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Vecchio 10-05-2007, 10:42   #20
Muttley
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Lorenzope ti metto di seguito un articolo scritto da me e mia moglie sul nostro viaggio in Normandia.

La Normandia e la Route de la Libertè
Di Muttley e ChiaraER5

Molto spesso un viaggio prima di essere uno spostamento fisico è un percorso nella memoria, è la volontà di capire luoghi ed eventi. Da alcuni anni avevo in mente il progetto di realizzare un viaggio che mi permettesse di visitare i luoghi degli sbarchi Alleati del 1944 e di capire di più rispetto a quanto visto in film tipo “Il giorno più lungo”, “Salvate il soldato Ryan”, “Band of Brothers”, “Il grande uno rosso” o “Bastogne”; Chiara, storica ed impegnata in un lavoro di ricerca sui caduti della prima e della seconda guerra mondiale ha aderito immediatamente all’iniziativa.
La logistica del viaggio è stata meno complessa di quanto immaginato, per i bagagli nessun problema, abbiamo aggiunto tenda e sacchi a pelo nel caso non avessimo trovato altre disponibilità e per sicurezza abbiamo portato dei cavi frizione di ricambio e qualche attrezzo in più. La Kawasaki ER5 di Chiara portava solamente una borsa cilindrica in PVC mentre la mia BMW R80G/S era munita di valige in alluminio, borsa da serbatoio e di un altro cilindro in PVC contenente tenda e sacchi a pelo.
Nella scelta dell’itinerario siamo stati agevolati dalla possibilità offertaci da alcuni miei parenti residenti in Germania di poter lasciare presso di loro l’auto ed il carrello, questo ci ha consentito di risparmiarci un lungo e noioso trasferimento autostradale attraverso Svizzera, Francia e Germania. Per l’orientamento ci siamo affidati alle carte Michelin ed a un GPS Garmin sul quale abbiamo pre-caricato i waypoint dei luoghi che avremmo voluto visitare.
Il punto di partenza è stato quindi Trier, al confine tra Germania e Lussemburgo, dove, scaricate le moto, è iniziato il viaggio vero e proprio. Il percorso è un ovale molto allungato, che passa sopra e sotto Parigi, con tappe giornaliere non superiori ai 300 km. per consentire le visite ai luoghi di interesse, pasti e pause in tutta tranquillità. Non avendo mai preso pioggia, se non il primo e l’ultimo giorno, il percorso è stato agevolato, ma le strade ben tenute e facili e le tappe di percorrenza moderate non dovrebbero mai mettere in difficoltà anche in caso di tempo meno favorevole. Sono state evitate autostrade e simili, prediligendo le strade secondarie. A tale proposito, il navigatore è stato di grande aiuto, arrivando spesso a suggerire pittoresche interpoderali.
Primo giorno: Trier – Laon. Si attraversano Lussemburgo e Belgio prima di entrare in Francia e il consiglio che possiamo dare è sicuramente quello di approfittare dei prezzi più contenuti dei benzinai lussemburghesi. Una volta in Francia le strade sono subito scorrevoli e poco frequentate. La regione è caratterizzata da dolci ondulazioni coperte da vaste estensioni di campi coltivati e lunghi rettilinei che attraversano piccoli villaggi.
Laon sorprende perché si trova su una vera e propria collina che domina il piano circostante, con la parte antica arroccata sulla cima e la parte più recente che digrada man mano verso il basso.
Secondo giorno: Laon – Les Andelys. Lungo la strada si può sostare nella foresta di Compiègne, luogo di rilevanza storica ove furono firmati sia l’armistizio della Germania dopo la Prima Guerra Mondiale sia la resa della Francia nel 1940.
Per gli spuntini di pranzo poco impegnativi sono molto comodi i fornai: se ne trovano anche nei paesi, aperti la domenica, con la possibilità di acquistare non solo pane e bevande.
Les Andelys, meta della giornata, è un piccolo centro ai piedi di uno sperone roccioso. La parte più interessante è naturalmente quella antica, a ridosso della Senna. Due piccoli alberghi sono proprio sul lungo fiume e immediatamente sotto le rovine della rocca, fatta costruire da Riccardo Cuor di Leone e conquistata poco tempo dopo dal re di Francia.
Terzo giorno: Les Andelys – Bayeux. Ci si avvia finalmente verso il mare, attraversando altre belle cittadine. Trouville, Deauville, Houlgate, Cabourg sono località di villeggiatura piuttosto frequentate e si rischia di imbattersi in un traffico al quale non si era più abituati dall’inizio del viaggio. Qualsiasi cittadina della zona può andare bene come base per le escursioni. Noi abbiamo scelto Bayeux, circa a metà strada tra i due estremi delle spiagge dello sbarco. Molto graziosa, a differenza della maggior parte dell’abitato circostante, duramente danneggiato dal passaggio del conflitto, ha conservato gli edifici storici del suo piccolo centro, oltre alla cattedrale, e custodisce l’omonimo arazzo, che merita di essere ammirato.
