stai buttando su il 21? Cambia poco..... quello da togliere è il telelever.
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26-03-2013, 14:11
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#16
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Mukkista doc
Registrato dal: 30 Sep 2008
ubicazione: Impero Longobardo (LC)
Messaggi: 3.351
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Quote:
Originariamente inviata da Fagòt
.....Stai buttando su il 21? Cambia poco..... quello da togliere è il telelever.
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No no, niente 21.....non è una modifica alla moto.
E' un'idea per l' "Extended range"
Quando è finita, se ti interessa, ti faccio un fischio.
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"Dip me in chocolate and trow me to the lesbians !"
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26-03-2013, 12:23
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#17
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Epitaffiografologo
Registrato dal: 02 May 2006
ubicazione: giù al nord
Messaggi: 20.264
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sei uno spettacolo di Uomo.
che avventura incredibile, dovrei rifare la frizione del sogliolone, quasi quasi la porto dal tuo amico che qui mi hanno chiesto un millino.
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QDE TRANS-PORT TEAM.... LA KASTA
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26-03-2013, 13:35
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#18
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Mukkista in erba
Registrato dal: 06 May 2005
ubicazione: Calabria Nord
Messaggi: 451
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Che bel racconto  onore all'Africa Twin che dopo 20 anni detta ancora legge in giro per il mondo
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26-03-2013, 15:49
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#19
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Mukkista in erba
Registrato dal: 25 Jul 2010
ubicazione: Milano & dintorni
Messaggi: 418
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Grazie e complimenti a tutti con menzione particolare al cronista davvero bravo a farci "vivere" il viaggio.
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GS1200ADV LC '18 - DUCATI MTS enduro '16 - GS1200ADV '08 - GS1150...
"Fervent rotae fervent animi"
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26-03-2013, 18:04
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#20
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Mukkista doc
Registrato dal: 29 Jan 2013
ubicazione: Fano
Messaggi: 1.196
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......quanto bisognerà ancora attendere per leggere le avventure del Fagòt???
Spettacolo!!!!
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La mia libertÃ* inizia dove finisce la tua.......quindi finisci alla svelta!!!
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26-03-2013, 18:45
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#21
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Mukkista doc
Registrato dal: 06 Feb 2008
ubicazione: Bergamo - A zonzo in Africa
Messaggi: 10.951
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@ Gabri: se devi finirla ho una certa pratica, ormai. Portami anche il pezzo, che poi un qualche modo per buttarlo su lo troviamo.... ho amici marocchini anche qui.
@ tutti gli altri: grazie. Stasera metto un'altra puntata sassosa.
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Abbi cura del tuo ospite che dio veglierà su di te nel deserto.
F 800 GS - Fotty
T700 - Tenery
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26-03-2013, 20:36
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#22
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Mukkista
Registrato dal: 04 Mar 2009
ubicazione: Tra Milano e Piacenza... Quando posso nella Sardegna del Nord
Messaggi: 947
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Mi metto comodo e nell'attesa mi bevo un te........
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R850R SEMPRE O QUASI,LA TRANQUILLA CHE NON TI ABBANDONA MAI
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26-03-2013, 22:28
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#23
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Mukkista doc
Registrato dal: 06 Feb 2008
ubicazione: Bergamo - A zonzo in Africa
Messaggi: 10.951
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11° giorno: Tafraoute - Ouarzazate 415 km.
Ci aspettano tre giorni di risalita verso Nord Est, d'ora in poi tanta strada, basta giocare con sassi polvere e sabbia. Come al solito le ultime parole famose.
Gianna oggi va per strada: vuole rifarsi i passi che ieri sera ha fatto col buio e questo sarà un bene, perchè se si fosse unita a noi di certo a sera mi avrebbe graffiata tutta.
Si scende ancora un pochino verso Sud, o meglio si sale visto che lasciato Tafraoute ci aspetta un passo da 1800 metri.
Ancora per poco i graniti ci fanno compagnia, mentre salendo di quota un improvviso nebbione ci avvolge completamente.
Ritrovato finalmente il sole, non resta che trovare la via, cosa alquanto facile quando hai a che fare con la segnaletica locale.
