Da Walwalil Forum originario dove si parla di argomenti che riguardano il mondo Motociclistico e di argomenti correlati , la politica e gli OT sono banditi.
Il Bar è intitolato al nostro caro amico Walter.
A me Scout piaceva molto e sono dispiaciuto che non sia riuscito a decollare. Non capisco questa acredine nel definire certi viaggiatori " con le pezze al culo" o nel deridere chi ci lavorava con passione e impegno.
Era una rivista sul turismo in moto ed in particolare sui lunghi viaggi extra europei, il suo competitor sicuramente non è Riders o Motociclismo bensì Mototurismo. Quest'ultimo c'è da una vita e siccome continua ad uscire vuol dire che ha successo; sinceramente lo trovo noiosissimo ( è un gusto personale) ma non mi passerebbe per l'anticamera del cervello di disprezzare chi ci lavora sopra o augurarmi la sua chiusura.
Sono d'accordo con Lonesomedyna a cui auguro un grosso in bocca al lupo per i progetti futuri.
ho preso un numero di INmoto, per leggere l'articolo di un amico, devo dire che è ben fatto, e sopratutto, non mi basta una seduta sul trono per leggerlo tutto.... compro dal 2003 (ormai più per affezione ) FUORIstrada.... ma da quando Ungaro è andato a Riders, non è più la rivista di una volta
Non ce l'ho con quelli con le pezze al culo e che viaggiano coi ravatti.. Io sono uno di quelli. Ce l'ho con chi si butta in progetti a caso. Dietro ogni fallimento ci sono creditori e collaboratori che ci rimettono. Ci sono progetti gestiti professionalmente ed altri parrocchia l'ente. E andare contro il mercato e la realtà non è meritorio. È scemo.
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E' il viaggiatore solitario quello che va più lontano
Non ce l'ho con quelli con le pezze al culo e che viaggiano coi ravatti.. Io sono uno di quelli. Ce l'ho con chi si butta in progetti a caso. Dietro ogni fallimento ci sono creditori e collaboratori che ci rimettono. Ci sono progetti gestiti professionalmente ed altri parrocchia l'ente. E andare contro il mercato e la realtà non è meritorio. È scemo.
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Andiamo ad infilarci nel fitto...
Diciamo che la realtà attuale è figlia dell'artificio.
Il mercato è gonfiato da prodotti talmente estrogenati da risultare non commestibili a molti utilizzatori finali. 100 cv/lt. e prestazioni sovrumane sono fuori portata per i più. Se delimitiamo questi aspetti con le condizioni del traffico odierno, e con il codice della strada, il tutto risulta palesemente incongruo, contraddittorio. Ma questo è un dettaglio, ininfluente e di poco conto...
Eppure, grazie al potere coercitivo del marketing, acquisire uno di questi mezzi diventa quasi un obbligo per appagare l'ego, per sentirsi "à la page" o peggio, come già enunciato, per elevarsi a ruolo di "migliori".
Il marketing/comunicazione si fonda sull'emozione che può suscitare un claim iperbolico, sulle suggestioni che una foto stravolta con Photoshop può inoculare al lettore/consumatore, proiettandolo in una dimensione parallela, olografica, dove il solo dogma accettato e quello dell'apparenza/appartenenza, o dell'emulazione se vogliamo divagare.
Va da se che poi la stragrande maggioranza di utilizzatori faccia un uso limitato del determinato mezzo. Sto dicendo che non tutti vogliono viaggiare intorno al globo, ci mancherebbe, che non tutti anelano a leggere di viaggi "a casa di cristo" fatti con mezzi apparentemente inadeguati;
per questioni di tempo, di inclinazione e di interesse soggettivo.
Nessuno si metterebbe in testa di andare contro il mercato, visto lo stato in cui versa il suddetto.
Nessuno, ad oggi, può permettersi di voltare le spalle agli inserzionisti, i quali sono coloro che reggono le sorti della carta stampata, nemmeno chi opera/va in ambito "parrocchiale".
Diciamo che gli inserzionisti sono poco attirati da chi, attraverso "pubblicazioni controproducenti e potenzialmente lesive per l'immagine" edite da cazzoni incompetenti, può/poteva mettere in discussione la reputazione della casa XYZ, costruita negli anni con massicci investimenti in lustrini e pailettes, tante belle parole e pochi, miserrimi, fatti.
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Meglio il rimorso del rimpianto.
Non capisco perché Scout fosse più "scomodo" di tante altre riviste.
Se avevate deciso di non fare marchette il mondo dell'editoria era il livello più difficile dove andare a mettersi alla prova.
E comunque, le moto nuove non si vendono solo ai pirloni che danno dentro il burgman 650 perché hanno visto due puntate di long way down. Non è che chiunque compri una moto nuova sia per forza incapace di portarla e vittima del marketing.
