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Vecchio 06-12-2015, 07:01   #26
amay450
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28/10 GIORNO 7 MOULLAY IDRISS – TANGERI/CAP SPARTEL
Colazione all’ultimo piano della pensione in posizione panoramica, con la collina che ospita la città vecchia di fronte. In attesa che venga servita converso con un gruppo di francesi che è alla fine del viaggio, poi mi rimpinzo e dopo aver organizzato i bagagli saluto il mio simpatico anfitrione che, senza i denti davanti, è una macchietta. Mi arrampico fino al piazzale per caricare la moto e alle 9 sto partendo.

Mi lancio cu una strada che porta al Col di Zagota, dove c’è il benzinaio più vicino, Sidi Kacem e poi la strada è una statale piuttosto noiosa, ma oggi devo fare parecchia strada e preferisco andare un po’ veloce. Incrocio parecchi posti di controllo della polizia (che non considerano i turisti) e qualche radar. Souq el Arba e Ksar el Kbir dove commetto il tragico errore di attraversare il paese alla ricerca di un percorso più corto, c’è il mercato e oltre al rischio di animali e persone in mezzo alla strada ci sono camion e pick up che caricano e scaricano ovunque. Ci vuole una vita a districarsi e la strada secondaria è sterrata per chilometri, fortunatamente una moto ci viaggia senza problemi; raggiungo la litoranea poco a nord di Larache. Salendo verso nord il tempo è peggiorato e riesco a prendere un po’ di pioggia negli ultimi km verso Tangeri, fortunatamente arrivo poco dopo un grande piovasco a giudicare dalle pozzanghere che sembrano laghi. Il cupolino abbondante ha fatto la sua parte, mi ha protetto dal freddo a casa, dall’impatto dell’aria sull’asfalto ed ora dalla pioggia.
Arrivo al camping Achakar, cap Spartel, nel primo pomeriggio col sedere acciaccato.
Estraggo per la prima volta la tenda dal sacco, non sarà molto comoda, viste le microdimensioni, ma per tamponare fino all’arrivo dei miei compagni di viaggio è sufficiente, testo anche i picchetti alu Karrimore con sezione a croce (entrano bene senza stortarsi).
Riesco a far entrare anche i bagagli, prezzo: dormire sull’attenti.

Il cielo schiarisce, così chiudo la giornata con una corsa sulla costa, cena al bar del campeggio e mi imbusto a leggere nel sarcofago.
Oggi 250 km tot. 885 km

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Vecchio 07-12-2015, 06:51   #27
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29/10 GIORNO 8 TANGERI/CAP SPARTEL – RABAT – ROMMANI
Sono le 2 di notte, ho appena appoggiato il libro e spento la pila frontale, quando sento rumori d’auto che manovrano e ad un certo punto un urlo: Ohe Paolò.
Sono arrivati gli amici francesi, esco a fatica dal bozzolo e ci salutiamo in piena notte, baci e abbracci, montano le tende e ci vediamo domattina.
Bernard, Bernie, Patou gli amici di una vita, Otmar il tedesco e Fritz svizzero tedesco che ancora non conosco, spuntano la mattina uno alla volta e finiamo di scambiarci le novità.





Prima colazione da campo, smontiamo le tende, carichiamo la mia moto nel carrello e il convoglio di tre auto e una moto lascia il campeggio.
Prima sosta poco distante a saldare il timone del rimorchio che si è un poco sconocchiato.
Proseguiamo verso sud seguendo stradine secondarie, molto secondarie e molto scassate che mettono alla prova il rimorchio stracarico e il portamoto appoggiato sul gancio di traino del pick-up di Patou.
Gli equipaggi sono assortiti così: Bernard e Otmar su un auto, Bernie solo, Io con Patou e Fritz il solo a fare l’avvicinamento a Marrakech sulla moto, un’Aprilia enduro 550.
Pranziamo poco dopo Asilah, Fritz non è molto loquace, e la sua moto non si avvia a freddo, ogni mattina partenza al traino.
A Larache entriamo in autostrada, che abbandoniamo a Rabat dopo esserci persi nel traffico caotico della tangenziale all’ora di punta. Ormai è sera, ci fermiamo a cena in una bettolaccia ma il pollo speziato alla griglia è buono come anche la tajina di pollo e verdure allo zafferano mangiata a pranzo.

Ci fermiamo a bivaccare a sud di Rommani in una piantagione i eucalipti sul lato della strada, da ora ho una twoseconds della Decathlon che mi ha portato Patou, è un’altra vita, montaggio e smontaggio rapido e spazio in abbondanza.
Oggi 0 km moto tot. 885 km

30/10 GIORNO 9 ROMMANI – Diga MOULLAY YOUSSEF
Questa notte ci ha tenuto compagnia il coro dei cani, abituale nelle zone agricole.
La mattina ci rendiamo conto di non esserci addentrati molto, siamo accanto alla strada.
Colazione e via, sempre verso sud, Oued Zem, pranzo al sacco e un tratto verso ovest, El Kelaa des Srarhna. Il territorio alterna tratti collinari a vallate agricole.
Arriviamo ad accamparci vicino ad un lago artificiale, formato dalla diga Moullay Youssef costituita da un terrapieno vicino al quale ci sono tre enormi costruzioni ad imbuto di cemento armato e danno l’impressione di svolgere la funzione di valvole di troppo pieno dell’invaso. Il panorama è suggestivo, pinete, terra rossa e il lago sotto a noi, siamo alle pendici del Medio Atlante e fa piuttosto fresco, non è stato facile trovare un tratto pianeggiante.



Stiamo mangiando quando dal nulla appare un fantomatico guardiano, non si sa di cosa, risolveremo il problema con una mancia irrisoria.

