Per Uccio:
sono rimasto sorpreso pure io;
il "Sarto" mi ha spiegato che la pelle di canguro non soddisfa nessuna delle specifiche stabilite da un certo Ente di Certificazione (non ricordo il nome e la sigla, ma ho visto le tabelle di Test per l'una e l'altra pelle) per la resistenza alla trazione, strappo, abrasione, ecc ecc.
La "leggendaria" morbidezza e vestibilità del Kanguro non è una caratteristica specifica di questa, perchè puo' essere raggiunta dalla miglior pelle bovina, ma in quest'ultimo caso ovviamente dipende dal tipo di pelle (parte dell'animale), trattamento e altro.
L'unico vantaggio della pelle di canguro è la sua leggerezza per metro quadro, a parità di spessore: ti suggerisce nulla questo???
In caso di scivolata, la resistenza del capo non è elevata; in pista, la protezione maggiore è data dalle "placche" di protezione applicate sui punti di maggiore strusciamento e contatto al suolo. La tuta si "distrugge" (visto con i miei occhi: lavoro nelle Corse, a contatto con i piloti...), ma per loro non è un problema: per Gibe e Melandri, la "prima fornitura" (primi 2 GP extraeuropei) è di 6 tute a testa... per noi "stradali", il problema della resistenza è invece "primario", anche negli anni: io una tuta la tengo minimo 5/6 anni, o anche di piu': l'ultima mia su misura è durata 11 anni, poi "ceduta" perchè aumentato di 10kg superando gli "anta" (... la vecchiaia è bastarda...).
Quando sono andato a gennaio a farmi fare la tuta, indossavo un giubbotto di una notissima marca; a parte la vestibilità (io sono un tipo "fuori misura" standard: alto 187cm, ho 54 di spalle e 48 di pantalone -come circonferenza vita-, e 2.10mt di "apertura alare", quindi le misure "classiche" mi vestono male, larghe sul giro vita, manica sempre "corta", ecc..), la "rigidità" del giacca era sensibile, intesa come pellame. Incredibile la leggerezza, morbidezza e "tatto" delle tute campione che aveva in laboratorio, al confronto del mio giubbotto. Tra me e me ho pensato "vabbè, questo è un giubbotto "invernale", deve essere spesso per proteggere dal freddo..."
Mentre sceglievamo le pelli, le tinte colore, e "disegnavamo" la tuta, dopo la presa delle misure su di me, gli ho fatto notare che, se è vero che la tuta di pelle l'avrei usata prevalentemente nel periodo classico "marzo-ottobre" (dopo uso i capi tecnici invernali), è anche vero che pure a giugno, se vai al nord, parti dall'italia con 30 gradi, ma magari in Olanda il cielo si copre, tira il vento del Mare del Nord, e la temperatura scende a 5 gradi: che tipo quindi di protezione potevo aspettarmi dalla sua tuta, come "tenuta" allo sbalzo termico??? Io viaggio con poco e "calibrato" bagaglio, in moto, come in barca, e non sopporto le borse stipate all'inverosimile...
Bene, oltre a fare Tute da Moto (che è solo una sua passione), il personaggio realizza da anni capi in pelle di Alta Moda per i maggiori Stilisti e Marchi (da Armani a D&G, YSL e compagnia), e mi ha posto sotto gli occhi, a confronto, 3 "Montoni" (classico soprabito invernale) realizzati con 3 pellami diversi (sempre bovini, ma di diversa derivazione: Argentina, Spagna, Nord Europa).
Ebbene: il piu' "etereo" (sembrava un capo in seta, se non fosse per il tatto, chiaramente pelle), era quello che teneva piu' caldo (bovino spagnolo, e non come ho pensato, Nord Europa). Prezzo al cliente 8.000 Euro: non vi dico a che prezzo esce in vetrina...
Avete tutti delle concezioni errate (ovvio, non conoscendo "tecnicamente" la pelle...), mi disse. La verità è che tu, con la mia tuta, te ne vai ad Agosto a Riccione o a settembre in Scozia, sta a te scegliere l'itinerario...
Lo sai cosa ho pensato tra me e me: questo, è chiaro, "vende" la sua roba, come tutti; strano, è un amico, e abbiamo vissuto insieme un anno in giro per le piste di tutta europa, a fare assistenza ai rispettivi piloti, perchè racconta "favole" proprio a me???.
La conclusione del discorso è questa: nel mio "giretto" di 2.000 km per l'Italia il w-end del 8 aprile, ho indossato la sua tuta con sotto un dolcevita leggero in cashmere, intimo in cotone, e nient'altro. Per ogni evenienza, nella borsa da serbatoio, un gilet leggermente imbottito (i noti a "rombi" di moda qualche anno fa); partito venerdì mattina, sulla Futa c'erano 7°C (ma il gilet è rimasto in borsa...), mentre a Roma alle 19 la temperatura era 20 gradi. Risalendo da Lecce la domenica, nella soleggiata autostrada ho visto anche 25°C nei termometri lungo il percorso. Avvonico mi ha detto che gli sembravo troppo "leggero" come abbigliamento; mai avuto la minima sensazione di freddo, o di troppo caldo.
Successivamente, in altro giro, con ritorno di notte da Belluno, stesso abbigliamento, in autostrada ho visto un termometro a 4°C, mentre viaggiavo a 160 all'ora, con le mani scaldate delle manopole elettriche accese alla 1^ posizione (goduria: ho "buttato" i guanti invernali, uso solo quelli estivi...)
Mai euro furono meglio spesi... e considerando che è una tuta su misura (in sella mi veste come un "pigiamino": al primo giro è stato uno "shock": non la "sentivo" assolutamente addosso...), e che è "unica al mondo"...
... a me piacciono queste cose, chi mi conosce lo sa bene...
