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| Da Walwal il Forum originario dove si parla di argomenti che riguardano il mondo Motociclistico e di argomenti correlati , la politica e gli OT sono banditi.
Il Bar è intitolato al nostro caro amico Walter. |
13-02-2007, 14:20
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#1
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Mukkista doc
Registrato dal: 27 Jun 2005
ubicazione: Tortona
Messaggi: 2.041
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Purtroppo e' successo a tutti noi...sali in moto e riparti!
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R1200GS LC+KTM1290ADV S
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13-02-2007, 19:40
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#2
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Mukkista doc
Registrato dal: 22 Jul 2002
ubicazione: Como
Messaggi: 7.861
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Muovere il ferito è meglio di no ma senza arrivare al paradosso, se uno ha la moto sopra è meglio toglierla, vabbè che la amiamo ma di solito non è un piacere e scotta pure! Attenzione al genio che accende la sigaretta
Capita, mica potevi telefonargli, si trema per un po' poi passa
Come dice lor "tutti imbecilli fino a prova contraria" e spesso è vero!
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Suzuki V-Strom--> R1200R mah
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13-02-2007, 20:34
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#3
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Mukkista doc
Registrato dal: 06 Oct 2003
ubicazione: Curva Nord (Mi)
Messaggi: 10.546
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ci vuole tanta prudenza, il resto lo fa il destino...ma alla moto non rinuncerei per niente al mondo
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Da 141.164 km sulla mukka R1150R ! La leggenda di Becco d'Anatra
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13-02-2007, 22:51
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#4
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Mukkista doc
Registrato dal: 20 Apr 2005
ubicazione: Das Grüne Herz Italiens
Messaggi: 5.647
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Grazie per questo tuo sfogo sul forum.
Penso sia utile a noi tutti.
Se, come spero, avrai occasione di incontrare quel ragazzo, salutacelo.
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=R1200GS Adv Rallye & R NineT=
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14-02-2007, 00:36
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#5
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Pivello Mukkista
Registrato dal: 08 Feb 2007
ubicazione: Lugano
Messaggi: 96
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Una cosa molto importante é parlarne con le persone piu' vicine per poter scaricare tutte le tensioni che hai accumulato, il parlarne sicuramente aiuta.
Risali in sella.
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se ti piace piegare nei passi usa la muKKa. un lamp
R1100GS 1996
R1150GSA 2003
R1200GSA 2013
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16-02-2007, 18:03
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#6
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Mukkista doc
Registrato dal: 09 May 2006
ubicazione: BORGO S. DONNINO
Messaggi: 2.978
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Mi unisco al coro dei "è successo anche a me" nel mio caso l'amico in questione l'avevo praticamente iniziato io alla moto ed inoltre quando ha fatto l'incidente (solita auto che taglia la strada senza freccia) stava venedo a casa mia.
3 giorni di coma poi il risveglio, 3 giorni a sentirti una merda e a chiedere continuamente notizie alla moglie ed ai figli, 3 giorni che non pensi alla moto ma all'amico nel letto, fermo ed immobile, gonfio come un pallone, poi dopo il risveglio le tue stesse emozioni, vendo tutto e non ne voglio + sapere.
La paura negli occhi di mia moglie vedendomi uscire in moto il primo giro successivo all'incidente dell'amico con l'angoscia che possa succedere anche a me mi fanno stare ancora + male.
Poi la razionalità piano piano riprende il sopravvento sull'emozione e l'istinto, e capisci che nella vita può succederti qualsiasi cosa in qualsiasi momento e non esiste riparo od ombrello che tenga.
Il libro della nostra esistenza è già scritto, moto o non moto che sia, quindi tanto vale non pensarci e guardare avanti.
IMHO
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BMW 1100 GS BMW K 75 T
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17-02-2007, 13:19
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#7
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Mukkista
Registrato dal: 13 Oct 2002
ubicazione: venezia Terraferma
Messaggi: 807
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Caro DaveR ti capisco benissimo ,
a settembre 2006 è capitato anche a me ,
stavo rincasando da Jesolo dopo aver fatto una scorta tecnica ai ciclisti ,
e a fine della Jesolana a Caposile ho trovato un incidente tra una Monster e un SUV di turisti tedeschi . La Monster ha tentato il sorpasso mentre il SUV girava a sx per andare a fare benzina.
Era già arrivata la prima ambulanza e il ragazzo aveva una flebo per braccio.
La ragazza era 20metri più in là stesa a terra che si lamentava .
Visto che nessuno si fermava a coordinare un po il traffico mi son fermato io fino all'arrivo dei carabinieri e della seconda ambulanza .
il tutto mi sembrava normale finchè non mi sono messo a fissare la moto e la ragazza che a terra urlava dai dolori e li sono entrato in trance finche un'infermiera della 2 ambulanza non mi perso per un braccio e mi ha chiesto se stavo bene dicendomi che era gia da un po che era li davanti a me .
Quando è arrivato l'elicottero per portare via il ragazzo che era fratturato da per tutto mi era venuta voglia di vendere la moto e arrivato a casa non l'ho più toccata per una settimana .
Poi ho iniziato a uscire in moto con molta più calma e adesso ad ogni sorpasso lampeggio e suono il clacson per far vedere che stò facendo una manovra e per vedere se mi hanno visto .
