coloro i quali hanno usato quelle moto ai tempi in cui erano correnti, erano abituati a mezzi con evidenti limiti in termini di affidabilita` e sicurezza.
Telai gommosi -i giapponesi- freni piu` o meno virtuali, sospensioni che penavano a svolgere il loro porco lavoro. Uniti a pneumatici che nemmeno lontanamente fornivano le prestazioni degli attuali.
Motori scorbutici con curve di erogazione alla Salvador Dali`.
Erano moto difficili da guidare, dove per avanzare ad andature appena allegre bisognava metterci del proprio. Questo procurava sensazioni e soddisfazioni. Unite all'orgoglio di sporcarsi quasi quotidianamente le mani per mantenerle in condizioni di funzionare.
Le moto di oggi sono infinitamente piu` performanti, facili da guidare e sicure. La grossa differenza e`che, specialmente in strada ma pure in pista, il motociclista medio non riesce a sfruttare l'enorme potenziale.
Questa facilita` di guida e margine di sicurezza si paga in termini di soddisfazione di guida, se confrontata con i ferrivecchi.
Per questo i giurassici si divertono come ricci guidando mezzi antiquati quanto loro -o meglio noi...- che a velocita` da codice della strada sono gia` ostici da condurre.
Queste riedizioni dovrebbero ridare in parte le sensazioni delle progenitrici. In realta` ci si limita a costruire moto semplici, senza carenature e troppe diavolerie elettroniche, anche se oltre alle sospensioni e freni, pure le quote telaistiche riflettono i criteri attuali ben diversi da quelli di 40 anni fa.
Ovviamente dotate di motori ad iniezione e gestione elettronica.
Insomma piu` che altro un'iniziativa di marketing per accalappiare gli esemplari da gerontocomio -cioe` noi...-.
L'unico modo di comprendere la questione e` di mettere le chiappe su un ferrovecchio per una mezza giornata appena te ne capitera` l'occasione. Attento pero` perche` il rischio di assuefazione e` decisamente elevato.
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la misère accroit l'ignorance, l'ignorance accroit la misère. [Mme De Staêl]
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