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Along the Arctic Highway
Dopo novemilacinquecentoerotti chilometri, eccoci a casa con gli occhi ancora intasati di luce e le orecchie a cui manca il vento ormai lontano. |
aspetto con gioia di leggerti......
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welcome home
immagino che sia stata una bella esperienza e attendo il tuo report a presto ciao |
Bentornato!
attendo di leggere, con piacere, le parole che sceglierai per fare il report. |
Mi metto comodo.
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spettacolo...
aspetto trepidante:-) :D |
Aspetto superreport....ciao...
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mi segno il 3d
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Dai aspetto il resoconto!
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Oltre al resoconto... le foto! Non vedo l'ora!
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Attendo con impazienza 😀
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Bentornato Giulio!!!
Aspettiamo foto e report!!!! |
Aspetto di fare un pò di strada insieme nei tuoi racconti;
Mi sono già messo comodo. |
mi piacerebbe che non fosse mieloso e sullo stile del Dott. Costa, ma letto il 1° post so già che non riuscirò mai ad arrivarci in fondo...peccato.
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...anche da questa parte bentornato
Lamps |
Ordino i pop corn e sono pronto! ;-)
Anche io Topa Talko...;-) |
….eeeeebbben tornato Giulio :wav:
Comincia pure quando vuoi. Ciao e a presto :?: |
Bentornato Giulio,
vediamo un pò cosa ci regaleranno la Canon e la penna, nell'attesa continuo a passeggiare tra le vie di Londra! |
Mercoledì 31 Luglio
L’attesa è terminata. Ieri sera sono arrivati da Lipsia Franco e Lucia e oggi possiamo finalmente ridare vita al nostro viaggio. Per un paio di giorni non sapevamo se avremmo potuto continuare assieme o se io e Maria Grazia saremmo stati costretti a prendere la dolorosa decisione di proseguire da soli. Il guasto alla pompa della benzina della motocicletta di Franco – ma non sapevamo ancora che si trattava di quello – era avvenuto sull’autostrada tedesca nel pomeriggio di sabato e dopo lunghissima attesa avevamo potuto lasciare l’area di sosta in cui fortunosamente Franco era riuscito a trascinare la Guzzi ferita; loro sul carro attrezzi e noi a rimorchio fino alla rimessa. Di metterci le mani fino a lunedì nemmeno parlarne e dunque la nostra decisione: aspetteremo Franco e Lucia a Malmö dove abbiamo l’hotel prenotato e sul proseguo del viaggio lasciamo tempo al tempo. La domenica ci siamo spostati da Lipsia a Malmö, attraversando il Mar Baltico fra Rostock e Gedser e ammirando le splendide architetture dei ponti lanciati sullo Storstrømmen e sull’ Öresund. Il giorno più lungo è stato lunedì che è passato senza notizie degli amici fino alle sette di sera quando ormai disperavamo di potere continuare assieme. “Pronto… – sullo sfondo un rumore assordante. “Pronto!?”, “Lo senti?” è la voce di Lucia. “La moto è a posto e partiamo domani mattina”. L’attesa è terminata e stamattina partiamo per Oslo. Non ci fermeremo nella capitale, ma cercheremo una sistemazione nei dintorni. La giornata si annuncia con il ticchettio della pioggia sui vetri della finestra, ma presto le nuvole si diradano e il sole asciuga le nostre giacche. Appena fuori Malmö inizia la E6 che ci accompagnerà fino Kirkenes, capolinea del nostro viaggio, ma oggi la percorriamo fino a Göteborg e Oslo. Il fiordo al termine del quale è appollaiata – grassa matrona – la capitale norvegese, è così bello da farsi perdonare le architetture industriali e portuali decrepite che lo assalgono come tartaro. Lasciato il caos della capitale, proseguiamo ancora per una ventina di chilometri sulla E6, che rapidamente riprende a correre in una deliziosa campagna ondulata, finché nei pressi di Kløfta la abbandoniamo per imboccare la R2 che ci porta al nostro primo punto di sosta: Skarnes. La cittadina in sé non ha molto da offrire se non un supermercato, una campagna verdissima e molto bella e il fiume Glåma, il più lungo della Norvegia. A Skarnes la corrente è lentissima e nelle acque si specchiano le nuvole incendiate dal tramonto senza fine. Quando issiamo le motociclette sul cavalletto centrale, abbiamo percorso seicentotrentadue chilometri e siamo stati sulla strada circa dodici ore. https://lh6.googleusercontent.com/-Q...inerario_1.jpg http://giulio1954.files.wordpress.co...8/img_4726.jpg http://giulio1954.files.wordpress.co...8/img_4729.jpg |
Aperitivo....... Attendo la continuazione.... :)
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Bentornato Giulio
Felice di leggerti anche qui:D |
...eccolo-eccolo, ha finito di togliersi di dosso moscerini, peli di renna, penne di gabbiano, riportato al suo splendore Lady B. e acceso il pc (che fa pure rima) ed ha finalmente “imbracciato” la tastiera: BRAO!!! :D:D:D
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Barista!
