Il GPS umano
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PAMIR CON MOTO A NOLEGGIO (report, foto e video)
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PREMESSA
Sono ormai passati diversi lustri da quando ho sentito parlare per la prima volta, quasi per caso, del Pamir nei primi reports di viaggiatori (per me allora) temerari che avevano attraversato queste terre lontane.
A quel tempo sembrava un’impresa impossibile per le mie capacità: la lontananza, le strade veramente malmesse, l’isolamento pressoché totale, i guadi profondi, i ponti crollati e una serie infinita di immense difficoltà, che non avrei saputo come affrontare.
Per molti anni il Pamir è dunque rimasto nel cassetto a sedimentare e a spaventare la mia inesperienza.
Poi, dopo l’avventura himalayana dell’anno scorso, ho deciso che i tempi erano maturi e che forse, con un amico fidato, avrei potuto cimentarmi nell’impresa.
Beh con un’impresa, con il senno del poi, il Pamir ha poco a che spartire: la meta è in effetti molto gettonata e generalmente assai frequentata, un po’ di moda se volete; tuttavia l’attrazione fatale è rimasta immutata e l’entusiasmo per i preparativi e l’organizzazione hanno preso il sopravvento con largo anticipo.
L’Asia crea dipendenza dopotutto e i grandi spazi e il paesaggio così diverso dal nostro giocano un ruolo catalizzante per molti. Così si finisce, prima o poi, per mettere il becco da queste parti. Del resto il Pamir è un po’ un "must have" per i motoviaggiatori curiosi, come Capo Nord per intenderci: insomma va fatto una volta nella vita, punto e basta.
Alberto Cantoni, conosciuto assieme a Luca Urbani in India, entrambi amici veri e puri, si è subito fatto convincere. Il resto è venuto da sé e son qui a raccontarvelo…
PAMIR: UN PO’ DI GEOGRAFIA
Da quel che ho letto in giro, ho l’impressione che la buona parte dei viaggiatori sappia gran poco del Pamir, per cui vi do alcune elementari informazioni, giusto per collocarlo con maggior cognizione sul nostro planisfero.
Innanzitutto ci troviamo in Asia Centrale (o Turkestan), una delle macroregioni dell'Asia, convenzionalmente collocata a grandi linee tra la sponda orientale del Mar Caspio e la Cina nord-occidentale.
Essa include cinque stati: Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan (ora indipendenti, ma già facenti parte dell'Unione Sovietica), tutti di cultura e lingua turche, a eccezione di quella iraniana presente nel Tagikistan.
L’area del Pamir è geologicamente un altopiano di circa 100.000 km² (con altitudine variabile tra i 3.000 e 4.000 metri) che corre in direzione est-ovest, circondato da montagne a nord e a sud.
In realtà ha molto più senso parlare di Monti del Pamir, perché si tratta di un gruppo montuoso nell’Asia Centrale, che si colloca nella congiunzione geografica delle catene Himalayane del Tian Shan (la catena montuosa che separa il Kirghizistan dalla Cina), del Karakorum (situato a nord-ovest della catena himalayana e diviso da questa dalla fossa del fiume Indo), del Kunlun Shan (la più lunga catena montuosa asiatica) e dell’Hindu Kush (che occupa gran parte del territorio afgano e pakistano).
La mappa qui sotto vi può aiutare anche visivamente.
Il Gruppo montuoso del Pamir o meglio dei “Pamirs” si suddivide in vari sottogruppi: Grande Pamir, Piccolo Pamir, Taghdumbash Pamir, Alichur Pamir, Sarez Pamir e Khargush Pamir, ma qui stiamo andando troppo sul dettaglio…
La massima elevazione raggiunge i 7.649 m con il Kongur Tagh (che si trova all’estremità orientale del Pamir, in territorio cinese). Seguono l’Ismoil Somoni Peak (conosciuto anche come Stalin Peak e poi come Communism Peak) con 7.495 m in territorio Tagiko e l’Ibn Sina Peak (conosciuto come Peak Lenin) con 7.134 m sulla cresta di confine tra Kirghizistan e Tajikistan.
