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Da Walwal il Forum originario dove si parla di argomenti che riguardano il mondo Motociclistico e di argomenti correlati , la politica e gli OT sono banditi. Il Bar è intitolato al nostro caro amico Walter.


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Vecchio 07-11-2005, 16:22   #1
Guanaco
Guest
 
Question Vale un grande? Questione di definizioni (km-etrico)

Valentino Rossi è un fenomeno interessante dei nostri tempi.
Perché? Perché è stato ed è ancora l'uomo giusto al posto giusto. Questa circostanza non è molto frequente, anzi è rara e si deve in gran parte a fattori fortuiti.
Spesso i campioni si osannano e si ritengono dei "grandi". Io ci andrei piano con queste parole, senza nulla voler togliere a Valentino. I grandi hanno ideali che affascinano, scoprono cose nuove, spiccano per umanità o generosità, hanno personalità carismatiche, vedono lontano, denotano creatività fuori dal comune, scorgono problemi gravi che per tutti sono trasparenti, insomma hanno doti eclettiche superiori agli altri. Alcuni fanno la storia, alcuni emergono a posteriori, altri restano nell'ombra, spesso per sempre.
Ecco è questo il punto. Non necessariamente un grande è un personaggio noto. Nel mio piccolo ho conosciuto dei grandi che sono dei perfetti sconosciuti. Nella grande mediocrità e arrivismo dei più rammento alcuni insegnanti eccezionali, colleghi con rara generosità d'animo e capacità eccelse, superiori da cui ho molto imparato, figure professionali con tanto understatement, ma molta intelligenza. Ricordo molte persone semplici, dei "puri" come li definiva Pasolini, che in qualche modo, pur nella loro ignoranza, costituivano un'élite: persone con notevoli istintualità, che magari sapevano senza sapere di sapere, pronte ad ascoltare e, soprattutto, ricche di esperienze inetriori. Ci sono contadini, pescatori, rocciatori, guardie forestali che hanno un bagaglio di cuore e di mente che pochi immaginerebbero. Poi, naturalmente, tanti studiosi con a casa migliaia di libri e che nessuno se li fila nell'era dell'immagine e della superficialità.
Ecco, questi sono i grandi. Churchill era un grande, lo era San Francesco, ma anche lo può essere il benzinaio all'angolo, l'operaio che varca i cancelli quando il cielo è ancora livido e che il fine settimana fa disegni meravigliosi o, che so, l'edicolante che conosce tutti gli scritti di Platone (come quello sotto casa mia). Spero che m'intendiate...
Naturalmente, ci sono anche i grandi dello sport. Ma, secondo me, questi appartengono più al passato. Anche oggi ci sono manifestazioni di grandezza nello sport (mi ricordo certi exploit di Pantani o la perseveranza di Armstrong dopo la malattia), ci mancherebbe. Tuttavia, viviamo più un'epoca di specialisti, di talenti freddi, come Tomba, per esempio. Un talento naturale, ma con un cervello di gallina e una perseveranza da niente, altro che Zurbriggen...
Ecco, Valentino è piuttosto un talento naturale. Ha un a conformazione fisica che lo aiua tantissimo in moto (laddove, magari, un Melandri o un Biaggi sono impediti): è leggero e ha lunghe leve. E' un discorso tecnico fatto tante volte e ormai assodato.
Naturalmente, non è tutto lì. Ha una visione della traiettorie e un senso di controllo eccezionali. Ha, per esempio, quello che mancava a Tomba o che manca alla nazionale di calcio: costanza nel rendimento. Questo si deve al suo notevole impegno e alla sua esperienza. Ma dire che lui di per sé sia un grande... Mennea, piccolino e con un fisico goffo e sgraziato, apparentemente inadatto alla corsa, era un grande. Ricordate quanto ha retto il suo record sui 200 m?
I grandi possono avere anche caretteri burberi. Che Guevara era così. Marx era un mezzo dittatorello. C'è sempre qualcosa che controbilancia la grandezza, specie di quelli che passano alla storia.
