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Vale un grande? Questione di definizioni (km-etrico)
Valentino Rossi è un fenomeno interessante dei nostri tempi.
Perché? Perché è stato ed è ancora l'uomo giusto al posto giusto. Questa circostanza non è molto frequente, anzi è rara e si deve in gran parte a fattori fortuiti. Spesso i campioni si osannano e si ritengono dei "grandi". Io ci andrei piano con queste parole, senza nulla voler togliere a Valentino. I grandi hanno ideali che affascinano, scoprono cose nuove, spiccano per umanità o generosità, hanno personalità carismatiche, vedono lontano, denotano creatività fuori dal comune, scorgono problemi gravi che per tutti sono trasparenti, insomma hanno doti eclettiche superiori agli altri. Alcuni fanno la storia, alcuni emergono a posteriori, altri restano nell'ombra, spesso per sempre. Ecco è questo il punto. Non necessariamente un grande è un personaggio noto. Nel mio piccolo ho conosciuto dei grandi che sono dei perfetti sconosciuti. Nella grande mediocrità e arrivismo dei più rammento alcuni insegnanti eccezionali, colleghi con rara generosità d'animo e capacità eccelse, superiori da cui ho molto imparato, figure professionali con tanto understatement, ma molta intelligenza. Ricordo molte persone semplici, dei "puri" come li definiva Pasolini, che in qualche modo, pur nella loro ignoranza, costituivano un'élite: persone con notevoli istintualità, che magari sapevano senza sapere di sapere, pronte ad ascoltare e, soprattutto, ricche di esperienze inetriori. Ci sono contadini, pescatori, rocciatori, guardie forestali che hanno un bagaglio di cuore e di mente che pochi immaginerebbero. Poi, naturalmente, tanti studiosi con a casa migliaia di libri e che nessuno se li fila nell'era dell'immagine e della superficialità. Ecco, questi sono i grandi. Churchill era un grande, lo era San Francesco, ma anche lo può essere il benzinaio all'angolo, l'operaio che varca i cancelli quando il cielo è ancora livido e che il fine settimana fa disegni meravigliosi o, che so, l'edicolante che conosce tutti gli scritti di Platone (come quello sotto casa mia). Spero che m'intendiate... Naturalmente, ci sono anche i grandi dello sport. Ma, secondo me, questi appartengono più al passato. Anche oggi ci sono manifestazioni di grandezza nello sport (mi ricordo certi exploit di Pantani o la perseveranza di Armstrong dopo la malattia), ci mancherebbe. Tuttavia, viviamo più un'epoca di specialisti, di talenti freddi, come Tomba, per esempio. Un talento naturale, ma con un cervello di gallina e una perseveranza da niente, altro che Zurbriggen... Ecco, Valentino è piuttosto un talento naturale. Ha un a conformazione fisica che lo aiua tantissimo in moto (laddove, magari, un Melandri o un Biaggi sono impediti): è leggero e ha lunghe leve. E' un discorso tecnico fatto tante volte e ormai assodato. Naturalmente, non è tutto lì. Ha una visione della traiettorie e un senso di controllo eccezionali. Ha, per esempio, quello che mancava a Tomba o che manca alla nazionale di calcio: costanza nel rendimento. Questo si deve al suo notevole impegno e alla sua esperienza. Ma dire che lui di per sé sia un grande... Mennea, piccolino e con un fisico goffo e sgraziato, apparentemente inadatto alla corsa, era un grande. Ricordate quanto ha retto il suo record sui 200 m? I grandi possono avere anche caretteri burberi. Che Guevara era così. Marx era un mezzo dittatorello. C'è sempre qualcosa che controbilancia la grandezza, specie di quelli che passano alla storia. Valentino non sembra avere grandi difetti caratteriali. E' simpatico, non se la tira, ha gli amici di sempre, insomma è come tanti ragazzi della sua età. Non brilla in nulla, anche se ha un buon carattere. Certo, non è una cima. A scuola era piuttosto un asinello e se non avesse cavalcato le moto è probabile che non avrebbe mai fatto nulla di eccelso nella vita. Però, suo padre ci ha visto bene. Non aveva abbastanza soldi per farlo girare con le auto, ma le piccole moto erano già più alla portata delle tasche della famiglia. Ecco da dove viene