Purtroppo gli automobilisti che non hanno la moto spesso si dimenticano che ci siamo anche noi e fanno manovre azzardate con troppa legerezza ma a volte anche noi motociclisti osiamo troppo .
ciao claudio
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Socio dell'ELIKAETILIKA
Vincitori Rally di Assisi 2005 - '06 - '07 - '08 - '09 -'10 -'11
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17-02-2007, 15:50
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#8
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Guest
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poissiamo e dobbiamo fare in modo di non arrivare al nostro appuntamento in anticipo
Vediamo solo di non arrivare in anticipo all'appuntamento...
Oddone incontrò la Morte in un gelido e soleggiato sabato di gennaio.
Proprio in uno di quei giorni, così rari durante gli inverni padani, nei quali la nebbia sembra uno spauracchio fantastico, irreale, scacciato da un sole sfolgorante. E quel sole si specchia negli infiniti brillanti di brina che ricoprono come un tappeto campagne e sempreverdi. Uno di quei rari giorni in cui spira il vento gelato che ha ripulito l'aria rendendola cristallina al punto che da Milano sembra di poter allungare la mano e di poter toccare tutto l'arco della Prealpi e delle Alpi coperte di neve.
E' il giorno in cui i motociclisti che non hanno messo in letargo la propria compagna a due ruote non riescono a resistere all'irrefrenabile desiderio di far cantare il motore e di correre sulle strade. Andare, partire, lanciarsi e scivolare in quel nitore in compagnia del vento, verso nord, con le montagne e la neve negli occhi, con qualche eccitante lama di gelo a filtrare negli indumenti pesanti, o ad infiltrarsi dal bordo della visiera pur chiusa, o nel buco del guanto pesante. Ma con la virile smorfia di un sorriso goduto poderosamente scolpita sul grugno da duro biker. Ehi! Basta un'ora, due, e si ritorna rigenerati e vaccinati contro altre settimane di nebbia, neve o pioggia. In pace con se stessi e con il mondo.
Oddone fece " pinpincavalin " per scegliere tra la Yamaha FZR 1000 e l'Harley Electra Glide, entrambe coperte da assicurazione in quel periodo. Vinse la Yamaha, ma lui ci pensò su un po' e decise per una cavalcata custom, lenta e ponderata, per godersi il paesaggio senza doversi troppo concentrare sulla guida e su una esagerata attenzione per eventuali tratti di strada ghiacciati. Inoltre avrebbe molto gradito, vista la temperatura nana, il buon riparo del largo parabrezza dell'Harley.
Scaldò bene il motore e partì alle undici del mattino, prendendo la provinciale verso Trezzo d'Adda. Era ben imbottito, come se avesse dovuto andare a sciare, e non sentiva minimamente freddo.
Andava e motociclettava di gusto.
Si sentì gelare quando La incontrò...Ad un incrocio.
Lì in mezzo al maledetto incrocio con i suoi stupidi ed inutili semafori c'era la maledetta automobile messa di traverso, con la fiancata sfondata. E per terra frammenti di vetro e di plastica ed i pezzi della motocicletta che giaceva distrutta metri più in là. E poi i segni di una impossibile frenata, e quelli di un impatto e di una strisciata sull'asfalto.
Oddone si sentì stringere il cuore come in una morsa, quando vide sul ciglio della strada il corpo coperto dal plaid colorato. Una coperta corta, dalla quale spuntavano due stivaletti neri.
Non vide la gente che si assiepava commentando sottovoce. Vide "Lei", che osservava la forma nascosta sotto la coperta standosene immobile e silenziosa e tenendo piegato il capo nascosto dal cappuccio. Non c'era emozione in quello stare lì, in quell'essere presente. Lei era la Morte. Professionale, distaccata, fredda.
Lentamente Oddone attraversò l'incrocio, evitando i rottami che giacevano a terra e cercando di non guardare nè il morto, nè gli spettatori che guardavano lui che passava con l'Harley, nè la moto che giaceva a terra, per non essere tentato di volerne riconoscere marca e modello, nonostante la distruzione.
Lo spaventava pensare all'elegante e potente moto sportiva che quel miserevole rottame era stato soltanto pochi minuti prima.
La sirena echeggiò alle sue spalle mentre si stava allontanando. Sirena di che, al diavolo! Polizia, inutile ambulanza? Ormai era fatta... era tutto finito. Il solito automobilista con la testa nelle nuvole, che svolta senza guardare, o frena di colpo, o apre la portiera o... o... o! Cento modi per fracassare testa ed ossa a noi che stiamo sulle moto!
Oddone guidava a bassa velocità, sconvolto da ciò che aveva dovuto vedere. La giornata era diventata intollerabilmente fredda, il piacere della guida invernale si era dissolto, il sole e le montagne coperte di neve sembravano appartenere ad un orizzonte che non era più il suo.
Pregò brevemente per quell'uomo, che era stato un motociclista come era lui, fratello in quella passione travolgente che porta a cavalcare quei meravigliosi cavalli d'acciaio, tanto splendidi quanto vulnerabili, tanto esaltanti quanto pericolosi.
Poi, all'improvviso, Oddone si rese conto di non essere solo, a cavallo della sua Electra Glide. Non riuscì a continuare nel suo vagabondare. Dovette fermarsi su uno spiazzo sterrato vicino ad un prato dall'erba secca coperta di brina. Scese di sella e tolse il casco. Non capì se la causa del brivido gelido che gli scivolò lungo le membra fosse il venticello teso che spirava da nord, oppure la figura incappucciata di nero che sedeva sul sellone posteriore dell'Harley, appoggiandosi rilassata all'alto schienale.
- Mi piace, la tua moto... - disse la Morte, ed aveva la voce dolce e profonda di una bella donna.
