La mattina dopo la classica colazione lasciamo Barrage Bin El-Eouidane in direzione Fes, appena usciamo dall'Albergo ci concediamo una foto che a causa del controluce non è un capolavoro
Oggi ci aspettano quasi 300 km, si avvicina un indigeno con il suo asinello, guarda tutte le operazioni fotografiche con interesse ma non vuole essere fotografato, come ho già detto anche precedentemente, alcuni di loro non hanno un buon rapporto con le fotografie. Ma Stefano uno scatto glielo ruba lo stesso.
Ci rimettiamo in cammino ma di lì a poco sarà tempo di saluti, ci fermiamo in un'area di servizio a Béni Mellal per salutarci con Stefano. Lui è fuori da più tempo di noi, ci ha aspettati a Melilla, si è sorbito un po' dei miei gas di scarico al gasolio, sopportato le bizze di quattro scapestrati che fanno fatica a crescere e che quando si trovano insieme dimenticano di quanto riportato sulla carta d'identità, ha sopportato ritardi, battute in siciliano, finte liti tra me ed il fighetto, perculate continue tra diverse concezioni motociclistiche e lui ha sopportato tutto, stoicamente, ogni tanto avrà guardato le sue borse piene di sigle degli stati che ha attraversato e sospirando ci avrà compatito, con quel sorriso sornione di padre di famiglia e di viaggiatore duro e puro.
Noi abbiamo programmato il pernottamento a Fes che lui ha già visto e, conoscendolo, attraversando Gibilterra in due giorni sarà a Milano.
Così ci congediamo, è stata una gran bella compagnia, i viaggi arricchiscono per i luoghi e le persone conosciute. Certe sensazioni, nonostante il viaggio non sia ancora finito, ci fanno capire che torneremo a casa con un bagaglio di emozioni impareggiabile.
Ripartiamo alla volta di Fes, percorse alcune rotonde di di Béni Mellal notiamo la cura del verde
Il tempo è grigio ma fortunatamente regge, saliamo di quota, arriveremo fino a 1600 metri circa, ad Ifrane esattamente, denominata la piccola Svizzera del Marocco. Instituita nel 1929 dal protettorato francese, fu meta di lusso per i potenti ed i ricchi di allora. Ifrane è diventata una località molto rinomata per il turismo per via dell'aria frizzante e della sua posizione nel cuore dell'omonima nazione. Per gli amanti della natura offre diverse attrazioni ed escursioni sia d'inverno che d'estate. (cit. travel 365)
Parcheggiamo le nostre moto ed arrivo l'ennesimo posteggiatore che fa sbarellare il nostro Luigi, neanche a Catania sono così insistenti, e nel posto dove le lasciamo non crediamo di aver bisogno nessun servizio "aggiuntivo". Tralascio volutamente le espressioni, dialettali miste ad incazzatura rivolte ai "poveri" ragazzi.
durante una sosta ci fermiamo accanto un furgone che trasporta operai come il carro bestiame, un genitore scende, gli vanno incontro i figli, un maschietto ed una femminuccia che ho fotografato di spalle, ricevono una bombola di gas ed una sacca con qualcosa dentro mentre lui praticamente non ha nulla da portare. La mente è andata subito alla scena che vedo davanti alcune scuole con i genitori che trasportano gli zaini ai loro figli. (paese che vai usanza che trovi)
Nel pomeriggio arriviamo a Fes, faremo fatica a liberarci di un sedicente amico che si offre per sistemarci a 360°. Noi decliniamo l'opportunità e ci sistemiamo praticamente al centro, vicinissimi ad un centro commerciale frequentatissimo. Io sento il bisogno di una corsetta che ho sospeso da prima di partire, rinuncerò alla visita che il trio invece farà alle concerie ed alla Medina di Fes. Io invece mentre percorro questo grande viale vedo una scena raccapricciante che non posso fotografare perchè, sfortunatamente, il telefono era collocato in quelle tasche trasparenti legate al braccio. Accontentatevi della descrizione, dietro un pullman locale, attaccati al cofano motore e precisamente alle griglie di aerazione, ci sono cinque ragazzini che sfidano la sorte, neanche il tempo di stupirmi un secondo pullman ha un ragazzetto di 5/6 anni al massimo, anch'egli aggrappato al posteriore, noto che mentre i primi ragazzi hanno i piedi che poggiano sul paraurti, quest'ultimo si regge solo con mani, i piedi sono poggiati al posteriore e senza nessun appiglio.
Ci ricongiungiamo per la cena mentre diamo solita mancetta al guardiano notturno che terrà d'occhio le moto che stanotte dormiranno fuori. Tutta la passeggiata che ho visto nella mia ora di running, alle 21 è un lontano ricordo, le vie si svuotano e si riempiono solo i locali che danno la solita partita di calcio.