Se devo farmi piacere solo cacca perchè mi è stata confezionata ad arte dal mrktg in modo da raggiungere obiettivi e risultati allora preferisco cento volte consumare roba che il giorno dopo non son sicuro di trovare perchè, nonostante fosse lo stato dell'arte PER ME, non lo è per tutti gli altri e quindi anti economica/markettara...
Se si dovessero apprezzare solo i progetti solidi in toto (ma esistono davvero?) non avremmo i cosiddetti outsider in nessun campo e qualsiasi ramo dell'umana esperienza sarebbe povero, avvizzito e triste...
Senza un signor lamborghini che voleva mostrare le palle al signor ferrari oggi non avremmo avuto la lambo countach...
Il mrktg ad un certo punto punta sempre sull'emozionale perchè capisce che le cose che funzionano troppo bene, alla lunga, stancano: riders, quando le nebbie di figaggine che lo avvolgono si diraderanno perchè la gente sarà stanca di sentire quale profumo usa per andare in moto milly carlucci, fallirà perchè non farà sognare il motociclista avventuroso che c'è in ogni possessore di gs con le alu...
Questo, dopo palate di deodorante per ascelle marcato porsche descritto a pag.53 di riders si renderà conto che forse l'ascella all'aroma di cipolla è più accettabile se il risultato di una scampagnata di 1000km in un giorno "propriocomequellolìcheèarrivatointurkmenistanimpe nnandosulsuoravattotenutocolfilodiferro"...
Tutto assolutamente IMHO...
inviato da un telefono a gettoni usando il t9
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Quando il fiume rosso è in piena prendi la via più stretta.
Le riviste solo di moto sono alla canna del gas tutte. Le case investono pochissimo in pubblicità, il mercato langue e le persone risparmiano sull acquisto delle riviste. A Motociclismo ci son solo prove di Aliverti perchè praticamente è rimasto solo Aliverti, il resto è fatto da collaboratori esterni pagati "a pezzo", stessa situazione a "in moto" e non credo le altre vadano meglio. Riders regge perchè non essendo 100% moto ma "lifestile" raccoglie inserzionisti di prodotti di altri settori, devo dare atto ad Ungaro di aver avuto l'occhio lungo.
provate a informarvi quanto costa la pubblicità in Riders.
Minimo il triplo che in qualunque altra testata.
E gli inserzionisti non sono benefattori, se pagano tre volte un perchè c'è.
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E' il viaggiatore solitario quello che va più lontano
Volevo intervenire di nuovo dopo ieri, ma ovviamente l'intervento(i) di Ste02 sarebbe da incidere su pietra
Mi fa sorridere come in un forum di BMW ci sia chi si risente del concetto che qualcuno cerchi di venderti il lifestyle.
Che sia quello da hipster che è passato dalla fixie alla cafè racer per andare al bar, o quello del viaggiatore con la moto rappezzata con le fascette o il Boorman di turno.
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DRZ400 '00; R1150R '03; R1200GS Adv '07; HP2 Sport '11
[I'm the biggest limit on my bike]
grazie caro, tu hai capito subito che è la risposta di repertorio che si fornisce ai clienti che vorrebbero lanciarsi in progetti digitali "emozionali" ...
Tanto per (provare ad) evitare che si facciano malissimo e ti facciano farti malissimo.
:-))))
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E' il viaggiatore solitario quello che va più lontano
Guardate che anche la pagina della cultura di Repubblica dice alla gente cosa è fico
Ma se volete proprio indignarvi... su Esquire UK di questo mese, tra la solita lista di "accessori" per l'uomo della City c'erano una serie di moto, con tanto di paragrafetti descrittivi. Spettacolare.
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OK. E quindi? Obiettivi e risultati raggiunti da Scout?
provate a informarvi quanto costa la pubblicità in Riders.
Minimo il triplo che in qualunque altra testata.
E gli inserzionisti non sono benefattori, se pagano tre volte un perchè c'è.
Obiettivi commerciali? ho già dato il mio parere: gli inserzionisti sono poco attirati da chi, attraverso "pubblicazioni controproducenti e potenzialmente lesive per l'immagine" edite da cazzoni incompetenti, può/poteva mettere in discussione la reputazione della casa XYZ, costruita negli anni con massicci investimenti in lustrini e pailettes, tante belle parole e pochi, miserrimi, fatti.
Per altro si dovrebbe chiedere ai commerciali.
Risultati: se parliamo di vendite, o gradimento, non era male, considerando il prodotto molto di nicchia. Come tu stesso dici, quelli che si cimentano in queste cose, viaggi overland a lunga gittata, sono un numero sparuto. Ma vi è anche una maggioranza interessata a mete più tradizionali e abbordabili, di facile fruizione.
La pubblicità su Riders; il gruppo a cui la testata appartiene è uso, come la maggior parte dei gruppi editoriali, raccogliere (grossi) inserzionisti e spalmare la di loro comunicazione su tutte le testate ad esso facenti capo. Questo spiega il costo elevato delle inserzioni.
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Meglio il rimorso del rimpianto.