Una bella donna sulla quale il Tempo non avesse potere alcuno. Una donna placida, matura, sicura del suo fascino e capace di trasmettere tutto ciò attraverso la sua voce.
Niente roba rantolante, parole secche come il crepitare d'ossa, o sussurri malefici. Tutt'altro: una cosa ammaliante.
- Una grande Harley tutta nera e cromata, con un motore come un grande cuore pulsante. Mi si addice, non trovi? - il cappuccio della Signora in Nero si mosse lentamente, come se lei stesse gustando la vista della moto sulla quale stava seduta.
Oddone se ne stava zitto, con il casco tra le mani.
- Spero di non averti spaventato... quando ti ho visto passare su questo splendore non ho saputo resistere alla tentazione di venire a fare un giretto con te. Il mio lavoro l'avevo finito, ormai, ed avevo ed ho un po' di tempo prima del prossimo appuntamento. -
- Ha fatto bene. - dichiarò Oddone, e si sentì molto stupido, sia perchè si era rivolto alla Morte dandole educatamente del "lei", sia perchè era convinto che le sue parole fossero suonate, come dire? un tantino false.
Il cappuccio della Signora vibrò leggermente, proprio come se lei stesse ridendo.
- Grazie. - disse poi. - La tua moto è anche molto comoda. L'hai chiamata Augusta, no? Bel nome. Dà la giusta idea. -
Oddone non sapeva cosa dire. Quello che gli stava succedendo non era vero, non poteva esserlo. Doveva avere preso un colpo di freddo. Forse una cosa grave, per procurargli una simile allucinazione...
- Beh, se è grave, non lo è al punto da richiedere la mia presenza. - disse la Morte. - Ho ancora un po' di tempo libero, ma se ti spavento posso andarmene subito, se vuoi. -
- Non sono proprio a mio agio, per la verità. -
- Anche se sai che non sono qui per te? -
- Beh, insomma, questo mi tranquillizza un po'. - ammise Oddone, e poi corrugò la fronte cullando un pensiero sgradevole.
- Ti stai chiedendo quanto tempo dovrà passare prima che il nostro appuntamento diventi una realtà compiuta... -
- Lei sa leggere nel pensiero? -
- Puoi darmi del tu. Mi hai portato a spasso sulla tua moto, no? -
- Sai leggere nel pensiero? -
- Che importanza ha? Secondo te un motociclista che ne vede un altro morto in mezzo alla strada riesce a non pensare "Chissà quando toccherà a me?" -
- No, certo. - ammise Oddone.
- Vedi? Non occorre leggerti nel pensiero per sapere che stai pensando se anche a te toccherà incontrarmi in quel modo, o su un'automobile, piuttosto che in un letto... Certo preferiresti che non capitasse con la moto, forse per non dover distruggere uno dei tuoi sette gioielli a due ruote. -
- E' proprio così... Però io detesto la psico-logica. Chi la conosce mi può leggere dentro come in un libro aperto. -
- Su, non te la prendere... E' solo che hai paura delle tue paure. Ed io mi sento di fare qualcosa per te, per ricambiare il piacere che mi hai dato portandomi in moto con te. Vorrei aiutarti ad esorcizzarle, le tue paure. Raccontale a me ed a te stesso, e vedrai che starai meglio. Parlami prima di tutte le cose brutte, e poi lascia che la luce del sole le sbiadisca, intanto che parliamo di tutte le sensazioni meravigliose che le motociclette sanno dare. Alla fine me ne potrò andare... Pensa! Potrai anche fare un paragone fra l'emozione che hai provato ad avere ME seduta sulla tua moto, alle tue spalle, e quella che ti dà una donna con grandi seni morbidi appoggiati contro la tua schiena... -
" Chissà se anche la Morte ha le..." cominciò a pensare Oddone.
- Non essere irrispettoso! - lo rimproverò bonariamente la Morte, e lui si convinse che Lei poteva davvero leggere nel pensiero.
- Dimmi perchè hai sette moto. - sussurrò la Signora, ed Oddone le spiegò:
- Tante me ne sono piaciute, e tante ho avuto la fortuna di potermi permettere di possedere. -
- Dispari di numero... perchè così, se ne distruggerai una incontrandomi, ne resteranno sempre tre per uno per ciascuno dei tuoi figli. -
- E' così. - confessò Oddone, e la prima delle sue paure, quella più grande e potente, uscì fuori.
- La vedo. - disse la Morte. - Vedo la paura per la vita dei tuoi figli... vedo che vorresti poter sfogare la tua passione per le moto più ancora di quanto tu non faccia, e regalare la passione ai tuoi figli come qualcosa di prezioso. Ma vedo che ti odi per questo, perchè temi di dar loro qualcosa che metta in pericolo la loro vita... -
- Arrivo a desiderare che invece di amare le moto quanto le amo io , arrivino ad odiarle proprio in contrapposizione al mio modo di vivere questa passione... e ne sfuggano per sempre i pericoli che ne costituiscono il prezzo. -
- Puoi sempre sperarlo. Puoi sperare che non sentano il richiamo di questa eccitante forma di libertà... Il richiamo dell'andare e dell'andare e dell'andare senza fermarsi... -
- E dei colori e dei profumi, e del caldo e del freddo, e del vento che ti stuzzica o ti rinfresca... Che è lo stesso vento che ora ti accarezza ed ora ti strapazza... che ora ti accompagna ed ora ti perseguita, mentre corri le strade. -
- Sì. Questo e molto altro ancora, che tu conosci. C'è sempre quel prezzo da pagare, che tu conosci... E c'è la paura... Dammene un'altra, delle tue paure! -
- Basta così poco! Un attimo di distrazione. Mio o di chiunque altro... ed arrivi tu. -
- Non è soltanto questo, il prezzo. Non lasciare che le paure restino annidate dentro di te... c'è un prezzo anche più alto. -
- Ma tutto è già scritto? E' inutile lottare, risparmiarsi, essere prudenti? Il nostro appuntamento con te è già fissato, è ineluttabile? Oppure è in nostro potere rimandare l'incontro ad un momento più lontano? - chiese Oddone accoratamente, cercando una risposta che fosse una via d'uscita dal castello di dubbi nel quale a volte si accorgeva di essere rinchiuso.
