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Archimede 04-05-2006 15:25

... ero solo un pò lungo...
 
Mattinata di primavera. Ma chi ha voglia di usare l'auto!
Lo so, per gli appuntamenti di lavoro finisce sempre che fai tardi. E poi c’è l’abbigliamento, non puoi mica presentarti vestito come Mazinga.
Scelgo una via di mezzo: Casco integrale con auricolare per il telefono, giacca con protezioni con sotto camicia e cravatta, guanti, stivaletti e jeans.
Mi sbrigo sennò finisce che faccio tardi.
Le visite ai clienti con trattativa commerciale sono la cosa più piacevole del lavoro che svolgo. Ma che dico piacevole, è proprio divertente. Togli di qua, metti di là, quanto mi paghi, come mi paghi, la singolar tenzone in alcuni casi rasenta il grottesco, ma si sa, è il gioco delle parti, il tenere un certo ruolo. “Col prezzo che le ho fatto siamo oltre la vendita: rasentiamo la donazione!”. Ma chè mi invento! alla fine dopo una chilometrica trattativa, vedendo che sei arrivato in moto ti chiede: “ma lei che moto ha? BMW? Per carità venga con me che le faccio vedere una moto vera!”. L’insospettabile ha nel capannone della sua azienda una Ducati della quale va molto fiero, e si comincia a parlar di moto.
Comunque finisce che fai tardi.
Se fai tardi ad un certo punto bisogna che recuperi. Beninteso, non è che devi recuperare per forza, ti viene naturale. Il recupero in moto è un po’ più divertente. Autostrada, tangenziale, città.
I chilometri passano veloci, come veloci scorrono i pensieri nella tua testa. I pensieri. Ma cosa sono i pensieri se non delle corse rapidissime della mente?
Corse? Sto correndo un po’ troppo, ma siccome sono comunque molto più lento dei miei pensieri non me ne accorgo più di tanto.
Dicevamo autostrada, tangenziale, città. Poi una rotonda. Una di quelle rotonde belle grandi dove finalmente puoi sperare di limare la zucca all’omino Michelin che ti sorride dalle spalle delle tue Macadam.
Proprio lui che con la faccia sorniona ti ricorda che infondo il tuo stile abituale di guida è sempre ai dentro i confini della più ampia prudenza.
Dicevamo rotonda. Ci arrivo un po’ lungo.
Non come un matto: solo un po’ lungo.
Dalla mia sinistra, già in rotatoria, una macchina rossa. Che faccio?
Se a volte prendere le decisioni da fermo è già un bel problema, mentre ti muovi è un’impresa.
Guardo gli specchi e non vedo nessuno: decido che freno. Cacchio se freno!. Le gomme cominciano a stridere sull’asfalto, blocco per un attimo il posteriore: allento la presa. Ritento. Ma sono proprio un po’ lungo: decido che passo.
Questo è il punto. Guidavo da pirla. Commettere errori in moto non è consentito.
Se hai deciso che freni devi frenare. Devi avere lo spazio il tempo ed il modo per farlo, non devi usare un ripiego.
Sono passato a cinque o sei metri dall’auto che non si è neanche accorta di nulla, mai io mi son dato mille volte del pirla.
E se l’auto avesse accelerato? E se era quattro metri più avanti?
Già mi vedevo:
Tre secondi all’impatto: con l’auto che ha accelerato e non so cosa fare
Due secondi all’impatto: sono una vita. Ti scorrono davanti mille pensieri, la giornata che hai appena passato, la moto distrutta, la famiglia, gli amici. Mille pensieri.
Un secondo all’impatto: poi buio.
Ero solo un po’ lungo.
Anche oggi ho imparato qualcosa.
L’omino Michelin, sulle mie Macadam mi guarda e sorride sornione…

especchio 04-05-2006 15:31

:lol: meno male :lol:

neoelica 04-05-2006 15:33

bel racconto, mi è piaciuto davvero.