Il principale fiume del Pamir - e filo conduttore di tutto il viaggio - è il Panj (si legge “pangi”), che nasce dalla confluenza del Pamir River e del Wakhan River, nell’estremo est della regione. Il Panj si sviluppa per oltre 1.000 km di lunghezza e costituisce per un lungo tratto la frontiera geografica tra Afghanistan e Tagikistan. A sud di Dushambe - ancora una volta sul confine afgano - si unisce ad un altro grande fiume, il Vakhsh River (che sorge in Kirghizistan), formando così uno dei più importanti corsi d’acqua dell’Asia centrale: l’Amu Darya.
Un tempo quest’ultimo sfociava con un delta nel lago d'Aral, ma – come è noto – dalla fine degli anni cinquanta la portata dell'Amu Darya è progressivamente diminuita per una colossale derivazione a scopi irrigui e, ormai da diversi decenni, il fiume non raggiunge più il lago (o meglio l’ex lago) e si perde nel deserto turkmeno.
M41 PAMIR HIGHWAY: IL MITO
Si tratta di una delle strade più famose e desiderate al mondo, per una serie di motivi che elenco brevemente.
Innanzitutto è la seconda strada internazionale più alta del pianeta, dopo la Karakorum Highway (che collega il Pakistan alla Cina attraverso il Passo Khunjerab a un'altitudine di 4.693 metri). La M41 collega infatti il Kirghizistan al Tagikistan raggiungendo i 4.655 metri dell’Ak-Baital Pass. E già questo non è poco, in termini di record.
In secondo luogo, costituisce un tratto di una delle vie della seta, e parrebbe che ne sia il pezzo più impegnativo, calcato nei secoli da moltitudini di mercanti e viaggiatori.
Infine, permette una vista ravvicinata dell’Afghanistan, dato che corre proprio sul confine per circa 240 km tra Khorugh e Kalai-Kumb, più che sufficienti per togliersi la voglia. Ma, se non ne aveste abbastanza, potete spararvi altri 280 km tra Murghab e Khorugh facendo la Wakhan Valley. Insomma l’Afghanistan attira e questa antica via carovaniera permette di affiancarlo in tutta sicurezza. Il che basta e avanza a far scattare la scimmia che è in ognuno di noi.
In realtà la Pamir Highway e la M41 sono rispettivamente la parte del tutto, nel senso che la prima è un tratto della seconda.
Secondo le varie fonti, in parte discordanti, la M41 inizia a Kara-Balta (a ovest di Bishkek in Kirghizistan) e termina a Mazar-i-Sharif (nel nord dell’Afghanistan): la lunghezza complessiva è di 2.143 km. Questa classificazione “estesa” è condivisa anche da Open Street Map.
Secondo altre fonti, più strette di manico, la strada inizia invece a Osh (in Kirghizistan) e termina a Termiz (nel sud del Tagikistan): in questo caso la lunghezza si riduce a 1.514 km.
L’immagine qui sotto chiarifica quanto appena detto: in rosso è evidenziata la parte ritenuta dai più prudenti come M41 vera e propria, e in blu le estensioni.
Fatto sta che, comunque la si voglia considerare, è una strada indubbiamente storica, perché ricalca – come detto - uno dei percorsi dell’antichissima via della seta.
La Pamir Highway è un tratto della M41, e precisamente quello che va da Osh a Khorugh. Essa si svolge quasi interamente nel territorio del Gorno-Badachšan, che è poi una regione autonoma del Tagikistan.
Questa terra è sempre stata popolata da teste calde: infatti fu annessa alla Russia nel 1895, ma resistette con tenacia all’annessione al Turkestan bolscevico, tant’è che i Russi ne dovettero riconoscere l’indipendenza come oblast autonomo. Al disfacimento dell’Unione Sovietica, le popolazioni autoctone tentarono nuovamente di conquistare l’indipendenza con una guerra civile, ma vennero annessi alla nuova repubblica del Tagikistan, costituita nel 1994.