- Hai troppo ben presente la favola del soldato di Samarcanda! Puoi immaginare quanto io ami una ipotesi tanto suggestiva ed arguta, ma non è così: io arrivo quando è giunto il momento, mai prima! Siete voi uomini che a volte, comportandovi da pazzi, arrivate in anticipo agli appuntamenti, mettendomi fretta e costringendomi a correre. Non è cosa ch'io ami, ma non posso farne a meno. Devo essere sempre dove è richiesta la mia presenza... Tu lo sai, tutti lo sanno: è ineluttabile, tu l'hai detto. -
- Ma sta scritto? -
La Morte allargò le braccia, e sembrò stringersi nelle spalle.
- Sta scritto che io arrivi SEMPRE, non QUANDO io debba arrivare. Però sta scritto ch'io arrivi quando DEVO arrivare. -
- Non capisco. -
- Se sali su una moto da cento cavalli, la lanci alla massima velocità e chiudi gli occhi per venti secondi, stava scritto che tu lo facessi? Stava scritto che io e te avessimo un appuntamento in quel momento? -
- No. -
- Ma se tu fai questo, tu mi dai un appuntamento. E se sta scritto che devo essere presente, io devo essere presente. -
- Chi scrive se devi essere presente? -
- Se fosse scritto che l'uomo debba saperlo, tu lo sapresti già, non credi? -
- Detesto la logica, quando mi si rivolta contro come un serpente! Morde. Fa male. Lascia brutte cicatrici. -
- Su, non fare così... Nulla è scritto "da sempre", altrimenti non esisterebbe la libertà; per contro, nulla è che non venga scritto, o lentamente nel tempo o d'improvviso. Non ha importanza che ciò avvenga in seguito ad un atto di volontà di uno o di altri, oppure in seguito ad una casualità. Non ha importanza quanto di totalmente assoluto sia nella casualità, o quanto parziale o marginale sia la casualità stessa. Quando accade qualcosa per cui io debba essere presente, io lo sono. Così dev'essere. -
Oddone scosse la testa, con la fronte corrugata, come se avesse udito concetti espressi in una lingua sconosciuta. Ma riuscì ugualmente a porgere un'altra domanda:
- Ma tu, quanto tempo PRIMA di un appuntamento sai di doverci andare? -
- Il tempo necessario per arrivarci. -
- Sapevo che mi avresti risposto così... -
- Perchè non c'è altra risposta, non credi? Non arrivo mai in ritardo, nemmeno quando lo sono davvero: l'ora dell'appuntamento è quando arrivo. Nè prima, nè dopo. Nessuno può dire di essere morto nè un minuto, nè un'ora, nè un giorno dopo il momento nel quale avrebbe dovuto morire. Nessuno può dire di avermi aspettato. Si muore quando io arrivo, non quando eventualmente avrei dovuto arrivare. -
Oddone restò muto. Non sapeva cosa dire, annichilito dalla basilarità di questi assunti.
- Su, motociclista, continua: il prezzo può essere più alto. -
- Sì. Continuo. Questo il prezzo: mancare in malo modo all'appuntamento con te! Il nostro corpo è così fragile... Basta poco, e ce ne restiamo qui, con il corpo o la mente devastati, a litigare con la vita nostra e con quella di chi ci sta intorno. Distrutti, inabili . A soffrire o far soffrire. A soffrire "e" a far soffrire. Magari ad aspettare con ansia TE, che non ti decidi ad arrivare, finchè non sta scritto che è arrivata l'ora dell'appuntamento. -
- Non è destino, questo, che sia prerogativa unica di chi ha la passione per le moto. - sussurrò la Signora in Nero, indicando con una manica l'Harley in nero sulla quale continuava a stare piacevolmente seduta. - C'è chi ha subìto quanto temi senza aver neppure in parte goduto le sensazioni che voi godete sulle moto. Il prezzo è alto, è vero, ma parliamo anche della mercanzia che si acquista. Parlamene tu, come ne parli a te stesso quando respiri il piacere che le tue sette amanti sanno darti... -
Oddone esibì un sorriso un po' amaro, chiedendosi se era proprio quello ciò che la Morte voleva da lui. Aveva la voglia e la forza di parlarne, però. Di parlare del piacere della moto.
- C'è il senso di libertà. Ci sono le strade dei boschi e dei monti e quelle della riva dei laghi e dei fiumi. Ci sono i mille paesaggi da conoscere e da vivere. E da... scorrere. C'è la voglia di cavalcare il vento, nei momenti in cui non senti più il canto del motore, quando ti sembra di non essere nemmeno seduto su una moto, ma sull'aria. E l'aria... vola!
