Una rondine non fa primavera.
Sul bagnato si è rivisto finalmente il Valentino Rossi preciso come una lama di rasoio, lucidissimo, costante, e determinato a trarre il massimo dalla situazione. Una guida così redditizia che se sul cupolino di quella Ducati al posto del n. 46 ci fosse stato il n. 3, ci avrei creduto.
E questo risultato non è inficiato dal fatto che a quanto pare la Honda di Stoner non fosse perfettamente a punto: per arrivare secondo dietro a Lorenzo, devi riuscire a stare davanti a entrambe le Honda ufficiali e entrambe le Yamaha Tech 3, moto comunque accreditate di maggiore credibilità rispetto alle attuali Ducati.
Resta però in ogni caso ancora tutto da dimostrare il ritorno di Rossi a una competitività a tutto tondo sia tecnica sia psicologica: in fin dei conti sul bagnato si gira a ritmi sensibilmente più bassi, e più che la grinta serve sensibilità e classe, e quella non è cosa che si disimpara. Infatti sull'acqua Rossi ha fatto bella figura anche l'anno scorso (cit. Dovizioso).
E non cambia niente anche per quanto riguarda la spettacolarità della MotoGP, ormai al limite del ridicolo. Non è possibile che ad avere le prestazioni necessarie per competere per la vittoria siano solo in due o tre.