patatine e crodino, grazie! |
Questa volta anche io mi metto comodo per la continuazione e finale :toothy2:
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Along the Arctic Highway /2
Giovedì 1 Agosto
È notte nel campeggio di Skarnes. Mi sveglio forse perché la stanza è bagnata da una luce che potrebbe essere quella della luna piena, ma allo stesso tempo è differente: diffusa, lattiginosa. Guardo l’orologio: sono le due e dieci. Il camping è silenzioso e il fiume coperto da una nebbia bassa, densa e vibrante. Quattro ore dopo il cielo è coperto, ma si intravedono timidi squarci che fanno ben sperare. Facciamo colazione con succo d’arancia, crackers wasa e marmellata di mirtilli. Mando giù malvolentieri la tazza di caffè solubile a cui non riesco ad abituarmi, ma Maria Grazia è stata irremovibile: per la moka nel bagaglio non c’è posto! Io guido la moto e lei comanda la logistica. Imbocchiamo la R24 che fiancheggia per un lungo tratto il bel lago Storsjøen e raggiungiamo nuovamente la E6 nei pressi di Hamar e del lago Mjøsa. Poco dopo il villaggio di Brumunddal la strada attraversa il lago su un ardito ponte e prosegue lungo la sponda occidentale fino a Lillehammer, dove il lago termina. Poco prima della città incontriamo una ragazza che vende fragole e pianto un’inchiodata che fa smadonnare l’amico che mi segue. Ho un ricordo troppo bello del profumo e del sapore delle fragole norvegesi per rinunciarvi. La bancarella è in posizione strategica, accanto a uno spiazzo con alcune panchine. La giornata ormai è bella, calda, e passiamo almeno un’ora a mangiare fragole e guardare gli impianti sciistici sulle colline dietro Lillehammer. Forse sarebbe stato meglio utilizzare quel tempo per visitare la collezione Sandvig (http://www.maihaugen.no) che raccoglie oltre un centinaio di esempi dell’architettura rurale tradizionale, ma è stato un bel momento; ci serviva per ritrovare un momento di spensieratezza dopo le tensioni dei giorni passati. Lasciata Lillehammer alle spalle, imbocchiamo la Gudbrandsdalen ricca di significati storici per l’identità norvegese. La tradizione vuole che Hundorp conservi i resti di Dale Gudbrand che intorno all’anno 1200 era il sovrano pagano della valle e che si sottomise al Santo-Re Olav, convertendosi insieme alla sua gente al cristianesimo. Poco oltre attraversiamo la cittadina di Vinstra, nelle vicinanze della quale nel XVIII secolo visse Peder Olsen, preso a modello da Henrik Ibsen per il suo Peer Gynt. La valle si rinserra, mantenendo un aspetto florido in cui si alternano larghi prati e folte foreste di conifere. La strada corre al fianco del fiume che scende impetuoso e spumeggiante e raggiunge Dombås dove sostiamo prima di affrontare la salita al Dovrefjell. La strada lascia il paese salendo la ripida costa a oriente; è ben disegnata con larghi tornanti e occorre esercitare un ferreo controllo della volontà per limitare la tentazione di aprire il gas e correre oltre gli esigui limiti di velocità consentiti. L’ambiente diventa aspro: gli alberi cedono il posto agli arbusti e predomina la pietra e il lichene. La giornata è tranquilla, ma tutto fa intendere che l’altopiano sia spesso spazzato da venti poderosi e paralizzato da lunghi inverni nevosi. Il Dovrefjell è un altopiano selvaggio in cui non c’è nulla di particolarmente attraente allo sguardo, ma l’asprezza del luogo è di cupa bellezza ed evoca la potenza delle forze naturali che qui giocano la loro partita senza tempo: l’acqua, l’aria, la terra, forse anche il fuoco. Siamo entrati nel più antico parco naturale della Norvegia, fondato nel 1923, famoso per l’alce, la renna, il lemming, ma soprattutto per gli uccelli che custodisce. Sarebbe bello fermarsi; lasciare la motocicletta e prendere uno dei sentieri che si dipartono dalla strada principale. Magari portarsi appresso una piccola tenda e campeggiare lassù fra le stelle e i falchi. Chissà, magari un giorno, se Dio vorrà. Poco dopo Hjerkinn, la strada raggiunge il punto più alto dell’altopiano da cui si scorgono in lontananza la Snøhetta e la Svånåtind, cime incappucciate di neve che superano i duemila metri. Da qui, la E6 inizia una bella discesa verso Oppdal e prosegue nell'ampia vallata del Byna. Mancano ancora centoventi chilometri a Trondheim e siamo in sella ormai da più di otto ore. Intuisco che il paesaggio ha ancora molto da dirci, ma sono stanco e prevale la voglia di arrivare; di fare una doccia bollente e di scolare una birra ghiacciata alla faccia del costo proibitivo della birra in Norvegia. Mano a mano che ci si avvicina a Trondheim, le foreste lasciano il posto all'agricoltura e l'influenza della terza città della Norvegia diventa sempre più evidente. D'un tratto, la strada diventa un’autostrada urbana e in poco tempo siamo in città. Abbiamo percorso 506 chilometri e siamo stati sulla strada più di dieci ore. Continua... http://giulio1954.files.wordpress.co...inerario-2.jpg http://giulio1954.files.wordpress.co...8/img_4735.jpg http://giulio1954.files.wordpress.co...8/p1060599.jpg http://giulio1954.files.wordpress.co...8/p1060602.jpg http://giulio1954.files.wordpress.co...8/p1060611.jpg http://giulio1954.files.wordpress.co...8/img_4737.jpg |
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