Anche oggi la giornata è finita, siamo a 75 km da Marrakech.
Oggi 0 km moto tot. 885 km
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Vecchio 08-12-2015, 07:28   #28
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31/10 GIORNO 10 Diga MOULLAY YOUSSEF – MARRAKECH
Questa mattina pioggerella nella pineta, accendere la Kelly Kettle (bollitore a legna) è una sfida, la bruma avvolge i monti e il lago non si vede.
Dopo colazione lasciamo il posto e ci fermiamo ad Ait Ourir a mangiare, è presto ma tanto prima di mezzogiorno è meglio non arrivare in campeggio.
Riesco anche a ricaricare la mia sim marocchina, dovrei essere a posto fino al termine del viaggio.
Il Camping è decisamente fuori dalla città, e come dice il nome, Jardin d’Issil, è un immenso giardino maniacalmente curato, una macchia verde nel bruno circostante.


Parcheggiamo e subito iniziano i lavori di scarico moto, smontaggio ganci di traino dalle auto e organizzazione del bagaglio per partire. Il resto della banda arriva questa sera in aereo e ci raggiunge in taxi.
Dopo tre giorni in auto ho bisogno di muovermi, una corsa, bagno nella piscina bella fredda e finalmente una doccia.

Una birra, sessione di wifi e chiamata a casa.
Ecco arrivare gli altri dopo un lungo ritardo, baci abbracci e cena, per la prima volta quest’anno mangio il cous cous.

Christine, Huguette, Jeanfrancois, Michelle e Viviane ci raccontano le loro disavventure aeree e poi tutti nei bungalows a dormire. Sono con Otmar e Fritz, siamo i singles.
Oggi 0 km moto tot. 885 km


01/11 GIORNO 11 MARRAKECH
Questa notte Otmar ha dato il meglio di sé, ha russato incessantemente, per fortuna non mi lascio turbare, se ho sonno non mi ferma nessuno.
Oggi il cielo è plumbeo e greve, le borse sono pronte e già nei fuoristrada, le moto scalpitano.


Prima di andare a fare colazione inizia la pioggia, un rovescio poderoso che non accenna a smettere o rallentare.



Si decide di aspettare e partire domani, visto che le piste di montagna diventano pericolose con i fiumi carichi d’acqua e le rocce scivolose. Nei momenti in cui la visibilità migliora, l’Atlante mostra li fianchi innevati.
Si decide di fare una visita in centro, Marrakech luccica sotto la pioggia battente, la piazza Jemaa el Fnaa che generalmente brulica di attività e di turisti è tranquilla e semivuota.



Noto una quantità enorme di negozi e bancarelle che vendono elettronica e telefonia, quanto è cambiato dalla prima visita vent’anni fa!
Pranziamo in un ristorantino e poi giriamo la medina, anche qui è cambiato, le guide non sono più così aggressive ed insistenti, si propongono quasi svogliate e mollano al primo rifiuto, e questo non è male.
Rientrati in campeggio sento al telefono Alessandro, mi dice che hanno avuto problemi col tempo nei dintorni di Imilchil, sui passi c’è mezzo metro di neve e qui il parcheggio è una fangaia, si scivola come sul sapone.

Questo ci fa rivedere i piani, invece di puntare verso est sulle montagne più alte decidiamo di fare il giro al contrario e puntare verso sud.
Aperitivo abbondante, cena e sessione di lettura.
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Vecchio 09-12-2015, 07:17   #29
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02/11 GIORNO 12 MARRAKECH – DEMNATE - vicino TOUFRINE
Oggi tempo bello, evviva, anche se sono sveglio dalle 4 e mezza.

Colazione e partenza verso le 10, sosta ad Ain Ourit per riempire i serbatoi delle moto, Fritz sull’Aprilia ha solo 10l e una tanica da 5 dietro, tutte le altre sono Yamaha WR 450f la mia e quella di Patou con 25l, la 2track di Bernard 25, le due iniezione di Jeanfrancois e di Otmar hanno 15 e 12l, ma quest’anno nessun problema, c’è benzina ovunque, ufficiale o di contrabbando dall’Algeria e un paio di taniche sulle auto.

Proseguiamo sull’asfalto fino a Demnate e seguiamo la strada verso Ouarzazate che si inerpica sulle montagne, purtroppo molte delle piste citate nella guida di Gandini nel tempo sono state asfaltate, questa ha l’asfalto piuttosto malridotto con tratti sterrati. Si sale e scende tra panorami aspri fino al Tizi n’Outfi a 2150m qui non c’è neve, la si vede sulle cime intorno, ma fa un freddo discreto, Bernard si è imbustato nella cerata sopra al resto dei vestiti.


Incrociamo un gruppo di fuoristrada Toyota nuovi con targa locale, o sono affittati o sono appassionati locali che si godono i percorsi tormentati tra costoni spogli. Canyon dalle pareti rosse, solcati dai torrenti annegati nel verde surreale della vegetazione, qualche sparuto villaggio di mattoni crudi color rossiccio trapuntato dall’immancabile minareto bianco appare all’improvviso dietro una curva.
Siamo ormai al tramonto e il sole illumina solo le vette di un fianco della valle, creando magici giochi di luce ed ombra. Quasi al buio imbocchiamo una sterrata che tagliando una cresta ci porta a un piccolo agglomerato di case, chiediamo al capo villaggio se possiamo accamparci e, con il suo placet, fiorisce il nostro bivacco.

