per capire il personaggio "gestore"......questo è quanto ho scritto al C.A.I. un paio d'anni fa :
Spett. Redazione,
in oltre 30 anni di iscrizione al C.A.I. non ho mai avuto modo di scriverVi per lamentare qualche disservizio, ma ora sono incappato in una situazione quanto meno anomala e mi permetto di chiedere lumi.
Vorrei sapere se nei Rifugi C.A.I. è obbligatoria la presenza di un locale invernale sempre aperto e segnalato. (in quanto nel Rifugio in oggetto non ho visto nulla di simile)
Vorrei sapere se il gestore ha la facoltà di applicare al telefono pubblico del Rifugio, un cartello nel quale si fa divieto di telefonare dopo le ore 21, adducendo inesistenti motivi tecnici di alimentazione.
Vorrei sapere se il gestore di un Rifugio di proprietà del C.A.I. può permettersi di chiudere tutte le porte dall’interno e proibire l’ingresso a chiunque dopo le 22.
In merito a quest’ultima domanda, vorrei raccontare quanto accaduto a me e ad alcuni amici presso il Rifugio Scarfiotti il giorno 24 agosto di quest’anno.
Premetto che oltre ad essere alpinista sono anche motociclista, e questa estate, in occasione di un raid su tutto l’arco alpino (Alpiraid 2010), in compagnia di una trentina di amici, abbiamo avuto modo di essere ospiti, in uno dei tanti campi di fine tappa, presso la baita del maestro di sci Gabriele P. che si trova a pochi metri dal Rifugio Scarfiotti.
Il Rifugio era deserto, e nonostante tutta la nostra attenzione nell’evitare il più possibile rumori molesti, siamo comunque stati ripresi dal figlio del gestore, il quale ci ha raccomandato di non posteggiare le moto vicino al Rifugio, richiesta inutile in quanto avevamo già provveduto a sistemarle sul terreno adiacente la baita di proprietà del nostro ospite.
Dal momento che nella baita saremmo stati un po’ troppi, tre amici ed io abbiamo deciso di dormire nel Rifugio. Sorvolo sull’accoglienza glaciale con la quale siamo stati ricevuti…….
Prima ancora che ci sistemassimo, ci è stato specificato molto incisivamente che avremmo dovuto rientrare prima delle 22 in quanto a quell’ora le porte sarebbero state sprangate e che in caso contrario avremmo dormito fuori !!
Uno di noi ha addirittura avuto modo, non visto, di sentire il gestore che diceva al figlio :
“ alle 10 chiudiamo e se quelli sono fuori si attaccano”
La cena in compagnia, nella baita, per noi quattro è stata un incubo, in quanto dovevamo guardare continuamente l’orologio e ad un certo punto, abbiamo dovuto sospendere le libagioni, salutare tutti a malincuore per ritirarci in fretta e furia nel “nostro accogliente rifugio”.
E’ la prima volta che mi capita di aver l’impressione che un Rifugio Alpino sia gestito come se fosse una casa privata di proprietà del gestore.
E’ risaputo che il gestore nutre un odio profondo nei confronti dei motociclisti, quando l’ ho sentito vantarsi di essere provetto cacciatore, avrei potuto dirgli come la penso nei loro confronti, ma ho preferito non ricambiargli la cortesia.
Cordialmente
Paolo ***** (C.A.I. Tortona)
le domande, ovviamente erano retoriche, in quanto conosco benissimo i regolamenti dei rifugi.
La risposta ricevuta non mi ha comunque soddisfatto.
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Raggiungere la cima è facoltativo, tornare indietro è obbligatorio. (Ed Viesturs)
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