GIORNO 6 MAGGIO
Prepariamo le moto e partiamo alla visita delle oasi di montagna sotto un sole splendido. Percorriamo il lunghissimo rettilineo desertico ammirando il paesaggio piatto e le piccole dune che il vento ha formato ai bordi della strada. Siamo superati spesso dai grossi fuoristrada che a velocità sostenuta si dirigono verso la nostra stessa meta mentre noi procediamo lentamente e ci fermiamo a fare le foto di gruppo. Arrivati all'oasi di CHEBIKA, siamo come la solito assaliti da bambini che circondandoci cercano di venderci rocce di quarzo o piccoli souvenir. Fanno pena a vederli cosi impegnati nel cercare di vendere quello che offrono ma se facciamo lo sbaglio di estrarre anche un solo dinaro so bene che poi ci ritroviamo con il doppio dei venditori, adulti compresi, a cercare di spillarci qualche soldo. Insieme ai ragazzini escono i soliti oportunisti che, avvicinandosi a noi, ci danno assicurazioni sul parcheggio e che possiamo lasciare le moto li dove le abbiamo messe.
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Essendoci gia stato due anni prima e ben sapendo che il parcheggio è libero, mi avvicino ad uno dei " posteggiatori" e lo invito educatamente a desistere dal richiedere qualunque mancia per un servizio non necessario. Segue la solita piccola discussione con LUI che cerca di farci credere che il parcheggio è " suo" e con me che gli dico " no grazie". Alla fine, legate le moto, ci dirigiamo verso l'oasi sempre seguiti da una decina di ragazzini che nonostante i NO continuano ad offrire la loro mercanzia.
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Il sole comincia a picchiare forte ed entrare nel palmeto ci da sollievo.. ci addentriamo verso la sorgente che alimenta l'oasi e risaliamo la scalinata che porta al villaggio abbandonato dove viveva la tribu' berbera, facendo foto e sopratutto ammirando il paesaggio. Lungo tutto lo sviluppo dell'oasi piccole bancarelle ofrono quarzi, monili, kefie e piccoli scorpioni essiccati chiusi sotto lastre di plastica trasparente e districarsi tra le loro offerte resta un impresa ardua. Dall'alto la vista dell'oasi sottostante, del deserto che la circonda e della depressione del lago salato, è una visione fantastica. Il verde delle palme spicca come un papavero rosso solitario in un campo di grano e per alcuni l'emozione di quella vista è molto forte. Nel piccolo negozio che si trova sulla piazzetta compriamo delle belle t shirt con disegni a tema e dopo una pausa dissetante e ristoratrice torniamo alle moto sempre e nuovamente circondati dai vari venditori che, incuranti dei nostri rifiuti, continuano ad offrire la loro merce abbassando sempre piu' il prezzo iniziale.
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Lasciamo CHEBIKA e ci dirigiamo verso TAMERZA, ben sapendo che presto la strada da piatta e uniforme si trasformerà in una serie di incredibili curve in salita che regalano uno spettacolo fantastico a occhi cuore e mente. E difatti mentre percorriamo la strada che sembra un serpente che si arrampica verso l'alto, vengo affiancato a turno dal resto del gruppo e ricevo l'approvazione per il percorso come se fosse merito mio ..in realtà è l'unica strada disponibile ma sono cotento che tutti apprezzino. Le montagne sono di colore rossomarrone e le scalanature che il vento ha provocato nel corso del tempo spiccano di colore chiaro, regalando a chi le guarda un contrasto cromatico stupefacente.. le gole che si susseguono ai nostri lati e sotto di noi ci mostrano la potenza della natura con veri e propri canyon che acqua e vento hanno modellato e plasmato.
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Poco prima di arrivare a TAMERZA fermo la moto di lato e avviso il resto del gruppo che, non appena entreremo nel centro abitato, saremo subito seguiti da qualche aspirante guida che ci offrirà la sua prestazione, di coseguenza di ignorarli e di lasciar fare a me per le eventuali trattative..... e nemmeno a farlo apposta mentre ci dirigiamo al piccolo spiazzo antistante l'oasi, ci raggiungono alcuni aspiranti promoter turistici che con cenni di approvazione ci fanno capire che "possiamo" parcheggiare li...come se fosse loro o se fosse privato. Mentre raggruppiamo le moto e le leghiamo, attiro la loro attenzione solo su di me e inizio a rifiutare le loro offerte ..spiego che essendoci gia stato conosco la zona e che non necessitiamo di alcun aiuto.