Sembra di essere al Grande Fratello, al posto delle telecamere ci sono gli occhi indiscreti e senza malizia di bimbi e non solo, che ci osservano armeggiare con cose mai viste o fare gesti conosciuti ma differenti perché filtrati da una diversa cultura. Non si rendono conto che le abitudini comuni a tutte le culture, i bisogni fisiologici sono impegnativi da svolgere sotto gli occhi attenti, soprattutto per le donne. A me tocca una sessione di free climbing per evacuare in solitudine.
Fa un freddo becco, questa sera zuppa calda dalle buste liofilizzate! Per sciogliersi e pasta al pomodoro, a cura dell’italiano, per nutrirsi seriamente. Chiudiamo viziandoci con un dolce (che bello la cambusa sulle auto, è un lusso estremo per il motociclista, che tra l’altro viaggia senza bagaglio).
Adesso tutti in tenda che si gela, faccio onore al mio sacco a pelo, -5°C di temperatura comfort!


Oggi 240 km moto tot. 1125 km

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Vecchio 10-12-2015, 07:43   #30
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03/11 GIORNO 13 vicino TOUFRINE – OUARZAZATE – EL KELAA DES M’GOUNA – vicino IMI N’KEN

La notte passata a 1900m di altitudine ha lasciato un velo di brina sulle alto e sulle moto mentre la porta della tenda è rigida come un cartone a causa dell’umidità del corpo ghiacciata.

Fortunatamente il sole trova subito uno spiraglio tra le vette per riscaldarci.
Un vecchio non troppo a piombo si è accomodato nel nostro campo e sta strepitando da parecchio quando esco dalla tenda, ma è alimentato duracell, non c’è verso di fermarlo.

Colazione sul palcoscenico e via dopo aver impacchettato tutto. Sul fondo della valle si vede un lago, accanto si intuisce Ouarzazate (ad una quarantina di km) in poco tempo il terreno diventa piatto e andiamo a raggiungere la valle del Dades, con le sue mille Kasba, dopo Skoura sale fino ad un colle e ridiscende. Lungo il corso d’acqua si snocciolano le fortificazioni in vari stati di abbandono, ma qualcuna ancora imponente e ben conservata.

Prima di El Kelaa des M’gouna prendiamo una pista a destra che ci porta verso Nekob. Imboccarla è una caccia al tesoro tra mille stradine e oued da attraversare, si sale subito in montagna, pista sassosa e tormentata, si riesce a stento a guardare il panorama.
Un paio di volte siamo costretti a ritornare indietro e cambiare pista per imboccare la valle giusta. Alcuni tratti sono pesantemente scavati dalla pioggia, la pista è veramente ostica, evviva le moto leggere!

La direzione prevalente è il sud, anche se si procede a meandri seguendo le vallate tra torrioni di rccia erosa e arrotondata che a tratti ricorda la Monument Valley in miniatura.
Oggi ho avuto un paio di rogne, cambiando le pile al GPS, mi sono reso conto dopo un po’, ho perso la scheda SD della cartografia. Ritorna indietro e, con sommo culo, riesco a ritrovare il quadretto di plastica grande come l’unghia di un mignolo tra i sassi della pista, peccato che arrivando sul posto la moto comincia a mancare e si spegne. Di bene in meglio! La benzina c’è, deve essere la corrente. Una rapida rivista fili mostra un filo troncato sull’interruttore generale che dà corrente a tutti gli impianti, smonta l’interruttore e lo escludo collegando direttamente i fili, peccato che, con uno zot, fotto il fusibile. Merda, ponte al fusibile con l’alluminio di un blister di aspirina C, adesso si va, torno dal resto del gruppo con Patou che mi ha accompagnato.

Poco dopo è ora di accamparsi, siamo nei dintorni di Imi n’Ken.
Oltre al campo devo rimettere in sesto un po’ meglio la moto, l’interruttore viene sostituito con uno reperito, impermeabilizzato con domopack ripiegato e nastro isolante, il fusibile sostituito e la moto va che è una bellezza.

Questa sera fuoco di bivacco, è la droga dei nostri campi, stai a guardare le fiamme e le braci rapito dalla magia che affascinava l’uomo del neolitico, come quello moderno, guardi il cielo come non puoi fare da noi, sovrastato e schiacciato da una moltitudine di astri e una via lattea che fa chiarore come la luna.
Oggi 290 km moto tot. 1415 km

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Vecchio 11-12-2015, 06:28   #31
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04/11 GIORNO 14 vicino IMI N’KEN-NEKOB-TAZARINE - FOUGANI(TAFRAOUT)
Notte meno fredda, ma purtroppo insonne all’insegna della lettura.
Seguiamo una vallata e ad un certo punto si attraversa l’oued per risalire il fianco del pendio, qui ci perdiamo Jeanfrancois che prende una pista diversa.



Dopo un po’ d’attesa lo vediamo ricomparire, s’è accorto di essere solo. Una trentina di km e siamo sull’asfalto e poi a Nekob, sosta rifornimento e via verso Tazarine, purtroppo qui troviamo asfalto inaspettato. Sosta pranzo in un boschetto d’acacie, adesso l’ombra è piacevole, la temperatura non è più quella di montagna.

7 km dopo Tazarine prendiamo una pista sulla sinistra molto ben segnata che va verso est. Finalmente una pista scorrevole che permette di correre un poco, il vento allineato con la direzione di movimento ci costringe a stare lontani per evitare la polvere.

