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Quelli che amano guardare il Panorama In questo forum si parla di MOTOTURISMO è dedicato a chi ama viaggiare e macinare km su km per visitare il mondo |
06-12-2015, 07:01
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#1
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Mukkista in erba
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28/10 GIORNO 7 MOULLAY IDRISS – TANGERI/CAP SPARTEL
Colazione all’ultimo piano della pensione in posizione panoramica, con la collina che ospita la città vecchia di fronte. In attesa che venga servita converso con un gruppo di francesi che è alla fine del viaggio, poi mi rimpinzo e dopo aver organizzato i bagagli saluto il mio simpatico anfitrione che, senza i denti davanti, è una macchietta. Mi arrampico fino al piazzale per caricare la moto e alle 9 sto partendo.

Mi lancio cu una strada che porta al Col di Zagota, dove c’è il benzinaio più vicino, Sidi Kacem e poi la strada è una statale piuttosto noiosa, ma oggi devo fare parecchia strada e preferisco andare un po’ veloce. Incrocio parecchi posti di controllo della polizia (che non considerano i turisti) e qualche radar. Souq el Arba e Ksar el Kbir dove commetto il tragico errore di attraversare il paese alla ricerca di un percorso più corto, c’è il mercato e oltre al rischio di animali e persone in mezzo alla strada ci sono camion e pick up che caricano e scaricano ovunque. Ci vuole una vita a districarsi e la strada secondaria è sterrata per chilometri, fortunatamente una moto ci viaggia senza problemi; raggiungo la litoranea poco a nord di Larache. Salendo verso nord il tempo è peggiorato e riesco a prendere un po’ di pioggia negli ultimi km verso Tangeri, fortunatamente arrivo poco dopo un grande piovasco a giudicare dalle pozzanghere che sembrano laghi. Il cupolino abbondante ha fatto la sua parte, mi ha protetto dal freddo a casa, dall’impatto dell’aria sull’asfalto ed ora dalla pioggia.
Arrivo al camping Achakar, cap Spartel, nel primo pomeriggio col sedere acciaccato.
Estraggo per la prima volta la tenda dal sacco, non sarà molto comoda, viste le microdimensioni, ma per tamponare fino all’arrivo dei miei compagni di viaggio è sufficiente, testo anche i picchetti alu Karrimore con sezione a croce (entrano bene senza stortarsi).
Riesco a far entrare anche i bagagli, prezzo: dormire sull’attenti.

Il cielo schiarisce, così chiudo la giornata con una corsa sulla costa, cena al bar del campeggio e mi imbusto a leggere nel sarcofago.
Oggi 250 km tot. 885 km
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07-12-2015, 06:51
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#2
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Mukkista in erba
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29/10 GIORNO 8 TANGERI/CAP SPARTEL – RABAT – ROMMANI
Sono le 2 di notte, ho appena appoggiato il libro e spento la pila frontale, quando sento rumori d’auto che manovrano e ad un certo punto un urlo: Ohe Paolò.
Sono arrivati gli amici francesi, esco a fatica dal bozzolo e ci salutiamo in piena notte, baci e abbracci, montano le tende e ci vediamo domattina.
Bernard, Bernie, Patou gli amici di una vita, Otmar il tedesco e Fritz svizzero tedesco che ancora non conosco, spuntano la mattina uno alla volta e finiamo di scambiarci le novità.

Prima colazione da campo, smontiamo le tende, carichiamo la mia moto nel carrello e il convoglio di tre auto e una moto lascia il campeggio.
Prima sosta poco distante a saldare il timone del rimorchio che si è un poco sconocchiato.
Proseguiamo verso sud seguendo stradine secondarie, molto secondarie e molto scassate che mettono alla prova il rimorchio stracarico e il portamoto appoggiato sul gancio di traino del pick-up di Patou.
Gli equipaggi sono assortiti così: Bernard e Otmar su un auto, Bernie solo, Io con Patou e Fritz il solo a fare l’avvicinamento a Marrakech sulla moto, un’Aprilia enduro 550.
Pranziamo poco dopo Asilah, Fritz non è molto loquace, e la sua moto non si avvia a freddo, ogni mattina partenza al traino.
A Larache entriamo in autostrada, che abbandoniamo a Rabat dopo esserci persi nel traffico caotico della tangenziale all’ora di punta. Ormai è sera, ci fermiamo a cena in una bettolaccia ma il pollo speziato alla griglia è buono come anche la tajina di pollo e verdure allo zafferano mangiata a pranzo.

Ci fermiamo a bivaccare a sud di Rommani in una piantagione i eucalipti sul lato della strada, da ora ho una twoseconds della Decathlon che mi ha portato Patou, è un’altra vita, montaggio e smontaggio rapido e spazio in abbondanza.
Oggi 0 km moto tot. 885 km
30/10 GIORNO 9 ROMMANI – Diga MOULLAY YOUSSEF
Questa notte ci ha tenuto compagnia il coro dei cani, abituale nelle zone agricole.
La mattina ci rendiamo conto di non esserci addentrati molto, siamo accanto alla strada.
Colazione e via, sempre verso sud, Oued Zem, pranzo al sacco e un tratto verso ovest, El Kelaa des Srarhna. Il territorio alterna tratti collinari a vallate agricole.
Arriviamo ad accamparci vicino ad un lago artificiale, formato dalla diga Moullay Youssef costituita da un terrapieno vicino al quale ci sono tre enormi costruzioni ad imbuto di cemento armato e danno l’impressione di svolgere la funzione di valvole di troppo pieno dell’invaso. Il panorama è suggestivo, pinete, terra rossa e il lago sotto a noi, siamo alle pendici del Medio Atlante e fa piuttosto fresco, non è stato facile trovare un tratto pianeggiante.

Stiamo mangiando quando dal nulla appare un fantomatico guardiano, non si sa di cosa, risolveremo il problema con una mancia irrisoria.

Anche oggi la giornata è finita, siamo a 75 km da Marrakech.
Oggi 0 km moto tot. 885 km
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Ultima modifica di amay450; 07-12-2015 a 07:49
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13-12-2015, 08:10
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#3
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Mukkista in erba
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06/11 GIORNO 16 ERFOUD - BOUTENIB - KSAR TAZOUGART
Questa notte ho dormito più del solito, un letto fa la differenza! Colazione sontuosa, due chiacchiere con i padroni che sono simpatici, rifornimento d’acqua e si parte.
I 400 Diram per la mezza pensione hanno affossato le mie finanze, mentre le donne fanno un po’ di spesa di generi freschi ad Erfoud io assalto un bancomat.

