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Vecchio 03-07-2019, 03:00   #1
OIBAF
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La mattina dopo la classica colazione lasciamo Barrage Bin El-Eouidane in direzione Fes, appena usciamo dall'Albergo ci concediamo una foto che a causa del controluce non è un capolavoro



Oggi ci aspettano quasi 300 km, si avvicina un indigeno con il suo asinello, guarda tutte le operazioni fotografiche con interesse ma non vuole essere fotografato, come ho già detto anche precedentemente, alcuni di loro non hanno un buon rapporto con le fotografie. Ma Stefano uno scatto glielo ruba lo stesso.



Ci rimettiamo in cammino ma di lì a poco sarà tempo di saluti, ci fermiamo in un'area di servizio a Béni Mellal per salutarci con Stefano. Lui è fuori da più tempo di noi, ci ha aspettati a Melilla, si è sorbito un po' dei miei gas di scarico al gasolio, sopportato le bizze di quattro scapestrati che fanno fatica a crescere e che quando si trovano insieme dimenticano di quanto riportato sulla carta d'identità, ha sopportato ritardi, battute in siciliano, finte liti tra me ed il fighetto, perculate continue tra diverse concezioni motociclistiche e lui ha sopportato tutto, stoicamente, ogni tanto avrà guardato le sue borse piene di sigle degli stati che ha attraversato e sospirando ci avrà compatito, con quel sorriso sornione di padre di famiglia e di viaggiatore duro e puro.
Noi abbiamo programmato il pernottamento a Fes che lui ha già visto e, conoscendolo, attraversando Gibilterra in due giorni sarà a Milano.
Così ci congediamo, è stata una gran bella compagnia, i viaggi arricchiscono per i luoghi e le persone conosciute. Certe sensazioni, nonostante il viaggio non sia ancora finito, ci fanno capire che torneremo a casa con un bagaglio di emozioni impareggiabile.



Ripartiamo alla volta di Fes, percorse alcune rotonde di di Béni Mellal notiamo la cura del verde



Il tempo è grigio ma fortunatamente regge, saliamo di quota, arriveremo fino a 1600 metri circa, ad Ifrane esattamente, denominata la piccola Svizzera del Marocco. Instituita nel 1929 dal protettorato francese, fu meta di lusso per i potenti ed i ricchi di allora. Ifrane è diventata una località molto rinomata per il turismo per via dell'aria frizzante e della sua posizione nel cuore dell'omonima nazione. Per gli amanti della natura offre diverse attrazioni ed escursioni sia d'inverno che d'estate. (cit. travel 365)



Parcheggiamo le nostre moto ed arrivo l'ennesimo posteggiatore che fa sbarellare il nostro Luigi, neanche a Catania sono così insistenti, e nel posto dove le lasciamo non crediamo di aver bisogno nessun servizio "aggiuntivo". Tralascio volutamente le espressioni, dialettali miste ad incazzatura rivolte ai "poveri" ragazzi.





durante una sosta ci fermiamo accanto un furgone che trasporta operai come il carro bestiame, un genitore scende, gli vanno incontro i figli, un maschietto ed una femminuccia che ho fotografato di spalle, ricevono una bombola di gas ed una sacca con qualcosa dentro mentre lui praticamente non ha nulla da portare. La mente è andata subito alla scena che vedo davanti alcune scuole con i genitori che trasportano gli zaini ai loro figli. (paese che vai usanza che trovi)



Nel pomeriggio arriviamo a Fes, faremo fatica a liberarci di un sedicente amico che si offre per sistemarci a 360°. Noi decliniamo l'opportunità e ci sistemiamo praticamente al centro, vicinissimi ad un centro commerciale frequentatissimo. Io sento il bisogno di una corsetta che ho sospeso da prima di partire, rinuncerò alla visita che il trio invece farà alle concerie ed alla Medina di Fes. Io invece mentre percorro questo grande viale vedo una scena raccapricciante che non posso fotografare perchè, sfortunatamente, il telefono era collocato in quelle tasche trasparenti legate al braccio. Accontentatevi della descrizione, dietro un pullman locale, attaccati al cofano motore e precisamente alle griglie di aerazione, ci sono cinque ragazzini che sfidano la sorte, neanche il tempo di stupirmi un secondo pullman ha un ragazzetto di 5/6 anni al massimo, anch'egli aggrappato al posteriore, noto che mentre i primi ragazzi hanno i piedi che poggiano sul paraurti, quest'ultimo si regge solo con mani, i piedi sono poggiati al posteriore e senza nessun appiglio.
Ci ricongiungiamo per la cena mentre diamo solita mancetta al guardiano notturno che terrà d'occhio le moto che stanotte dormiranno fuori. Tutta la passeggiata che ho visto nella mia ora di running, alle 21 è un lontano ricordo, le vie si svuotano e si riempiono solo i locali che danno la solita partita di calcio.
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Vecchio 03-07-2019, 10:00   #2
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Ci rimettiamo in cammino ma di lì a poco sarà tempo di saluti, ci fermiamo in un'area di servizio a Béni Mellal per salutarci con Stefano....
Grazie Fabio per queste belle parole, mi hai fatto emozionare!
Siete un gruppo magnifico e Andrea una guida/programmatore impareggiabile e vi ho già detto che vi invidio.