Arrivati in un villaggio sostiamo un poco per riunirci e al momento di ripartire la moto non ha corrente, è saltato di nuovo il fusibile, ma ora ho la stagnola pronta e lo sistemo a tempo di record. Gli altri sono già andati, con me Patou e JF, ci lanciamo all’inseguimento sulla pista mezzo km a sud del villaggio e procede sempre verso est. Non vediamo nessuno, ma continuiamo a rotta di collo, la pista si fa sempre più sabbiosa, costellata di hotel e campeggi, ci stiamo avvicinando alla zona turistica dell Erg Chebbi.
Finalmente ci ricongiungiamo.
Ci lasciamo sulla sinistra il villaggio di Fougani che su alcune mappe è chiamato Tafraout e puntiamo diretti a sud risalendo il corso dello oued, fino a delle lievi dune contro le falesie di roccia. Questo sarà il campo di oggi, la sabbia è veramente molle, ma ci penseremo domani.
Mentre io sostituisco il fusibile Bernard, che si è rotto le palle della moto che scoppietta e fatica a rimanere accesa, smonta tutto l’impianto idraulico della trazione a due ruote per avere accesso al carburatore e regolare la miscela (quando una stronzata di lavoro ti costringe a ore di monta e smonta...viva le moto semplici!)

Serata bellissima, temperatura perfetta e stellata da premio Oscar.
Oggi 211 km moto tot. 1626 km
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Vecchio 12-12-2015, 08:43   #32
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05/11 GIORNO 15 FOUGANI(TAFRAOUT) - REMLIA - RISSANI - ERFOUD
Come previsto uscire dalla sabbia molle è laborioso, soprattutto per la messa in moto al traino dell’Aprilia di Fritz.
Dopo pochi km ritorniamo a percorrere un terreno pietroso che ci rallenta parecchio.


Nel pomeriggio la pista si fa scorrevole e più divertente, fino a giungere in vista delle dune rosse dell’Erg Chebbi, nei pressi di Taouz. Ci avviciniamo da sud e le attacchiamo sul lato orientale in direzione nord. Si entra in quello che sembra il corso di un fiume di sabbia con le dune che scorrono ai due lati della valletta, cespugli e tamerici sono a tratti abbondanti.
La sabbia è parecchio soffice, bisogna andare senza indugio e la parte centrale del letto sabbioso è letteralmente arato dal traffico di fuoristrada. In auto non credo sia troppo divertente, soprattutto dove i meandri ti costringono a velocità sempre a rischio di insabbiamento. Con la moto è un’altra musica, mi tengo sul pendio di sabbia quasi intonsa alle pendici delle dune, salendoci a volte e facendo curvoni in appoggio col cuore che urla dalla libidine. La valletta sale un poco e a volte si stringe e strozza diventando sinuosa e costringendo a rimanere nelle guide profonde scavate dai mezzi pesanti, qui richiede un po’ più d’esperienza, per non lasciarsi sopraffare dall’ansia e mollare il gas, subito ti si chiude lo sterzo e sei a pelle di leone (ma fa esperienza).
Incrociamo parecchi gruppi di fuoristrada, le moto non si vedono, qui è come un circo, tutti folleggiano nella poca sabbia che questa zona mette a disposizione.
L’area è veramente piccola e in meno di un paio d’ore abbiamo attraversato, ci dirigiamo all’hotel Merzane...lusso sfrenato, non siamo abituati a cotanto splendore.





E’ costruito nello stile degli ksar, con cortile protetto da mura merlate, arco d’ingresso, cortile interno con vasca per i pesci attorniata da palme e dalle strutture abitative. Tutto è rivestito di un impasto di fango e paglia che isola dal calore. Lo gestisce una famiglia francese con un figlio di una dozzina d’anni.
Ci sistemiamo e docciamo quindi birra fresca e contatti col resto del mondo. Ale e Siggy sono diretti a nord, per il tedesco è quasi ora del traghetto.



La zona living è veramente caratteristica, piena di oggetti e quadri della cultura locale, i proprietari sono veramente persone di buon gusto e lo dimostrano anche con la cena, semplice ma particolare, antipastino e brochettes con fagiolini, patatine e insalata.
Ho un po’ di raffreddore, qui le temperature variano parecchio e da sudato il freddo non è un toccasana. Con Fritz e Otmar divido una stanza che pare un campo da calcio, tre letti matrimoniali e due singoli, questa volta i bagagli ci stanno senza problemi.

Oggi 168 km moto tot. 1794 km

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Vecchio 13-12-2015, 08:10   #33
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06/11 GIORNO 16 ERFOUD - BOUTENIB - KSAR TAZOUGART
Questa notte ho dormito più del solito, un letto fa la differenza! Colazione sontuosa, due chiacchiere con i padroni che sono simpatici, rifornimento d’acqua e si parte.
I 400 Diram per la mezza pensione hanno affossato le mie finanze, mentre le donne fanno un po’ di spesa di generi freschi ad Erfoud io assalto un bancomat.

Benzina e lasciamo l’abitato che è caldo e parecchio affollato, poco fuori prendiamo una pista sulla destra che ci porta prima in direzione est e poi verso nord est.

Il fondo è duro e sconnesso, gli shock continui mi spaccano le fascette che fissano i ferri al forcellone, sono costretto ad aggiungerne un paio di volte.
Sosta per il pranzo sulla sponda di uno oued, siamo sempre alla ricerca di un po’ d’ombra.
La pista scorre su lunghe e morbide colline dalla superficie abrasiva per i sassi.
Fritz ha un’avaria al filo frizione che ripara in poco tempo.
Arrivati a Boutnib scopriamo che non c’è benzina, nonostante il paese sia piuttosto grande. Veramente non ci sono distributori, perché il carburante di contrabbando proveniente dall’Algeria si vende praticamente in ogni casa, mi dice candidamente un militare. Temendo di non trovarne più avanti ci rassegnamo a riempire dalle bottiglie di plastica, mettendo un filtro sulla bocca del serbatoio (non si sa mai, il mio serbatoio non ha rubinetti col filtro) e pagando un po’ più del prezzo ufficiale.
Durante la ricerca della benzina ci disperdiamo e rimango solo con Fritz, mentre cerchiamo il gruppo cede la riparazione al filo frizione e lui dà dimostrazione di stoicismo e calma degna di un lama tibetano mentre ripara assillato da una torma di ragazzini appiccicosi e veramente molesti.
Finalmente la moto è sistemata e compaiono gli altri, così possiamo scrollarci di dosso le piattole.
Lasciato l’abitato dopo un po’ d’asfalto scendiamo nel corso del fiume, imbocchiamo la pista e dopo un guado ci accampiamo sotto gli occhi curiosi di un pastore di capre.

