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Originariamente inviata da Lucky59
... telelever... l'antiaffondamento in frenata "naturale", che le forcelle telescopiche non potranno mai dare, neppure le più sofisticate.
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questa espressione è come minimo da approfondire. Alcuni millesimi di secondo per la risposta della forcella alla compressione possono bastare. La prova pratica delle semiattive è "illuminante".
Qui una descrizione sunto di un articolo di Dueruote di luglio 2020.
... Le sospensioni semi-attive, costituiscono una valida alternativa alle sospensioni attive, quest'ultime troppo ingombranti e complesse per essere impiegate su una moto.
Si tratta di sospensioni in cui i freni idraulici variano a seconda delle caratteristiche del percorso, regolati passo passo da una centralina elettronica che li modifica alla bisogna in tempi brevissimi (millesimi di secondo).
Rispetto alle sospensioni attive non hanno la possibilità di intervenire sul precarico, ma solo sull'idraulica.
Con tale tipo di sospensioni si riuscirebbe a soddisfare le esigenze contrastanti tra comfort e stabilità (soprattutto in velocità) allungando la "coperta" che ci obbliga a cercare il compromesso tra le due.
La notizia strabiliante è che la regolazione dei freni idraulici non avviene tramite i tradizionali "fori" sul "pistone" attraverso i quali passa l'olio, bensì sfruttando le straordinarie capacità di un liquido innovativo (detto reologico) che ha la capacitatà di variare le sue caratteristiche di densità e viscosità sotto l'effetto di un campo magnetico o elettrico. Passa dallo stato semisolido (quasi plastico) a quello di fluido con densità bassissima, in circa 1/1000 di sec..
Il campo magnetico/elettrico è ovviamente comandato da una centralina che deve essere regolata cercando il giusto algoritmo, che consente di allungare il più possibile la famosa "coperta".
E' questa variazione di densità e viscosità che consente di frenare/sfrenare la compressione e l'estensione delle sospensioni."
Giessista a tempo determinato.