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Vecchio 23-08-2024, 10:22   #1
Fancho
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Unhappy Val di Fassa - Il trappolone per turisti

Vivo in una valle alpina dell'Ossola, "qualcosina" di montagna conosco. Quest'anno, anziché restare a casa tra le nostre montagne dalla roccia scura e basaltica, siamo venuti in val di Fassa per trascorrere qualche settimana in compagnia di una famiglia di amiche di Milano che qui vengono da 7 anni, motivo per cui pensavamo che il luogo fosse meritevole (io ci venivo da bambino con i miei genitori, quasi 40 anni fa, dunque i miei ricordi erano sbiaditi oltre al fatto che probabilmente in tanti decenni le cose saranno cambiate).
Ciò premesso, non ho parole per descrivere il senso di taglieggiamento del villeggiante che pervade buona parte delle attività che vadano oltre la semplice azione del respirare… ma secondo me si stanno attrezzando per rendere a pagamento nei prossimi anni anche tale attività, che essendo basilare per la sopravvivenza rappresenterebbe una notevole fonte di ricavi, tanto certa che mi chiedo come se la siano lasciata sfuggire fino ad oggi! Peccato che non potrò verificarlo dato che dopo queste giornate la val di Fassa dovrà rinunciare a spennarmi almeno fino a quando l'avvento dell'Alzheimer mi renderà obnubilata ogni forma di memoria.
Certo rispetto alle nostre valli ossolane, che in queste giornate fassane mi appaiono più che mai come un paradiso in terra nonostante tutto, questi sanno organizzare la macchina turistica in modo impeccabile per le loro tasche. Lo spennamento inizia quando metti il naso fuori di casa, dato che parcheggiare l'autovettura rappresenta di per sé un'attività il più delle volte a pagamento, per non dire di quando il parcheggio nemmeno lo trovi. E difatti il traffico incolonnato presente tra un paese e l'altro consente a milanesi e romani di non sentire quella fastidiosissima nostalgia di casa che in altre zone alpine potrebbero sperimentare. Non sia mai! Lo spennamento poi prosegue quando vuoi passeggiare in luoghi per i quali la pubblica amministrazione ha messo a disposizione un servizio di navetta. Idea meritoria per carità, ma alla modica cifra di 13 euro (TREDICI, avete letto bene!) cadauno. Specifichiamo che il "viaggio", cronometrato dalla mia consorte, dura 6 minuti e mezzo per ogni tratta. Praticamente un euro al minuto, per stare stipati su un pulmino e dopo essersi fumati pure una coda come alla cassa di un supermercato milanese il pomeriggio della vigilia di Natale e discutendo con l'addetta per un suo errore nell'operazione di pagamento. Tutto ciò per ottenere un servizio che i comuni potrebbero offrire gratuitamente ai vessati escursionisti, o almeno proporre a un pezzo politico di un paio di euro. Quando poi arrivi a destinazione (1.700 metri circa s.l.m. con uno splendido torrente che scroscia al lato della valle) ti rendi conto che, se ancora non hanno pensato di rendere l'aria a pagamento, non può dirsi che siano stati così sprovveduti sul fronte dell'altro bene indispensabile alla vita, ossia l'acqua. Infatti le fontane, che altrove rappresentano un elemento ormai immanente del paesaggio alpino, qui non esistono più e i tronchi di legno che ne raccoglievano l'acqua corrente, dove ancora presenti, sono stati convertiti in civettuole fioriere multicolore. Ovviamente la prima baita a disposizione per una bottiglietta d'acqua (acquistare acqua in alta montagna, mai capitato in quasi 50 anni di vita!) si trova a quasi mezz'ora di cammino dall'arrivo della navetta d'oro e prevede un esborso di 4 euro per una bottiglia da 1 litro del prezioso nettare. Il prezzo dei panini invece sembrava quasi umano, oscillando tra i 6 e i 7 euro. Decisi così di acquistarne uno per la creatura. Probabilmente però in cucina devono aver pensato che mio figlio venisse da Lilliput poiché, viste le dimensioni, del suddetto panino mio figlio ne mangia due. Quando non ha troppo appetito s'intende. Insomma, non contenti di mettertelo nel culo vogliono infierire schizzandoti pure sulla schiena. Così, a ulteriore sfregio.
Potrei continuare con altri esempi dello stesso tenore, ma appunto sarebbero noiose ripetizioni di quanto già espresso, perché qui TUTTO è organizzato così, in modo da svuotare di autenticità il rapporto uomo-montagna che sicuramente un tempo caratterizzava questa valle, che dell'originale splendore conserva solo qualche scorcio che devi cogliere "zoommando" con la vista verso le montagne in modo da escludere il fondovalle devastato da una quantità di immobili tripla rispetto all'ideale. Alcuni di essi poi, pur senza raggiungere gli obbrobri estremi di Sestriere o di Cervinia, rappresentano comunque delle porcherie edilizie atte a stuprare un paesaggio che se potesse parlare me avrebbe da dire in merito all'avidità dell'umana specie.
Certo le attività che la bramosia di questa popolazione mette in campo sono numerosissime, al netto di tutte quelle che rappresentano null'altro che una vendita di fumo clamorosa. Alcuni esempi: visite a mostre con materiale imbarazzante e che appare come ancora in fase di allestimento. "Avventure" in alta quota teoricamente per avvistare animali selvatici, i quali però, più scaltri degl'incauti turisti, non si paleseranno mai dato che per la baraonda sembra di stare sulla spiaggia di Riccione più che in cima a una montagna. E ancora, guide di mostre o musei per nulla coinvolgenti e dall'esposizione claudicante tanto da ricordarmi alcune mie interrogazioni di latino (con la sostanziale differenza che io non mi sarei mai permesso di farmi pagare dai miei compagni di classe per ascoltare tali balbuzie).,
Potrei continuare ma di aggiungere amarezza non me ne cale, dunque qua s'arresta il mio sfogo.
Buona giornata a tutti...
__________________
Il sesso... la droga ed il rock and roll erano i miei studi... [cit. Rantax]
Fancho non è in linea   Rispondi quotando
 


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