@ Mariob
Secondo te se Dario.C avesse superato l'auto civetta che andava a 15kmh avrebbe commesso un infrazione?
Secondo me si, ma il punto che volevo evidenziare non era questo, ma il comportamento -quantomeno discutibile- degl agenti che dovrebbero (ed il condizionale è d'obbligo, oltre che sarcastico) far rispettare la legge e le norme.
Oltre 20 anni fa mi accadde qualcosa di simile a Palermo.
Mentre ero alla guida di una Golf, riparto da un semaforo e non faccio in tempo a mettere la terza che un agente della stradale, piazzato su un slargo circa un centinaio di metri poco più avanti del precedente incrocio, mi espone la paletta.
Mi accosto, consegno patente e libretto e allorquando lo vedo scrivere un verbale di contravvenzione scendo dalla mia autovettura e chiedo quale infrazione mi stesse contestando.
Mi risponde: "velocità pericolosa in prossimità di un crocevia".
Allora mi permetto di rappresentargli come non vi fossero strumenti elettronici atti a rilevare la presunta pericolosità della velocità del veicolo e come lo slargo nel quale ci trovavamo non assomigliasse neppur lontanamente ad un crocevia.
L'agente mi risponde che le sue valutazioni erano quelle e continua a scrivere il verbale.
Senza dire una parola, faccio dietrofront, torno alla mia macchina, prendo carta e penna e ritorno dall'Agente chiedendogli cortesemente di qualificarsi con nome, grado, reparto di appartenenza; perdurante il suo silenzio, annoto il numero di targa della volante, guardo l'orologio e scandisco ore e minuti, scrivo, ripetendo ad alta voce, la strada ed il numero civico e poi chiedo ancora all'agente l'indirizzo della Questura di Palermo.
Ancora silenzio.
Prima di tornare alla macchina faccio notare, sempre cortesemente, all'agente che sulla targa del mio veicolo c'è scritto "Roma" e non "imbecille" e che avrei avuto modo di rappresentare le mie lamentele a chi aveva l'obbligo di annotarle.
Risalito in macchina, ho trovato l'indirizzo della Questura e mi ci sono recato dove ho chiesto all'agente presente all'ingresso che desideravo parlare con il Questore; mi viene risposto che non c'è e allora chiedo di parlare con il vice questore o con il funzionario più alto in grado presente in quel momento, poi, visto l'attimo di imbarazzo del mio interlocutore (silente), consegno il foglietto (del quale avevo già riportato sulla mia agenda tutti i dati) con su scritto:
- rifiuto di qualificarsi dell'agente
- targa volante
- ora e luogo
- esposizione dei fatti
Chiedo infine, sempre cortesemente, di voler consegnare quel foglietto al suo superiore che io nel frattempo dovevo andare alla Stazione dei Carabinieri a descrivere l'accaduto...
Dai Carabinieri non sono più andato (a mio padre nel frattempo era venuta fame...

) ma la multa non mi è mai arrivata e credo (anzi, sono convinto) che a quell'agente della stradale due paroline il suo superiore gliele abbia dette.
Venti anni fa non ero avvocato (come l'amico di Dario.C) ma allora come adesso le cose sbagliate sono in grado di percepirle.
E non mi vanno giù, proprio per niente.
Se io sbaglio, pago.
Se chiunque altro sbaglia, anche lui deve pagare.
Ma troppe volte vedo che esistono le leggi e modi di "interpetarle" che vengono rimessi alla disponibilità dei singoli operatori senza che, è qui sta il problema, questi ultimi rispondano per gli sbagli commessi.
E, magari, basterebbe pretendere, da noi stessi e dal prossimo, che si facciano le cose con onesta, moralità, senso del dovere.