La cosa ovviamente non è stata molto gradita, anche perché la maggior parte della popolazione è costituita da pamiri, un gruppo etnico nativo di queste terre da millenni, che parla un gran numero di lingue e dialetti indigeni, differenti da villaggio a villaggio, e poco incline a farsi comandare dall’alto.
Insomma il Pamir è sempre stato un po’ turbolento, ma la situazione da anni è abbastanza stabile. Che cosa se ne facciano dell’autonomia i pamiri rimane per me un mistero, dato che l’economia prevalentemente agricola non consentirebbe loro di auto sostenersi… a meno che altra e più redditizia sia l’economia a cui aspirano, vista la vicinanza ravvicinata (anzi appiccicata) con l’Afghanistan e i suoi traffici più o meno leciti.
In tal caso, sarebbe facile comprendere le ragioni della ricercata indipendenza: meno controlli dall’esterno, più spazio di manovra all’interno. What’s else?
Del resto l’oppio afgano dovrà pure essere esportato da qualche parte, mica se lo possono fumare tutto i talebani! E guarda caso il Tagikistan ci sta proprio attaccato. La tentazione parrebbe forte…
Ad ogni modo, il tratto tra Dushambe e Khorugh è stato costruito dai sovietici nel 1915, mentre il tratto tra Khorugh e Murghab è stato realizzato, sempre dai russi, tra il 1931 e il 1934 per connettere il Gorno Badachšan con il resto dell’Unione Sovietica.
I russi non hanno peraltro creato nulla di nuovo, essendosi limitati ad allargare e sistemare quel che già esisteva, magari come semplice traccia, da tempo immemorabile.
Percorrendo la Pamir Highway nel suo tratto centrale e più ardito (che rimane pressoché sempre prossimo ai 3.500 metri di altitudine), si ha l’impressione che sia rimasta tale e quale all’epoca della sua costruzione. L’asfalto (dove è rimasto) è qui spesso piuttosto malridotto, perché la massicciata è praticamente fatta di terra (e quindi piena di avvallamenti, deformazioni e buche); i fianchi delle montagne (anch’essi fatti di terra e rocce marce) sono soggetti a frequenti franamenti, per cui si va di rattoppi e aggiustamenti alla bell’e meglio; infine ci sono i fiumi che, quando esondano, portano via tutto quel che c’è da portar via, ponti e strada compresi.
Insomma, chiamarla autostrada (o highway) sembra quasi una barzelletta, però sta proprio nell’incertezza della sua percorribilità il fascino di questa strada leggendaria.
Se guardate su youtube, vedrete la M41 in tutte le sue possibili varianti, anche quelle meno fotogeniche. Soprattutto negli anni scorsi, diciamo che non era sempre messa bene, e alcuni tratti, o brevi passaggi, potevano anche risultare intransitabili. La situazione trovata quest’estate era invece buona: nessun ponte crollato, nessun guado impossibile, nessuna frana insuperabile. Insomma si passava piuttosto benone e, ad essere sincero, l’ho trovata molto meno difficile, dal punto di vista tecnico, di quel che pensavo.
Ma non è detto che sia sempre così…
IL PERCORSO
Il nostro viaggio ha seguito il percorso classico ad anello con partenza da Osh in senso orario, con una deviazione per la Wakhan Valley e un’altra al campo base del Peak Lenin, utile anche per il consigliato acclimatamento.
In Ladakh ho sperimentato gli effetti dell’alta quota, e soprattutto quelli determinati dalla rapida ascensione. Certo, là le strade arrivano a 5.360 metri di altitudine, ma ho imparato a mie spese che l’acclimatamento preventivo, la salita lenta e la ridotta permanenza in alta quota sono piccoli accorgimenti che aiutano parecchio a non stare male. Poi ognuno è diverso, per cui se non patite il mal di montagna a queste altitudini, meglio per voi e andate pure sparati a razzo.
