Posto ora, a distanza di un anno, il report del mio viaggio nei
Balcani Occidentali.
Era da un po’ che mi frullava l’idea di mettere piede in Albania, ma ero un po’ intimorito per il fatto di andare da solo. Non so perché, a dire il vero, ma avevo una sorta di blocco psicologico, dovuto sicuramente alla poca informazione.
Poi leggendo i report di chi ci era già stato, mi sono fatto coraggio e ho iniziato a programmare un viaggio a più ampio respiro, che comprendesse anche gli altri stati dei
Balcani Occidentali, quindi, oltre all’
Albania, anche la
Bosnia Erzegovina, il
Montenegro, la
Macedonia e il
Kosovo.
Ne è uscito un giro relativamente breve, ma bello intenso e soprattutto vario. Provo a raccontarvelo.
Prima però vi fornisco qualche dato: ho percorso
4.000 km in 12 giorni e ho attraversato
14 frontiere complessivamente, tutte tranquille e spesso senza un cane in giro. Laddove la mia assicurazione era senza copertura, ho stipulato assicurazioni temporanee, senza alcun problema. Non sono mai stato fermato, né sono mai stato multato. Insomma dal punto di vista burocratico e di pulazza tutto è stato molto easy.
Cliccando con il bottone destro del mouse e selezionando "salva oggetto con nome..." potete scaricare
QUI il file kml (visualizzabile su Google Earth) e
QUI il file gpx (per l'utilizzo diretto su gps e su Basecamp).
QUI il link al VIDEO.
E ora iniziamo!
GIORNO 1 – 677 km
Verona - Sibenik
Tutto è pronto: moto carica, gps montato, pieno fatto. Parto con comodo a metà mattina. Mi aspetta un lungo trasferimento. Decido di guidare fin dove arrivo. Sardostrada fino a Trieste, poi taglio su strada normale fino a Fiume (perché non voglio pagare la vignette slovena), quindi entro nella bellissima autostrada croata, molto meglio di tante nostre autostrade.
Il viaggio scorre tranquillo. Sono quasi le cinque del pomeriggio quando sono in prossimità di
Sibenik e decido di uscire e fermarmi. Parcheggio la moto fuori dal centro e mi metto alla ricerca di una sistemazione. Trovo una modesta guesthouse che è proprio in centro. Telefono e hanno una sola camera disponibile.
E’ nella zona pedonale. Mi vengono a prendere (a piedi) perché nel centro storico non si passa con le macchine. Li seguo in moto e parcheggio a 50 metri dalla mia camera. Oltre proprio non posso andare perché ci sono le scale e i vicoli più avanti sono larghi si e no un metro.
Mi godo la cittadina, di impronta veneziana (come la meravigliosa Dubrovnik e un po’ tutti i paeselli sulla costa croata. Di notte Sibenik è proprio suggestiva. Neanche tanti turisti, nonostante sia agosto.
Domani entro in Bosnia-Erzegovina…
GIORNO 2 – 235 km
Sibenik - Mostar
Colazione in due step: pasta in pasticceria e cappuccino al bar. Riparto. Proseguo per l’autostrada fin dove finisce, quindi supero la frontiera. Di là non noto una gran differenza, soltanto molta meno gente in giro e… ovviamente non c’è più il mare.
Tappa a
Kravice. Il parcheggio (a pagamento) sta in alto e bisogna fare un tratto a piedi di circa un paio di chilometri. Due chiacchere con i parcheggiatori che alla fine mi alzano la sbarra e mi fanno scendere fino alle cascate. Parcheggio come capita e faccio un giro.
L’acqua non è per nulla pulita però il posto è veramente bello. Dall’alto sembra un anfiteatro sprofondato nel bosco. C’è pure un pontile che consente di andare da una parte all’altra.
Il cielo mette al brutto. Parto in direzione
Medjugorie, che si trova lì vicino sulla strada per Mostar.
Che gran casino! Tra pulmann di pellegrini e turisti, una moltitudine di negozi di souvenir di impronta più o meno religiosa. Come spesso accade in questi posti, il commercio rischia di soffocarne l’essenza.
La chiesa è moderna e non ha nulla di interessante. Però la gente ci viene per pregare e per osservare i veggenti durante le apparizioni. Fuori un grande piazzale attrezzato con maxischermi, serve per le celebrazioni.
Più avanti nel parco c’è una statua del Cristo in bronzo che trasuda acqua da un ginocchio. E l’orizzonte è disegnato da una montagna scura con una croce sopra.
Ognuno ha personalissime impressioni in questi luoghi. Io, devo dire, che non ho incontrato quel senso di spiritualità che avevo trovato a Lourdes, però mi sarebbe servito più tempo.
Forse per punizione, scoppia un furibondo temporale che mi blocca per due ore sotto un tendone. La gente sparisce e rimango solo come un cane in vista del cimitero lì vicino. Aspetto che passi, altro non posso fare.
Finalmente smette di piovere ed esce pure l’arcobaleno. Riparto.
La strada per
Mostar è senza infamia né lode. Poi però, scende e si affaccia la conca in cui si colloca la città.
Sulle pendici intorno tanti cimiteri, sia mussulmani che cristiani. Veramente tanti ed estesi. L’aria mi sembra pesante.
Il centro storico, che assieme al famoso ponte, è patrimonio dell’Umanità, pullula di turisti. Cerco una sistemazione in pieno centro.
Poi esco in spedizione fotografica. Ho tutto il tempo che mi serve, per beccare il cielo in quel breve momento magico tra sera e notte dove si colora di blu intenso.
Che bella città. Mi è piaciuta davvero tanto. Trovo anche una mostra fotografica sulla storia bellica recente. E’ ospitata in una torre in prossimità del ponte. Ovviamente entro e fotografo le fotografie.
I negozi stanno chiudendo. E’ ormai tardi. Vado a dormire felice…
GIORNO 3 – 207 km
Mostar - Kotor
C’è il sole. Parto con calma da Mostar. La strada averso sud in direzione Montenegro è piacevole. Arrivo in frontiera. Quattro gatti. La mia carta verde copre e così passo senza perdite di tempo. Poco dopo, sempre in direzione sud, vedo dall’alto le
Bocche di Cattaro in prossimità del loro sbocco al mare. Si tratta del fiordo più lungo dell’Europa meridionale.
Scendo e visito il paesino di
Herceg Novi, di impronta veneziana pure lui. Fa un caldo bestia.
Quindi costeggio tutta la sponda nord fino a
Perast, un tranquillo villaggio con un bel campanile che si può salire.
Già che ci sono mi faccio pure una crepe.
Quindi riparto costeggiando sempre la sponda settentrionale fino a
Kotor, il centro principale e più bello di tutta l’insenatura.
E’ una sorta di Dubrovnik in miniatura, tutta pavimentata di pietra chiara e liscia sovrastata da un castello, che però richiede una scarpinata di 1350 gradini per raggiungerlo. Meglio aspettare l’ora del tramonto.
Mi sistemo in un appartamento nel pieno centro storico. Anche qui bisogna districarsi tra vicoli stretti a bestia.
Aspetto che il sole inizi a scendere, perché fa un caldo porco. Poi inizio la scarpinata pian pianello.
Davvero non si poteva proprio saltare. Di notte poi tutte le mura vengono illuminate e sono veramente suggestive. Trovo anche un concerto di musica dance live e mi gusto il panorama di sgnacchere in shorts. Intanto al porto sonnecchiano gli yachts immobili.
Domani si parte per il Lovcen.
Continua….