Dopo il solito lavoro di preparazione del campo e doccia rustica oggi mi tocca il rammendo, ho un po’ di velcri qua e la che si scuciono, vediamo di rappezzare il mio guardaroba d’epoca.
Solito aperitivo che ci taglia letteralmente le gambe, insalata di pomodoro con cipolla e pasta al sugo rosso con polpettine che mi pare pugliese, mi domando dove l’abbiano trovato questi diabolici francesi.
Oggi non è giornata, le femmine decidono che gli uomini fanno la vessel (insomma tocca lavare le pentole!)

Oggi 151 km moto tot. 1945 km

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Se stavate un pelino più a est vi facevate la pista dei dinosauri... qualche check a ridosso del confine ma i militari son gentili in genere. La Dakar passava spesso di qua...
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Se stavate un pelino più a est vi facevate la pista dei dinosauri... qualche check a ridosso del confine ma i militari son gentili in genere. La Dakar passava spesso di qua...
Avrei dovuto farmela solo, all'inizio sembrava che non ci fosse posto per la mia moto nel carrello, così ho deciso di partire 6 giorni prima e farmi un giro scendendo e facendo proprio questa pista, poi da M'amid rimontare su ouarzazate e Marrakech. Appena prima di partire ho scoperto che Fritz avrebbe viaggiato in moto e il posto per me c'era.
Così mi sono inventato il giro a nord con Ale e Ziggy incontrati in nave.
E' stato molto bello ugualmente, belle persone e bei posti.
Quando viaggi è tutto un regalo, i nuovi incontri sono un arricchimento magnifico(se non sei proprio sfigato, ma in due giorni di nave fai tempo a "pesare" i tuoi "clienti") :-)
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Vecchio 13-12-2015, 14:47   #37
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concordo.. i viaggi a volte regalano perle di questo tipo anche a noi vecchi eremiti e viaggiatori solitari.

Ah... questo era il mio distributore di Boudneib...

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concordo.. i viaggi a volte regalano perle di questo tipo anche a noi vecchi eremiti e viaggiatori solitari.

Ah... questo era il mio distributore di Boudneib...

si ma questo è un professionista!
Il filtro ho dovuto mettercelo io, altrimenti chissà cosa mi imbottigliava!
La parte divertente è stata il pagamento, dopo un consiglio di 4 "tecnici" locali, manco con le dita riuscivamo a capirci.
Abbiamo risolto che gli ho messo una banconota in mano e loro mi hanno dato il resto...una comica, ma sono stati onesti, non mi hanno alleggerito più di tanto.
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Vecchio 13-12-2015, 18:33   #39
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Io mi porto sempre un filtro da carrozziere che fa anche da imbuto....

comunque prova a sentire Guglatech... fa dei filtri da inserire nel serbatoio di tutte le moto. A noi ne manderà due da provare per B4S.
Scusa l'OT.
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Abbi cura del tuo ospite che dio veglierà su di te nel deserto.

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Vecchio 13-12-2015, 21:30   #40
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io mi porto dei tubolari a mo' di preservativo che tengo nel marsupio, non occupano spazio e si infilano sul becco dell'imbuto, certo quello che si infila a bicchiere nella bocca del serbatoio è il più comodo.
L'ho cercato all'ultimo minuto ma non l'ho trovato, grazie della dritta.
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Vecchio 14-12-2015, 06:31   #41
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07/11 GIORNO 17 KSAR TAZOUGART – BENI TADJITE – 5K SUD ANOUAL
Nella notte mi sono trovato un ginocchio umido, sacco a pelo e zaino bagnato e piscina nel catino della tenda. Significa sicuramente camel back forato, sistemo alla meglio perché è piuttosto freddo e ci penserò domattina. Al risveglio ho la conferma, fortunatamente JF ne ha uno di scorta che mi presta, anche se in tutta onestà, quest’anno la temperatura permette di vivere senza camel back.
I pastorelli ci osservano come se fossimo un presepio vivente intento a far colazione, lasciamo il posto cominciando la giornata con un guado e belle foto in un angolo pittoresco.


Risaliamo sulla strada e dopo poco siamo di nuove sulle piste. I punti che abbiamo spesso non combaciano col tracciato, piste rovinate dal maltempo e nuovi tracciati, probabilmente e le bandierine blu del percorso previsto si mischiano alle x gialle dei punti che salvo cammin facendo. Oggi non si vedono assolutamente alberi, la valle sale a perdita d’occhio con una pendenza regolare e il fondo di pietre, qua e là greggi di capre che si nutrono di ciottoli, tre cani si accaniscono ad inseguirmi, sono instancabili, se mi beccano mi spolpano.




Sosta pranzo in un posto decisamente arido, facciamo un incontro inquietante, una lucertola dalla coda grossa e tutta spuntoni.

Nel pomeriggio arriviamo ad un villaggio, Beni Tadjite, che inaspettatamente offre benzina, anzi, ha ben tre distributori, pur essendo piccolissimo con poche anime.
La pista ora si fa più comoda ma molto scavata dall’acqua, piena di fossetti che l’attraversano, bisogna prestare molta attenzione, soprattutto con le auto si rischia di spaccare tutto. Vediamo asini e cammelli bradi che pascolano tra i radi fili d’erba.
Prima del buio ci fermiamo sulla falesia di terra che sovrasta il corso di un fiumiciattolo, bivacco ideale.