Qui vedete il percorso seguito e la sua collocazione nell’area dell’Asia Centrale.
Andando più in dettaglio, preciso che abbiamo seguito il percorso (del resto obbligato, a meno che non vogliate avventurarvi per la Bartang Valley) della M41 da Osh fino alla deviazione, oltre Murghab, per la Wakhan Valley.
Abbiamo quindi percorso quest’ultima fino a Khorugh, dove abbiamo ritrovato la M41, che abbiamo seguito fino a Kalai-Khumb.
Qui ci sono due opzioni: i più abbandonano la M41 e arrivano a Dushambe per la comoda strada asfaltata che compie un ampio giro a sud passando per Kulob e Danghara, mentre i meno proseguono per la M41 arrivando per essa sempre a Dushambe.
Quest’ultimo tratto è indubbiamente più bello, ma anche più difficile, perché è sterrato nella prima parte e fino all’anno scorso anche di incerta transitabilità. E’ comunemente chiamato Tavildara Road. Naturalmente eravamo troppo curiosi e siamo passati da lì.
Da Dushambe siamo rientrati in due giorni a Osh, cavalcando l’Anzolb Pass (ed evitando la famosa galleria) e rimanendo sempre in territorio tagiko fino a Isfara, dove siamo entrati in Kirghizistan, circumnavigando le enclavi Tagike e Uzbeke.
Qui sotto il percorso seguito con maggior dettaglio.
Ognuno può suddividere il percorso come meglio crede, ma vi dico come abbiamo fatto noi, o meglio come avremmo voluto fare se non fossero successi gli imprevisti che poi vi racconterò.
Guidando tutto il giorno si può fare il giro in otto giorni effettivi, escludendo la sosta a Dushambe e la deviazione al Peak Lenin. Ma bisogna considerare i possibili imprevisti o guasti e si tratta in ogni caso di tratte lunghe e non sempre facilissime da guidare.
In sintesi: prima tappa da Osh a Sary-Tash (tutto asfalto, da buono a molto buono – 199 km); seconda tappa da Osh a Murghab (misto asfalto e sterrato – 232 km); terza tappa da Murghab a Langar nella Wakhan Valley (inizio asfalto, poi tutto sterrato – 228 km); quarta tappa da Langar a Khorugh (misto asfalto e sterrato – 216 km); quinta tappa da Khorugh a Kalai-Khumb (misto asfalto malmesso e sterrato - 244 km); sesta tappa da Kalai-Khumb a Dushambe per la Tavildara Road (prima parte sterrato poi tutto asfalto scorrevole e buono – 301 km); settima tappa da Dushambe a Khujand per l’Anzolb Pass (tutto asfalto ottimo ad eccezione della salita e discesa dal passo che sono sterrate e abbandonate da anni - 332 km); ottava tappa da Khujand a Osh (asfalto ottimo e scorrevole esclusi gli ultimi 100 km sempre asfaltati ma messi peggio - 354 km).
In tutto sono 2.106 km, poco meno della metà sterrati.
Alla sera si arriva comunque belli cotti, perché tappe di 200 km sterrate o in gran parte tali da queste parti sono faticosette. Noi abbiamo tenuto una media di circa 30 km/h su sterro e di 50-60 km/h su asfalto, ma si può fare di meglio, anche se non conviene, perché correre a nastro fa perdere il contesto. Insomma, godetevela a ritmo lento, mettendoci più giorni.
Un ultimo consiglio: informatevi sempre e costantemente sulla transitabilità e/o eventuale chiusura della tratta che vi accingete a percorrere. I locali, in questo caso, sono molto utili, così come i motociclisti che provengono in senso inverso. In caso di chiusure, fate in modo di avere un piano B, anche se non sempre è possibile.
QUI potete vedere il video che riassume in 10 minuti l'essenza del viaggio.
[CONTINUA]
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Massimo Adami
BMW F800GS Adventure
YAMAHA XT600E
Ultima modifica di Massimo; 19-10-2023 a 15:34
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