l'impegno e l'esperienza: da suo padre. E l'insistenza ha dato i suoi frutti. E' diventato uno specialista della velocità, le doti le aveva, in più ci ha aggiunto la pratica. Ieri guadagnava tre decimi al giro e dal 15-esimo posto è giunto al terzo. Capperi, non ha nemmeno la moto più veloce... Tanto di cappello elle sue "grandi" capacità. Eppure, quando lo vedi alle interviste vedi un ragazzo giulivo e simpatico, niente di più, non lo sguardo di un Fangio, di un Fittipaldi, non l'intelligenza di un Lauda, non il coraggio di un Benvenuti o l'eleganza di un Clay. Insomma, è uno di oggi, uno più bravo di altri, impossibile negarlo, i risultati parlano chiaro... Ma non un grande, secondo me. Non è epoca di grandi. E' epoca di specialisti che vengono coltivati in appositi allevamenti. Il cuore e la mente stanno altrove, nel passato. Forse nel futuro, ma non nel presente. Non viviamo in un tempo dove gli uomini giusti stanno spesso al posto giusto. Forse non è mai stato così, ma oggi viviamo nello spettacolo e tutto il resto è secondario. L'unico posto che conta, giusto o sbagliato, è quello sotto i riflettori. Se hai le doti e, soprattutto, le entrature per accedervi, allora e solo allora sei uno che conta. Questo non significa essere grandi, nemmeno se mantieni la posizione. Persino la politica ormai è stata fagocitata dalla TV. Raccoglie più voti Iva Zanicchi di qualsiasi politologo. La gente non vuole cose complesse, vuole la semplicità estrema. Oggi nessuno si fa più domande, perché ti preparano anche quelle e tu non devi più nemmeno fare lo sforzo di essere curioso. E, naturalmente, altrettante risposte sono preconfezionate. Domani la gente potrebbe votare Simona Ventura, così come Vieri o, appunto, Vale Rossi, Vale che è semplice, senza fronzoli. Conta chi vince nello spettacolo, con semplicità. Cosa c'è di più semplice di una gara? Tutto quello che non si vede non conta niente, anche se è il 99,9999% della realtà. Ancora meno conta se si sospetta che sia appena un po' complesso. Adesso la vita di Valentino viene raccontata, rappresentata, scritta (andate in edicola). Se questi resoconti sono un tantino sinceri, e non dubito che sia così, credo che possano indicare la particolarità della sua ascesa. E allora ci si rende conto della occasionalità estrema del suo successo, della fortuna che lui ha avuto e che tanti altri, quasi tutti, si possono sognare di notte, pur avendo altrettanti numeri nei rispettivi campi professionali. Questo non lo rende grande, lo rende barvo, anche bravissimo, ma senz'altro molto fortunato. Non voglio dimenticare che fa un mestiere pericoloso, questo è vero ed è un fattore che mi spinge a considerarlo un coraggioso, ma non più dei suoi colleghi. C'è comunque un sacco di gente che rischia e non guadagna un centesino di quello che prende lui. Dalla mia insignificante posizione dietro un PC gli auguro un futuro sereno e ancora ricco di soddisfazioni, ma finora non trovo nessun elemento per giudicarlo un "grande". Però, non voglio escludere nulla... E' ancora un pischello e potrebbe dire o fare cose che smentiscono tutto quanto ho qui scritto. E, allora, la residenza a Londra, gli spot pubblicitari e i compensi miliardari passerebbero in secondo piano per qualcosa di umano (mente e cuore) che non è monetizzabile. Vedremo... ;) |
Complimeti!!!!!
Mi è piaciuto un sacco quello che hai scritto condivisibile per certi punti e discutibile per altri dipende dalla scuola di pensiero, ma sicuramente pieno di concretezza (merce rara aihme al giorno d'oggi).... Un lampeggio Monk |
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Nemmeno io stesso condivido tutto quello che ho scritto... :lol:
Era per ragionare ad alta voce, per porre dei quesiti. :confused: E forse è un ragionamento che trascende Valentino Rossi... Comunque grazie, se non altro per aver avuto la forza di leggere (errori di battitura compresi). ;) |
mi associo al plauso di coloro che mi hanno preceduto; devo dire che condivido gran parte dell'attenta e serena analisi, soprattutto il ragionamento che porta alla definizione di "grande".