Bagno nell’acqua limpida, prima del nostro passaggio, e aperitivo, ci siamo scolati un tre litri di sangria con i salatini.
Dopo cena fuocherello e storie da bivacco e poi tutti a nanna.

Oggi 165 km moto tot. 2110 km

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Vecchio 15-12-2015, 09:19   #42
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08/11 GIORNO 18 5K SUD ANOUAL - MAATARKA – 30 km ovest
La giornata di oggi scorre su piste che seguono valli senz’alberi, probabilmente a causa della quota, ma il fondovalle è spesso ammantato di erbetta un po’ rada di un verde tenero. Incrociamo molti pastori con tende berbere e talvolta con ricoveri di pietra simili alle baite dei nostri monti.

La temperatura è rigida, non si scende mai sotto i 1000 m di altitudine.
Arriviamo in un villaggio di nome Maatarka, ancora benzina dalle bottiglie, il paese è diviso in due parti, una addossata a una cresta di roccia, simile al dorso di un drago, che spunta dal suolo, con minareto, madrasa a cupole, quattro differenti cimiteri a dispetto di un numero di abitazioni veramente esiguo.








L’altra parte del villaggio all’estremità delle rocce, costituita da un caffè, qualche bottega e il terreno del mercato, che oggi pullula di attività, oggetti, animali, commercianti e compratori. Mentre le donne cercano del pane per la cambusa io mi lancio a fotografare questa variopinta giostra dai mille odori e rumori, uno scampolo di umanità che vive gesti da noi ormai dimenticati.

Ci ritroviamo al bar per un the a la mente e ripartiamo. Difficile trovare la pista, ma i nasi da segugi allenati alla fine si lanciano in branco nella giusta direzione.
Sostiamo con l’idea di pranzare, ma veniamo accerchiati da una famiglia con una torma di bambini e, dopo aver donato un po’ di vestiti e scarpe, chiacchierato e fatto delle foto, salutiamo e ci spostiamo qualche km oltre per mangiare.




Nel pomeriggio troviamo un altro villaggio che ci permette di completare i rifornimenti, le piste si fanno incerte come direzione, probabilmente ne hanno cambiato i tracciati, saltiamo un po’ di punti marcati qua e là.

Questa sera il campo è proprio nel letto di uno oued, visto che il tempo è bellissimo arrischiamo. E’ presto, mi ci sta anche una corsa prima del buio, peccato che la pista è tutta in salita fino all’antenna di un ripetitore e poi ritorno in discesa a rotta di collo.
Dopo la sudata e una bella cena la notte sarà sicuramente tranquilla.

Oggi 154 km moto tot. 2264 km
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Vecchio 16-12-2015, 06:27   #43
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09/11 GIORNO 19 30 km ovest MAATARKA – 15 km sud FRIITISSA
Contrariamente alle aspettative questa notte ho letto molto, anziché dormire.
Quando usciamo dalle tende si materializzano sei bambini, probabilmente fratelli, in scala di altezza, con due asini e un cane (non si può essere troppo selettivi sulle amicizie in queste aree poco abitate).


Hanno la loro razione di cibo, dolci e abiti, mentre ci osservano trafficare alla preparazione della colazione.
Si parte, ripercorrendo in un soffio la salita, che non pare gran cosa, corsa ieri sera.
Qui il terreno è piuttosto roccioso e spaccaossa, sono tutti piuttosto provati, complice anche l’età, solo Fritz non fa una piega, con la sua flemma viaggia come un diesel, ogni tanto libera i 70 CV della sua Aprilia in una lunga impennata e poi torna alla quiete.
Alla sosta per pranzo veniamo subito circondati, ci sottraiamo all’imbarazzante osservazione spostandoci qualche km, sulle rive di un invaso artificiale dalle acque rosa.



Un pastore di capre sul suo asino passa a salutarci, solo i suoi cani, spaventosamente magri, rimangono vicino a noi nella speranza di qualche boccone.
Oggi Bernard è in vena di tagli e sperimentazioni, le piste comode non gli piacciono, facciamo dei tagli su terreni veramente sconnessi che non ci fanno avanzare gran che.
Alcuni tratti sono rocciosi, alternati a parti scorrevoli e zone molto scavate dall’acqua.

Dopo una lunga corsa con un pick up toyota, guidato da una sorta di ranger che vuole mostrarci quanto è figo, arriviamo ad un punto di controllo e finalmente ce lo scrolliamo di dosso, era veramente pericoloso.
Percorriamo un tratto asfaltato verso ovest e ci infiliamo in una sterrata per trovare una zona bivacco. La pista è molto tortuosa ed arrampica in piccole vallette, tutte ugualmente scoscese e sassose, trovare un pezzettino in piano dove fermarsi non è cosa da poco, ma alla fine ce la facciamo.

Oggi 166 km moto tot. 2430 km

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Vecchio 17-12-2015, 07:44   #44
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10/11 GIORNO 20 15 km sud FRIITISSA - OUTAT EL HAJ - OUIZEGHT
La mattina discendiamo di nuovo sulla strada asfaltata e continuiamo a ovest, incrociamo un villaggio di quattro case.
Svoltiamo verso sud sulla N15 e subito su una pista che scende parallela, un po’ difficile da seguire perché a tratti è inghiottita dal letto del fiume.

Riprendiamo l’asfalto e ci fermiamo a rifornire ad Outat el Haj, rimpinguiamo la cambusa, bar con wifi e segnale telefonico mi permettono un contatto che da qualche giorno mancava e dopo un the ci rimettiamo in marcia.
La pista attraversa il corso ci parecchi oued, alcuni molto pittoreschi, fino al vecchio forte diroccato di Tiderine, che sovrasta il corso del fiume, guadiamo e ci fermiamo a pranzare in una zona verde come un prato svizzero.