Solo per i miei gusti andate un po' troppo veloci ma colpa mia che non amo prendere rischi quando sono a migliaia di km da casa, qualsiasi piccolo imprevisto, in viaggio può diventare un serio problema. (PS soprattutto dopo quanto è successo l'anno scorso in Pamir...)

Vi aspetto quando verrete al nord per farvi conoscere un po' di montagne vere!

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Vecchio 08-07-2019, 01:08   #3
OIBAF
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predefinito [Report] Tureees Tour Marocco 19 Aprile- 6 Maggio 2019

Grazie a te Stefano, ci organizzeremo con molto piacere.



Quello che sto per raccontarvi è l'ultimo giorno che passeremo in Marocco, ma sarà anche il giorno della passione e più avanti capirete il perché. Lasciamo Fes usando una strada secondaria, che ci collegherà alla P5003, una strada che aveva dei rettilinei collinari molto insoliti.

Dopo un po' arriviamo a Chefchaouen, la cosidetta città blu.







"La città fu fondata nel 1471. La sua popolazione originaria era composta principalmente da esiliati andalusi, tanto musulmani quanto ebrei, ragion per la quale la parte antica della città ha un aspetto molto simile a quella dei paesi andalusi, con piccole vie dal tracciato irregolare. Chefchaouen si adagia su di una piccola valle. La parte più antica della città cresce verso l'alto della montagna, e nel punto più alto si trovano le sorgenti di Ras al-Ma. Il centro della città è la piazza di Uta al-Hamman, dove si trova la fortezza e una moschea con torre di base ottagonale. La città nuova è stata costruita più in basso.

La città fu durante i secoli considerata come una città sacra, dove era proibita l'entrata agli stranieri. I cambi sono molto recenti. Furono le truppe spagnole che aprirono Chefchaouen una volta preso il controllo della zona nord del Marocco per instaurare il loro protettorato. Chefchaouen fu una delle principali basi dell'esercito spagnolo, e in questa città si alzò l'ultima bandiera spagnola nel 1956. Come in altre città che facevano parte del protettorato spagnolo, gran parte dei suoi abitanti parla la lingua spagnola. Oggigiorno, Chefchaouen è un importante centro turistico." (da Wikipedia)



Ahinoi è giorno di mercato e trovare un parcheggio, soprattutto custodito, sarà una vera impresa















All'ingresso della città un gruppo di Renault Supercinque, targhe francesi, con personalizzazioni estetiche mai viste prima e veicolo fuoristrada a supporto. Non ho capito molto il senso ma ha destato la mia curiosità.







