Premessa
C'è una cosa che mi rompe dei viaggi. Anzi due.
Una: la sera prima e la mattina della partenza. Devo ancora tirar fuori la moto da garage e, tra borse e travestimento da motociclista, ho già caldo.
Due: lo studio dell'itinerario. Solo a vedere sulla mappa tutti quei km, quali che siano, già mi annoio e mi viene voglia di stare a casa.
I fatti.
Mercoledì verso le 11 di mattina sono uscito di casa in moto per andare a prendere il giornale. Era un bel caldone e per stare comodo - ero in ferie - sono uscito in pantaloni da trekking leggeri, maglietta, scarpe da ginnastica e casco jet.
Già che c'ero ho allungato un attimo per prendere il fresco sulla pedementana, verso il Montello. Si stava proprio benino.
E ho tirato dritto fino a Vittorio Venetoe poi mi sono detto "vado a bermi una birra al Gorgazzo di Polcenigo, che lì l'aria è fresca!
Arrivato lì mi sono venuti dei pensieri (op. cit.).
"Vado fino a Gorizia a vedere la mia casa da bambino! Non ho un cass, ma il kway se piove è nel bauletto!"
Riparto e dopo una trentina di km mi rendo conto che senza guanti potevo fare danni alle mani.
E allora mi fermo e compro un bel flacone di solare protezione 30 per le braccia e le mani.
Arrivo a Gorizia alle 13.30 e dico" cazz ma guarda dove son finito oggi! vado a far benzina a nova gorica allora!"
Arrivo lì e in un'oretta mi trovo a Postumia.
Lubiana vien da sè.
A quel punto ero in trance
Maribor per stradine.
Si iniziano a veder le cicogne sui tetti.
Finisco a Ptuj alle 6 di sera
Mi sa che devo comprare un spazzolino da denti
Trovo una camera al primo colpo al Park Hotel sotto il castello di Ptuj, praticamente un albergo ottocentesco con stampe di Schiele ovunque... decadenza mitteleuropea come se piovesse !
La notte non porta consiglio, la mattina mi rimetto le stesse braghette, la stessa maglietta e doppia razione di solare sulle braccia e vado a vedere il valico locale dell'ex frontiera ungherese, a meno di 20 km.
Arrivato lì entro per una coca al baretto dell ex dogana, guardo una mappa e vedo "lago balaton una ottantina di km".
Compro la mappa, cambio 40 euro in forint ungheresi e vado!
Sempre sotto il solito che mi aveva accompagnato all'edicola a Bassano, prendo l'unica strada che c'è, dritta in mezzo ai girasoli.
E vado.
E dritto e dritto e dritto a 70 all'ora, una mano sul manubrio e una in tasca, alle sette di sera mi son trovato seduto sull'argine a guardare il Danubio, di fronte all'isola di Szantandrei.
A Budapest.