Dopo il relax la pista continua fino ad intercettare una recinzione, probabilmente di un parco, che si estende nel nulla per km e km. La seguiamo verso Ouizhet dove ritroviamo l’asfalto, immerso in enormi oliveti dagli alberi carichi di frutti neri e verdi. C’è grande attività, è il momento della raccolta.
Ci fermiamo per la notte accanto al corso dell’ennesimo fiumiciattolo, uno dei tanti che scendono dalle pendici dell’Ait Serhouchen.




Oggi tagliando alla moto, catena, serraggio viti, filtro aria che sostituisco perché si sta letteralmente sbriciolando, olio motore e finalmente meritato bagno nel fiume.
Questa sera insalatona tonno e pomodori e poi crepes bretoni alla nutella.
Il freddo ci fa scappare in tenda prima del solito, la vita notturna non è il nostro forte.

Oggi 150 km moto tot. 2580 km

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Vecchio 17-12-2015, 08:33   #45
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Complimenti, un bellissimo tour. Molto belle le foto!
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Vecchio 17-12-2015, 11:58   #46
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Complimenti, un bellissimo tour. Molto belle le foto!
Grazie 1000, il giro bello, le foto non come mi piacerebbe, quest'anno facevo un po' fatica a tirare fuori la macchina per scattare, nella sabbia andavo e andavo senza fare una foto
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Vecchio 18-12-2015, 04:18   #47
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11/11 GIORNO 21 OUIZEGHT - AMERSID - MIDELT
Questa mattina ci viziamo con pane grigliato a colazione, mentre i dolori di schiena e la sciatica di Otmar peggiorano. E’ veramente malconcio, infatti ha deciso che non finirà il giro con noi, a Midelt troverà il modo di farsi portare a Marrakech ed aspettarci là.
Dopo un po’ di km d’asfalto imbocchiamo una pista che arrampica sui monti, ma dopo un piccolo progresso, tra passaggi piuttosto enduristici, le auto devono rinunciare, non si passa, l’acqua ha scavato pesantemente, ci sono strettoie impraticabili e gradini enormi.
Perdiamo inutilmente un sacco di tempo e Otmar patisce molto, anche se non si lamenta mai.

Optiamo per un pistone molto liscio che porta a Midelt, intercettiamo la N13 e prima di arrivare in paese aspettiamo Patou che non arriva, scopriamo poi che ha bucato la ruota posteriore e cambiato la camera.
Pranziamo direttamente al ristorante dell’area di servizio dove siamo, una tajina e via.
Prima tappa l’ospedale, Otmar torna dalla visita vistosamente claudicante con una radiografia che mostra due vertebre troppo vicine e altre pillole di prescrizione, oltre a un foro nelle chiappe da intramuscolo antidolorifico.
Seconda tappa il camping municipale che è proprio accanto.
Oggi è una giornataccia, mentre prepariamo il campo e Otmar stravolto si sdraia sulla brandina, la moto di Fritz casca dal cavalletto e si buca un radiatore. Smonta tutto e sigilla col metallo bicomponente, rimonta e rimette il liquido. Per fortuna la riparazione tiene.
Giro al souq dove facciamo un po’ di spesa per la cena. Otmar resta a dormire e non assaggia il pollo allo spiedo. Fa veramente freddo, ci si rintana volentieri in tenda a leggere.

Oggi 136 km moto tot. 2716 km
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Vecchio 19-12-2015, 05:18   #48
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12/11 GIORNO 22 MIDELT – IMILCHIL
Sveglia ghiacciata in campeggio, temperatura -1°C, la tenda è tutta coperta da un velo di ghiaccio.


Questa mattina Otmar è veramente in condizioni pessime, piegato e zoppicante con gli occhi gonfi come un pugile, ma stoico non fa una piega. Tramite il gestore del campeggio troviamo un furgone con autista che lo porterà al campeggio di Marrakech ad aspettarci. Gli smontiamo tutte le cose, prepariamo il bagaglio, svuotiamo il serbatoio della moto e la imbarchiamo sul mercedes d’epoca. Con un piccolo aiuto anche Otmar s’imbarca e ci guarda con aria sofferente mentre lo salutiamo alla partenza. Fortunatamente si è convinto, così non avrebbe potuto continuare.
Smontato tutto ed asciugate le tende al sole si riparte alla volta di Imilchil. Ripercorriamo la strada di ieri fino al distributore e ancora un tratto d’asfalto, fino al passo Tizi n-Talremt a 1900 m, mi sono vestito troppo e con le ascelle strizzate e la circolazione bloccata ho le mani formicolanti.




Quella che doveva essere la nostra pista è una stradina asfaltata che corre verso ovest in una valle pittoresca dai pendii bruni e pietrosi venati da linee sinuose e parallele degli strati di roccia, curvati e ripiegati dai capricci geologici del pianeta. A contrasto il fondovalle dai verdi brillanti, complice l’aria pura e cristallina, pioppi cipressini qua e là negli orti e sulle rive del torrente, alberi da frutta e coltivazioni si arrampicano sui pendii terrazzati, e poi l’uomo, che lavora con la tecnica poco invasiva di secoli fa. Gli uomini guidano l’aratro (a volte anche col fusto di legno) trainato da asini, cavalli o buoi, le donne che trasportano legna o fieno a volte con l’aiuto di un paziente somarello, a volte con un carico impressionante sulla schiena o sul capo, circondate da bambini che fanno la loro parte come personcine mature che ti arrivano alla cintura dei pantaloni e ti scrutano coi loro occhioni bruni e maturi. E’ un tuffo in un’altra epoca, tra gente semplice e cordiale in un panorama superbo, costellato da una teoria di villaggi di mattoni a crudo, alcuni murati testimoni di antiche battaglie per la sopravvivenza. Frotte di bambini ci sciamano attorno alla ricerca dei soliti bon-bon e stilò, uomini cordiali e donne timide e riservate nel loro abbigliamento multicolore stratificato che pare comprendere tutto il guardaroba.