A Bayeux ci siamo fermati sei notti ed ogni giorno siamo partiti per visitare due o tre musei, muovendoci da est verso ovest, iniziando dal Pegasus Bridge per finire a Sainte Mère Eglise. Questi due estremi sono in realtà i primi luoghi raggiunti dagli Alleati già nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944 con lanci di paracadutisti e alianti. Ogni museo, anche il più piccolo, come per esempio il museo del radar, ha qualcosa da raccontare, dedicati ad aspetti diversi o alle truppe di una delle tre nazioni principali che hanno partecipato all’operazione (statunitensi, britannici e canadesi). Un discorso a parte merita il bellissimo Memoriale della Pace di Caen. Si può dedicare a questo museo anche una giornata intera. L’allestimento parte dalle premesse del conflitto per arrivare fino ai giorni nostri, può quindi essere visitato all’inizio del “tour”, come momento introduttivo, o alla fine, come momento riepilogativo. Il cimitero di guerra americano, a simbolica conclusione, è stato visitato l’ultimo giorno riservato alle zone dello sbarco.
La regione è famosa anche per essere la terra di origine di Guglielmo il Conquistatore, impossessatosi dell’Inghilterra con una spedizione nel 1066, e i cui discendenti torneranno a liberare la terra d’origine proprio con l’operazione Overlord, quasi novecento anni dopo. L’arazzo, detto della regina Matilde, in una lunga striscia di stoffa ricamata, ne narra l’impresa e alcuni castelli e palazzi della zona ricordano momenti della sua vita.
Di tutt’altro ambito è la visita allo spaccio di un grande caseificio, produttore del famoso formaggio Camembert, che a Saint Isigny sur Mer vende anche gelati, latte fresco ed altri formaggi tipici. Sempre parlando di cibo, non si possono dimenticare il sidro e gli altri prodotti derivati dalle mele, come il liquore Calvados e le torte.
Nono giorno: Bayeux – Saint Lo passando per la costa del Cotentin. Con le spiagge “americane” termina la visita alle zone dello sbarco e ci si avvia verso un rapido giro della penisola del Cotentin, con pausa pranzo in riva al mare a Raz de Barfleur. Anche Cherbourg-Octeville è stata parte strategica del grande meccanismo dello sbarco, ma è molto industriale e abbiamo preferito non soffermarci.
Decimo giorno: Saint Lo – Chartres, passando per Alençon. St-Lo è solo una tappa prima e dopo strade molto belle alla volta di Chartres, passando accanto ed in mezzo a foreste e belle zone agricole collinari, dove non è difficile imbattersi in animali di vario genere, dallo scoiattolo, al cerbiatto, alla mandria di mucche che attraversano la strada.
Undicesimo giorno: Chartres – Reims. Da una cattedrale famosa all’altra, passando per Fontainbleu. La strada è piuttosto noiosa, con lunghi rettilinei e paesaggi piatti. Il panorama migliora solo quando si svolta verso nord-est, non molto prima di Reims. I cippi che si trovano lungo la strada a distanza regolare con una fiaccola dipinta sopra sono stati posti a memoria del percorso compiuto dagli Alleati verso le Ardenne e la Germania, lungo quella che è stata ribattezzata la strada della libertà.
Dodicesimo giorno: Reims – Verdun. Breve spostamento in mezzo ad un paesaggio leggermente più mosso per arrivare ad un’area tristemente nota per gli eventi della Prima Guerra Mondiale. Verdun e la foresta omonima, dichiarata area di rispetto, sono state al centro di battaglie ed interessate alla linea del fronte. Quella che ora è tornata ad essere un’area boscosa, era stata ridotta ad una landa desolata e lunare, attraversata da trincee e tunnel che, in parte, è ancora possibile visitare. Numerosi i cimiteri e memoriali di guerra, e molto interessante anche la cittadella sotterranea di Verdun. La zona era attraversata anche dalla successiva linea difensiva Maginot, di cui resta l’impressionante Fort del Fremont. Il forte si estende sotto terra ed è possibile visitare buona parte della sua estensione con un piccolo treno.
Quattordicesimo giorno: Verdun – Trier, passando per le Ardenne e la foresta del Lussemburgo. Ci si avvia al termine del giro. Anche se breve, il passaggio attraverso la foresta del Lussemburgo lascia un ultimo bel ricordo, senza mancare una sosta rinfrancante a …
A giro concluso ci si rende conto che sono stati trascurati tanti posti ma questo rallegra invece di lasciare rimpianti, pensando già al prossimo viaggio che vi si potrà fare.
__________________
Chi non muore si rivede
Muttley non è in linea   Rispondi quotando
 

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