Mi sento di dissentire, almeno in parte, dalla valutazione di "non-grande" data a Valentino, ma non perchè io lo consideri un grande nel senso storico, etico e culturale che tu hai lucidamente individuato; ma perchè, forse per eccessiva mia indulgenza, in un mondo dello sport così eticamente labile, così piatto e avido, la figura di Valentino, con tutta la sua innata bravura, la sua lucidità in gara, la sua fame di vittoria e la sua simpatica "normalità" una volta tolto il casco me lo fanno veder non come un "grande tra i grandi", ma come, comunque, un "grande tra i nani". Insomma, a modo suo spicca per caratteristiche rare e quasi tutte positive in un mondo appiattito su livelli decisamente bassi e ne esce quasi la figura di un eroe dei tempi - tristi - moderni, anche se con ogni probabilità non ne ha tutte le caratteristiche. Mi scuso se non sono stato chiaro. |
Quote:
Tomba poteva avere tutti i difetti del mondo e forse anche di piu'.......ma dargli dell'incostante vuole dire quantomeno non aver vissuto quell'epoca. Fabio |
Guanaco!
KoMa-etilico? :rolleyes: Fai discorsi (anzi scrivi), su cose che non ci si (con)fida a pensare neanche tra le braccia di Bacco. ;) E non parlo di Valentino... :D :D :D |
Bello davvero quello che hai scritto. Complimenti sinceri.
Mi sembra solo un pò sminuito il valore che Rossi o altri ci mettono in quello che fanno. Quando i "gladiatori" della superbike sono venuti nella moto GP sembrava che erano in grado di fare baraba, baffi, pelo e contropelo ai ragazzini viziati delle 2 tempi.... se ne sono ritornati mestamente al loro posto senza alcun acuto degno di nota. Questo per dire che al vertice di questa attivita bisogna essere ultra strutturati e, con tutto il rispetto del passato, come quelli di adesso di fenomeni su 2 ruote non ne sono mai esistiti. Di derapate e frenate alla Swantz sono almeno una decina in grado di farle e con molto più controllo (Swantz era spesso per terra). |
..hai scrtto proprio una bella cosa...
Che come molti condivido più o meno totalmente.... Però complimenti per come hia affrontato sto discorso, penso ceh tu ci abbia preso... |
Devo dire che pur essendo un ragionamento fatto a voce alta, il discorso è bel leggibile e strutturato. :D :!: tuttavia non del tutto d'accordo....
Penso che Valentino possa essere una nuova figura, quella del campione "acqua e sapone". Spesso campioni o menti del passato avevano un carattere instabile o erano troppo presuntuosi. Piloti come Gilles Villeneuve o kevin schwantz avevano sicuramente un carattere più particolare ma appartenevano a un'altra epoca: non "studiavano" molto l'avversario ogni curva era buona per passare... spesso però decollavano o cadevano rovinosamente a terra. Questa penso sia un'epoca dove bisogna studiare con costanza, essere umili e possedere doti innate per poter venire allo scoperto... Valentino è l'impersonificazione di queste tre qualità. :D |
Bel trafiletto...si legge volentieri.
Il mio punto di vista però è questo: E' la storia che fa grande un personaggio, per te ed altri, oggi, Valentino non è un grande per molti altri sì; Fra 50 anni o ancora di più dopo il suo, gli auguro il più tardi possibile, trapasso, la quasi totalità delle persone lo considererà un "grande" (forse anche te) e lo dico non per quello che potrà ancora fare, ma per quello che ha già fatto. Ad ogni modo, è chiaro che le luci dello spettacolo aiutano a farsi "definire grandi", ma come tu dici questi sono "specialisti"....... bhe per me lo specialista è già di per se un grande, per la massima attenzione, la professionalità, l'amore, la voglia che mette nel fare il suo mestiere. Se poi eccelle su tutti è il "migliore dei grandi" Poi ci sono i soldi...ma qui il discorso va oltre le mie vedute.... Grazie per i bei 5 minuti di lettura. |
mi associo all'ammirazione per lo scritto. :!:
per me rossi ha gia' fatto cose che di diritto lo collocano nell'olimpo dei grandi dello sport motociclistico, ma il mio e' un parere fra i tanti. ieri e' uscito il suo libro in italiano ("autobiografia, pensa se non ci avessi provato" mondadori 15 euri), sono immediatamente andato a prenderlo e ho iniziato a leggerlo. mi sta appassionando quasi quanto la vittoria a welkom all'esordio con la yamaha... :D |
E’ vero, a leggerti ci si pongono delle domande.