Qualche tratto ancora sterrato ci permette di divertirci un po’.
Pranziamo sul corso del fiume, tra i ciottoli del greto, unico posto piano di dimensioni accettabili. Christine ha problemi di stomaco da stamani, e non è la sola, probabilmente l’insalata di ieri a pranzo ci ha castigati.
Dopo aver svalicato a 2400 m nei pressi del Jebel Aderdouz la strada scende dolcemente di un centinaio di metri verso Imilchil.



Ci fermiamo in un alberghetto, l’Hotel Avenir, già provato in precedenza. Piazziamo le moto sotto la terrazza e le auto di fronte, scarichiamo e ci gratifichiamo con una bella doccia, qui l’acqua non manca. Ci prepariamo la cena che consumiamo nella sala comune al piano terra e riusciamo a restare a raccontarcela più a lungo del solito, non essendo sotto il ghiacciato cielo stellato.

Oggi 215 km moto tot. 2931 km

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Vecchio 19-12-2015, 05:59   #49
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Bravo! Tutto molto bello e avvincente, visto anche il blog..
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Vecchio 20-12-2015, 09:00   #50
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13/11 GIORNO 23 IMILCHIL – LAGHI – ANERGUI – LA CATHEDRAL
Passare la notte al coperto è stata un’ideona, questa mattina un dito di ghiaccio copriva ogni cosa, dai vetri della finestra alle automobili, croccanti come bomboloni coperti di zucchero, le moto al coperto si sono salvate e bisogna dire che anche le stanze, senza riscaldamento, erano sopportabili grazie alle coperte.




Colazione e via al mercato, che è una strana mescolanza di genti diverse, probabilmente affluiscono per le compere da tutto il circondario di valli e monti, chi a cavallo, chi con una carovana di asini, chi a piedi, grande folla multicolore, animali ovunque, mezzi di trasporto vecchi e scassati all’inverosimile, pitturati di mille colori, insomma una festa per gli occhi e per la macchina fotografica che lavora senza posa rubando scatti di nascosto, senza mirare, a tutto, gente , mercanzie, persone ed animali.












A metà mattina lasciamo l’albergo, il padrone ha voluto assolutamente che stabilissimo noi il prezzo, da commerciante navigato sapeva che, essendo abituati a misure diverse, non lo avremmo deluso.

Tutti soddisfatti salutiamo e partiamo in una temperatura migliorata dal sole, prima saliamo ai due laghi ad est del paese, il primo con un minimo di attività turistiche e più pittoresco, più selvaggio e isolato il secondo dove incontriamo un gruppetto di pastori che lanciano sassi a distanze impressionanti con una frombola che fischia ruotando e schiocca come una frusta al lancio. Qualcuno vuole provare a cimentarsi nel lancio, con grande rischio per tutti, compresi i pastori che prudentemente si allontanavano ridendo.
Ritorniamo sui nostri passi e ci dirigiamo ad ovest versoTassent, di nuovo su asfalto che sale e scende senza posa ubriacandoti di curve, reso pericoloso da un bello strato di ghiaino che ti fa pattinare costantemente.

Contorniamo il Jebel Mourik fino ad Amergui dove imbocchiamo quella che sarà la pista più bella e suggestiva del viaggio.
Si snoda sul fondo di una valletta piccola e stretta come un canyon, dalle pareti di roccia rosso marrone a strapiombo, costellate di boschi, pini solitari vecchie contorti, alberi giganteschi e ghiaioni franati dalle pendici. La pista costeggia il torrente salendo e scendendo per evitare gli ostacoli, sassoni piombati da chissà dove grandi come case, gole strette senza spazio, torrenti laterali che spazzano tutto, enormi tronchi caduti di cedro. Il torrente scorre a volte quieto sulla ghiaia e a volte impetuoso tra pareti di roccia che lo strozzano, sovrastate da ponticelli improbabili di tronchi, mattoni, cemento e assicelle, ma la cosa più suggestiva è l’incontro con un branco di scimmie che pascolano tranquille nel bosco e si ritraggono timidamente prima di poterle fotografare, dei macachi, che avvistiamo un paio di volte ancora.



La pista è in buone condizioni, ma pare trattata da poco, probabilmente il fondo è variabile in funzione delle piogge, e dopo una bella scarrozzata usciamo dalla valle ormai all’imbrunire e andiamo ad accamparci nei pressi di una segheria abbandonata all'ombra della Cathedral, un'imponente massiccio roccioso.

Quando abbiamo montato tutto il campo arriva una megera circondata da bambini che abita poco distante e vuole cacciarci (è la prima persona sgradevole incontrata quest’anno), le proviamo tutte, compreso offrirle dei soldi, ma alla fine cediamo, al buio riimpacchettiamo tutto e ci spostiamo. Trovare un posto adeguato di notte non è facile, infatti ci dobbiamo accontentare, siamo vicini alla zona di costruzione di un ponte e la pompa diesel che svuota l’acqua da una gettata ci allieta fino al mattino.
Questa era una serata italiana e prima di muoverci avevo già tagliato la pancetta per la carbonara. Poco male, abbiamo continuato nel nuovo campo tra gli alberi e la mia pasta è stata all’altezza degli affamati compagni di viaggio.

Oggi 134 km moto tot. 3065 km

Questa tappa ha una grande quantità di foto sul blog:

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