Oppure c'è il piacere di guidare, di condurre quella bellissima cosa viva che sta sotto di te. Il piacere di guidare "davvero"... di dovere agire, muoverti, spostarti sulla sella per piegare il tuo mezzo come la strada e la tua velocità richiedono. Con la continua, eccitante sensazione della sfida all'equilibrio, in quel continuo gioco di forze e vettori ed energia. In quel dominare il movimento, gustando le accelerazioni e le decelerazioni mentre le usi per farle partecipare all'insieme di tutti i fattori complessi... eppur dominabili, della guida. Ed intanto la stringi con i pugni e le ginocchia, la tua moto, e lavori con i piedi sui pedali e puoi cavare dal motore tutta una sinfonia di suoni diversi. -
- C'è da dimenticarsi la paura, no? -
- No. Sì. Sì, posso dimenticare, per un po'. Ma c'è, c'è sempre! Basta tanto poco per finire in pezzi! -
- Anche tu hai cercato l'emozione forte, però. L'hai cercata, la paura! Andavi a più di duecento all'ora, quel giorno, ed era una strada provinciale. Stretta, strettissima a quella velocità... e così corta! E allora? -
- Quel rettilineo sembrava finire dieci metri avanti i miei occhi... e stavo così steso sulla moto che mi sembrava di avere il naso a dieci centimetri dall'asfalto della strada. Ho mollato quasi subito. -
- E confessi? -
- Confesso una emozione violenta, e la paura era il suo condimento. -
- E mentre danzi con le stagioni? Hai paura anche allora? -
- No, come potrei? Sei così assorbito da ciò che vedi e vivi! Ancor oggi mi racconto la primavera sulle strade di Normandia, quelle strade lunghe e diritte, immerse in campi verdissimi, sotto un cielo tutto grigio e pigro ed umido... con i pensieri che mi si muovevano nella mente in volute lente, torpide... un torpore soltanto a tratti scosso dalle macchie di colore del violento giallo dei campi di colza in fiore. Ricordo i sospiri che mi sfuggivano dentro il casco, incontro al profumo esalato da quel verde umido e corroborante. E mi racconto la primavera sulle strade verso Mantova, con gli occhi pieni del colore dei fiori degli alberi di Giuda e di quelli delle forsizie, che imbrogliano, con una gioia priva di pudore, esplodendo i fiori quando gli altri vegetali si stanno ancor dando da fare ad emettere le foglie.
Ed intanto ogni altro albero ed arbusto si sforza di mostrarsi con il verde più tenero e brillante, per competere con ogni altro albero ed arbusto per conquistare la meraviglia del verde più fresco. -
- Ma...? -
- Ma non puoi non vedere quel lungo, infinito guard rail... paziente ed instancabile nell'attendere di affettarti un braccio, o una gamba, o il collo... come una lama ben affilata. Con cento occasioni perchè tu e la tua moto andiate a fare la quella spiacevole esperienza. -
- Non ci pensare. Dimmi dei profumi, invece. -
- Ci sono i profumi della primavera avanzata, quando si va in giro con la visiera del casco semiaperta, per lasciarli penetrare ed affondarvi il viso... il profumo delle ginestre delle isole, quello della lavanda di Provenza! Le dolcissime robinie di Lombardia, le glicini, i tigli!
Ti ritrovi a guidare nell'estate, e non ti sei neppure accorto di quando ci sei entrato.
Trovi l'alito caldo ed umido dei campi strapieni di mais, e l'aroma fragrante del fieno appena tagliato, e l'odore irruente del letame che nutre la terra, ed i vapori bollenti delle erbe che cuociono al sole. -
- Ma... ma? -
- Ma come fai ad ignorare quei muretti infiniti di cemento , quelle grigie meraviglie componibili che separano le carreggiate, e che ti aspettano? Un sasso schizzato da una ruota d'auto, una vespa che ti s'infila nel casco... oppure un piccolo urto, una ruota che perde aderenza. Tu lo sai, ci sono ampie possibilità di scelta: grattugiarsi fino alle ossa strisciando il muretto o l'asfalto... oppure giocare a carambola restando al di qua... - e qui Oddone gesticolò, mimando un tragico flipper. - O saltare di là per spiaccicarsi meglio. Senza sapere chi sceglie quale sia il tuo gioco... Forse senza nemmeno il tempo di capire quale sia, il dannato gioco! -
Oddone chinò il capo e tacque.
Il venticello gelido gli passò sulle orecchie, teso come un rasoio.