Di Valentino, come di tutti gli sportivi, un giorno resterà solo un nome, un archivio di ricordi, dei numeri. Dei Grandi resta la loro Opera. Il Nome, un insieme di vocali e consonanti perde quasi completamente di importanza nel momento in cui non serve più ad individuare uno fra i vivi. L’Opera dei Grandi, nel momento della loro scomparsa appartiene alla comunità ed il loro nome, se conosciuto, se confermato, è solo un filo conduttore che collega i vari capitoli dell’Opera. Valentino, come tutti i personaggi di spicco ed in voga, vive l’enorme successo assaporando gigantesche soddisfazioni. - “Fortunato !” - dici. – Come negarlo! Ma il successo è una droga, chi ha conosciuto la vittoria alla vittoria poi non riesce più a rinunciare. L’affermazione dello sportivo o del guerriero è sul campo di battaglia, la loro vittoria, la gioia della loro vittoria, dura solo un attimo, dura solo l’istante del trionfo sullo sconfitto. L’affermazione di un Grande è il compimento di un Opera, la gioia della vittoria di un Grande non è vincolata alla presenza di uno sconfitto. La vittoria di un Grande è una vittoria della comunità. Valentino conoscerà la sua parabola discendente, per Valentino arriverà il giorno in cui qualcuno andrà più veloce di lui. Nella vita di un Grande invece, fino all’ultimo, all’ultimissimo respiro, il tempo è utile per realizzare un'altra Opera. Valentino oggi è fortunato, ma avrà l’intelligenza di saper scendere da una così elevata altezza senza farsi male? Quanti anonimi Grandi vivono la loro vita compiendo Opere senza che quasi nessuno lo venga mai a sapere? – Non conoscono la fama e la ricchezza, non conoscono però neanche mai l’ora del tramonto. – Sono più fortunati loro o Valentino? L’arte è un Opera? Il film di una vittoria di Valentino è arte? Un sacco di domande ed un sacco di risposte. Personalmente mi rispondo che un vero Grande, l’Opera di un vero Grande, non ha bisogno di supporti cartacei o magnetici o di silicio, non ha neanche bisogno di un Nome. Le Opere dei grandi vivono e vivranno sempre, sono dentro di noi, sono i migliori di noi, saranno i Grandi del domani. |
tutto giustissimo ma non precluderei la Passione dal novero delle Opere che rimangono dai Grandi ai posteri...
se no' ci tocca rinunciare per esempio anche alla poesia, ai sentimenti, all'amore... quel che ha fatto rossi e' stato di restituire al Pilota la dignita' di essere l'attore primo di questo sport... gli sconfitti in gara non sono tali in quanto necessari all'opera del grande, ma inevitabilmente in una competizione c'e' chi arriva primo e chi ultimo, senza nulla togliere alla passione di ognuno... un' "opera" e' anche il tentativo di rimonta impossibile visto all'ultima gara... girare contro il tempo per dimostrare che si puo' sempre migliorare, nonostante le avversita', e non per battere questo o quell'avversario... |
complimenti GUANACO!!
