Scusate ma mi pare che non viene percepito il punto reale del problema da considerare. Temo che non sarò proprio conciso.
Non è da indovinare se la Turchia salterà oppure no (ci sono previsioni di turbolenze anche pesanti in quell’area sin dalla fine degli anni ’80, sarebbe troppo lungo ed anche troppo tecnico addentrarsi nel tema), non si tratta nemmeno di prevedere il quando, non è prevedibile (anche se i segnali e la successione degli eventi possano far pensare che non si sia troppo lontani da qualche sviluppo significativo).
Purtroppo non valgono molto le considerazioni sulla cortesia e attitudine pacifica della maggioranza di una popolazione. Le situazioni precipitano sempre per volontà programmate di piccole minoranze che hanno la meglio su maggioranze che vorrebbero vivere in pace ma non hanno la forza e gli strumenti per opporsi a qui pochi che con armi ed organizzazione riescono a controllare la situazione con il vecchio banale strumento del terrore. La solidarietà aiuta poco a passare indenni.
La questione è capire cosa fare nel caso ci si trovi nei guai e quali situazioni pratiche ci si troverà ad affrontare.
Innanzitutto non ci sono situazioni che precipitano all’improvviso, generalmente c’è un susseguirsi di piccoli episodi di violenza o dimostrativi che fanno aumentare la tensione fino a quando si giunge al punto di non ritorno. Ma questo non arriva mai prima che le forze destinate a contendersi lo scontro si siano schierate in campo in termini di controllo del territorio. Questo si traduce in pratica nella comparsa di posti di blocco, indifferentemente posti in atto da civili o militari. Possono essere anche del tutto temporanei, durare anche poche ore. Nel primo caso hanno lo scopo di rendere evidente la propria presenza in quel territorio e talvolta richiamare nell’area l’avversario che inevitabilmente verrà colpito. Anche in questo caso i tempi tecnici per filarsela ci sono abbondantemente ma non bsogna sottovalutare i segnali che per quanto chiari talvolta si tende a minimizzare. Situazioni interessanti sotto questo punto di vista si registrarono all’ inizio dell’ultima crisi balcanica: gli insorti fecero dei posti di blocco temporanei e molto scenografici proprio in piena stagione turistica su strade di collegamento tra le città della costa. Il colpire, spaventare e utilizzare la cassa di risonanza mediatica rappresentata dal il turista in fuga rende piuttosto bene da un punto di vista comunicativo. Inoltre il colpire le risorse economiche è obiettivo da manuale: il turismo, ove c'è, è risorsa economica.
Questo è il vero pericolo per chi viaggia in zone periferiche o anche semplicemente fuori dalle città. Incappare in questi blocchi in un primissimo momento non comporta generalmente grossi rischi salvo il nervosismo di chi li attua che generalmente, non essendo ancora abituato alla cosa tende ad essere piuttosto teso. L’affrontare persone armate e nervose non è mai una cosa da sottovalutare. Mai passare il blocco prima di essersi sincerati che tutti abbiano ben compreso che c’è stato un permesso al passaggio, procedere con molta calma e controllare sempre nello specchietto che qualche distratto non alzi l’arma e pernda la mira, nel qual caso fermarsi immediatamente alzando le mani. Si tratta della classica situazione in cui ci scappa il morto. Questa è comunque una fase in cui al massimo ti rapinano ma generalmente uno passa. Pian piano e con calma si arriva in un centro in cui contattare un autorità centrale che usualmente ha tutto l’interesse di facilitare l’uscita del malcapitato straniero.
Qualsiasi permanenza successivamente alla comparsa di questi episodi risulta molto, molto più difficile da gestire, compaiono armi pesanti, mine e il territorio viene controllato a macchia di leopardo da gruppi diversi il che significa sempre maggiori probabilità nell’ incappare in questi spiacevoli stop che con il passare del tempo assumono altri compiti ch non migliorano la vostra posizione. Considerate inoltre che la presenza della vostra donna, vi mette in una condizione di ulteriore tensione psicologica. Il normale istinto di difesa della femmina rende la vostra sitazione più delicata, molto più delicata di quanto uno possa immaginare. Direi che è il tempo di trovare in fretta l’uscita senza cullarsi in pensieri del tipo ..qui non può succedere…….ma cosa vuoi che succeda tra questa gente sempre gentile…qui la guerra non la vuole nessuno…ecc. passi lunghi e ben distesi e fuori. Subito.
Nei grossi centri abitati la situazione genralmente precipita dopo grosse manifestazioni di piazza che usualmente seguono atti di violenza percepiti come efferati. (poco importa se si siano realmente verificati o la reale gravità dell’accaduto il punto è capire come la massa viene portata a percepire la situazione) Chi cerca di far montare la situazione ha, in città bisogno del caos, nel disordine riuscirà a muoversi e ritagliarsi fette di città da controllare con i propri seguaci. Il susseguirsi di manifestazioni contrapposte o consecutive con scontri in cui si comincia a sparare, anche un paio di colpi è un ottimo ultimo segnale chè già passato il tempo del fuori tutti. Inutile dire che è da evitare di fare i turisti ed andare in giro a curiosare. Non parlate la lingua e siete in una situazione a voi sconosciuta, non siete in grado di valutarne la sua evoluzione, non sapete dove si dirige la folla e neppure come la folla stessa possa considerare la vostra presenza tra di essa. Non fatelo mai, il linciaggio è pratica diffusa. Non state trattando con delle persone ma con una folla, non è la stessa cosa. Generalmente stranieri nelle città hanno la tendenza a raggiungere le ambasciate o concentrarsi in grandi alberghi che in breve tempo vengono evacuati. Soluzione da consigliare. Nel caso specifico Turchia se la situazione dovesse precipitare è probabile, se non certa, un’ immediata, o quasi, presenza di truppe nato, di cui la Turchia fa parte e quindi la garanzia di un corridoio d’uscita piuttosto sicuro. Evitare di affollarsi negli aeroporti che generalmente diventano un obiettivo strategico ed inoltre non parte nulla. Se però decidete di provarci dovrete combattere duramente per riuscire a prendere un volo che la folla presente tenderà sempre a considerare l’ultimo anche se così non è, ma poco importa. Inevitabilmente qualcuno verrà a ripristinare l’ordine e quindi ci saranno momenti potenzialmente pericolosi.
Mi accorgo di essermi dilungato un pochino troppo.
Un’ ultima considerazione: non commettere mai l’errore di ritenere che la realtà in cui vi trovate sia un film, anche se può sembrarlo. Si tratta di realtà, e nel reale non c’è mai il secondo tempo.
Detto questo, spero che la mia esperienza possa essere di qualche utilità per una riflessione che possa portare a decisioni più ponderate.... e poi uno può andare dove vuole e buon viaggio.