Due pacate parole da chi ha visto per davvero i Silver Vase contendersi i primati di paese con le KTM dell'epoca...
...ed i trofei più ambiti (la biondina con i Rayban a specchio e l'Aspes Yuma 25 che dava la polvere a tutti...)
Eravamo a metà anni '70, e le KTM spadroneggiavano sulle stradine tortuose e ripide della frastagliata Costa Ligure (altro che Costiera Amalfitana!)
Il ronzio si sentiva da lontano, poi diventava un rombo acuto, aggressivo, poi ti rendevi conto che erano due, tre, appiccicati l'uno all'altro, le gomme tassellate che si aggrappavano con disperazione a quel poco di asfalto che riuscivano a mordere, i carboratori da 28 che trangugiavano super 98RON con l'avidità di un vampiro, le marmitte ad espansione (rigorosamente senza il barilotto silenziatore) che sputavano le loro nuvole azzurre che sapevano inconfondibilmente di ricino...
A confronto, uno sciame di calabroni incazzati non metteva altrettanta soggezione...
Sbucano dallo stradino che scende dall'uliveto, una, due, tre, sempre le stesse, un "K", un "S", e dietro la Gilera Elmeca del solito tizio del paese a fianco che ci prova sempre e non ci riesce mai... proprio non ha il "manico" dei primi due...
Giù per il viottolo rotto, una mulattiera tra i campi, giù a rotta di collo fino a dove intercetta la provinciale che si arrampica tortuosa su per la scogliera, si attraversa senza nemmeno chiedersi se non stia arrivando qualcuno, e giù a capofitto per l'acciottolato che si snoda, lungo la antica villa della Baronessa Orczy, lungo il Sanatorio della Santa Giuliana, sotto il mio balcone (sigh!) e giù ancora fino al mare.
Quello del Gilera Elmeca ha un lampo di genio, frena, derapa con il posteriore bloccato, scende una scalinata che gli permette di guadagnare quel tantino che si para in testa davanti agli altri due che si erano fatti il tornantino "della Stazione CC", e apre tutto per imboccare per primo la galleria...
Il "K" dietro si incazza, ci dà dentro che lo vedi che se l'è presa, "quello ha barato" pensa digrignando i denti...
Dietro, l'"S" deve aver intuito qualcosa, rallenta... torna sui suoi passi, si ferma.
Giù, pericolosa, mai nemmeno provata, una lunga scalinata che porta direttamente al mare, a poche centinaia di metri dalla Rotonda che fa da traguardo.
Sono sette rampe di scalini rotti ed irregolari intervallati da altrettanti piccoli "pianerottoli" ove si aprono i cancelletti delle terrazze coltivate.
Ingrana la prima, si avvicina, guarda gli altri che ormai hanno imboccato la galleria, si sente il rombo dei due che echeggia e riverbera all'uscita.
"O la va o la spacca" Timido, si cala, non si butta ma si "propone" alla prima rampa, il ruotone da 21" che si mastica i gradini uno ad uno, il posteriore troppo scarico che rimbalza.
"Lui" sembra capire, tira il sedere all'indietro come ha visto fare su Motosprint, la moto scende guadagnando velocità senza alcuna possibilità di controllo, ormai vola sui gradini, li accarezza, non li sente più.
La scalinata ormai sembra una sorta di ruvido velluto che è già finita, giusto tre metri per una frenata da panico prima di immettersi nella provinciale, davanti alla Farmacia, scoda su un vecchio giornale, accellera, sgrana le marce, ...
Davanti... non c'è nessuno ! Possibile siano già arrivati ?
Accenna uno sguardo dietro, le vede appaiati, gomiti larghi per contendersi l'ultimo centimetro, testa bassa sul manubrio, tentando di impedire all'altro di guadagnare anche solo un km di velocità...
"Ce l'ho fatta!" pensa incredulo, e si lancia euforico per l'ultimo tratto, davanti al Comune, fino al mare, fino alla Rotonda.
Quel giorno, ha vinto l'"S". Senza fiato, ma ha vinto lui.
Nessuno, prima di lui, aveva mai osato affrontare la scalinata "della Farmacia", e nessuno, dopo di lui, vi riuscì mai.
Il vecchio FIAT 238 della Pubblica Assistenza, invece, cominiò a fare gli straordinari...
Lerici, primavera della metà degli anni '70.