Deleted user 04-05-2006 15:39

complimenti per lo scritto;)

MotorEtto 04-05-2006 15:49

complimenti per il racconto.... molto coinvolgente!

Derapper 04-05-2006 15:54

Quote:

Originariamente inviata da MotorEtto
complimenti per il racconto.... molto coinvolgente!

Complimenti per la cronistoria del mio tragitto casa lavoro e viceversa...
Bravo!
:D :D :D :D :D

aldo 04-05-2006 16:49

Quote:

Originariamente inviata da Archimede
...E se era quattro metri più avanti? …

secondo me non avresti neppure provato a frenare. Certe volte sembra che le cose accadano per caso ma io sono convinto che il ns cervello prenda delle decisioni in base alle situazioni del momento con eccezionale rapidità, senza che neppure ce ne accorgiamo. Ciò non toglie che qualche volta, anche se raramente, possa sbagliare o che talvolta, più spesso, ci si sia andati a ficcare in una situazione troppo al limite, che non consente recuperi, ma secondo me, se l'auto fosse stata un pochino più avanti ti saresti reso conto che la frenata non ci stava ed avresti tirato dritto.

GHIAIA 04-05-2006 17:45

Bel racconto, complimenti..:D

Merlino 04-05-2006 17:51

Lo vedrei bene per una pubblicità educatrice, quanti secondi ti dividono dal destino.

Grazie archimede bellissimo racconto. ;)

Franz64 04-05-2006 18:01

bel racconto, ben scritto;) ...mi ricorda certi topic sul forum di mototurismo:!:
Cerea a W

dgardel 04-05-2006 18:38

Quote:

Originariamente inviata da Archimede
Mattinata di primavera. Ma chi ha voglia di usare l'auto!
Lo so, per gli appuntamenti di lavoro finisce sempre che fai tardi. E poi c’è l’abbigliamento, non puoi mica presentarti vestito come Mazinga.
Scelgo una via di mezzo: Casco integrale con auricolare per il telefono, giacca con protezioni con sotto camicia e cravatta, guanti, stivaletti e jeans.
Mi sbrigo sennò finisce che faccio tardi.
Le visite ai clienti con trattativa commerciale sono la cosa più piacevole del lavoro che svolgo. Ma che dico piacevole, è proprio divertente. Togli di qua, metti di là, quanto mi paghi, come mi paghi, la singolar tenzone in alcuni casi rasenta il grottesco, ma si sa, è il gioco delle parti, il tenere un certo ruolo. “Col prezzo che le ho fatto siamo oltre la vendita: rasentiamo la donazione!”. Ma chè mi invento! alla fine dopo una chilometrica trattativa, vedendo che sei arrivato in moto ti chiede: “ma lei che moto ha? BMW? Per carità venga con me che le faccio vedere una moto vera!”. L’insospettabile ha nel capannone della sua azienda una Ducati della quale va molto fiero, e si comincia a parlar di moto.
Comunque finisce che fai tardi.
Se fai tardi ad un certo punto bisogna che recuperi. Beninteso, non è che devi recuperare per forza, ti viene naturale. Il recupero in moto è un po’ più divertente. Autostrada, tangenziale, città.
I chilometri passano veloci, come veloci scorrono i pensieri nella tua testa. I pensieri. Ma cosa sono i pensieri se non delle corse rapidissime della mente?
Corse? Sto correndo un po’ troppo, ma siccome sono comunque molto più lento dei miei pensieri non me ne accorgo più di tanto.
Dicevamo autostrada, tangenziale, città. Poi una rotonda. Una di quelle rotonde belle grandi dove finalmente puoi sperare di limare la zucca all’omino Michelin che ti sorride dalle spalle delle tue Macadam.
Proprio lui che con la faccia sorniona ti ricorda che infondo il tuo stile abituale di guida è sempre ai dentro i confini della più ampia prudenza.
Dicevamo rotonda. Ci arrivo un po’ lungo.
Non come un matto: solo un po’ lungo.
Dalla mia sinistra, già in rotatoria, una macchina rossa. Che faccio?
Se a volte prendere le decisioni da fermo è già un bel problema, mentre ti muovi è un’impresa.
Guardo gli specchi e non vedo nessuno: decido che freno. Cacchio se freno!. Le gomme cominciano a stridere sull’asfalto, blocco per un attimo il posteriore: allento la presa. Ritento. Ma sono proprio un po’ lungo: decido che passo.
Questo è il punto. Guidavo da pirla. Commettere errori in moto non è consentito.
Se hai deciso che freni devi frenare. Devi avere lo spazio il tempo ed il modo per farlo, non devi usare un ripiego.
Sono passato a cinque o sei metri dall’auto che non si è neanche accorta di nulla, mai io mi son dato mille volte del pirla.
E se l’auto avesse accelerato? E se era quattro metri più avanti?
Già mi vedevo:
Tre secondi all’impatto: con l’auto che ha accelerato e non so cosa fare
Due secondi all’impatto: sono una vita. Ti scorrono davanti mille pensieri, la giornata che hai appena passato, la moto distrutta, la famiglia, gli amici. Mille pensieri.
Un secondo all’impatto: poi buio.
Ero solo un po’ lungo.
Anche oggi ho imparato qualcosa.
L’omino Michelin, sulle mie Macadam mi guarda e sorride sornione…


