Uno dei (tanti) grandi sbagli del sistema è aver cresciuto generazioni di patentati senza una vera e propria educazione stradale.
La patente ai miei tempi (vent'anni fa), praticamente si comprava con qualche lezione di teoria e qualche guida.
Formazione su come comportarsi, su come prevenire, prevedere ed interfacciarsi con gli altri utenti della strada, praticamente zero.
La patente era solo un cavillo burocratico per poter guidare ma non dava nessuna effettiva competenza per gestire con padronanza non il mezzo a motore ma tutta la complessa interazione in cui ci si trova nel momento in cui si è automobilisti (o motociclisti).
"Imparare a guidare" è (era) inteso come mettere le marce e decodificare qualche segnale stradale e basta.
I dogmi più elementari (50 all'ora nei centri urbani, indicatori di direzione, rispetto dei pedoni sulle strisce) sono tutt'ora sistematicamente ignorati dal 90% degli utenti della strada. Perchè?! Eppure questi tre elementi (50 all'ora, frecce e strisce) non hanno assolutamente niente a che fare con il caos totale (limiti assurdi, ecc...) che c'è sulle nostre strade o con il numero di veicoli circolanti ma sono princìpi che tutti saremmo in grado di rispettare senza nessun "sacrificio" e con un immenso vantaggio in termini di risultati.
Eppure niente, anzi, è sempre peggio e visto che i comportamenti a rischio sono trasversali (giovani e meno giovani) vuol dire che il punto debole è (stata) la mancanza delle basi per creare automobilisti e motociclisti consapevoli.
Ora non so quali siano le procedure attuali nelle autoscuole e certamente le schegge impazzite e i potenziali assassini al volante ci sarebbero anche in un mondo perfetto, ma se il livello di educazione civica di un paese si misura anche dal comportamento sulle strade allora siamo messi davvero male
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Viaggio, spero di non arrivare mai...
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