Benzina e lasciamo l’abitato che è caldo e parecchio affollato, poco fuori prendiamo una pista sulla destra che ci porta prima in direzione est e poi verso nord est.

Il fondo è duro e sconnesso, gli shock continui mi spaccano le fascette che fissano i ferri al forcellone, sono costretto ad aggiungerne un paio di volte.
Sosta per il pranzo sulla sponda di uno oued, siamo sempre alla ricerca di un po’ d’ombra.
La pista scorre su lunghe e morbide colline dalla superficie abrasiva per i sassi.
Fritz ha un’avaria al filo frizione che ripara in poco tempo.
Arrivati a Boutnib scopriamo che non c’è benzina, nonostante il paese sia piuttosto grande. Veramente non ci sono distributori, perché il carburante di contrabbando proveniente dall’Algeria si vende praticamente in ogni casa, mi dice candidamente un militare. Temendo di non trovarne più avanti ci rassegnamo a riempire dalle bottiglie di plastica, mettendo un filtro sulla bocca del serbatoio (non si sa mai, il mio serbatoio non ha rubinetti col filtro) e pagando un po’ più del prezzo ufficiale.
Durante la ricerca della benzina ci disperdiamo e rimango solo con Fritz, mentre cerchiamo il gruppo cede la riparazione al filo frizione e lui dà dimostrazione di stoicismo e calma degna di un lama tibetano mentre ripara assillato da una torma di ragazzini appiccicosi e veramente molesti.
Finalmente la moto è sistemata e compaiono gli altri, così possiamo scrollarci di dosso le piattole.
Lasciato l’abitato dopo un po’ d’asfalto scendiamo nel corso del fiume, imbocchiamo la pista e dopo un guado ci accampiamo sotto gli occhi curiosi di un pastore di capre.

Dopo il solito lavoro di preparazione del campo e doccia rustica oggi mi tocca il rammendo, ho un po’ di velcri qua e la che si scuciono, vediamo di rappezzare il mio guardaroba d’epoca.
Solito aperitivo che ci taglia letteralmente le gambe, insalata di pomodoro con cipolla e pasta al sugo rosso con polpettine che mi pare pugliese, mi domando dove l’abbiano trovato questi diabolici francesi.
Oggi non è giornata, le femmine decidono che gli uomini fanno la vessel (insomma tocca lavare le pentole!)

Oggi 151 km moto tot. 1945 km
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Ultima modifica di amay450; 14-12-2015 a 06:33
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13-12-2015, 08:32
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#4
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Mukkista doc
Registrato dal: 26 Mar 2005
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Complimenti , bel reportage...
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"CI SONO PERSONE CHE SANNO TUTTO E PURTROPPO È TUTTO QUELLO CHE SANNO.
O.W.
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13-12-2015, 08:58
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#5
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Il TRANS africano 2
Registrato dal: 06 Feb 2008
ubicazione: Bergamo - A zonzo in Africa
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Se stavate un pelino più a est vi facevate la pista dei dinosauri... qualche check a ridosso del confine ma i militari son gentili in genere. La Dakar passava spesso di qua...
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Abbi cura del tuo ospite che dio veglierà su di te nel deserto.
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13-12-2015, 13:58
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#6
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Mukkista in erba
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Quote:
Originariamente inviata da Fagòt
Se stavate un pelino più a est vi facevate la pista dei dinosauri... qualche check a ridosso del confine ma i militari son gentili in genere. La Dakar passava spesso di qua...
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Avrei dovuto farmela solo, all'inizio sembrava che non ci fosse posto per la mia moto nel carrello, così ho deciso di partire 6 giorni prima e farmi un giro scendendo e facendo proprio questa pista, poi da M'amid rimontare su ouarzazate e Marrakech. Appena prima di partire ho scoperto che Fritz avrebbe viaggiato in moto e il posto per me c'era.
Così mi sono inventato il giro a nord con Ale e Ziggy incontrati in nave.
E' stato molto bello ugualmente, belle persone e bei posti.
Quando viaggi è tutto un regalo, i nuovi incontri sono un arricchimento magnifico(se non sei proprio sfigato, ma in due giorni di nave fai tempo a "pesare" i tuoi "clienti") :-)
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13-12-2015, 14:47
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#7
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Il TRANS africano 2
Registrato dal: 06 Feb 2008
ubicazione: Bergamo - A zonzo in Africa
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concordo.. i viaggi a volte regalano perle di questo tipo anche a noi vecchi eremiti e viaggiatori solitari.
Ah... questo era il mio distributore di Boudneib...
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13-12-2015, 17:14
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#8
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Mukkista in erba
Registrato dal: 17 Feb 2008
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Quote:
Originariamente inviata da Fagòt
concordo.. i viaggi a volte regalano perle di questo tipo anche a noi vecchi eremiti e viaggiatori solitari.
Ah... questo era il mio distributore di Boudneib...

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si ma questo è un professionista!
Il filtro ho dovuto mettercelo io, altrimenti chissà cosa mi imbottigliava!
La parte divertente è stata il pagamento, dopo un consiglio di 4 "tecnici" locali, manco con le dita riuscivamo a capirci.
Abbiamo risolto che gli ho messo una banconota in mano e loro mi hanno dato il resto...una comica, ma sono stati onesti, non mi hanno alleggerito più di tanto.
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13-12-2015, 18:33
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#9
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Il TRANS africano 2
Registrato dal: 06 Feb 2008
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Io mi porto sempre un filtro da carrozziere che fa anche da imbuto....
comunque prova a sentire Guglatech... fa dei filtri da inserire nel serbatoio di tutte le moto. A noi ne manderà due da provare per B4S.
Scusa l'OT.
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13-12-2015, 21:30
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#10
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Mukkista in erba
Registrato dal: 17 Feb 2008
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io mi porto dei tubolari a mo' di preservativo che tengo nel marsupio, non occupano spazio e si infilano sul becco dell'imbuto, certo quello che si infila a bicchiere nella bocca del serbatoio è il più comodo.
L'ho cercato all'ultimo minuto ma non l'ho trovato, grazie della dritta.
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14-12-2015, 06:31
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#11
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Mukkista in erba
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07/11 GIORNO 17 KSAR TAZOUGART – BENI TADJITE – 5K SUD ANOUAL
Nella notte mi sono trovato un ginocchio umido, sacco a pelo e zaino bagnato e piscina nel catino della tenda. Significa sicuramente camel back forato, sistemo alla meglio perché è piuttosto freddo e ci penserò domattina. Al risveglio ho la conferma, fortunatamente JF ne ha uno di scorta che mi presta, anche se in tutta onestà, quest’anno la temperatura permette di vivere senza camel back.
I pastorelli ci osservano come se fossimo un presepio vivente intento a far colazione, lasciamo il posto cominciando la giornata con un guado e belle foto in un angolo pittoresco.