- Ma, nonostante tutto, il bagnato, o il ghiaccio, o il terriccio viscido che sporca l'asfalto non ti fermano, d'inverno. Eppure l'unico profumo che senti è quello del freddo... E sei qui con la moto, e ti porti a spasso un'ospite. -
- Avrei preferito farti correre su monti e colline, in mezzo ai colori ed ai profumi dell'autunno. - Oddone sbirciò la Signora, che contemplava le montagne imbiancate, e si rese conto di ciò che aveva appena detto. - Ma tu li conosci da sempre, dall'alba dei tempi... -
- Dimmeli tu... è tanto tempo che non ci penso più. Forse me ne sono scordata. Racconta, su. -
- Non è possibile raccontare tutte le sfumature del verde, del marrone, del giallo e dell'arancio che si affollano nei boschi dell'autunno! Magari lo sapessi fare! Dimentico perfino i primi due o tre degli infiniti rossi degli aceri, non appena è passato un po' di tempo, quando i miei occhi non ne sono più riempiti... Ogni bosco ha un profumo diverso, e questo profumo cambia, se lo respiri al mattino, piuttosto che a metà del giorno o al tramonto. E poi cambia ancora al variare dell'umidità... e dopo una notte umida respiri fragranze che ti allargano i polmoni e la mente... -
- Continua... -
- ... -
- Continua, su, non essere ritroso. Io sono... -
- Non dirlo! E' soltanto nel cuore dell'autunno che i colori ed i profumi ora ti imbaldanziscono, quando il sole è caldo e l'aria asciutta, ora ti commuovono, quando tramonta il sole. Ed infine ti riempiono di dolcezza e tristezza e rimpianto, quando rinfresca ed è più umido, e molte sono le foglie già cadute ed i profumi sono quelli che sentivi da bambino nei boschi e nelle campagne e tra i cespugli delle rive dei fiumi. -
- E dov'è la paura? -
- Mah! - ammise Oddone, dopo averci pensato su un po'. - Forse non è davvero paura, quella di volare via insieme alle foglie e di perdersi nei boschi dell'autunno... Forse non c'è paura di finire tra alberi e cespugli. O forse non è il momento di pensarci, o il caso di continuare a farlo. -
- E' così. Alla fine le paure sono consumate, sbiadite, ridotte. E ti resta così tanto in cambio! -
- Davvero? -
- Tu lo senti. Io mi porto via le tue paure , ed il piacere di tutte le cose belle che mi hai raccontato . Continua a goderne. Continua! -
- Con minor paura? -
- Sì, o no. Non importa, se continui a goderne. Con prudenza, se vuoi, perchè lo devi. -
Oddone restò in silenzio, fissando la Signora in Nero, che se ne stava ancora seduta sull'Harley, rilassata, con il vestito ed il cappuccio che ondeggiavano con grazia, e compostamente, al soffio del vento dell'inverno.
- Ti saluto, ora. E' tempo ch'io vada. -
- Arrivederci, Morte. -
- Arrivederci, motociclista. Sii prudente. Cerca di non arrivare in anticipo al nostro appuntamento! -
- InchAllah. - disse Oddone, come suo solito.
Ma la Signora in Nero era già svanita.
Lui si mise a cavallo dell'Harley ed avviò il motore. Sospirò. Si sentiva più tranquillo. Rasserenato. Beh, anche rassegnato. Stette ad ascoltare il canto del motore. Il poderoso ronfare lo cullò, e le vibrazioni lo riscaldarono.
Il sole continuava a splendere, in quel bellissimo, gelido sabato. Oddone considerò che la Morte appariva ora qui, ora là, ma la Vita era dappertutto. Era il caso di vivere. Infilò il casco e riportò la moto sulla strada, dirigendosi a nord.
Le montagne coperte di neve scintillavano incoronando l'orizzonte, ed era uno spettacolo bello da piangere.
Oddone incontrò la Morte in un gelido e soleggiato sabato di gennaio.
Ultima modifica di net; 17-02-2007 a 15:52
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13-02-2007, 13:47
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#9
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Mukkista doc
Registrato dal: 24 May 2005
ubicazione: Napoli
Messaggi: 3.137
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SUZUKI V Strom 650 ..... KALIMERA la pulcina Grigio/Nera
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13-02-2007, 14:42
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#10
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Mukkista in erba
Registrato dal: 07 Mar 2006
ubicazione: GIUBIASCO
Messaggi: 376
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Quote:
Originariamente inviata da tonigno
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È proprio per questo che quando si svolta guardare nello specchio non é sufficente! Sempre guardare gli specchi, girarsi con la testa dopodiché mettere la freccia e svoltare!!
A scuola guida é una delle cose sulla quale i maestri insistono di più!
ciao Maspo
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14-02-2007, 12:42
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#11
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Guest
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Quote:
Originariamente inviata da tonigno
....L'auto davanti a me rallenta ed io guardo dietro e mi sposto a sinistra per sorpassare.
Sento un urlo e solo allora mi accorgo che al mio fianco sinistro, un pò più dietro e assolutamente invisibile nello specchietto, c'era un ragazzo con uno sputer.....(
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Dal mio punto di vista "moralmente" è colpa sua. Io quando sono dietro ad una moto prevedo sempre, in un caso come il tuo, che la moto che mi precede appena può si allarghi per sorpassare, ed evito di sorpassarlo o lo sorpasso molto "al largo". Purtroppo i moderni sputeristi circolano sempre come se quando passano loro il mondo si dovesse fermare.
Per quanto riguarda "il fatto in questione": facci caso, un grande numero di incidenti motociclistici avvengono con questa dinamica. Io, per esperienza ormai pluridecennale, evito sempre di sorpassare un'auto se a sinistra c'è una strada, un piazzale, un posto qualunque dove la macchina che mi precede potrebbe girare a meno che non stia viaggiando ad una velocità che gli renda materialmente impossibile svoltare. Indipendentemente dalle frecce che secondo me non servono a niente, perchè non puoi mai essere certo che un'auto con la freccia spenta non giri o che una con la freccia accesa giri quindi è una segnalazione totalmente inattendibile. Io mi regolo di più sui movimenti inconsci di chi guida, ad esempio la tendenza a rallentare e/o a spostarsi impercettibilmente al centro. Sono molto più affidabili proprio perchè inconsci ed automatici.
Ultima modifica di aldo; 14-02-2007 a 12:47
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14-02-2007, 14:23
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#12
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Guest
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Quote:
Originariamente inviata da aldo
Io, per esperienza ormai pluridecennale, evito sempre di sorpassare un'auto se a sinistra c'è una strada, un piazzale, un posto qualunque dove la macchina che mi precede potrebbe girare a meno che non stia viaggiando ad una velocità che gli renda materialmente impossibile svoltare. Indipendentemente dalle frecce che secondo me non servono a niente, perchè non puoi mai essere certo che un'auto con la freccia spenta non giri o che una con la freccia accesa giri quindi è una segnalazione totalmente inattendibile. Io mi regolo di più sui movimenti inconsci di chi guida, ad esempio la tendenza a rallentare e/o a spostarsi impercettibilmente al centro. Sono molto più affidabili proprio perchè inconsci ed automatici.
