Grazie a tutti...
Quote:
Originariamente inviata da AlexGrey
(cut)...
ti chiedo: esiste un collegamento tra Heisemberg e Godel ?
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Non esiste un collegamento di tipo applicativo, ma ne esiste certamente uno di tipo concettuale. Vediamo...
Il principio di indeterminazione di Heisenberg è una conseguenza delle leggi delle MECCANICA QUANTISTICA la quale spiega - in soldoni - che l'energia non è una grandezza continua (tale appare solo nel nostro macrocosmo), bensì una grandezza discreta, ossia formata da tanti pezzetti ultimi inscindibili detti "quanti". Il quanto è la frazione più piccola di energia.
Ebbene, tutto questo vuol dire che non è possibile diminuire ad arbitrio l'energia, come quella usata per vedere, per controllare, per influenzare... Arrivati al quanto si è alla frutta, insomma alla soglia ultima; sotto non è possibile andare. Non esiste una frazione di quanto. Il quanto è monolitico.
Ora, osservare un fenomeno significa necessariamente INTERAGIRE con esso. Per esempio, se vogliamo vedere un elettrone lo dobbiamo in qualche modo "illuminare". Così, dobbiamo indirizzargli contro almeno un fotone (il fotone è un quanto). Il fotone deviato dall'elettrone ci offre indicazioni sull'elettrone. Questo è precisamente ciò che intendiamo per "vedere". Tuttavia, il fotone e l'elettrone sono dello stesso ordine di grandezza, non è insomma come parlare di una pallina da ping-pong che urta una petroliera. Pertanto, il fotone che impatta sull'elettrone ne modifica la posizione e la velocità. Ciò che possiamo osservare non è allora l'elettrone indisturbato, così com'era prima che lo illuminassimo, bensì l'elettrone perturbato dal fotone a seguito del nostro atto di misura.
In definitiva, nel mondo delle particelle l'atto dell'osservazione altera la realtà di ciò che si vorrebbe osservare. Ne deriva un'inevitabile imprecisione sulle informazioni desunte.
Il principio di Heisenberg, per tagliare corto, dice che non è possibile misurare nel contempo la velocità e la posizione di una particelle oltre un certo grado di precisione. Tanto maggiore è l'informazione sulla posizione tanto minore è quella sulla velocità. E viceversa. Si capisce che in questo modo non è possibile fare previsioni precise sul futuro (come invece nella meccanica di Newton), giacché l'indeterminazione su velocità e posizione aumenta vertiginosamente al passare dei secondi.
Questa è una soglia invalicabile di Madre Natura, qualcosa d'intrinseco nelle qualità dell'energia che cela a qualunque osservatore l'intimità della materia.
Siamo in buona sostanza al cospetto di un LIMITE invalicabile.
Il teorema di Goedel - per tornare al nostro tema - evidenzia anch'esso un limite assoluto invalicabile. In questo caso si tratta di un limite del formalismo logico, ovvero di un limite che si pone da sé nel mondo delle astrazioni, non in quello fisico.
Però, è pur vero, in entrambi i casi abbiamo a che vedere con una rinuncia obbligata ad ottenere talune informazioni.
Da questo punto in poi si possono porre quesiti interessanti sul parallelismo tra mondo astratto e mondo fisico. Infatti, il mondo astratto della matematica riflette dopotutto una struttura logica della realtà. Ma qui il discorso tende a esulare dalla scienza per sconfinare nella metafisica. Non credo sia il caso di affrontarlo.
PS
Per rispondere ad alcuni post:
Goedel ha scritto un piccolo trattato di logica sulla questione divina: prova ontologica dell'esistenza di Dio.
E' un lavoro che non ha carattere religioso.