Valentino non sembra avere grandi difetti caratteriali. E' simpatico, non se la tira, ha gli amici di sempre, insomma è come tanti ragazzi della sua età. Non brilla in nulla, anche se ha un buon carattere.
Certo, non è una cima. A scuola era piuttosto un asinello e se non avesse cavalcato le moto è probabile che non avrebbe mai fatto nulla di eccelso nella vita.
Però, suo padre ci ha visto bene. Non aveva abbastanza soldi per farlo girare con le auto, ma le piccole moto erano già più alla portata delle tasche della famiglia. Ecco da dove viene l'impegno e l'esperienza: da suo padre. E l'insistenza ha dato i suoi frutti. E' diventato uno specialista della velocità, le doti le aveva, in più ci ha aggiunto la pratica. Ieri guadagnava tre decimi al giro e dal 15-esimo posto è giunto al terzo. Capperi, non ha nemmeno la moto più veloce... Tanto di cappello elle sue "grandi" capacità.
Eppure, quando lo vedi alle interviste vedi un ragazzo giulivo e simpatico, niente di più, non lo sguardo di un Fangio, di un Fittipaldi, non l'intelligenza di un Lauda, non il coraggio di un Benvenuti o l'eleganza di un Clay. Insomma, è uno di oggi, uno più bravo di altri, impossibile negarlo, i risultati parlano chiaro... Ma non un grande, secondo me. Non è epoca di grandi. E' epoca di specialisti che vengono coltivati in appositi allevamenti.
Il cuore e la mente stanno altrove, nel passato. Forse nel futuro, ma non nel presente.
Non viviamo in un tempo dove gli uomini giusti stanno spesso al posto giusto. Forse non è mai stato così, ma oggi viviamo nello spettacolo e tutto il resto è secondario. L'unico posto che conta, giusto o sbagliato, è quello sotto i riflettori. Se hai le doti e, soprattutto, le entrature per accedervi, allora e solo allora sei uno che conta. Questo non significa essere grandi, nemmeno se mantieni la posizione.
Persino la politica ormai è stata fagocitata dalla TV. Raccoglie più voti Iva Zanicchi di qualsiasi politologo. La gente non vuole cose complesse, vuole la semplicità estrema. Oggi nessuno si fa più domande, perché ti preparano anche quelle e tu non devi più nemmeno fare lo sforzo di essere curioso. E, naturalmente, altrettante risposte sono preconfezionate. Domani la gente potrebbe votare Simona Ventura, così come Vieri o, appunto, Vale Rossi, Vale che è semplice, senza fronzoli. Conta chi vince nello spettacolo, con semplicità. Cosa c'è di più semplice di una gara? Tutto quello che non si vede non conta niente, anche se è il 99,9999% della realtà. Ancora meno conta se si sospetta che sia appena un po' complesso.
Adesso la vita di Valentino viene raccontata, rappresentata, scritta (andate in edicola). Se questi resoconti sono un tantino sinceri, e non dubito che sia così, credo che possano indicare la particolarità della sua ascesa. E allora ci si rende conto della occasionalità estrema del suo successo, della fortuna che lui ha avuto e che tanti altri, quasi tutti, si possono sognare di notte, pur avendo altrettanti numeri nei rispettivi campi professionali. Questo non lo rende grande, lo rende barvo, anche bravissimo, ma senz'altro molto fortunato. Non voglio dimenticare che fa un mestiere pericoloso, questo è vero ed è un fattore che mi spinge a considerarlo un coraggioso, ma non più dei suoi colleghi. C'è comunque un sacco di gente che rischia e non guadagna un centesino di quello che prende lui.
Dalla mia insignificante posizione dietro un PC gli auguro un futuro sereno e ancora ricco di soddisfazioni, ma finora non trovo nessun elemento per giudicarlo un "grande".
Però, non voglio escludere nulla... E' ancora un pischello e potrebbe dire o fare cose che smentiscono tutto quanto ho qui scritto. E, allora, la residenza a Londra, gli spot pubblicitari e i compensi miliardari passerebbero in secondo piano per qualcosa di umano (mente e cuore) che non è monetizzabile.
Vedremo...
 
 


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