Chuckbird, sono assolutamente d’accordo con te. Non occorre né un PhD in sociologia né essere Che Guevara per capire che povertà, ineguaglianze e disagio sociale giocano un ruolo enorme. Intervenire solo sul fronte della repressione, come si fa in Brasile, serve a poco; lì tutti sanno che polizia forze speciali (il BOPE di Rio etc) non ci vanno per il sottile, ma saperlo non sembra essere ‘sto gran deterrente. Questo non significa che non bisogna reprimere, o che bisogna assolvere tutti ‘sti disgraziati da qualunque colpa (come giustamente dice er-minio, mica tutti i poracci diventano criminali!) – significa solo che la repressione, da sola, serve a poco.
E non ci vuole un dottorato in sociologia nemmeno per notare che, a Londra, questi fenomeni sono aumentati negli ultimi anni di austerity, con gli ultimi governi fissati in maniera ossessiva nel ridurre la spesa pubblica e tagliare tutta una serie di servizi, dagli youth centres all’assistenza per disabili.
Facciamo un esempio più vicino del Brasile: nell’ultimo decennio la Scozia, e Glasgow in particolare, ha fatto passi da gigante nel ridurre morti e feriti da accoltellamento. Cercando “Glasgow knife crime” trovate vari articoli al riguardo. Ci sono riusciti con un approccio proattivo più che reattivo: non hanno militarizzato Glasgow riempiendola di soldati che facevano un * così ai ragazzini arrestati, ma approcciando direttamente i ragazzini considerati più a rischio, facendoli parlare con mamme che avevano perso i figli in accoltellamenti, e offrendo aiuto con un programma di formazione e inserimento nel lavoro. Per la visione neoliberista se-sei-povero-è-colpa-tua tutto ciò è fumo negli occhi, però alla fine ha funzionato.
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