Risaliamo sulla strada e dopo poco siamo di nuove sulle piste. I punti che abbiamo spesso non combaciano col tracciato, piste rovinate dal maltempo e nuovi tracciati, probabilmente e le bandierine blu del percorso previsto si mischiano alle x gialle dei punti che salvo cammin facendo. Oggi non si vedono assolutamente alberi, la valle sale a perdita d’occhio con una pendenza regolare e il fondo di pietre, qua e là greggi di capre che si nutrono di ciottoli, tre cani si accaniscono ad inseguirmi, sono instancabili, se mi beccano mi spolpano.

Sosta pranzo in un posto decisamente arido, facciamo un incontro inquietante, una lucertola dalla coda grossa e tutta spuntoni.

Nel pomeriggio arriviamo ad un villaggio, Beni Tadjite, che inaspettatamente offre benzina, anzi, ha ben tre distributori, pur essendo piccolissimo con poche anime.
La pista ora si fa più comoda ma molto scavata dall’acqua, piena di fossetti che l’attraversano, bisogna prestare molta attenzione, soprattutto con le auto si rischia di spaccare tutto. Vediamo asini e cammelli bradi che pascolano tra i radi fili d’erba.
Prima del buio ci fermiamo sulla falesia di terra che sovrasta il corso di un fiumiciattolo, bivacco ideale.

Bagno nell’acqua limpida, prima del nostro passaggio, e aperitivo, ci siamo scolati un tre litri di sangria con i salatini.
Dopo cena fuocherello e storie da bivacco e poi tutti a nanna.

Oggi 165 km moto tot. 2110 km
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Ultima modifica di amay450; 14-12-2015 a 06:34
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15-12-2015, 09:19
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#12
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Mukkista in erba
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08/11 GIORNO 18 5K SUD ANOUAL - MAATARKA – 30 km ovest
La giornata di oggi scorre su piste che seguono valli senz’alberi, probabilmente a causa della quota, ma il fondovalle è spesso ammantato di erbetta un po’ rada di un verde tenero. Incrociamo molti pastori con tende berbere e talvolta con ricoveri di pietra simili alle baite dei nostri monti.

La temperatura è rigida, non si scende mai sotto i 1000 m di altitudine.
Arriviamo in un villaggio di nome Maatarka, ancora benzina dalle bottiglie, il paese è diviso in due parti, una addossata a una cresta di roccia, simile al dorso di un drago, che spunta dal suolo, con minareto, madrasa a cupole, quattro differenti cimiteri a dispetto di un numero di abitazioni veramente esiguo.

L’altra parte del villaggio all’estremità delle rocce, costituita da un caffè, qualche bottega e il terreno del mercato, che oggi pullula di attività, oggetti, animali, commercianti e compratori. Mentre le donne cercano del pane per la cambusa io mi lancio a fotografare questa variopinta giostra dai mille odori e rumori, uno scampolo di umanità che vive gesti da noi ormai dimenticati.

Ci ritroviamo al bar per un the a la mente e ripartiamo. Difficile trovare la pista, ma i nasi da segugi allenati alla fine si lanciano in branco nella giusta direzione.
Sostiamo con l’idea di pranzare, ma veniamo accerchiati da una famiglia con una torma di bambini e, dopo aver donato un po’ di vestiti e scarpe, chiacchierato e fatto delle foto, salutiamo e ci spostiamo qualche km oltre per mangiare.

Nel pomeriggio troviamo un altro villaggio che ci permette di completare i rifornimenti, le piste si fanno incerte come direzione, probabilmente ne hanno cambiato i tracciati, saltiamo un po’ di punti marcati qua e là.

Questa sera il campo è proprio nel letto di uno oued, visto che il tempo è bellissimo arrischiamo. E’ presto, mi ci sta anche una corsa prima del buio, peccato che la pista è tutta in salita fino all’antenna di un ripetitore e poi ritorno in discesa a rotta di collo.
Dopo la sudata e una bella cena la notte sarà sicuramente tranquilla.

Oggi 154 km moto tot. 2264 km
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16-12-2015, 06:27
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#13
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Mukkista in erba
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09/11 GIORNO 19 30 km ovest MAATARKA – 15 km sud FRIITISSA
Contrariamente alle aspettative questa notte ho letto molto, anziché dormire.
Quando usciamo dalle tende si materializzano sei bambini, probabilmente fratelli, in scala di altezza, con due asini e un cane (non si può essere troppo selettivi sulle amicizie in queste aree poco abitate).

Hanno la loro razione di cibo, dolci e abiti, mentre ci osservano trafficare alla preparazione della colazione.
Si parte, ripercorrendo in un soffio la salita, che non pare gran cosa, corsa ieri sera.
Qui il terreno è piuttosto roccioso e spaccaossa, sono tutti piuttosto provati, complice anche l’età, solo Fritz non fa una piega, con la sua flemma viaggia come un diesel, ogni tanto libera i 70 CV della sua Aprilia in una lunga impennata e poi torna alla quiete.
Alla sosta per pranzo veniamo subito circondati, ci sottraiamo all’imbarazzante osservazione spostandoci qualche km, sulle rive di un invaso artificiale dalle acque rosa.

Un pastore di capre sul suo asino passa a salutarci, solo i suoi cani, spaventosamente magri, rimangono vicino a noi nella speranza di qualche boccone.
Oggi Bernard è in vena di tagli e sperimentazioni, le piste comode non gli piacciono, facciamo dei tagli su terreni veramente sconnessi che non ci fanno avanzare gran che.
Alcuni tratti sono rocciosi, alternati a parti scorrevoli e zone molto scavate dall’acqua.

Dopo una lunga corsa con un pick up toyota, guidato da una sorta di ranger che vuole mostrarci quanto è figo, arriviamo ad un punto di controllo e finalmente ce lo scrolliamo di dosso, era veramente pericoloso.
Percorriamo un tratto asfaltato verso ovest e ci infiliamo in una sterrata per trovare una zona bivacco. La pista è molto tortuosa ed arrampica in piccole vallette, tutte ugualmente scoscese e sassose, trovare un pezzettino in piano dove fermarsi non è cosa da poco, ma alla fine ce la facciamo.

