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Vecchio 19-04-2016, 18:22   #1
Regis
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Giusto perché non mi sembra corretto dare un solo editoriale, tanto per non farsi idee troppo di parte, qui dentro dico...

"Un paio di giorni fa girovagavo su un sito di auto e si parlava di Casey Stoner (perchè poi un sito di auto debba parlare di Casey? Non si sa…). Sotto l’articolo immancabili i commenti, alcuni positivi, altri negativi (i negativi indovinate da parte di chi?) altri di interesse (in particolare dai lettori più giovani).

Un commento mi ha colpito in particolare, eccolo:

“non capisco perchè tutto questo interesse per Stoner, in fondo in 125 e 250 non ha vinto titoli. In MotoGP ha vinto solo grazie alla Ducati e ha vinto meno di Rossi e Marquez”

Quando una persona si fa una domanda del genere è ovvio che qualcuno ha raccontato il motociclismo in maniera errata nel corso degli anni. Ha raccontato il nostro sport modificando la realtà e creando il falso mito che: “se vinci di più, sei più forte”.

Si, va bene. Piccolo particolare amici lettori.

Nel cuore dei motociclisti entra chi ha più cuore, non chi vince di più. Esempio?

Conoscete un certo texano che pilotava una Suzuki con il numero 34? Conoscete un certo Kevin? Un solo mondiale vinto (titolo piuttosto amaro anche…) ma tantissimi cuori infranti perchè quando guidi con l’istinto e con il cuore per noi motociclisti sei un eroe, sei un tizio da imitare. Sei Dio.

Conoscete un certo australiano totalmente pazzo che pilotava le superbike negli anni 90, primi del 2000? Conoscete l’immenso Anthony Gobert? Una manciata di vittorie. Nessun mondiale, ma cazzo se andava forte il ragazzo! Lo adoravo e sinceramente frega nulla. Se non ha vinto nessun mondiale!

Ecco Casey Stoner fa parte di quella categoria di piloti che hanno vinto poco ma che hanno conquistato i cuori con la guida istintiva e la voglia innata di primeggiare ad ogni costo. Io in questo categoria metto anche (giustamente!) Marco Simoncelli. Marco ha vinto un solo mondiale in 250GP, neppure una gara in MotoGP eppure io me lo ricordo mentre inventava dei numeri pur di star davanti a della gente sulla carta più forte di lui. Oggi in tanti Marco lo conoscono per la sua morte, io lo ricordo per la sua vita e sinceramente mi manca molto. (e questa frase mi fa male anche solo scriverla…).

La verità è che tante persone, non appassionate ma semplicemente curiose, giudicano solo in base a quello che vedono e francamente, non ho paura nel dirlo, non capiscono nulla di moto.

Il motociclismo è sport di eroi. Di sofferenza. Di cattiveria. E’ uno sport violento che si vuol vendere come uno show televisivo, però faccio notare: avete mai visto morire qualcuno durante uno show? No, il motociclismo non è un gioco e non è intrattenimento televisivo.

Giudicare qualcuno solo dalle sue vittorie o dai suoi titoli è tremendamente riduttivo perchè quando uno vince, gli altri di certo non stanno a guardare! Si impegnano come lui, spesso anzi si devono impegnare più di lui perchè sono in sella a moto scarsamente competitive, spesso si riempiono di debiti per correre. Questi piloti, solo perchè non “vincono” non vanno rispettati?

Il più grande errore che ha fatto la TV in questi anni parlando di MotoGP? Ci ha insegnato che uno vince e gli altri perdono perchè inferiori. Il motociclismo non è questo, in questi anni in TV è stato trasmesso un messaggio sbagliato secondo me. Quel tipo di “messaggio” ha poi creato il tifo violento che in questi mesi abbiamo tristemente imparato a conoscere."

a me non sembra tanto uno che vomita rancore, ma forse uno che non gli piace essere sempre solo sul carro dei vincitori...
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"... contro la ginnastica dell'obbedienza."
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