Bravo!

complimenti per lo scritto....

sante 04-05-2006 18:47

Quote:

Originariamente inviata da Archimede
Mattinata di primavera. Ma chi ha voglia di usare l'auto!
Lo so, per gli appuntamenti di lavoro finisce sempre che fai tardi. E poi c’è l’abbigliamento, non puoi mica presentarti vestito come Mazinga.
Scelgo una via di mezzo: Casco integrale con auricolare per il telefono, giacca con protezioni con sotto camicia e cravatta, guanti, stivaletti e jeans.
Mi sbrigo sennò finisce che faccio tardi.
Le visite ai clienti con trattativa commerciale sono la cosa più piacevole del lavoro che svolgo. Ma che dico piacevole, è proprio divertente. Togli di qua, metti di là, quanto mi paghi, come mi paghi, la singolar tenzone in alcuni casi rasenta il grottesco, ma si sa, è il gioco delle parti, il tenere un certo ruolo. “Col prezzo che le ho fatto siamo oltre la vendita: rasentiamo la donazione!”. Ma chè mi invento! alla fine dopo una chilometrica trattativa, vedendo che sei arrivato in moto ti chiede: “ma lei che moto ha? BMW? Per carità venga con me che le faccio vedere una moto vera!”. L’insospettabile ha nel capannone della sua azienda una Ducati della quale va molto fiero, e si comincia a parlar di moto.
Comunque finisce che fai tardi.
Se fai tardi ad un certo punto bisogna che recuperi. Beninteso, non è che devi recuperare per forza, ti viene naturale. Il recupero in moto è un po’ più divertente. Autostrada, tangenziale, città.
I chilometri passano veloci, come veloci scorrono i pensieri nella tua testa. I pensieri. Ma cosa sono i pensieri se non delle corse rapidissime della mente?
Corse? Sto correndo un po’ troppo, ma siccome sono comunque molto più lento dei miei pensieri non me ne accorgo più di tanto.
Dicevamo autostrada, tangenziale, città. Poi una rotonda. Una di quelle rotonde belle grandi dove finalmente puoi sperare di limare la zucca all’omino Michelin che ti sorride dalle spalle delle tue Macadam.
Proprio lui che con la faccia sorniona ti ricorda che infondo il tuo stile abituale di guida è sempre ai dentro i confini della più ampia prudenza.
Dicevamo rotonda. Ci arrivo un po’ lungo.
Non come un matto: solo un po’ lungo.
Dalla mia sinistra, già in rotatoria, una macchina rossa. Che faccio?
Se a volte prendere le decisioni da fermo è già un bel problema, mentre ti muovi è un’impresa.
Guardo gli specchi e non vedo nessuno: decido che freno. Cacchio se freno!. Le gomme cominciano a stridere sull’asfalto, blocco per un attimo il posteriore: allento la presa. Ritento. Ma sono proprio un po’ lungo: decido che passo.
Questo è il punto. Guidavo da pirla. Commettere errori in moto non è consentito.
Se hai deciso che freni devi frenare. Devi avere lo spazio il tempo ed il modo per farlo, non devi usare un ripiego.
Sono passato a cinque o sei metri dall’auto che non si è neanche accorta di nulla, mai io mi son dato mille volte del pirla.
E se l’auto avesse accelerato? E se era quattro metri più avanti?
Già mi vedevo:
Tre secondi all’impatto: con l’auto che ha accelerato e non so cosa fare
Due secondi all’impatto: sono una vita. Ti scorrono davanti mille pensieri, la giornata che hai appena passato, la moto distrutta, la famiglia, gli amici. Mille pensieri.
Un secondo all’impatto: poi buio.
Ero solo un po’ lungo.
Anche oggi ho imparato qualcosa.
L’omino Michelin, sulle mie Macadam mi guarda e sorride sornione…