Oggi 166 km moto tot. 2430 km
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17-12-2015, 07:44
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#14
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Mukkista in erba
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10/11 GIORNO 20 15 km sud FRIITISSA - OUTAT EL HAJ - OUIZEGHT
La mattina discendiamo di nuovo sulla strada asfaltata e continuiamo a ovest, incrociamo un villaggio di quattro case.
Svoltiamo verso sud sulla N15 e subito su una pista che scende parallela, un po’ difficile da seguire perché a tratti è inghiottita dal letto del fiume.

Riprendiamo l’asfalto e ci fermiamo a rifornire ad Outat el Haj, rimpinguiamo la cambusa, bar con wifi e segnale telefonico mi permettono un contatto che da qualche giorno mancava e dopo un the ci rimettiamo in marcia.
La pista attraversa il corso ci parecchi oued, alcuni molto pittoreschi, fino al vecchio forte diroccato di Tiderine, che sovrasta il corso del fiume, guadiamo e ci fermiamo a pranzare in una zona verde come un prato svizzero.

Dopo il relax la pista continua fino ad intercettare una recinzione, probabilmente di un parco, che si estende nel nulla per km e km. La seguiamo verso Ouizhet dove ritroviamo l’asfalto, immerso in enormi oliveti dagli alberi carichi di frutti neri e verdi. C’è grande attività, è il momento della raccolta.
Ci fermiamo per la notte accanto al corso dell’ennesimo fiumiciattolo, uno dei tanti che scendono dalle pendici dell’Ait Serhouchen.

Oggi tagliando alla moto, catena, serraggio viti, filtro aria che sostituisco perché si sta letteralmente sbriciolando, olio motore e finalmente meritato bagno nel fiume.
Questa sera insalatona tonno e pomodori e poi crepes bretoni alla nutella.
Il freddo ci fa scappare in tenda prima del solito, la vita notturna non è il nostro forte.

Oggi 150 km moto tot. 2580 km
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17-12-2015, 08:33
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#15
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Pivello Mukkista
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Complimenti, un bellissimo tour. Molto belle le foto!
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17-12-2015, 11:58
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#16
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Mukkista in erba
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Quote:
Originariamente inviata da Gianluca_firenze
Complimenti, un bellissimo tour. Molto belle le foto!
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Grazie 1000, il giro bello, le foto non come mi piacerebbe, quest'anno facevo un po' fatica a tirare fuori la macchina per scattare, nella sabbia andavo e andavo senza fare una foto
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18-12-2015, 04:18
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#17
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Mukkista in erba
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11/11 GIORNO 21 OUIZEGHT - AMERSID - MIDELT
Questa mattina ci viziamo con pane grigliato a colazione, mentre i dolori di schiena e la sciatica di Otmar peggiorano. E’ veramente malconcio, infatti ha deciso che non finirà il giro con noi, a Midelt troverà il modo di farsi portare a Marrakech ed aspettarci là.
Dopo un po’ di km d’asfalto imbocchiamo una pista che arrampica sui monti, ma dopo un piccolo progresso, tra passaggi piuttosto enduristici, le auto devono rinunciare, non si passa, l’acqua ha scavato pesantemente, ci sono strettoie impraticabili e gradini enormi.
Perdiamo inutilmente un sacco di tempo e Otmar patisce molto, anche se non si lamenta mai.

Optiamo per un pistone molto liscio che porta a Midelt, intercettiamo la N13 e prima di arrivare in paese aspettiamo Patou che non arriva, scopriamo poi che ha bucato la ruota posteriore e cambiato la camera.
Pranziamo direttamente al ristorante dell’area di servizio dove siamo, una tajina e via.
Prima tappa l’ospedale, Otmar torna dalla visita vistosamente claudicante con una radiografia che mostra due vertebre troppo vicine e altre pillole di prescrizione, oltre a un foro nelle chiappe da intramuscolo antidolorifico.
Seconda tappa il camping municipale che è proprio accanto.
Oggi è una giornataccia, mentre prepariamo il campo e Otmar stravolto si sdraia sulla brandina, la moto di Fritz casca dal cavalletto e si buca un radiatore. Smonta tutto e sigilla col metallo bicomponente, rimonta e rimette il liquido. Per fortuna la riparazione tiene.
Giro al souq dove facciamo un po’ di spesa per la cena. Otmar resta a dormire e non assaggia il pollo allo spiedo. Fa veramente freddo, ci si rintana volentieri in tenda a leggere.

Oggi 136 km moto tot. 2716 km
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19-12-2015, 05:18
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#18
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Mukkista in erba
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12/11 GIORNO 22 MIDELT – IMILCHIL
Sveglia ghiacciata in campeggio, temperatura -1°C, la tenda è tutta coperta da un velo di ghiaccio.

Questa mattina Otmar è veramente in condizioni pessime, piegato e zoppicante con gli occhi gonfi come un pugile, ma stoico non fa una piega. Tramite il gestore del campeggio troviamo un furgone con autista che lo porterà al campeggio di Marrakech ad aspettarci. Gli smontiamo tutte le cose, prepariamo il bagaglio, svuotiamo il serbatoio della moto e la imbarchiamo sul mercedes d’epoca. Con un piccolo aiuto anche Otmar s’imbarca e ci guarda con aria sofferente mentre lo salutiamo alla partenza. Fortunatamente si è convinto, così non avrebbe potuto continuare.
Smontato tutto ed asciugate le tende al sole si riparte alla volta di Imilchil. Ripercorriamo la strada di ieri fino al distributore e ancora un tratto d’asfalto, fino al passo Tizi n-Talremt a 1900 m, mi sono vestito troppo e con le ascelle strizzate e la circolazione bloccata ho le mani formicolanti.

