Il fatto è che non sento di essere stato un pericolo per nessuno. Sono sempre stato tranquillo e ho guidato al meglio. Probabilmente l'accaduto mi ha rallentato di certo così tanto e mi ha responsabilizzato così tanto da DIMINUIRE i rischi del viaggio di ritorno. Per assurdo se fossi stato sano sarei andato più veloce rischiando maggiormente... o no?
Di certo il dolore non mi ha dato grossi problemi e certamente non ho mai pensato di svenire... altrimenti mi sarei fermato, vi pare?
Ho accettato tutto, nei forum, sia di complimenti sia di critiche, perchè ogniuno può pensare quello che vuole. MA questa lettera mi sa tanto di provocazione stile "TV di Oggi", con Maria de Filippi, Cecchi Paone, Sgarbi e gli altri che fanno a gara per urlare le loro assurdità perdendo di vista la vera ottica della trasmissione. Estremizzare i concetti espressi citando frasi del tipo "E se sveniva per il dolore?" o "non abbiamo bisogno di motociclisti come lei" sono frasi che non direi neanche per scherzo, perchè prive di fondamento. Se non mi conoscono, se non erano con me, come fanno a sapere come stavo? Come fanno a sapere che ogni 50 km i miei compagni, a turno, in un rituale quasi organizzato, mi affiancavano e mi salutavano, a darmi forza coraggio e, penso, a sincerarsi delle mie condizioni?.
DISTINTI SALUTI caro signor Perotti.
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