Così...tanto per raccontare qualche cosa.
Avevo si e no 16 anni e guidavo orgoglioso il "college 48" appartenuto prima a mio zio, poi a mia madre, poi a mia zia e poi a me.
La tenuta tipica era ovviamente maglietta a maniche corte, jeans e sandali...non mi ricordo bene come accadde, so solo che mi trovai a terra e alzandomi sentii che il piede sinistro non "appoggiava bene"...feci finta di niente, inforcai il 48 e tornai a casa...una volta arrivato sentendo ancora il piede che non rispondeva a dovere mi abbassai il calzino e notai con piacere un taglio netto e profondo (senza una goccia di sangue) attraverso il quale scorgevo il biancore dell osso, la levetta del cambio mi si era infilata come una lama sotto il malleolo...dieci punti e ho ancora una bella ciccatrice nera da quelle parti.
l'estate dopo provai il vespone 125 di un amico, tenuta:
calzoni corti, petto nudo, scalzo e senza casco. (da premio Nobel)
Non abituato all' incontenibile potenza del Vespone la accasciai 60 metri dopo rovinando su del malefico brecciolino...rialzatomi avevo l'aspetto di un cotechino fresco.
Da tutto il palmo mano sinistra mi si era alzato un lembo di pelle spesso 3-4 mm e avevo il fianco devastato...raggiunsi casa barcollante e sanguinolento, mio padre appena mi vide prima di portarmi al pronto soccorso mi mollo un ceffone molto più forte della svettola che avevo appena dato.
Ho continuato a sputare sassolini dal fianco sinistro per due settimane, una goduria...se volete ho delle foto...
Passino i jeans, ma giubotto, protezione dorsale e stivaletti che proteggano il malleolo (come minimo) sono la regola.
Più della caduta però, quello che mi servì fu il ceffone...fossi in Barbasma proverei con lo stesso metodo...ma solo con i motociclisti più bassi, più magri e più deboli di lui.
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