Quella che doveva essere la nostra pista è una stradina asfaltata che corre verso ovest in una valle pittoresca dai pendii bruni e pietrosi venati da linee sinuose e parallele degli strati di roccia, curvati e ripiegati dai capricci geologici del pianeta. A contrasto il fondovalle dai verdi brillanti, complice l’aria pura e cristallina, pioppi cipressini qua e là negli orti e sulle rive del torrente, alberi da frutta e coltivazioni si arrampicano sui pendii terrazzati, e poi l’uomo, che lavora con la tecnica poco invasiva di secoli fa. Gli uomini guidano l’aratro (a volte anche col fusto di legno) trainato da asini, cavalli o buoi, le donne che trasportano legna o fieno a volte con l’aiuto di un paziente somarello, a volte con un carico impressionante sulla schiena o sul capo, circondate da bambini che fanno la loro parte come personcine mature che ti arrivano alla cintura dei pantaloni e ti scrutano coi loro occhioni bruni e maturi. E’ un tuffo in un’altra epoca, tra gente semplice e cordiale in un panorama superbo, costellato da una teoria di villaggi di mattoni a crudo, alcuni murati testimoni di antiche battaglie per la sopravvivenza. Frotte di bambini ci sciamano attorno alla ricerca dei soliti bon-bon e stilò, uomini cordiali e donne timide e riservate nel loro abbigliamento multicolore stratificato che pare comprendere tutto il guardaroba.

Qualche tratto ancora sterrato ci permette di divertirci un po’.
Pranziamo sul corso del fiume, tra i ciottoli del greto, unico posto piano di dimensioni accettabili. Christine ha problemi di stomaco da stamani, e non è la sola, probabilmente l’insalata di ieri a pranzo ci ha castigati.
Dopo aver svalicato a 2400 m nei pressi del Jebel Aderdouz la strada scende dolcemente di un centinaio di metri verso Imilchil.

Ci fermiamo in un alberghetto, l’Hotel Avenir, già provato in precedenza. Piazziamo le moto sotto la terrazza e le auto di fronte, scarichiamo e ci gratifichiamo con una bella doccia, qui l’acqua non manca. Ci prepariamo la cena che consumiamo nella sala comune al piano terra e riusciamo a restare a raccontarcela più a lungo del solito, non essendo sotto il ghiacciato cielo stellato.

Oggi 215 km moto tot. 2931 km
Per vedere più immagini clicca qui:
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19-12-2015, 05:59
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#19
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Mukkista doc
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Bravo! Tutto molto bello e avvincente, visto anche il blog..
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20-12-2015, 09:00
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#20
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Mukkista in erba
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13/11 GIORNO 23 IMILCHIL – LAGHI – ANERGUI – LA CATHEDRAL
Passare la notte al coperto è stata un’ideona, questa mattina un dito di ghiaccio copriva ogni cosa, dai vetri della finestra alle automobili, croccanti come bomboloni coperti di zucchero, le moto al coperto si sono salvate e bisogna dire che anche le stanze, senza riscaldamento, erano sopportabili grazie alle coperte.

Colazione e via al mercato, che è una strana mescolanza di genti diverse, probabilmente affluiscono per le compere da tutto il circondario di valli e monti, chi a cavallo, chi con una carovana di asini, chi a piedi, grande folla multicolore, animali ovunque, mezzi di trasporto vecchi e scassati all’inverosimile, pitturati di mille colori, insomma una festa per gli occhi e per la macchina fotografica che lavora senza posa rubando scatti di nascosto, senza mirare, a tutto, gente , mercanzie, persone ed animali.

A metà mattina lasciamo l’albergo, il padrone ha voluto assolutamente che stabilissimo noi il prezzo, da commerciante navigato sapeva che, essendo abituati a misure diverse, non lo avremmo deluso.

Tutti soddisfatti salutiamo e partiamo in una temperatura migliorata dal sole, prima saliamo ai due laghi ad est del paese, il primo con un minimo di attività turistiche e più pittoresco, più selvaggio e isolato il secondo dove incontriamo un gruppetto di pastori che lanciano sassi a distanze impressionanti con una frombola che fischia ruotando e schiocca come una frusta al lancio. Qualcuno vuole provare a cimentarsi nel lancio, con grande rischio per tutti, compresi i pastori che prudentemente si allontanavano ridendo.
Ritorniamo sui nostri passi e ci dirigiamo ad ovest versoTassent, di nuovo su asfalto che sale e scende senza posa ubriacandoti di curve, reso pericoloso da un bello strato di ghiaino che ti fa pattinare costantemente.

Contorniamo il Jebel Mourik fino ad Amergui dove imbocchiamo quella che sarà la pista più bella e suggestiva del viaggio.
Si snoda sul fondo di una valletta piccola e stretta come un canyon, dalle pareti di roccia rosso marrone a strapiombo, costellate di boschi, pini solitari vecchie contorti, alberi giganteschi e ghiaioni franati dalle pendici. La pista costeggia il torrente salendo e scendendo per evitare gli ostacoli, sassoni piombati da chissà dove grandi come case, gole strette senza spazio, torrenti laterali che spazzano tutto, enormi tronchi caduti di cedro. Il torrente scorre a volte quieto sulla ghiaia e a volte impetuoso tra pareti di roccia che lo strozzano, sovrastate da ponticelli improbabili di tronchi, mattoni, cemento e assicelle, ma la cosa più suggestiva è l’incontro con un branco di scimmie che pascolano tranquille nel bosco e si ritraggono timidamente prima di poterle fotografare, dei macachi, che avvistiamo un paio di volte ancora.

La pista è in buone condizioni, ma pare trattata da poco, probabilmente il fondo è variabile in funzione delle piogge, e dopo una bella scarrozzata usciamo dalla valle ormai all’imbrunire e andiamo ad accamparci nei pressi di una segheria abbandonata all'ombra della Cathedral, un'imponente massiccio roccioso.

Quando abbiamo montato tutto il campo arriva una megera circondata da bambini che abita poco distante e vuole cacciarci (è la prima persona sgradevole incontrata quest’anno), le proviamo tutte, compreso offrirle dei soldi, ma alla fine cediamo, al buio riimpacchettiamo tutto e ci spostiamo. Trovare un posto adeguato di notte non è facile, infatti ci dobbiamo accontentare, siamo vicini alla zona di costruzione di un ponte e la pompa diesel che svuota l’acqua da una gettata ci allieta fino al mattino.
Questa era una serata italiana e prima di muoverci avevo già tagliato la pancetta per la carbonara. Poco male, abbiamo continuato nel nuovo campo tra gli alberi e la mia pasta è stata all’altezza degli affamati compagni di viaggio.