Dopo tre/quattro giri per la caotica cittadina, non trovando nessun parcheggio decidiamo di fare strada per il traghetto che dovrà portarci fuori da questa terra che ci ha regalato 12 giorni che rimarranno scolpiti nei ricordi migliori di ognuno... Almeno questo è quello che era nelle intenzioni. Dopo aver mangiato il tajine più scarso di tutto il Marocco ci dirigiamo verso Ceuta. Siamo in ritardo, dobbiamo fare in fretta se vogliamo prendere la nave, così ci mettiamo in marcia, ci scordiamo i nostri caffè e cominciamo a macinare chilometri. Alle 17 e 30 circa passiamo la dogana del Marocco, belli pimpanti consegniamo tutti i documenti ma io comincio a cercare il foglio che certifica il passaggio della mia moto e che mi è stato consegnato alla frontiera di Melilla. Essendo uno che odia perdere le cose o non trovarle subito quando mi servono, ho l'abitudine di mettere le cose sempre allo stesso posto. Il foglio l'ho uscito su richiesta del tizio che mi ha fatto l'assicurazione, poi avendo uscito anche il libretto li avrò rimessi insieme e lasciati in letargo per 12 gg perché non sono più serviti. Comincio a cercare ovunque, tasche, zaino, niente... dopo aver fatto mente locale sulla possibilità concreta che il tizio non me l'abbia più restituito mi rassegno e gli chiedo come superare il problema. Niente di più semplice, basta fare una denuncia alla più vicina stazione di polizia che dista un paio di km dalla dogana, quindi rientro in Marocco, mi reco a Fnidq e comincio a cercare la stazione di polizia, arrivo in zone sperdute della città seguendo le indicazioni date, capisco che sono fuori strada e continuo a chiedere sperando che qualcuno mosso a compassione mi dia l'informazione corretta. Dopo aver peregrinato una buona mezz'ora in città chiedo un un gendarme su una macchina della polizia, chi meglio di lui penso. Lui mi dice che sono praticamente arrivato, mi indica il posto ed io contento scendo dalla moto con i documenti in mano. L'edificio è veramente messo male, dall'interno esce un ragazzo in divisa che mi spiega che la stazione è stata trasferita a circa 500 metri, lui è di guardia a quattro scaffali sconquassati. Seguo le nuove indicazioni ma a 500 metri non c'è nulla e neppure a 700, faccio altri giri, si ferma anche un mendicante che senza chiederglielo mi dice se sto cercando la stazione di polizia, cazzo... penso, si è sparsa la voce . Quindi trovo un ragazzo dalla faccia pulita, ci capiamo meglio e finalmente trovo la nuova stazione di Polizia. All'ingresso trovo un poliziotto in borghese, mi chiede il perché del duplicato, io ho fotografato il documento di Andrea ma lui capisce che è quello da rifare, io sfodero il miglior francese che potessi, ho l'ansia ma cerco di non farla trasparire, spiego con calma che io ho perso il documento ed io dovrò fare questa dichiarazione. Mi fa accomodare sopra, uffici nuovissimi ma pc di almeno dieci anni di vita. Mi fa un terzo grado, nomi dei genitori, dati della moto, motivo del viaggio, finito di scrivere mi manda a fare le fotocopie dei documenti, scendo giù alla ricerca di una cartoleria che fortunatamente è nei paraggi, risalgo su ed ottengo, finalmente, la denuncia. Riparto come un missile per la dogana, erroneamente credo che la consegna di questa denuncia mi faccia passare ma mi sbagliavo. Mi mandano in un ufficio staccato dalla dogana a cercare un Dirigente, il nome è complicato ma mi resta impresso, supero un cancello e quello che mi si presenta è una scena da delirio. Decine di persone sono rinchiuse in attesa di non so cosa, spero che non facciano la fila per la stessa persona, così non è fortunatamente, vado nell'ufficio, trovo un tizio simpatico che mi parla in spagnolo, dice che ci capiremo meglio, se lo dice lui? Espongo il problema, capisce al volo, chiama per radio un suo collega giù e mi dice di cercarlo. Calorosa stretta di mano, stavolta abbiamo chiuso il cerchio, consegno questo foglio e vado via, penso... Invece no, il mio nuovo riferimento a cui rivolgermi, aspetto tedesco, capelli rossi, tutto tranne che marocchino, è all'ingresso della dogana, non all'uscita, mi consegna ad un doganiere in una garitta perché dovrà fare un duplicato del documento. Ma c'è un nuovo intoppo, deve fare la scansione del documento e la fantastica tecnologia in dogana non glielo permette con facilità, comincia a staccare e riattaccare fili, smanettare anche sul suo cellulare, nel frattempo si crea una fila di almeno 40 auto che si sposterà su altri ingressi.Dopo oltre mezz'ora riesce a stampare il tanto agognato duplicato, ma saranno passate almeno tre ore in tutta questa trafila. Quindi vado nella parte opposta della dogana, dove partì tutto, consegno il duplicato, visto in uscita, sorrisi a vicenda, ringraziamenti, sono in Europa. Non posso però rivolgere un pensiero a chi decise di non ritornarmi più il foglio, non gli auguro cose brutte, solo grappoli di emorroidi (cit.)

Cerco i tre che nel frattempo si stanno divertendo alle mie spalle e non solo per la questione certificato. Dopo un paio di mesi dal nostro rientro, scoprirò che un paio di volte mi hanno afflosciato l'anteriore, giocando sul mio timore che avevo durante il viaggio per via di una presunta piccola perdita. Vatti a fidare degli amici.

Ceuta è una bomboniera, carina, moderna, ordinata.







Preso posto in un albergo del luogo, usciamo a cena e mangiamo un ottima paella al nero di seppia veramente squisita. Stasera niente tajene, siamo ancora in Marocco ma a Ceuta già si parla spagnolo anche a tavola.
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Ultima modifica di OIBAF; 10-07-2019 a 00:56
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Vecchio 08-07-2019, 08:49   #4
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