La pista in terra battuta, lascia spazio in breve ad una piccola stradina dall'asfalto rotto ed irregolare che scende in una serie di piccole Gorges magnifiche.
Poi, come sempre, arrivati nel punto più basso si comincia a seguire l'oued. Ma in questa valle la natura, con la complicità del tempo, sembra si sia divertita a raccogliere tutti i sassi possibili e lentamente levigarli come piccole palle grigie. Nelle mie valli le chiamano "bocce di fiume", grosse pietre perfettamente levigate che vanno dalle dimensioni appunto di una boccia da gioco a quelle di una palla da calcio e che venivano utilizzate per la costruzione dei muri perimetrali delle cascine o per la lastricatura delle aie. Qui semplicemente sono il letto del fiume e al tempo stesso la strada: un ghiaione largo dai 5 ai 15 metri segnato solo dai due solchi lasciati dalla ruote gemellate dei camion. Le macchine fin quassù non ci arrivano. I tratti infernali sembrano non finire mai e quando vedo un po' di sabbia tiro un sospiro di sollievo perchè per due secondi almeno il telelever resta ad altezza del suolo e la smette di saltare come una cavalletta.
Quando poi il percorso sale un poco su un isola nel greto del fiume e la palmeraie presente ti apre una via di fuga con il suo terreno duro, ti sembra solo un miraggio pronto a scomparire da un istante all'altro. Una quindicina di chilometri così, con le braccia che chiedono pietà, mentre il rumore assordante delle pietre scansate dall'anteriore copre i 1500 giri costanti di prima e seconda marcia.
Un paio di villaggi e, ancora una volta mi chiedo, abitati da quali oscuri eroi che tenacemente si aggrappano alle rocce circostanti.
Ed infine l'uscita da questi canyons dimenticati da qualche era geologica. Ardua, ripida, scavata.... no strappata dal fianco della montagna, col lavoro di chissà quante mani che con maestria hanno eretto centinaia e centinai di metri di muro a secco, per collegarsi con il resto del mondo attraverso una pista battuta d'alta quota.
Perfino la prima di Trity annaspa, rantola e sembra non farcela, tanto da sentire quasi il bisogno di poggiare un piede e darle una spinta. Poi per fortuna il vento che soffia contrario cala e riusciamo a raggiungere la salvezza.
Sulla sommità dei rilievi circostanti, di nuovo siamo esposti ad un vento feroce come quello del Cirque du Jaffar e ci si mettono pure ostacoli impensabili a rallentare la nostra marcia.
"Ma zio pork.... se fossi stata una jeep?". Urla la Trity.
Un tratto di pochi chilometri su un pistone veloce che porta l'indicazione per Tata e poi giù di nuovo in un'altra valle, dalle mille pietre e mille palme, con piccoli villaggi dove donne lavano i panni, uomini sonnecchiano all'ombra e ragazzini risalgono il corso del fiume tornando da scuola.
80 chilometri di enduro. Ora, dove aver dato un nome a tutti i villaggi incontrati, possiamo riprendere il goudron che porta fino ad Igherm.
Arrivati a Taliouine un'altra pista ci aspetterebbe verso Nord, ma grigie nubi si stanno avvicinando e così dopo esserci coperti con i K-way prendiamo la N10 che sale ai 1800 metri del Tizi-n-Tarhatine. Per fortuna perchè pioggia e nebbia fitta ci accompagneranno fino quasi a Tazenakht, mentre il vento, che come al solito soffia dal deserto, ci accoglierà alla nostra entrata in Ouarzazate.
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F 800 GS - Fotty
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Ultima modifica di Fagòt; 26-03-2013 a 22:31
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27-03-2013, 10:09
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#24
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Mukkista doc
Registrato dal: 07 Nov 2002
ubicazione: MO
Messaggi: 2.888
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Stupendo questo tratto.
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27-03-2013, 11:24
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#25
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Pivello Mukkista
Registrato dal: 23 Apr 2009
ubicazione: Romagna
Messaggi: 131
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Che racconto fantastico, i complimenti non bastano.
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I motociclisti amici miei hanno il cuore grande, qualcuno anche il bypass.
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