Oggi 134 km moto tot. 3065 km
Questa tappa ha una grande quantità di foto sul blog:
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21-12-2015, 06:52
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#21
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Mukkista in erba
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14/11 GIORNO 24 LA CATHEDRAL - AIT MEHAMMED - SKATT - DIGA HASSAN I
La notte accanto al generatore urlante non si può dire sia stata delle più confortevoli, aggiunti il freddo e l’umido del torrente il bilancio è notte sfigata.
Risaliamo la valle, abbiamo accanto la Cathedral, una montagna di roccia che ricorda il suo nome, guadiamo il torrente e cominciamo ad arrampicare tornante dopo tornante e in poco siamo a 2850 m a guardare il monolito dall’alto.

Lasciamo la pista e ci spostiamo attraverso le montagne su una strada asfaltata, il panorama è cambiato ancora, ci sono antichi alberi contorti disseminati ovunque sui pendii, sembrano potati e parecchi sono morti.
Arriviamo in un piccolo agglomerato di casupole e ci fermiamo a bere un the in una di queste, su cui compare la scritta campeggio, anche se non c’è nessun tipo di struttura e, per la verità, nemmeno lo spazio. Facciamo una foto di gruppo intorno a un locale che è il sosia del mahatma Gandhi e proseguiamo, nel freddo ventoso che ci accompagna.

Pranziamo su uno spiazzo al bordo della strada su una falesia che domina il torrente, i vecchi camion arrancano in salita a passo d’uomo e immancabilmente tutti ci salutano cordialmente. Mentre mangiamo osserviamo una famiglia di scoiattoli di terra che ha la tana sotto una roccia di fronte a noi, inizialmente timidi, appena si accorgono che non siamo un pericolo continuano le loro attività.

Dopo parecchio asfalto anche un po’ di piste, ma molto lisce e ben preparate.
Arriviamo ad accamparci presso un lago artificiale, la diga Moullay Hassan1° è sbarrata e presidiata dalla gendarmeria, siamo a monte vicino ad un villaggio ed ancora una volta è difficile lavarsi sotto lo sguardo infaticabile dei bambini che ci circondano.

Per cena, notata un po’ d’indecisione, propongo una spaghettata all’amatriciana che raccoglie largo consenso, ci facciamo una mangiata selvaggia che ci lascia con i baffi di sugo e la pancia piena. La pasta è veramente un’arma totale, fai cadere ai tuoi piedi chiunque, pur se un po’ rustica e arraffazzonata.
Oggi 175 km moto tot. 3240 km
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22-12-2015, 06:19
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#22
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Mukkista in erba
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15/11 GIORNO 25 DIGA HASSAN I – DEMNATE – MARRAKECH
Ormai siamo in zona aperta e già al mattino il sole ci scalda, la colazione è piacevole, peccato che con tutti i bambini attorno non si possano nemmeno “calare le brache”.
Ritorniamo a prendere l’asfalto e dopo Demnate ci immettiamo sulla strada già utilizzata all’inizio del viaggio, la R210.
Facciamo tutta una tirata per avvicinarci al campeggio e ad Ait Ourir ci fermiamo a pranzare in una delle solite bettolacce sulla strada. Al di là dell’impressione il cibo è sempre discreto se non buono, ovvio si tratta di piatti locali, soprattutto nei piccoli abitati verdure e pollame sono meglio di quello che si trova in Italia.
Quindi onorevole tajina di verdure e montone, il solo problema è la carne filacciosa che si incastra diabolicamente nei denti costringendoti a ruminare come un dromedario.
Nel primo pomeriggio siamo al Jardin d’Issil, dove ci attende Otmar, rimesso a nuovo da farmaci potenti, e il rimorchio per le moto.
Chi deve ripartire in aereo prepara i bagagli e si fa una doccia seria...finalmente.
Chi rimane deve rimontare i ganci di traino, il portamoto, caricare il carrello e, dopo un’ora abbondante a legare sotto le direttive di Otmar mai soddisfatto del bloccaggio moto, riusciamo anche noi servi della gleba a farci una dannatissima doccia.
Arriva il taxi ad imbarcare Michelle, Huguette, Christine, Viviane e Jeanfrancois, grandi saluti e commiato, un filo di preoccupazione per l’attentato multiplo di Parigi una decina di giorni fa aleggia nell’aria.
A cena riguadagnamo un po’ di lusso, antipasto croccante che ricorda un poco il brik tunisino, tajina di pollo al limone e dolce sempre al limone (sospettano forse che abbiamo la malattia del turista?)
Un po’ di sana lettura in una comoda poltrona, accessorio civilizzato di cui avevo scordato l’esistenza e a dormire nel bungalow.

Oggi 161 km moto tot. 3401 km
16/11 GIORNO 26 MARRAKECH – SUD ROMMANI
Dopo una bella doccia calda e una gran colazione ripartiamo con le auto e Fritz in sella per rimontare verso nord. Sosta al caffè di Sidi Rahal dove la cameriera barbuta ci porta un ottimo the a la mente. Facciamo più o meno la strada percorsa per scendere e pranziamo al sacco. Sosta la sera nella solita piantagione di eucalipti.
Per questa sera mi invento una pasta pomodoro e merluzzo in scatola che è perfino meglio del previsto.
Oggi 0 km moto tot. 3401 km
17/11 GIORNO 27 SUD ROMMANI – CAP SPARTEL/TANGERI
Facciamo colazione con quel che resta della cambusa saccheggiata e proseguiamo lungo strade secondarie per evitare di ritornare sulla trafficatissima tangenziale di Rabat.
La strada è molto stretta e parecchio dissestata, il carrello stracarico con 4 moto non se la passa bene, e il pick up , che ha il portamoto sul gancio di traino, ha il muso altissimo come un motoscafo sulle onde. Si salgono e scendono profonde vallette che solcano l’altopiano sul tracciato ripido e tortuoso della strada, sicuramente bella da percorrere in moto. Il panorama è particolare, i pendii e le colline sono di terriccio eroso dal colare delle piogge e paiono una rappresentazione dell’apparato circolatorio del corpo umano.
Intercettiamo l’autostrada a nord di Rabat, verso Kenitra, e proseguiamo fino all’ora di pranzo. A 200 km da Tangeri ci rifocilliamo e verso le 16 siamo al camping a Cap Spartel.
Non siamo nemmeno scesi dalle auto che Otmar mi vuole subito far togliere la moto dal carrello per sistemare meglio la sua...si, decisamente si è ripreso dal malessere alla schiena!
Stiamo preparando il campo quando lo sento urlare. Ha pescato due ragazzi che trafficavano intorno al rimorchio, dopo un minaccioso interrogatorio scopriamo che probabilmente cercavano di passare in Spagna da clandestini, erano entrati scavalcando il muro e volevano nascondersi nel rimorchio. Li lasciamo andare per la loro strada e continuiamo i nostri lavori, ormai sempre attenti e circospetti.
Questa sera ceniamo al bar del camping, una bella insalatona con ogni ben di Dio, ultima carica al telefono che meravigliosamente quest’anno mi è costato solo 30€, evviva la sim marocchina.