:D :D :D :D :D

aciemme 04-05-2006 18:59

bel racconto, complimenti !

nevada 04-05-2006 19:12

ok traiamo le conclusioni :
no l'hai già fatto da solo , ti sei dato del pirla !
quando vai in moto ...............................pensa anche a casa !:mad:


questa volta hai avuto una possibilità.

non è stata data a tutti .:(

ciao:)

lucianoerre 04-05-2006 21:40

è andata! bene :D :D :D :D :D

motocordialmente 04-05-2006 22:09

Meditiamo, gente, meditiamo. Archimede penso che puoi rallegrareti che non è successo niente di male, per il futuro non dimenticarti della brutta esperienza. Nel dubbio se accelerare o decelerare meglio l'opzione più conservativa (non solo dei punti patente). La moto è bellissima ma non perdona, perdere la vita è una cazzata, un po' di ghiaia nel punto sbagliato, una macchina che non mette la freccia, un sorpasso in città quando la macchina stava per svoltare senza preavviso, l'asfalto gelato dalla bassa temperatura... Basta se no è troppo...

dr.Sauer 05-05-2006 18:15

Bravo, bel racconto.

Ti è andata bene !!!!!

sgalzi 06-05-2006 00:55

Molto Bello. Complimenti.

eNdhj 06-05-2006 01:08

Quote:

Originariamente inviata da motocordialmente
Meditiamo, gente, meditiamo. Archimede penso che puoi rallegrareti che non è successo niente di male, per il futuro non dimenticarti della brutta esperienza. Nel dubbio se accelerare o decelerare meglio l'opzione più conservativa (non solo dei punti patente). La moto è bellissima ma non perdona, perdere la vita è una cazzata, un po' di ghiaia nel punto sbagliato, una macchina che non mette la freccia, un sorpasso in città quando la macchina stava per svoltare senza preavviso, l'asfalto gelato dalla bassa temperatura...

è vero, suonano sempre come banalità, le solite verità trite e ritrite, ma è per questo che ci fregano, e spazio per l'errore ce n'è proprio poco, quando c'è...
bellissimo post Archimede :)

ilmaglio 06-05-2006 07:55

Perfetto e molto ben raccontato! Quel che ogni tanto capita a tutti, quel piccolo, lieve abbandono o distrazione che - quando va bene - ricorda che in moto: non consentito!
:wave::wave:

mototour 06-05-2006 08:25

Quote:

Originariamente inviata da Archimede
L’omino Michelin, sulle mie Macadam mi guarda e sorride sornione…

Le Macadam....ebano puro.:rolleyes:

novantottoottani 06-05-2006 08:38

Cinque minuti di pura riflessione,cinque minuti per meditare come puo' cambiare la vita,nostra e dei nostri cari,un attimo dopo niente e' piu' come prima....................


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