Domenica 16 maggio 2010 - Buchara
Anche qui abbiamo deciso di passare una giornata intera da turisti. La città è bella, è molto antica, ma è un po' troppo turistica, ci sono botteghe di souvenir dappertutto e anche i bottegai ti fermano e insistono per venderti roba. Siamo quasi a livello delle nostre città d'arte come Venezia o Roma e la cosa non mi piace molto.
Ecco la madrassa di Ulugbek, la più antica, del '400, come si vede ai giorni nostri
e all'inizio del XX secolo dopo il bombardamento sovietico del 1920
con il cortile interno, dove potevano imparare e alloggiare circa un centinaio di studenti
e la moschea
Arriva il turno dell'Ark, una fortezza imponente, l'edificio più antico di Buchara abitato fin dal V secolo, con delle mura impressionanti
Dentro non è un granchè, a parte la bella moschea Juma del XVII secolo
e il cortile delle udienze e delle incoronazioni il cui tetto è crollato in seguito ai bombardamenti dei russi del 1920
Staccate dall'Ark, in un altro edificio a pochi passi, ci sono le prigioni dello Zindon
dove sono stati "ospiti" anche Stoddart e Connolly....... Questa la loro cella, si dice infestata da scorpioni e altri parassiti
Nel pomeriggio si ritorna verso il centro, voglio vedere la piazza con la piscina di giorno ed eccola qua
In primo piano un gelso centenario ormai morto, ma comunque un bel monumento naturale. Ovviamente, trovandoci sulla via della seta, dappertutto le piante più comuni sono i gelsi, che forniscono con le foglie il nutrimento per il baco da seta. Lungo le strade è usuale vedere le piantagioni di gelsi con i rami tagliati appunto per portare le foglie negli allevamenti dei bachi.
Abbiamo visto ormai tutto del centro di Buchara, così decidiamo di fare un giro nella periferia, scoprendo una realtà ben diversa da quanto visto finora. Edifici pericolanti
Vie non lastricate con condotte dell'acqua posticce e non interrate
e più ancora in periferia i vecchi e desolanti palazzoni dell'era sovietica
e lo stadio comunale
Non tutto è oro quello che luccica, chissà perchè in queste parti della città non si vede nemmeno un turista di tutti quelli che vengono scaricati dai bus granturismo che fanno la spola tra Tashkent, la capitale dove arrivano con l'aereo e le città turistiche di Samarcanda, Buchara e in misura molto minore Khiva.