Oggi 0 km moto tot. 3401 km
18/11 GIORNO 28 CAP SPARTEL/TANGERI
Oggi era previsto il traghetto dei miei soci per Sete, ma hanno avuto una comunicazione che variava la partenza al giorno successivo (è già la terza variazione che ricevono, una sull’andata e due sul ritorno, a me non è mai successo, attenzione a tener d’occhio mail e messaggi se vi servite di GNV, ora sappiamo che può succedere). Per precauzione ho telefonato per controllare la regolarità del mio traghetto.
La mattina con Patou faccio una corsa sulla litoranea e dopo una bella doccia andiamo tutti insieme a mangiare una tajina di pesce vista mare, sulla terrazza di una bettola sulla costa.

E’ magnifico, cielo terso, mare blu scintillante con l linee di spuma bianca delle onde che rotolano sulla spiaggia, temperatura magnifica, cibo buono...peccato che manchi una bella bottiglia fresca di prosecco o di bianco buono. Accidenti, metà novembre, altro che nebbia in val Padana!
Non ci resta che passare un pomeriggio in spiaggia a leggere e scaricare la fatica, ci passano accanto un quad e poi una moto da cross che ha bisogno di una bella ricarburata.
Quando scende il sole l’aria rinfresca, ci spostiamo al bar a fare i vacanzieri annoiati.
La pasta di ieri ha avuto un inatteso successo, mi chiedono di farne un’altra, ok al lavoro.
Negli avanzi alimentari abbiamo dei fusilli tricolori, conserva di pomodoro e lattine di pilchard al sugo rosso piccante (ho scoperto ora che sono le sardine più lunghe di 6 pollici), ecco scatenarsi la fantasia culinaria e viene un piatto anche meglio di quello di ieri, con tartine al patè come antipasto e cioccolato Lindt un po’ sciolto per dessert.
Oggi 0 km moto tot. 3401 km
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23-12-2015, 09:14
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#23
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Mukkista in erba
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19/11 GIORNO 29 CAP SPARTEL/TANGERI
Questa mattina si riaggancia il rimorchio, ripiego la confortevole tenda 2 secondi e la rendo al proprietario, monto il mio sarcofago lightent1 e con grande perizia ci pigio tutti i miei averi, casco e stivali nella micro abside. Andiamo tutti insieme al bar a bere l’ultimo caffè e ci salutiamo malinconici dopo tre settimane di fatiche e risate insieme. Solo il “Progetto Ghana” in cui coinvolgo parte del gruppo solleva un poco lo spirito, ma dobbiamo ancora attendere due anni. Li guardo mesto partire e per ingannare l’attesa del mio traghetto parto per una lunga camminata fino in cima al promontorio ed oltre, un pezzo di corsa e rientro sul bagnasciuga. Un paio di surfers rigano le onde con la scia e incrocio due ragazze locali che cantano e ballano una danza sinuosa e sensuale, mi chiedono qualcosa in arabo che non capisco, probabilmente mi scambiano per un locale.
E’ la prima volta che mi capita di vedere le ragazze comportarsi in maniera disinvolta e naturale come accadrebbe in Europa, fa uno strano effetto nel Magreb.
Pranzo con due cose prese al negozio e tiro sera leggendo.
Oggi 0 km moto tot. 3401 km
20/11 GIORNO 30 CAP SPARTEL/TANGERI
Colazione solitaria e due chiacchiere con i camperisti francesi che sono nella piazzola accanto.
Ho deciso di visitare le grotte d’Ercole, conosciute sin dal tempo dell’antica Roma, i locali estraevano mole di pietra per macinare i cereali dalla roccia delle pareti interne che ne portano ancora i segni dei tagli a ciambella.

L’imbocco, da una fenditura sulla terra ferma porta, attraverso una serie di camere, ad un’apertura sul mare dai vaghi contorni del continente africano. Lascio le grotte mentre arrivano i primi turisti.
E’ ora di togliere le ragnatele alla moto, vado a farmi un giro turistico verso Tangeri passando per il faro e il promontorio, la giornata è stupenda e viaggio lento godendomi il panorama.

Scendo tra le rughe e le vallette su cui si stende la città, viali larghi e moderni con costruzioni coloniali fanno posto al colle su cui si distende la città vecchia.