ottima opinione! :D
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I motori a due tempi, specialmente quelli ad altissime prestazioni come quelli da corsa, hanno una cattiveria di erogazione che i quattro tempi, pur di cilindrata maggiore, non hanno. Quando il due tempi si mette a spingere veramente è come passare a velocità warp stile enterprise. Il due tempi è cattivissimo e senza freno motore, moto più leggera. Il quattro tempi (di cilindrata doppia) è più morbido ma con un freno motore problematico da gestire, moto più pesante. Mi sembra di aver notato anche che con il quattro tempi ci siano più piloti capaci di andar forte (naturalmente non parlo dei livelli di Rossi), col due tempi di meno. Naturalmente è solo la mia personale opinione, espressa tra l'altro da un motociclante a cui sono sempre piaciuti i due tempi :) Per Guanaco : è sempre un piacere leggere un pensiero frutto di ragionamenti realmente personali e liberi da qualsiasi condizionamento mediatico ed affini. Lamps !!! |
grande? xchè no?
Buongiorno,
ho letto attentamente quanto hai scritto e, riflettendo pur io ad alta voce, penso che: Vale non è fortunato perchè ha preso la yamaha quando nessuno sapeva farla andare..è un grande perchè da cancello l'ha portata a moto da battere, prendesse una ducati od una kawa, portasse come già fatto i suoi tecnici e facesse concentrare tutti gli sforzi di una casa nella direzione che lui indica, tornerebbe a vincere; Non metterei gente come Pantani (ma si drogava per depressione o grazie a sostanza dopanti ha vinto????) sul livello di Vale ci sta un Tomba, un Pelè, un Michael Jordan gente che ha spostato ad un livello ineguagliabile il livello di uno sport grazie a talento e dedizione al lavoro. Quello che mi impressiona di Rossi è che, mentre di uno Schumacher per esempio fanno vedere la preparazione atletica la meticolosità negli allenamenti etc, di lui si parla delle notti in disco, delle bravate, sembra quasi non faccia fatica, non si alleni, gli riesca tutto per caso mentre in realtà, dietro c'è un lavoro una dedizione pari agli altri, solo che a lui riesce meglio. Vale è un grande perchè fa parlare di se, perchè gli sponsor cercano solo lui, perchè ha reso scontato un mondiale perchè inventa, studia, ragiona e condisce tutto con un sorriso e molte frecciatine...è diverso per questo svetta. Si parla molto per esempio di Villeneuve beh, un grande sicuramente per generosità e cuore ma che distruggeva auto perchè anche quando non avrebbe dovuto tentava un sorpasso...forse non è stato un grande per risultati sportivi sicuramente lo è stato per passione. Credo sia tutto relativo perchè, a seconda di quale lente usiamo per guardare le gesta di uno sportivo, queste risaltano rispetto a altre: un uomo completo non esiste. Pelè un grande per il calcio MJ per la pallacanestro Vale per il motociclismo moderno Schumacher per l'automobilismo moderno etc etc Poi è soggettivo come detto Lamps BE VEGETARIAN |
complimenti per il ragionamento...
Io credo che ogni tempo ha i suoi astri, non possiamo paragonare periodi storici diversi perchè ognuno vive il proprio tempo alla propria maniera. I tempi di Fangio e Agostini sono passati, si confrontavano con realtà tecniche, sociali ed economiche diverse. Ognuno emerge per le doti che riesce a trasmettere nel mercato che in QUEL momento vuole ricevere. Tenendo buono il tuo pensiero, freedreamer, io penso che la grandezza sta in coloro che riescono a trasmettere emozioni, pensieri e passione al maggior numero di persone nel mondo. E parlo di valori positivi. Che poi si chiami Valentino Rossi o Bono degli U2 poco importa. Semmai è criticabile il periodo storico che stiamo vivendo in relazione al capitalismo, becero, imperante. Ma questo è un discorso lungo e, per certi versi, anche politico. Non è la sede per affrontarlo. |
Su di una cosa concordo: Vale è un grande!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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x Guanaco :(
oggi diciamo: eehh non si fanno piu' le moto di una volta, non si fanno piu' le case come si facevano prima, non si fanno piu' le torte come una volta, non ci sono piu' i campioni di una volta, ecc.......... nel 2050 diranno: eehh non si fanno piu' le moto di una volta, non si fanno piu' le case come si facevano prima, non si fanno piu' le torte come una volta, non ci sono piu' i campioni di una volta, ecc............ e cosi' via. Tutto e' relativo caro Guanaco ;) |
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