Domare la mukka in montagna.
provenendo da una F650 monocilindrica leggera e a manubrio largo, la mia nuova mukka (RT), comunque intuitiva e facilissima nelle situazioni normali, nelle strade di montagna ad andatura "allegra" mi è risultata subito un po' ostica. Ecco che ho ho iniziato umilmente un percorso per capirla per sfruttarla al meglio:
1) nella prima fase del mio percorso iniziatico ho continuato ovviamente col tipo di guida che avevo prima, se vogliamo da GS o comunque comune a un'enduro col manubrio largo, quindi utilizzando esclusivamente la pressione sui semimanubri con gli avanbracci atta a creare un controsterzo per buttare giù la moto. Utilizzando questa tecnica sull'RT mi trovavo in difficoltà a causa del manubrio più stretto e del maggior peso del mezzo, ed ero obbligato aiutarmi col bacino per buttare giù la moto ad inizio curva, rimanendo successivamente con il corpo non allineato alla moto ma "più in alto". Nel riallineare il busto al mezzo successivamente provavo una sensazione di scarso controllo.
2) in un'altra fase del mio percorso ho provato il tipo di guida da sportiva, facendo precedere l'ingresso in curva dallo spostamento del corpo (bacino, spalle e ginocchio) verso l'interno e successivamente agendo sui semimanubri tenendo comunque la posizione del corpo disassata verso l'interno. Entrare in piega con questa tecnica è sicuramente meno faticoso per gli avambracci, per contro nella Rt questa guida fa assumere una posizione un po' innaturale che richiede più concentrazione, ma il problema vero è la minore visibilità nelle curve di montagna nonchè il rischio di sbilanciarsi in caso di buche o avallamenti. Lo stesso dicasi per tutte le varianti meno esasperate di questa guida (per esempio spostando solo le spalle).
3) la tecnica a cui sono arrivato ora prevede invece un leggero piegamento laterale del busto verso l'interno curva per alleggerire l'inserimento (come nella variante non esasperata da moto sportiva), con l'intervento sui semimanubri e il riallineamento del corpo in linea al mezzo immediatamente a seguire. Tutto lo svolgimento della curva da quel punto in poi ma soprattutto vicino al limite viene effettuato in posizione centrale sulla sella intervenendo esclusivamente sui semimanubri (come su un GS). Eventuali correzioni improvvise di traiettoria in piega le effettuo esclusivamente agendo sul manubrio e non preoccupandosi del busto, recuperando la posizione in linea subito dopo.
Con questo ultimo tipo di guida mi trovo veramente a mio agio, sia a livello di "leggerezza" nello scendere in piega, sia nella sensazione di feeling del mezzo nel massimo della piega. Chiedevo se c'è qualcuno con maggiore esperienza di RT che mi conferma che sono arrivato a un tipo di guida adatto a questa moto, o se si ottengono migliori risultati con un tipo di guida diversa.
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RT 1200 bialbero (MY 2010) e RT 1250 (MY 2020)... a seconda dell'umore
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