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A questo serve la linea continua per terra.
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16-02-2007, 11:46
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#13
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Mukkista in erba
Registrato dal: 10 Dec 2005
ubicazione: 127.0.0.1
Messaggi: 593
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Quote:
Originariamente inviata da aldo
Io, per esperienza ormai pluridecennale, evito sempre di sorpassare un'auto se a sinistra c'è una strada, un piazzale, un posto qualunque dove la macchina che mi precede potrebbe girare a meno che non stia viaggiando ad una velocità che gli renda materialmente impossibile svoltare. Indipendentemente dalle frecce che secondo me non servono a niente, perchè non puoi mai essere certo che un'auto con la freccia spenta non giri o che una con la freccia accesa giri quindi è una segnalazione totalmente inattendibile. Io mi regolo di più sui movimenti inconsci di chi guida, ad esempio la tendenza a rallentare e/o a spostarsi impercettibilmente al centro. Sono molto più affidabili proprio perchè inconsci ed automatici.
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hai perfettamente ragione, sono arrivato anch'io da tempo alle stesse identiche conclusioni e mi comporto di conseguenza
ho quotato per ri-sottolinearne l'importanza
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R1200GS | GRIGIONERA | SYDNEY
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13-02-2007, 13:26
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#14
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Mukkista doc
Registrato dal: 02 Jun 2004
ubicazione: giri in giro
Messaggi: 1.649
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La paura ti fa sentire vivo... Nn vendere la tua cavalcutara ma usala, acuisci di più i tuoi sensi, sii più prudente....
Come ha detto Adreino vuotare il sacco aiuta!!!!
Buona strada DaveR!
Monk
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RD07 la Split
Prendi la Tua moto, vai a fare un giro... innamorati della Tua vita e dedicale tutto il tempo che necessita...
Sono Monk e vi ho perso! :mad: :mad:
[url]www.agerschool.it[/url]
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13-02-2007, 13:34
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#15
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Mukkista doc
Registrato dal: 16 Aug 2006
ubicazione: savona
Messaggi: 1.118
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Io ho perso il mio migliore amico 5 anni fa, frontale con auto che superava alla cieca. Lui andava a 40 all'ora, era mezzanotte e se ne tornava a casa tranquillo tranquillo...le macchine che si superavano invece erano ingarellate...
L'unica cosa da fare è non cercarsela, usando al massimo il cervello e valutando soprattutto l'impossibile. Ma c'è una cosa che ci scappa di mano, che non si può calcolare..ed è il destino. Basta vedere cos'è successo a Slow Ahead il mese scorso (cercate nei post Tamponato regalo Akrapovic)...
Quindi se riesci a essere sereno goditi la moto per tutto quello che ti può dare, ma sei guidi con la paranoia...lascia perdere, vai in terra da solo....
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[B][COLOR="DarkGreen"]la vita è di chi ci prova[/COLOR][/B]
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13-02-2007, 14:01
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#16
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Mukkista
Registrato dal: 10 Mar 2006
ubicazione: Genova.........ora Milano.
Messaggi: 657
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Purtroppo andare in moto ci espone a un elevato rischio, per chi non ha la passione, razionalmente, lo considera un rischio inutile e stupido.
Ma come la nostra ce ne sono tante di passioni, sport, hobbie, purtroppo lavori... rischiosi, l'unica cosa che possiamo fare è usare testa e prudenza, ma purtroppo, è anche vero, che a volte non basta.
Mentre, da medico, ti dico che il comportamento che hai tenuto appena dopo l'incidente è stato corretto, non potevi fare altro; se poi è arrivato un avventore medico ancora meglio, la responsabilità se la è presa, come giusto che sia, lui.
Ciao S.P
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R1200RT
EX KTM 990 SMT
EX R1150R nera sella beige
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13-02-2007, 14:53
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#17
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Guest
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è capitato anche a me...
non era una macchina ma un pulman...
io sono qui a raccontarlo.
Volevo solo scrivere di guardare sempre e bene la segnaletica orizzontale.
Se c'era un entrata in un parcheggio è probabile ci fosse la riga continua per terra.
Cacchio che situazioni difficili....
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13-02-2007, 15:24
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#18
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Mukkista doc
Registrato dal: 01 Jun 2006
ubicazione: Roma
Messaggi: 3.393
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Inutile dire mi e'successo pure a me. E'sucesso a tutti a quanto sembra. A volte vorrei smetterla con le moto. Ma e' piu' forte di me. 20 anni fa fui io a farmi atnto male (ometto i dettagli), ma dopo 2 anni di calvario son tornato in piedi e mi son ricomprato la moto (tra le lacrime dei miei genitori). Un ano e mezzo fa, sul raccordo ho visto un botto tremendo tra una moto (che mi precedeva di 50 metri) ed un automobilista. E' venuto l'elicottero a portare via il poveretto. Son stato male per tuta la notte. Dopo due giorni sono andato a trovarlo all'ospedale, dove lo avevano operato. Non immaginate la tensione qundo ho chiamato il suo cellulare, pensando che nmon mi rispondesse piu'.... Ce l'ha fatta, ma ha perso un piede.
