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Originariamente inviata da Zio
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Lasciatemi dire che non ho mai creduto nel detto "mal comune mezzo gaudio". E' il caso, secondo me, di realizzare che chi ha una sua vera e propria professionalità la deve far pesare. Nei modi e termini dovuti e consoni, ma la professionalità ed il saper fare (che suona meglio di...know how!) sono le vere leve del mercato, a dispetto delle vaie "P" del marketing.
Cosa volevo dire? non lo so bene bene 
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Quoto la parte finale perchè è quella che più mi tocca.
In linea "teorica" è abbastanza veritiero quello che hai scritto.
Nella pratica, per molte professioni, succede come le moto giapponesi.
Tutti vogliono tanta resa alla minima spesa, poco importa se la moto ha una pessima ciclistica e/o è costruita in economia.
A Milano funziona cosi' quasi su tutto tranne particolari professioni dove è difficile fare "economia" (es. Fabbro restauratore che collabora con la Belle Arti et simila)
A Milano si pretendono "professionisti" possibilmente giovani ma con esperienza e l'esperienza deve essere fatta sulle ultime tecnologie! Mah...
La Laurea? Un must... negli annunci la mettono ovunque.
Un volta un ing.Informatico faceva il progettista, oggi lo mettono a fare l'umile programmatore e/o il sistemista tanto "DeveFarePratica" e nessuno che rifiuta.
Sino a 26 anni avevo il telefono che squillava in continuazione dal momento che rientravo nella fascia dei lavoratori sottoponibili a Contratti Schiavo Lavoro (che belli quei nomi tipo "formazione lavoro"), ora non mi chiama nessuno eppure sono autonomo, gestisco commesse e clienti, ho anni di esperienza nella programmazione, faccio trasferte, parlo inglese.
Niente.
I colloqui? Gli ultimi li ho fatti con la "nuova generazione" di femmine Human Resource Department tutte *laureate* in psicologia (di sto c... mi verebbe da aggiungere).
Un disastro.
La professionalità è richiesta ma non la si vuole pagare... tipica mentalità da provinciali perchè "BisognaRisparmiareSuTutto".
I contratti a tempo indeterminato non li fanno più "PerchèAltrimentiNonTiPossoLicenziare".
Bella filosofia per iniziare un nuovo rapporto lavorativo!
Peccato che Biagi abbia fatto la fine che ha fatto... sarei molto curioso di sapere cosa ne pensa ora dello status quo a favore unicamente delle aziende.
Ho avuto la fortuna di iniaziare a lavorare quando i posti di lavori erano visti ancora come comunità, una seconda famiglia, posti ai quali ci si affezzionava.
Ora siamo un esercito di mercenari, cambi collega ogni 3 mesi, turn over elevati con una propria condizione sociale sempre messa in discussione.
Il bello che quando vennero introdotte queste nuove regole tutti dissero:
- ci sarà più lavoro per tutti
- ci sarà più tempo per se stessi
- si potrà lavorare da casa
- più rischi ma anche più guadagno
- se uno lo "vorrà" continuerà a fare il dipendente altrimenti potrà fare "l'imprenditore di se stesso"
...e noi giù a bere...