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Per contro loro sbraitano e gesticolano accusandomi di portare via il loro lavoro, che sono necessari, che il parcheggio è di loro proprietà e altre cavolate simili che non stanno ne' in cielo ne' in terra. Sapendo per esperienza che se vuoi ottenere qualcosa da loro devi essere quasi uno " stronzo " perfetto, faccio il duro e inizio a rispondere piu' duramente a quelle che, se prima erano offerte, adesso stanno diventando imposizioni. Non curandomi di loro e restando fermo sulle decisioni aspetto che ne resti solo uno, con il quale inizio a parlare gentilmente ed educatamente.. la cosa per lui diventa interessante ed improvvisamente il tizio diventa disponibile, calmo e comprensivo. Gli chiedo se conosca la pista di rommel, se sia percorribile, se sia lontana e solo dopo aver ricevuto tutte le info che mi servono, chiedo quanto voglia per accompagnarci lungo la pista. Lui mi guarda e con un sorriso smagliante si porta la mano al mento e facendo finta di pensare a quanto deve chiedermi, mi spara la cifra di 60 euro... e qui comincia la trattativa che gli arabi amano molto e che a me diverte tantissimo... alla fine ci accordiamo..... dopo aver visitato da soli l'oasi, dopo aver mangiato qualcosa, accetteremo la sua guida per 20 euro.
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L' oasi di TAMERZA è meno bella e interessante della precedente, in quanto il percorso per la visita non si snoda fra le palme ma lungo un fiumiciattolo provocato dalla piccola cascata che è sempre affollata di scolaresche dove schiamazzano e giocano decine di bimbi...ma ha di molto interessante un grande canyon percorribile e che offre uno spettacolo naturale stupendo provocato dale piene che nel periodo invernale scendono dalle montage circostanti. I colori delle pareti del canyon cambiano in continuazione e disegni fantastici, archi naturali e volte di pietra riempiono pienamente gli occhi di chi le percorre.. il canyon gira intorno all'oasi e salendo verso l'alto, domina tutto il paese di tamerza. Fatta la nostra escursioe sotto un sole che è diventato bollente, decidiamo di ristorarci nel piccolo ristorante posto davanti al parcheggio delle moto dove anche qui, dopo una lunga trattativa, pranziamo al prezzo concordato di 11 dinari rispetto ai 25 che aveva chiesto. Finito il pranzo chiamo la nostra guida che sale a bordo della moto di Giko e ci dirigiamo verso Redeyef dove dopo aver attraversato il paese entriamo in una vera e propia discarica di rifiuti a cielo aperto.
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Avevo letto navigando su internet che la pista non iniziava con una bella impressione ma che proseguendo poi si sarebbe rivelata spettacolare, cosi ci turiamo il naso e andiamo avanti. Dopo l'increscioso saluto puzzolente visto ad inizio pista, il paesaggio inizia a cambiare. Non voglio stare qui a descrivere in modo poetico quello che si presenta ai nostri occhi ma posso assicurarvi che la pista merita di essere fatta e percorsa. Colori, paesaggi, strada, silenzio e vento.... tutto è semplicemente magico e se deciderete di percorrerla vi consiglio di farlo dalle 15 in poi quando il sole è sufficentemente alto ma inizia a disegnare le ombre lunghe man mano che la giornata passa. Appena superata la discarica la strada si fa sterrata e offre la possibilita di una sosta per vedere una grotta naturale...la sua particolarità è che le pareti della montagna sono composte da milioi e miliardi di gusci di conchiglie fossili depositatesi dopo l'innalzamento delle motagne milioni e milioni di anni prima. La pista è composta in parte da sterrato abbastanza semplice e da parti di lastre di cemento poste dai soldati tedeschi durante la ritirata dopo la battaglia di el alamein. Comunque sia consiglio a tutti di percorrerla e godersela. Arrivati alla fine della pista la guida ci fa allungare il percorso promettendo di portarci verso le montagne dove, ci assicura, godremo di paesaggi meravigliosi su tutto il deserto e le sue oasi.
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Lo stato del fondo stradale non è dei migliori ma i paesaggi levano il respiro e ci emozionano nel senso pieno della parola...arrivati su un altura dove uno spiazzo permette il parcheggio e la contemplazione del paesaggio sottostante, Piera si avvicina a noi e piangendo di gioia dice che mai avrebbe pensato che potessero esistere simili paesaggi da provocare in lei fiumi di lacrime.... ma tutti noi siamo emozionati da quanto vediamo. La strada è bellissima e si inerpica su strette gole montane e le pareti in alcuni punti sembrano volerti avvolgere o abbracciare. Ripeto è uno scenario che leva il respiro. Ritorniamo verso Tamerza attraversando piccoli centri abitati fino a che non raggiungiamo il paese dove lasciamo la guida e gli regaliamo 15 euro come mancia e scambiamo i numeri telefonici e gli indirizzi mail per evetuali future visite. Se poi qualcuno fosse interessato puo' chiedermi in mp o sul forum il contatto della guida. Torniamo a Tozeur soddisfatti e felici percorrendo la lunga strada desertica, osservando i dromedari che pascolano felici e beati ai bordi della strada. Arrivati all'hotel ci dedichiamo alla piscina e poi ceniamo in un bel localino, dove mangiamo veramente bene con bistecche di dromedario, cous cous e altre specialità e poi tutti a nanna per affrontare la lunga marcia verso ksar ghilane e il sahara del giorno dopo.