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[Bladerunner72]

MotoGP - 'Nozze di Pecco, esistenzialismo e mitologia del pilota'

Epidemia di matrimoni in MotoGP. Dopo l'annuncio delle nozze da parte di Luca Marini pochi giorni fa, oggi è arrivato quello di Pecco Bagnaia.
Piloti giovanissimi, che diventano campioni giovanissimi, che scelgono di essere mariti giovanissimi. Un segno dei tempi forse, ma che ne è del pilota strafottente e sciupafemmine, protagonista di imprese memorabili in pista, ma pure nelle camere degli alberghi ?
Sono un pò tutti omologati, costretti da un professionismo precoce ed esasperato ma soprattutto da un momento storico in cui incarnare l'immagine perfetta da bravo ragazzo e da figlio ideale è fondamentale.
A me manca il piota alla Steve Mc Queen, e mi domando se mai più nascerà un talento talmente esagerato da potersi permettere di uscire dagli schemi, di imporre la propria personalità al sistema, perfino di invertire la tendenza. Di diventare insperato messaggero di un ritorno alle origini, risvegliando 'entusiasmo viscerale di noi nostalgici del motorsport vero. Oggi assisto alla messa al bando dei tatuaggi di Aron Canet... e mi domando se un Dennis Rodman potrebbe ancora elargire prodigi scorrazzando libero sui parquet della NBA. Personalità vs omologazione, una delle grandi sfide di un'epoca in cui distinguersi, sia pure per merito e talento, è considerato peccato.
Discorso che porta lontanissimo, all'asfissiante culto del 'politically correct' e della sicurezza a tutti i costi, perchè il motorsport è qualcosa di rumoriso, inquinante, sporco e cattico, e se qualcuno si facesse male o uscisse dagli schemi, diventerebbe pretesto per qualche facile crociata.

Il pilota del passato affascinava incarnando una sorta di figura mitologica, un eroe antico disposto al sacrificio supremo, e proprio per questo lo si guardava da lontano, con ammirazione e profondo rispetto. L'idolo diventa tale nel momento in cui si riconosce di non poter essere come lui.
Per il sesso femminile il pilota costituiva era un richiamo irresistibile, e neppure aveva bisogno di essere bello, era affascinante per quanto incarnava e significava, bellezza e soldi non facevano grande differenza.
'On any Sunday', recitava il titolo di un bellissimo film a tema, ed era proprio così. Ogni domenica si correva, ogni domenica si poteva morire, lo sapevano tutti, piloti e pubblico, e questo comportava prospettive e percezioni molto diverse. Un misticismo solenne, la corsa come rito ancestrale cui assistere con partecipazione profonda, ed anche con angoscia da parte di quelle silenziose presenza femminili che seguivano soffrendo e sperando, con il cronometro in mano ed il cuore in tumulto.
Le gare sono sempre bellissime, ma quello spirito antico, quel coinvolgimento profondo sono rimasti solo al TT, ed il fatto che sia amato da molti ed osteggiato da moltissimi... fa capire tante cose.

PS
Che c'entri questo sproloquio con le nozze del buon Pecco non saprei dire...o forse si, insomma penso qualcuno abbia colto il senso. Il pilota non deve essere 'uno di noi', deve essere 'Il PIlota', punto.
Augh, ho detto. Buon Natale a tutti.