Dopo qualche mese ho venduto la mia RT 1150, volevo chiudere di nuovo con le moto. Per pochi secondi non era toccata a me. Ho due bambini piccoli etc. etc.
Eppure non ce la faccio a stare senza moto. . Ho ricomprato la moto (la ADV. 1220) , la uso meno di un tempo, ho aumentato il livello di guardia, guido da bradipo, mi fermo pure se il smaforo e' verde, ma alla moto non riuncio.
Rileggendo il post tuo mi e' rivenuta la pelle d'oca e per un po' ho pensato di rismettere....
Fai una cosa, vallo a trovare appena puoi, ti tranquillizzerai, sperando che stia meglio....
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1200 GS ADV '06 (The Tank)
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13-02-2007, 19:29
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#19
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Pivello Mukkista
Registrato dal: 16 Sep 2006
ubicazione: Trento
Messaggi: 235
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Quote:
Originariamente inviata da TANK
ho aumentato il livello di guardia, guido da bradipo, mi fermo pure se il smaforo e' verde, ma alla moto non riuncio.
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Già, l'unica è andare piano, e più traffico c'è, più piano si deve andare. Il rischio non sarà mai zero, ma può essere abbattuto ad un livello accettabile.
Gli incidenti più brutti che ho visto riguardavano sorpassi finiti male, dovuti alla combinazione dell'imprudenza del motociclista con l'incapacità dell'automibilista.
Insomma è inutile, per sopravvivere, quello con l'auto davanti che stiamo per sorpassare, soprattutto dove ci sono potenziali svolte a sinistra, va sempre considerato come un potenziale imbecille...
LoR
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K1300S
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13-02-2007, 15:25
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#20
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Mukkista doc
Registrato dal: 01 Jun 2006
ubicazione: Roma
Messaggi: 3.393
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Una cosa, quando accadde a me di essere ferito, la cosa che mi diede piu' dolore fu la totale assenza del responsabile. Non si fece mai vivo.
Lo considerai inconcepibile.
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1200 GS ADV '06 (The Tank)
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13-02-2007, 17:59
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#21
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Guest
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Ultima modifica di obrad; 13-02-2007 a 18:03
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13-02-2007, 21:01
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#22
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Mukkista doc
Registrato dal: 31 Oct 2006
ubicazione: Bologna
Messaggi: 9.647
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anche io ho vissuto una cosa del genere, ma in prima persona, sono finita contro a un camion che svoltava a sx senza mettere la freccia e che non ha visto che lo stavo sorpassando...
se chiudo gli occhi rivedo la sua fiancata picchiare contro al mio manubrio
il ruzzolone sul suo cofano e un fiume di sangue sgorgarmi dal naso
la moto si e' distrutta, io mi son rotta un pollice
GRAZIE ARAI
GRAZIE DAINESE
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BMW R65/3 Priscilla - BMW R850R Venere
BMW R1200R Windy - Suzuki GSX750F Armin moto-ski
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13-02-2007, 21:27
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#23
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Mukkista doc
Registrato dal: 14 Sep 2006
ubicazione: Aversa
Messaggi: 1.841
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grazie!!
certe situazioni per essere capite vanno vissute. Alcune di queste, se vissute, non ti danno modo di sfruttarne l'esperienza che ne deriverebbe.
Hai avuto uno sfogo raccontandoci quello che ti è accaduto ma io ti ringrazio perchè mi hai fatto vivere attraverso i tuoi occhi e le tue parole quella scena.
ne farò tesoro
grazie
__________________
wlamoto.com
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14-02-2007, 01:38
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#24
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Mukkista doc
Registrato dal: 30 May 2005
ubicazione: Land of Sand
Messaggi: 10.420
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La paura deve sempre essere una nostra compagna di viaggio, ci aiuta ad affrontare situazioni di pericolo ed a tenere bassa la manetta.
Guai a non avere paura!
Il tuo racconto mi fa riflettere una volta di più sui rischi che si corrono per le strade, e le tue parole non possono lasciarci indifferenti.
__________________
Pedro - Berghemrrader
Fronte per la Conservazione dell'IdentitÃ* di QdE.
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14-02-2007, 13:08
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#25
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Mukkista doc
Registrato dal: 11 May 2004
ubicazione: via Gradoli interno3, accanto a Natalie
Messaggi: 2.999
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Quote:
Originariamente inviata da Berghemrrader
La paura deve sempre essere una nostra compagna di viaggio, ci aiuta ad affrontare situazioni di pericolo ed a tenere bassa la manetta.
Guai a non avere paura!
Il tuo racconto mi fa riflettere una volta di più sui rischi che si corrono per le strade, e le tue parole non possono lasciarci indifferenti.
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Grande Pedro !!!
E' verissimo quello ke dici.....
Ci sono incidenti ke si possono evitare, altri no.
Ero in auto, sulla A1 (Roma-Napoli), proprio all'iscita di Roma (direzione Napoli).
Traffico incredibile, ho percorso 500mt. in 30 minuti.
C'era un incidente !!!
Mai, o quasi, visto nulla di simile.
L'incidente era avvenuto nella corsia opposta(direzione Firenze).
Makkina cappottata (si vedevano solo le ruote in su, a causa del muretto ke divide le corsie sull'autostrada)......fino qui nulla di ke (o quasi).
La cosa impressionante e' stato il corpo di un uomo (coperto), sulla corsia apposta (proprio quella direzione Napoli).....
Sconvolgente.
In quei momenti e nei giorni a seguire ti vengono tanti pensieri in mente......
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