Le giro attorno cercando una via d’accesso e, quando riesco ad infilarmici mi godo i profumi e i colori guidando a passo d’uomo tra i vicoli pieni di botteghe, ambulanti e mercanzie.
Non riesco a resistere alla frutta, mi fermo e per tre euro mi porto via una borsata di frutti meravigliosi che saranno parte dei viveri sulla nave, banane , cachi, uva, pompelmo, melograno, mandarini.
Ormai conosco abbastanza bene i dintorni e in un attimo ritrovo la strada per il campeggio senza nemmeno utilizzare i cartelli.
Il tempo sereno e la temperatura gradevole mi attirano ancora una volta a mangiare e leggere un spiaggia. La giornata finisce di fronte ad un piatto di patatine e un insalatona.
Oggi 50 km moto tot. 3451 km
21/11 GIORNO 31 CAP SPARTEL/TANGERI - NAVE
E’ arrivato il giorno della partenza, dopo colazione comincio a prepararmi per la partenza, si tratta di un operazione che richiede un’attenta pianificazione, dividere le cose che rimarranno sulla moto nel garage della nave da ciò che mi seguirà in cabina.
Come un venditore senegalese stendo tutti i miei averi sul telo del sacco bivacco, arrotolo con cura sacco a pelo e materassino per ridurli ai minimi termini, metto nello zaino pantaloni, scarpe, beauty, muffole usa e getta per le manopole della moto e quasi tutti i capi d’abbigliamento insieme alle provviste alimentari per il viaggio, lo zaino sta per scoppiare. Libri, parti di ricambio, il resto dell’abbigliamento, sacco a pelo, batterie di scorta e diavolerie elettriche, piccoli regali comprati durante il viaggio finiscono nel borsone, rotolo tenda, materasso e cerata sono fissati all’esterno sulle fettucce.
La piccola piramide va fissata sul posteriore della moto con cinghie di nylon, coperta dalla pettorina protettiva che non ho voglia di indossare su asfalto.
Con una lentezza estenuante si fa l’ora di partire, saluto i ragazzi del bar e del campeggio, mi metto giacca casco e guanti e con andatura rilassata vado verso Port Med. Lungo il viale sinuoso, pieno di aiuole fiorite e lampioni che serpeggia salendo e scendendo dalle colline mi scorrono accanto il palazzo reale, con la recinzione disseminata di guardie annoiate ogni cento metri, ville faraoniche dai sontuosi giardini, donne con carretti che vendono dolciumi, casette sgangherate che contrastano col lusso accanto, costruzioni popolari, aree commerciali sino ad arrivare all’imbocco dell’autostrada che da un lato conduce verso Rabat mentre dall’altro alla costa mediterranea. Mentre sto in sella pigiato dal bagaglio mi crogiolo nella dolce malinconia della fine vacanza che si fonde con l’euforia e la gioia del ritorno a casa, sensazioni contrastanti che ben si accoppiano ai contrasti di questa terra.
Mi fermo a Ksar Sghir, il paesino prima del porto, a riempire il serbatoio, comprare un po’ di pane fresco e un po’ di datteri da portare a casa. E’ l’ultima occasione per aggirarmi nei mercatini eterogenei caratteristici della zona dove si mischiano odori, colori, sapori, ressa di passanti e venditori che non sembrano in competizione tra loro, semplicemente vivono rilassati e se cerchi qualcosa che non hanno te lo trovano da un vicino.
Al porto ancora non c’è ressa, vidimo il biglietto e mentre vado in banca a cambiare i miseri avanzi incrocio un gruppo di ragazzi con moto e auto 4x4 di Merano.
Mi avvio alle procedure di polizia e poi dogana che, essendo solo e in moto, durano un attimo, proseguo verso la nave e arrivato alla postazione dove controllano ai raggi x i mezzi mi fanno sfilare accanto sicuri che non ho clandestini a bordo.
Alla barriera per l’imbarco ho davanti tre moto ceche e polacche, BMW adventure che coi loro bauli sovrastati a plateau di birre e borse mi fanno sembrare a cavallo di un moscerino col bagaglio di uno dei sette nani. Imbarcati i camion tocca al resto del mondo, sistemata la moto le metto un pezzo di legno tra copertone e parafango in modo che l’ammortizzatore non si schiacci e non cada dalla stampella in caso di mare grosso. Come sempre primo in cabina e doccia immediata, per andare subito sul ponte di poppa a mangiare al sole e godermi l’ultimo caldo panorama africano, i monti del Rif, i passeggeri che formicolano sul molo, il traffico di vetture e furgoncini che si imbarcano, come veder scorrere i titoli di coda di un film già visto.

Partenza in orario, i miei compagni di cabina sono tre marocchini che vivono in Italia, uno a Brescia, uno a Palermo e uno a meno di 10 km da casa mia.
Quest’anno i motociclisti sono veramente pochi e la noia del viaggio è mitigata solo dalla lettura e letto tutto dalla tv.

Oggi 85 km moto tot. 3536 km
22/11 GIORNO 32 CAP SPARTEL/TANGERI – BARCELLONA
La mia condanna è che dormo troppo poco e mi resta troppo tempo a disposizione, leggere, scrivere, bighellonare tra i ponti e i bar della nave, imparare a memoria tutti gli oggetti in vendita al free shop e ogni tanto mangiare qualcosa.
Il gruppo di ragazzi italiano non è particolarmente espansivo, parlano solo Ladino tra loro e si sforzano un po’ per scambiare qualche parola nella lingua comune.
Nel tardo pomeriggio scalo a Barcellona e incontro i camperisti Francesi che erano in campeggio con me, mezz’ora di pausa dalla noia.

Il condizionatore rende alcuni locali impraticabili, mi ritiro a cenare in cabina e parlare coi miei vicini di branda, ognuno con la sua storia e i suoi problemi, non troppo diversi dai nostri, trovare un lavoro o riuscire a tenerselo.
Chiudo la giornata in sala cinema, la proiezione appassionante mi narcotizza negli ultimi 20 minuti.
Oggi 0 km moto tot. 3536 km
23/11 GIORNO 33 BARCELLONA – GENOVA – CASA
L’ansia da ritorno cresce, aspetto con ansia l’apertura del bar per farmi un caffè, al telegiornale si respira la paura di Bruxelles blindata dalle autorità per essere la base dei terroristi di Parigi.

Piano piano arriva l’ora di pranzo, dagli oblò si vede la costa coperta da densi strati di nubi nere che non promettono niente di buono. Ormai in Italia un manto di bambagia si adagia sulle cime dei monti ed alcuni pendii sono imbiancati dalla neve, sono un po’ preoccupato, il passo dei Giovi con la neve non mi entusiasmerebbe.

Lo stimato d’arrivo slitta alle 17,30 e un collega scrive che è atterrato a Genova con 36 nodi di vento, ormai è suspence su come sarà il ritorno a casa.
Finalmente è ora di sgomberare la stanza e mi appresto ad una colossale vestizione, superpippo termica, pantaloni da cross e pantaloni 2, maglia termica e pile, giacca windstopper, interno goretex della giacca BMW e giacca enduro sopra tutto, praticamente 3 di ogni cosa. Sposto tutti i bagagli sul ponte in attesa di sbarcare e mi svesto un minimo prima di fondere.
Attirano la mia attenzione un gruppetto di persone con zaino e bastoncini, che scopro essere pellegrini al ritorno dal cammino di Santiago per una via inconsueta.
Finalmente ormeggiati ci fanno scendere in garage, la moto si sfila dal loculo in cui è incastrata e si avvia senza problemi, scendo la rampa e i poliziotti pietosi non mi fanno nemmeno estrarre i documenti, vado a fermarmi all’uscita del porto per sistemarmi e partire. Il tempo è buono, sereno e ventoso, non pare nemmeno troppo freddo, installo con le fascette le muffole provvisorie, finisco di vestirmi, sottocasco tipo mefisto subacqueo, marsupio, zaino, casco e si parte. Il viaggio è tranquillo, almeno non c’è la pioggia dello scorso anno, arrivo a casa con le mani e i piedi surgelati ma contento come una Pasqua, anche quest’anno è stato magnifico.
Oggi 145 km moto tot. 3681 km
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