Il tema è molto delicato, anche perchè coinvolge il lato affettivo ed emotivo al quale non è facile attribuire un valore tangibile, al contrario invece di quanto di solito siamo abituati a fare prendendo delle decisioni in base a termini monetari e di convenienza economica.
Nonostante nei post precedenti si siano scritte cose giuste e coerenti anche da chi dissente sul fatto che trasmettere la propria passione per la moto in un certo modo sia formativo ed educativo, bisognerebbe che per completare il cerchio, un padre scrivesse della propria esperienza di aver perso un figlio in moto, di quale sia stato il suo atteggiamento nei confronti della passione del figlio, di quanto abbia influito la sua stessa passione di genitore sui comportamenti del figlio e così via, per concludere su come adesso un padre possa sentirsi responsabile (o non) su quello che è successo.
Penso che sia davvero dura rimanere distaccati e considerare tutto nell’ambito delle fatalità.
Per quanto riguarda la mia esperienza personale, credo che nonostante l’esempio positivo e fortemente educativo di mio padre che mi ha sempre portato in moto (a volte sul Laverda ci portava anche mia madre con me in mezzo) indirizzandomi verso un uso responsabile del mezzo e di responsabilità nei confronti di chi aspetta a casa, probabilmente se mi succedesse qualcosa di grave (anche se adesso ho quasi quarant’anni), se ne riterrebbe in parte responsabile.
Faccio un altro esempio; la mia passione per la barca a vela non l’ho ereditata da mio padre, ma da un mio amico con il quale da ragazzini uscivamo (in due!) su un Optimist, e che da molti anni non rivedo più. Se dovessi perdere la vita in barca, senz’altro mio padre ne sarebbe dispiaciuto ma non certamente così tanto come se la dovessi perdere in moto, una cosa che per quanto sia stata trasmessa da lui con ogni attenzione e con un approccio fortemente educativo, lo farebbe sentire senz’altro un protagonista in negativo del dramma.
La questione è davvero amplissima e difficilmente inquadrabile in regole di responsabilità o di casualità.
Il fatto di aver ricevuto da mio padre un educazione alla moto ha comunque enormemente influito in positivo sul mio modo di rapportarmi al mondo delle due ruote. Prudenza, attenzione, responsabilità, capacità di prevenire e di calcolare quello che può succedere sono indubbiamente nati da un atteggiamento di formazione e di conseguente emulazione del comportamento sulla strada.
Per quanto la nostra vita possa essere sempre appesa ad un filo, certamente una formazione adeguata contribuisce a rendere quel filo un po meno fragile, sia che si tratti di andare in moto, in auto, in bicicletta o di trasmettere qualunque delle nostre passioni ai nostri figli.
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Viaggio, spero di non arrivare mai...
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